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  • La Specialized Stumpjumper arriva al numero 15, cioé alla sua quindicesima ediuzione, cambiando forma del telaio, escursione e soprattutto sospensione posteriore, perché adesso troviamo un ammortizzatore sviluppato dal marchio americano in collaborazione con Fox, il Genie.
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Se devo essere sincero non lo so chi è e quale gara ha vinto....so solo che se ne è parlato tempo fa nel forum. Poi anche Panther ha confermato e leggendo la rivista MTB nota che vi sono in alcune gare vi sono le Full e che il suo amico, anche lui che fa gare, ha confermato che sempre più c'è la presenza di Full nei campionati italiani......:il-saggi:

e infatti i risultati si vedono :hahaha: considerando che non abbiamo un movimento agonistico valido ne tanti giovani su cui puntare... diciamo che almeno in questo contesto, escluso Fontana alle Olimpiadi, gli italiani hanno da imparare da molti molti molti...:celopiùg:
 

Sauser corre con specy che per contratto lo obbliga ad usare una epic in qualsiasi occasione... mondiali, coppa del mondo, olimpiadi, campionati nazionali... e al momento è l'unica full xc valida...
va però anche detto che quel ragazzo vincerebbe anche con una graziella perchè è una bomba... la bici è specy ma le gambe sono sue...
se infatti si guarda è l'unico specialized davanti... mentre orbea, scott, rotwild ha un paio di atleti tra i primi...
 

IddoCop

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Sauser corre con specy che per contratto lo obbliga ad usare una epic in qualsiasi occasione... mondiali, coppa del mondo, olimpiadi, campionati nazionali... e al momento è l'unica full xc valida...
va però anche detto che quel ragazzo vincerebbe anche con una graziella perchè è una bomba... la bici è specy ma le gambe sono sue...
se infatti si guarda è l'unico specialized davanti... mentre orbea, scott, rotwild ha un paio di atleti tra i primi...

Non vorrei che mi fossi spiegato male dall'inizio....io sono d'accordo con tutti voi nel dire che tutte le gare da xc o marathon o altro il 99% delle mtb sono Front e fin qui nessuno ha da dire nulla. Io ho fatto il mio intervento solo per dire che ultimamente nelle gare di xc o/e marathon o altro, si cominciano a vedere le prime Full, anche per il fatto che cominciano a scendere di peso (sotto i 10kg), ma non volevo intendere gare mondiali o campionati di livello internazionale, ma intendevo in tutti i vari campionati, dal più piccolo a quelli quelli nazionali, per cui era molto generalizzato.
:celopiùg:
 
Non vorrei che mi fossi spiegato male dall'inizio....io sono d'accordo con tutti voi nel dire che tutte le gare da xc o marathon o altro il 99% delle mtb sono Front e fin qui nessuno ha da dire nulla. Io ho fatto il mio intervento solo per dire che ultimamente nelle gare di xc o/e marathon o altro, si cominciano a vedere le prime Full, anche per il fatto che cominciano a scendere di peso (sotto i 10kg), ma non volevo intendere gare mondiali o campionati di livello internazionale, ma intendevo in tutti i vari campionati, dal più piccolo a quelli quelli nazionali, per cui era molto generalizzato.
:celopiùg:

capito... concetto chiaro....
è solo che se consideri tuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuutti i campionati allora ci rientro pure io con la mia ltd che il prossimo anno vado a fare la dsb a Villabassa...
il movimento c'è... sta crescendo... ma a livello pro è infinitesimale :celopiùg:
 

IddoCop

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Cari amici e amiche, Cubisti e non Cubisti....censiti o ospiti....vi propongo una lezione di come saper leggere una carta topografica e qualche lezione di orientamento. Molti di voi tutto questo lo snobberanno, però in alcuni casi saper "leggere" una carta topografica può aiutarti a venire fuori da qualche rogna o fare in modo di non sbagliare strada e magari finire in una zona sconosciuta senza dopo ritrovare la strada giusta per tornare indietro.

