Secondo me questo modo di vedere le cose non va troppo bene. Forse bisognerebbe pensare che chiunque commette un "reato" è un cattivo esempio per la società e i danni che uno fa non sempre sono "diretti". Il concetto che se nuoce solo a se stesso allora non fa nulla secondo me non regge...allora perché mettere dei limiti o dei divieti...se ci sono allora vanno rispettati e non importa che tu sia Ronaldo, Hill, Rude, o il semplice amatore della domenica, li devi rispettare...è una semplice questione di coerenza. Direi di più, tanto più sei in una posizione di rilievo tanto maggiore dovrebbe essere il tuo senso di "responsabilità" verso gli altri, per il semplice fatto che sei un "esempio" per gli altri, e in molti casi proprio per i più giovani. Sotto questa ottica allora ecco che delle "pene" importanti per chi "sgarra" ci potrebbero stare tutte, compresa la radiazione e un risarcimento danni nei confronti della disciplina sportiva di appartenenza. Troppo duro potrebbe dire qualcuno...allora diamo una squalifica per un anno e poi in caso di recidiva squalifica vita. E non mi vengano a dire che uno non sa leggere le informazioni riportate su una confezione di un qualsiasi medicinale...su tutti ci sono le indicazioni se il principio attivo costituisce doping oppure no e fino a prova contraria credo che tutti gli atleti sappiano leggere...
Guarda, sul fatto di non saper leggere le informazioni su medicinali e integratori sfondi una porta aperta, perché personalmente non ci credo e le ritengo solo delle scuse. Ammettendo anche che ci creda, l'atleta professionista che fa un errore del genere di professionista non ha nulla ed è un bene per se stesso e per gli altri se nella vita fa altro.
Sulla responsabilità morale il discorso è diverso. Dove girano soldi (e mi viene da sorridere a pensare che ci siano dei positivi nell'enduro, a proposito di soldi) ci sono persone disposte ad ogni cosa. Se guardo uno spettacolo come il calcio, tour de france, olimpiadi, ecc parto dal presupposto che si tratta appunto di uno spettacolo, e mi metto il cuore in pace. Imbrogliano? Se li beccano pagano secondo la legge. Però veniamo agli sponsor, che approfittano per anni della visibilità dell'atleta vincente (vedere Armstrong, esempio lampante), sono vittime o complici? Perché nessuno sa mai niente, ma se lavori nell'ambiente o sei fesso o sai anche che è difficile vincere da puliti. Il pubblico adora Pantani che vince Giro e Tour nello stesso anno, ma crocifigge Froome? Dai su, un po' di coerenza.
Ci troviamo comunque nel campo ricreazionale, io faccio fatica a dare la stessa importanza che può avere un'azienda il cui proprietario scappa coi soldi dei clienti o al politico corrotto. Poi magari mi sbaglio, ma la differenza per me c'è.