in segno di omaggio a Mario (era il 2003)
Minchia che serata ieri a Milano, quando i Madonnina Bikers si sono ritrovati
per la cena del Natale. Rommel mi ha invitato a questo ristorante calabrese
al 351 di via Gallarate ma, poiché sull?insegna c?era scritto Ristorante
Sorrento, ho tirato dritto: Sorrento è in Campania, no? Invece, Sorrento
è riferito non al paesino sulla Costiera, ma al cognome del proprietario
calabrese. Avrei dovuto capirlo che era lì, l?abbuffata: sul marciapiede
c?era un monovolume pittato Scapin, esattamente davanti all?ingresso, con
le doppie frecce come dire: so che sto rompendo i coglioni, adesso me ne
vado subito. Invece, quella macchina è rimasta lì tre ore almeno.
All?ingresso, mi aspettavo una bolgia infernale, come tipico dei ritrovi
per discesisti, invece il ristorante era vuoto. Il gestore mi ha guardato
e ha detto: ah, sì. Vai giù.
NEL BUNKER
Minchia, ci avevano relegato in un bunker, avevano capito come sarebbe andata
a finire. Dentro, c?erano già tutti. Udivo delle grida disumane e infatti,
girato lo stipite, ho visto quello che più può mettere a disagio un astemio,
ovvero gente già fusa col bicchiere di rosso in mano che brinda a questo
e a quello con l?occhio bollito. Ahia.
Intorno a un lunghissima tavolata a ferro di cavallo c?erano i peggiori
ceffi a pedali della città ma anche personaggi del jet set, vi cito Zanchi,
Miglio, il dee jay Ugo De Crazy, il monocilindrico Meteora e il suo compagno
Ciolla, Rommel, il Freakrider, il grillo Ambrogio Grillo, il terribile RudyBoy,
Jerco il monoruotista, Kalija che ha ceduto il negozio a RudyBoy, Cinzia
Pasta (alias Dracone) con una figa spaziale, un certo Randy Rosario che
non vedevo dal 1997 e con cui non pedalavo dal 1992, il mitologico Leo il
Krastone, le discesiste degli estremi Mologni e Titta (nel senso che di
solito compaiono agli estremi delle classifiche). C?erano molti sconosciuti
con le rispettive mogli o fidanzate, alcune con aria scocciatissima, della
serie io ti accompagno solo per controllarti. E una coppia di slinguatori,
a loro agio come dentro un cespuglio.
NIENTE LUCA IL PAZZO?
Mi aspettavo anche Luca il Pazzo, ero sicuro di vederlo sul tavolo col megafono
in mano e tre metri di nerchia elicotterante di fuori, invece niente, non
si udiva la sua voce, non c?erano tracce.
Mi sono messo ad un?estremità del tavolo ed ho chiesto come mai il Pazzo
fosse assente, e qualcuno mi ha detto: Ma c?è! Guardalo laggiù.
Incredibile, il Pazzo stava seduto nell?angolo destro e parlava educatamente
col suo vicino, senza emettere la sua terribile voce. Sembrava un chierichetto.
IL GRILLO MI SGAMAVA!
Mentre nell?angolo sinistro quattro personaggi bevevano con una frequenza
preoccupante: RudyBoy, Miglio, Rommel e Grillo Saltante. Ogni stronzata
era valida per un brindisi e si alzavano in piedi levando alti i calici.
Grillo, Dio solo sa perché, ha subito captato che io non bevevo, nonostante
fossimo separati da una ventina di metri e in mezzo ci fossero, densissimi,
i fumi dell?alcool ad annebbiare tutte le viste.
TU PERCHÉ NON BEVI???
Perché sono astemio, Uomo.
ANCHE IO, SICCHÉ BEVI ANCHE TU!
Merda, questa non me la aspettavo.
Chi non beve vino è un maledetto, un traditore. Da quando mi sono accorto
di essere ---, cioè oooops astemio, non vivo più sereno. A ogni festa, o
ad ogni viaggio in Veneto o Toscana, trovo sempre qualche rompicoglioni
che mi sgama e mi domanda se sono malato, se sono ricchione, se appartengo
a una setta di sfigati, se sono uno stronzo asociale.