:il-saggi:

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Valutazione di un percorso
La carta topografica d’Italia è stampata dall’Istituto Geografico Militare (IGM) e copre l’intero territorio nazionale. E’ composta da 277 fogli in scala 1:100.000. Ogni foglio è a sua volta suddiviso in 4 quadranti in scala 1:50.000, ed ogni quadrante in 4 tavolette in scala 1:25.000 (figura 2.1).
I fogli sono indicati con numeri da 1 a 277. I quadranti di ciascun foglio in numeri romani da I a IV e le tavolette secondo l’orientamento della loro collocazione dentro il rispettivo quadrante (NE, SE, NO, SO).

fig21.jpg
Figura 2.1A sua volta si deve considerare che tutto il territorio nazionale fa parte del mappamondo. Questo è stato suddiviso verticalmente in 60 fusi dall’ampiezza di 6° di longitudine ciascuno (60 X 6° = 360°). Contemporaneamente alla suddivisione in fusi, il globo è stato suddiviso anche in fasce, in senso orizzontale, contrassegnate da lettere alfabetiche. Ciò facendo ogni punto della terra è "imprigionato" in una delle 1200 zone che si formano dall’incrocio di fusi e fasce. Ogni zona quindi porta il nome del fuso (indicato da un numero) e della fascia (indicata da una lettera) corrispondente. Le zone che corrispondono al territorio italiano sono le seguenti : 32S, 33S, 34S, 32T, 33T, 34T. Essendo però queste zone troppo grandi per essere utilizzabili a designare dei punti in esse comprese, sono state suddivise a loro volta in quadrati di 100 Km di lato indicati con una coppia di lettere. Queste due indicazioni (la zona geografica rispetto all’intero mappamondo e la coppia di lettere che identifica il quadrato di 100 Km compreso nella zona) le ritroverai su ogni tavoletta e ti serviranno a dare le coordinate. La scala 1:25.000 indica che la realtà è stata rimpicciolita di 25.000 volte. La tavoletta è una carta molto dettagliata poiché un chilometro reale è rappresentato in 4 cm sulla carta. Oltre a cose materiali sono anche segnati nomi di località, confini, ecc. Se continuiamo ad esaminare la tavoletta ci accorgiamo subito di un reticolato chilometrico (ogni quadrato misura 4 cm = 1 Km). Questo tracciato si riferisce alla proiezione U.T.M. (Universale Trasversa Mercatore) ed è quello riconosciuto internazionalmente. Questo reticolato ci dà le coordinate chilometriche attraverso le indicazioni sui bordi della carta dei valori dei meridiani reticolati in alto e in basso della tavoletta, e dei valori dei paralleli reticolati, ai bordi laterali con numerazione progressiva dal basso verso l’alto. Cominciamo quindi a determinare la distanza di due punti in linea d’aria e la lunghezza di un sentiero. DISTANZA DI DUE PUNTI IN LINEA D’ARIA: Prendiamo un punto A e un punto B sulla tavoletta. Se vogliamo determinare la loro distanza in linea d’aria non dobbiamo fare altro che puntare una punta del compasso in A e l’altra in B. Se ad esempio la distanza è di 6,7 cm sulla carta, realmente si tratterà di 1 km e 670 m circa (considera sempre la scala 1:25.000).
LUNGHEZZA REALE DI UN PERCORSO A CURVE: E’ evidente che nel caso dovessimo determinare la lunghezza di un percorso a curve (strada o sentiero) dovremmo adottare un altro metodo. Basterà suddividere il percorso in tanti tratti più o meno rettilinei che andranno misurati uno alla volta al millimetro. Fatto ciò bisognerà sommarli mettendoli di seguito su una sola retta. La misura della retta andrà quindi trasformata in misura reale in base alla scala.
Abbiamo quindi visto che la carta topografica non è altro che una rappresentazione disegnata in piano di una porzione reale di terreno. Il disegno descrive in due dimensioni (lunghezza e larghezza) una realtà tridimensionale (che si sviluppa anche in altezza), pressappoco come avviene per una fotografia. Ma mentre quest’ultima, sebbene in maniera appiattita, rappresenta le cose come sono realmente, nel disegno cartografico è tutto rappresentato da simboli o segni convenzionali: è la tecnica topografica che dà luogo alla planimetria e all’altimetria. La planimetria può essere definita come la descrizione in pianta di forme e di strutture tridimensionali secondo una scala di lettura rispetto alla situazione reale. L’altimetria invece è lo studio della conformazione del suolo e dei metodi per la determinazione della quota di un punto del terreno rispetto a un livello stabilito (livello del mare = 0). Si è in grado di leggere una carta topografica quando si riesce a capire la configurazione del terreno ed a individuarne tutti i particolari così come apparirebbero ad una osservazione diretta. Nel margine inferiore della tavoletta sono riprodotti i segni convenzionali di lettura. Con questi puoi trovare il casolare più vicino nel caso abbia bisogno di ospitalità, o sapere la larghezza di una strada, o riconoscere sentieri o sapere se c’è un bosco nei dintorni e che tipo di alberi ha, oppure sapere dov’è la fonte più vicina. Se sarai bravo e intuitivo potrai conoscere tutto ciò che ti circonda e che non puoi vedere! Sempre per quanto riguarda i segni convenzionali c’è da dire che si possono trovare differenze di simboli tra le vecchie e le nuove carte, specialmente per quanto riguarda la vegetazione.

