Ma cosa vuoi che dicano due genitori straziati dal dolore e ai quali va, da padre anch’io, tutta la mia più umana vicinanza.
Ma il problema di fondo è un’altro: gli orsi non sono T-Rex estintisi per l’impatto di un meteorite sulla Terra bensì un animale autoctono arrivato, nelle terrre del Trentino AA ma non solo, quasi all’estinzione per opera dell’uomo. I capi a suo tempo introdotti non sono quindi avulsi dall’habitat ma parte della naturale popolazione. Ben diverso dal gambero di fiume del posto pinco pallo che fa strage dell’omologa specie autoctona o del pesce siluro che ha praticamente azzerato le specie predatrici delle nostre acque interne. L’obiettivo del progetto Life Ursus era proprio quello di ripristinare l’equilibrio dell’habitat e all’epoca il sondaggio tra la popolazione locale portò esito favorevole per il 70% degli intervistati.
Considero ovvio che tutti si sarebbero dovuto aspettare che la convivenza con un predatore naturale, e in cima alla
catena alimentare, imponesse un cambio delle abitudini e l’adozione di comportamenti consoni, esattamente come succede nei Paesi citati e portati ad esempio.
Anche perché, orsi o non orsi e che peraltro sono stati segnalati, assieme altri predatori come i lupi e le loro prede cinghiali, anche in Lombardia (tanto per rispondere ad un intervento precedente), le attività di escursionismo come di MTBiking non sono mai a rischio zero: se domani, seduto su una roccia a sgranocchiare una barretta, una vipera dimostrasse il suo non gradimento della mia presenza (cosa che succede 100-200 volte l’anno in Italia e delle quali 1 con esito fatale), con chi me la dovrei prendere? E, soprattutto, perché mai me la dovrei prendere con qualcuno per una pura fatalità?