No, ho solo delle papille gustative che identificano l?alcool come sapore
sgradito. Per cui non mi piacciono il vino, la birra, i liquori, le torte
col liquore.
Ogni tanto però mi ubriaco perché essere brilli è divertente, ma capita
che da brillo l?alcool mi piaccia per cui vado avanti a bere come un c......e,
mi ubriaco di brutta, faccio cose di cui non ricordo. Poi vomito, quindi
vado in bagno e produco una melma rosa che puzza di vino, ma la produco
da sobrio, sicché quell?odore mi fa venire la nausea.
Mi sarò ubriacato così sei o sette volte, quindi pochissime in una vita
intera. Per lo più, per il fatto di essere astemio cerco di sfuggire alle
feste basate sul vino, perché poi escono tutti di testa, fanno casino, non
socializzano e io sono lì, lucidissimo, che mi rompo la minchia. A essere
onesto non sapevo cosa aspettarmi, ieri. So che la sbronza fa parte del
bagaglio del discesista, è pieno di video in cui i vari Peat e Warner si
ubriacano e sfasciano tutto. Sembra dovuto. Se non ti ubriachi e non spacchi
tutto, non sei un vero discesista, ma io la vedo come una stronzata. Mi
prendono per il culo perché non bevo, ma gli ubriachi che spaccano tutto
non mi sembrano così fighi.
DEE JAY DE CRESI
Ugo non lo vedevo da anni e mi ha fatto un sacco di festa. Un vero personaggio,
appassionatissimo di musica e di bici. Detiene il record di dee jay più
immodesto della scena musicale: ogni volta che lo vedo mi concede citazioni
mitiche, tipo IL DEE JAY ALBERTINO MI HA DETTO CHE HO TRACCIATO UN SOLCO.
Ieri si è un pelo offeso perché mi parlava e io non lo guardavo negli occhi,
mentre un filo di bava mi colava sulla barba. Scusami, Ugo, ma ero in libidine
per la ganza di Randy Rosario, una morettina simpaticissima che mi faceva
piedino sotto al tavolo. Il che è una balla, nel senso che non mi faceva
piedino. Ma che carina!
FIGHE BAGNATE
Tra me e il Dee Jay di tutti i Dee Jay si è insinuato il Freakrider, ma
parlare stava diventando impossibile a causa del casino mostruoso che i
bevitori di vino là in fondo producevano. Io ero contento di parlare con
i miei due amici ma sentivo che con questa festa non avevo nulla a che fare,
in quanto astemio. Poi, mi son reso conto che su 40 persone solo tre stavano
trincando a manetta e uscendo progressivamente di testa. In particolare,
mi preoccupava Miglio che lanciava michette con una potenza inaudita. Tali
michette erano del tipo pieno di mollica, molto dure e pesanti. Piombavano
contro le pareti, il pavimento o i piatti con rumori sordi, da pietre.
Il Grillo, arrivato a un certo stadio, ha ragionato che stava superando
le Colonne d?Ercole e che era lui il pilota del suo calesse, così ha mollato
il colpo. Meteora e Ciolla erano incastrati tra RudyBoy e la figa del Pasta
e quando Rudy ha iniziato a far volare le forchette i due hanno capito che
era meglio darsi alla fuga. Ciò ha esposto la gnocca del Pasta ai lanci
di vino dei tre coglioni e credo che non ci sia nulla di peggio, al mondo,
di una gnocca che accompagna controvoglia il suo boy a un convivio di discesisti
che poi le sporcano di vino il vestito. Schifata, questa sosia della Bellucci
ha preso per la collottola il suo Dracone e questo ha significato l?allontanamento
del monovolume Scapin con le doppie frecce. Il vino colava anche sulle pareti,
e non credo che sia facile da pulire.