fig22.jpg
Figura 2.2Ti consiglio tuttavia di imparare a memoria i simboli più importanti. Tutto quello che abbiamo visto fin qui non ci dà ancora una informazione importante, soprattutto per noi scout che andiamo a piedi: se cioè il terreno è pianeggiante oppure se è collinoso o addirittura montagnoso. A questo problema risponde l’altimetria che, come abbiamo già detto, è il metodo tecnico per studiare l’andamento del rilievo del terreno e determinare la quota di un punto sulla carta. Le curve di livello (o curve isoipse) rappresentano il sistema più esatto tecnicamente per rappresentare le altitudini sulla carta. Per fare un esempio le curve di livello sono rappresentate come se il rilievo fosse stato suddiviso in fette orizzontali dello stesso spessore. Strati paralleli ed equidistanti fra loro (figura 2.2). Nella tavoletta l’equidistanza è di 25 metri, il che significa che passando da una curva all’altra la quota del terreno varia di 25 metri.
fig23.jpg
Figura 2.3Per non appesantire troppo la carta di segni numeri e simboli ogni 4 curve (ogni 100 metri di dislivello) ce n’è una più marcata detta curva direttrice, e di solito le quote sono segnate su quest’ultima. Prova a concentrare l’attenzione su un sentiero della carta: se segue l’andamento di una curva di livello vuol dire che il sentiero è in piano. Se invece taglia una o più curve di livello vuol dire che stai salendo o scendendo di quota. Di quanto? Basterà contare le curve di livello tagliate dal sentiero e moltiplicarle per 25.
fig24.jpg
Figura 2.4Esempio: sei partito a quota 250 m. hai "tagliato" 10 curve, quindi ti sei alzato di 250 m e anche se questa nuova quota non è segnata sai che essa è di 500 m. E come fare a capire se si tratta di un rilievo o di una depressione? Guardando l’andamento numerico delle quote sulle curve di livello: se aumentano dalla curva più larga a quella più stretta evidentemente si tratterà di un rilievo. In caso contrario di una depressione. Fai attenzione: tanto più le curve di livello sono disegnate una vicino all’altra, tanto maggiore è la pendenza della salita perché la differenza di quota, supponi di 25 m, andrà superata in uno spazio di terreno più ristretto. Infine nelle zone di montagna dove le pendenze sono a volte molto forti, non è sempre possibile disegnare curve troppo ravvicinate tra loro perché risulterebbero troppo fitte e quindi incomprensibili. In questi casi si ricorre ad altre tecniche tipo l’ombreggiatura o il tratteggio (figura 2.3) e a speciali simboli (figura 2.4).
 

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Come orientare la carta
Ogni volta, prima di usare la bussola, dobbiamo con essa orientare la carta. E’ un’operazione semplicissima ed importantissima che ti spiegherò in questo capitolo. Prima di tutto devi badare a due cose:
  1. il piano della bussola deve essere assolutamente orizzontale rispetto al terreno, altrimenti l’ago calamitato non potrà muoversi liberamente.
  2. usando la bussola ricordati di non stare sotto linee ad alta tensione o in vicinanza di masse metalliche (tralicci, pali di ferro, autocarri, radio, tv, ecc.). Possono influenzare l’ago magnetico e farlo impazzire facendoti cadere in gravi errori di orientamento.
Ora passiamo alla pratica. Sappiamo che per convenzione il nord è in alto. Così il margine alto della cartina corrisponde al nord. Su un lato della tavoletta, ben distesa ed orizzontale al terreno, posiamo la bussola stando ben attenti che il margine verticale della cartina coincida con l’asse nord-sud della bussola. In poche parole dobbiamo fare in modo che l’asse nord-sud della bussola sia perpendicolare al margine alto della cartina. E’ evidente che per fare ciò dobbiamo girare la carta e non la bussola la quale indica sempre il nord. Ora che stai già pensando di saper orientare una carta spunta un piccolo problemino: la declinazione magnetica. Purtroppo esistono non uno ma ben due nord. Il nord geografico è quello che troviamo salvo indicazione contraria, sulla parte alta di ogni carta, ed indica in pratica il polo nord geografico. Il nord magnetico invece, è quello che indica l’ago della bussola ed è raccomandabile per orientarsi correttamente, metterli d’accordo. Per cominciare devi calcolare l’attuale declinazione magnetica. A destra della tavoletta troverai un quadrante dal titolo "declinazione magnetica e convergenza al centro della carta". Quindi troverai scritta la declinazione di quel posto risalente ad una certa data. Ad esempio: Declinazione magnetica (al I Gennaio 1959) e convergenza al centro della carta = 4° 14’ (4 gradi e 14 primi=254’ poiché 1°=60’). Ancora sotto trovi scritto di quanto diminuisce la declinazione magnetica in un anno in quel posto. Esempio: 6’. Quindi sai che: in quel posto X nel 1959 la declinazione magnetica ammontava a 4° 14’ (=254’) e che ogni anno questa è diminuita di 6’. Siamo nel 1997, quindi sono passati 38 anni. La declinazione magnetica è diminuita di 38 X 6 = 228’. L’attuale declinazione sarà uguale quindi a 254’ - 228’ = 26’. Ora non ti resta che regolare la carta. Sul margine superiore vi è una scala graduata da 0 a 7 gradi con suddivisioni di 15, 30, 45 primi. La nostra declinazione di 26’ possiamo approssimarla a 30’. Basterà allora unire con una retta a matita il punto P che trovi in basso con la seconda tacca dopo gli 0° corrispondente appunto a 30’. Questa retta ti darà la vera direzione del nord geografico ed esattamente su questa direzione dovrai allineare l’ago calamitato della bussola per avere la cartina perfettamente orientata. Solo un’ultima considerazione: il nord magnetico compie un percorso attorno al nord geografico.

Come trovare a nostra posizione

fig41.jpg
Figura 4.1Prima di tutto è opportuno dare la definizione di azimut: l’azimut è un angolo che ha te per vertice, mentre i suoi lati sono l’asse nord-sud e la linea che ci unisce al punto di cui vogliamo conoscere l’azimut. Sappiamo che ovunque ci troviamo c’è un asse nord-sud che ci "attraversa" e questo ce lo da la bussola. Ad esempio ci troviamo ad un incrocio (figura 4.1) e da questo vediamo un campanile. L’azimut del campanile è l’angolo che ha come vertice la nostra posizione e come lati l’asse nord-sud che ci da la bussola e la linea immaginaria che unisce noi al campanile. Ma come si determina un angolo azimutale? Ovviamente...con la bussola! Innanzi tutto illustro come si apre e si tiene la bussola. Si apre il coperchio a 90° circa e la lente a 45° circa (figura 4.2). Con una mano si infila il pollice all’interno dell’"anello" tenendo il resto delle dita sotto la bussola (figura 4.3).
fig42.jpg
Figura 4.2
Porta ora la bussola all’altezza degli occhi e con il mirino punta verso il punto di cui vuoi conoscere l’azimut stando bene attento che questo sia "tagliato" a metà dal filo sul coperchio e che il filo si trovi al centro della tacca posta sul mirino-lente (figura 4.4).