Nel frattempo, Meteora mi tracciava la mappa delle donne schifate, in particolare
c?era una bionda che stava in piedi contro il muro, pronta alla fuga, con
le braccia conserte ed una espressione di disgusto che veniva voglia di
suicidarsi solo a guardarla.
CAZZO CHE BOTTA
Entro mezzanotte, tutta la gente si era ammassata all?estremità del ferro
di cavallo, lasciando numerosi metri di vuoto tra loro e il Trio Trinca
Trinca.
A un certo punto, Miglio mi ha centrato in piena faccia con uno di questi
panini di legno. Sono sicuro che se mi avesse preso il naso me lo avrebbe
rotto, invece m?ha centrato occhio e zigomo. Cazzo, che male. Eppure, il
pane fa bene. Ma va fatto entrare in bocca, non nell?occhio. Per un attimo
ho pensato che Miglio non era il grande campione di downhill che tutti ammiriamo,
ma una emerita testa di cazzo, uno che si sbronza in pubblico pur sapendo
di avere la sbronza violenta. Ho pensato di prendere il vassoio di fianco
a me e spaccarglielo in testa, con successiva rissa da saloon, gente che
volava sui tavoli sfondandoli, seggiole che sfondavano teste e il bunker
che prendeva fuoco e ci ardeva vivi come in una camera iperbarica, ma si
vedeva che Miglio era ubriaco e non sapeva quello che stava facendo. E poi,
questa mattina mi ha telefonato tutto dispiaciuto, per cui amen. Ma la serata
è proseguita nel panico.
AIUTO, RUDY SI ALZA
Rudy era ancora più fuori di Miglio. Ha cercato di camminare sulla tavola
apparecchiata, ma è caduto a peso morto. Ha cercato di ballare, ma ogni
passo che faceva finiva contro qualcuno. Mi è venuto il panico: mi sono
appena lussato una spalla, ci mancava solo che Rudy me la facesse uscire
ancora! Ho visto del panico anche negli occhi di Meteora, si vedeva che
pensava al suo unico rene. Miglio ha preso un vassoio di latta e ha iniziato
a picchiarlo sulla testa di tutti quelli che non riuscivano a mettersi in
salvo, mentre Rudy si metteva sulle ginocchia di una bruttissima e tentava
lo slinguo. Rommel, vestito con una camicia ricoperta di macchie di vino,
rideva felice, della serie Che figata di festa. Gli ho detto NO, QUESTA
È UNA SERATA DI MERDA e lui, dispiaciuto, ha detto: Ma dai, poverini, sono
ubriachi, se vai a giocare a bridge queste cose non succedono!
Rommel, c?è una sfumatura tra una partita di bridge e una serata dove i
tre quarantesimi dei partecipanti si ubriacano e diventano molesti!
ATTACCAPANNI
C?era un tipo che ho già visto altre volte che girava imprecando: Ecco,
questa è la downhill italiana! Il Freakrider ha indossato una specie di
cappotto da moto con
gomitiere, molto stiloso, e ci ha suggerito di mollare
il colpo definitivamente. Ma per fare ciò occorreva cambiare stanza e prendere
la propria giacca da un attaccapanni a rotelle professionale, solo che in
questa fase del racconto l?attaccapanni aveva perso la sua dignità. Si era
trasformato in una somma di tubi di ferro, impugnati da tre grossi cetacei
che, incapaci di stare in piedi, giacevano orizzontali su una banchisa composta
dalle nostre giacche. Eravamo prigionieri. Il proprietario del locale, Mister
Sorrento, aveva messo la festa nelle mani del figlio, anche lui biker della
scena torbida milanese, e questo pargolo diletto, tutto sommato, ai suoi
cavalli non metteva briglia, si divertiva persino a vedere Rudy che divelleva
la maniglia del bagno. Ma il capolavoro di Sorrento Junior è stato quando
ha fatto cadere una ventina di bicchieri col calice giù dal vassoio, in
un tripudio melodico di vetri in frantumi, così ho capito che anche lui
non sapeva cosa stava facendo.