fig43.jpg
Figura 4.3
Una volta traguardato l’obiettivo bisogna stare immobili con il piano della bussola ben orizzontale. Guardando ora il piano della bussola si potrà leggere un numero. Questo numero corrisponde all’ampiezza dell’angolo in gradi (esempio figura 4.1: 55°). Esistono però due tipi di graduazioni:

  1. LA SCALA SESSAGESIMALE: E’ quella più usata, più facile da usare e si trova in tutte le bussole. L’anello è suddiviso in 360°.
  2. LA SCALA MILLESIMALE: L’anello è suddiviso in 6400 millesimi o 64 ettogradi millesimali. Questo tipo di graduazione è più spesso utilizzato sulle bussole di tipo militare, ma lo si può trovare anche su una buona bussola.
Entrambe le scale sono numerate in senso orario. Ogni grado della scala sessagesimale corrisponde a circa 18 millesimi della scala millesimale. Eccoti una tabella delle corrispondenze:
SCALA SESSAGESIMALE (gradi)SCALA MILLESIMALE (millesimi)NORD0 - 36064SUD18032EST9016OVEST27048NORD-EST458SUD-EST13524SUD-OVEST22540NORD-OVEST31556Adesso che sai trovare un azimut con la bussola sei anche in grado di fare la triangolazione, ossia trovare la tua posizione sulla carta. Per fare ciò però dobbiamo prima orientare la carta, e questo lo sappiamo già fare. Orientata la carta bisogna riconoscere almeno tre punti di riferimento che possono essere vette di montagne, casolari, paesi, ecc.

fig44.jpg
Figura 4.4Questi tre punti devono essere ben visibili a vista e devono essere segnati e riconosciuti sulla tavoletta. Facciamo un esempio: ci troviamo in aperta campagna e riconosciamo a vista il monte X, una chiesetta e un casolare. Li cerchiamo sulla tavoletta attraverso gli appositi segni convenzionali (vedi planimetria). Abbiamo ora i nostri punti di riferimento e dobbiamo, per ciascuno di questi, misurare l’azimut. Supponiamo che puntando il casolare la bussola ci dia un azimut di 10°. Potremmo anche dire che una persona, puntando noi dal casolare, legga un azimut di 190° ossia l’azimut reciproco di 10° (basta aggiungere 180° quindi 10° + 180°). Dopotutto è logico che se una persona rispetto a noi è a nord, automaticamente noi rispetto a lui saremo a sud! E tra nord e sud nella scala sessagesimale ci sono 180°. Tracciamo allora sulla nostra carta, partendo dal simbolo del casolare, una retta corrispondente ad azimut 190°. Lo facciamo in questo modo: si fa coincidere il centro del goniometro (che se non ci hai mai fatto caso conta proprio 360°!) con il simbolo del casolare, stando bene attenti che l’asse del goniometro 0-180 gradi sia perfettamente parallelo all’asse nord-sud della cartina orientata. Quindi si fa sulla cartina stessa (a matita) un segno in corrispondenza di 190°. Quindi uniamo questo segno con il simbolo del casolare ed il gioco è fatto!
fig45.jpg
Figura 4.5La nostra posizione si trova lungo questa retta. Ora basta ripetere la stessa identica operazione misurando gli azimut degli altri due punti di riferimento: la vetta del Monte X e la chiesetta. Supponiamo che siano:
  • VETTA DEL MONTE X: 75° da noi. Azimut reciproco = 75 + 180 = 255°
  • CHIESETTA: 140° da noi. Azimut reciproco = 140 + 180 = 320°
Tracciamo le rette sulla carta. L’incontro delle tre rette ci darà la nostra posizione. Se la coincidenza sarà perfetta sarai stato veramente in gamba, ma è probabile che le tre linee non si incontrino in un unico punto ma formino un triangolo. In tal caso considereremo il centro di questo triangolo. Se però questo risultasse troppo grande e quindi poco attendibile, è probabile che siano state sbagliate alcune operazioni. Due ultime nozioni. Se noi leggiamo un azimut superiore a 180° è evidente che andando a calcolarne l’azimut reciproco andremmo oltre i 360° che rappresentano il massimo azimut (esempio: 190 + 180 = 370°?!?!?!). La regola in questo caso è semplice. Se l’azimut da noi misurato è maggiore di 180°, per calcolarne il reciproco anziché sommare 180 dovremo sottrarre 180. Nell’esempio 190 - 180 = 10°. L’ultima nozione è un piccolo stratagemma per risparmiare una traguardazione. Se siamo certi di essere su una strada o su una mulattiera o sentiero e riconosciamo questa sulla carta, basterà puntare due punti e non tre. Questo perché il terzo riferimento sarà la strada. In parole povere noi avremo la certezza di stare sulla strada ed è come se avessimo la certezza di stare su una delle tre rette.

Come dare le nostre coordinate
Se guardi attentamente la tua tavoletta viene riportato sulla destra un "esempio di designazione di un punto" e vi si raccomanda di citare sempre le lettere indicatrici della tua carta: la designazione di zona e le lettere di identificazione del quadrato di 100 Km di lato riferito alla zona (vedi capitolo 1). Queste indicazioni scritte di seguito ti permetteranno, insieme alle coordinate del reticolato chilometrico, di precisare il punto del terreno sul quale ti trovi per comunicarlo ad esempio ad un’altra squadriglia la quale, in possesso della tua stessa tavoletta, ti voglia raggiungere. Prima di fare un esempio concreto richiamo la tua attenzione sul coordinatometro che è stampato sulla tavoletta. Esso rappresenta i due lati di un quadrato del reticolato chilometrico U.T.M. suddivisi in decimali (ettometri), e ti aiuta a prendere le misure all’interno dei quadrati. Se ogni lato d questi quadrati di 4 cm corrisponde ad 1 km reale, la decima parte di questi, ossia 4 mm corrisponderà a 100 m cioè ad un ettometro (1 hm). Ogni millimetro sulla carta quindi corrisponderà a 25 m sul terreno. Ti consiglio di riportare esattamente il coordinatometro su un cartoncino abbastanza resistente. Conservalo nella attrezzatura topografica di squadriglia poiché ti sarà utilissimo per prendere misure parziali all’interno dei quadrati chilometrici. Immaginiamo ora finalmente di avere una cartina tipo quella in figura 5.1.
fig51.jpg
Figura 5.1
Vogliamo indicare su di essa un punto per mezzo di un gruppo di cifre che corrisponda alla sua posizione sulla carta. In altre parole vogliamo trovare le coordinate di quel punto. Dobbiamo per prima cosa leggere i numeri indicati sul bordo superiore e inferiore della carta (coordinate orizzontali). Nel nostro caso 95, 96, 97, ecc. che corrispondono al novantacinquesimo, novantaseiesimo e novantasettesimo chilometro del quadrato di cento chilometri di lato. Dopo il novantanovesimo chilometro si ripartirà a contare da 0 e cambierà la coppia di lettere del quadrato di cento chilometri di lato. Poi leggiamo i numeri sul bordo destro e sinistro della carta, indicati in ordine progressivo dal basso (sud) verso l’alto (nord). Nel nostro caso leggiamo 74, 75, 76, 77, ecc. corrispondenti alle coordinate verticali. Se il luogo in cui ci troviamo si trovasse proprio all’incrocio di due coordinate (per esempio la stazione di castello), allora l’indicazione sarebbe semplice: coordinata orizzontale 97, coordinata verticale 75. Basterebbe scrivere di seguito questi numeri con una sola aggiunta. I riferimenti di coordinate sono fatti non al km ma all’hm. Nel nostro caso andranno aggiunti 0 ettometri. Il risultato sarà quindi 970750. Questa serie di numeri indica il punto preciso di due coordinate. Più spesso però non capita di trovarsi all’incrocio preciso di due coordinate. Stando alla nostra cartina immagina di essere in località ponte vecchio. La coordinata orizzontale è di 96 Km + 0 hm cioè 960, ma la coordinata verticale presenta qualche difficoltà dovendola indicare sempre con tre cifre. Tanto per cominciare, trovandosi il ponte tra la coordinata 78 e quella 79, quale delle due devo scegliere per le prime due cifre? Se scegliessi la 79, essendo il punto più in basso dovrei togliere tanti ettometri quanti mancano a 79 per arrivare al punto, ma ciò è impossibile, quindi sceglierò sempre la coordinata più in basso, la 78, alla quale potrò aggiungere in ettometri la terza cifra che ancora mi manca. Come regola generale dovrai sempre scegliere per la coordinata verticale quella più in basso e per quella orizzontale quella più a sinistra, e in seguito aggiungere gli ettometri (terza cifra). Qui entra in scena il coordinatometro. Facciamo coincidere il suo vertice 0 sul punto A (incrocio tra le coordinate 96 e 78) e misurando la distanza tra A e il ponte supponiamo di leggere 4 ettometri. Questa cifra è la terza che ci mancava per la coordinata verticale. Adesso possiamo dare l’indicazione completa: 960784. Facciamo l’ultimo esempio, ancora più difficile, sempre utilizzando la stessa carta. Devi dare le coordinate della chiesetta di S. Antonio. Il punto di riferimento dal quale partire per scegliere le coordinate è il punto D (coordinate più in basso e più a sinistra). Quindi:
  1. coordinata orizzontale 95 cui aggiungi dopo aver preso le misure con il coordinatometro la misura del punto B dalla chiesetta: nell’esempio 4 hm.
  2. coordinata verticale 76, più la misura in ettometri da C alla chiesetta (tratto uguale a BD): supponi di leggere 6,7 ettometri che arrotondi a 7 ettometri.
Il risultato finale sarà questo: 954767. Ma in tutti questi esempi abbiamo tralasciato una indicazione molto importante. Prima delle sei cifre dobbiamo scrivere la zona (es: 32T) e le lettere di identificazione del quadrato di 100 km di lato (es: MR). Queste due indicazioni le trovi sempre sulla tua tavoletta. Così l’indicazione completa per i tre esempi sarà:
  1. 32TMR970750
  2. 32TMR960784
  3. 32TMR954767
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Carte topografiche
Per muoversi nell'ambiente, qualsiasi esso sia, e' necessario sapersi orientare perché questo significa sapere dove ci si trova rispetto a un punto che si vuole raggiungere e come raggiungerlo; orientarsi consente anche di apprezzare meglio tutto il territorio che ci circonda. La carta topografica è quindi una rappresentazione ridotta, approssimata e simbolica, della superficie terrestre.
La riduzione avviene in base ad un rapporto prestabilito tra la distanza reale misurabile tra due punti sul terreno e la distanza misurabile tra i due punti che li rappresentano sulla carta; questo rapporto è detto "scala" e per esempio l'indicazione 1:50.000 significa che 50 metri sul terreno corrispondono a 1 millimetro sulla carta e viceversa.
Avendo a disposizione queste carte si può:
- Avere un'idea abbastanza reale del terreno.
- Misurare le distanze.
- Studiare il cammino da percorrere.
- Stabilire la posizione in cui ci si trova in un determinato momento.

topografia3.jpg
Non tutti gli oggetti di interesse pratico possono essere rappresentati sulla carta rispettando la loro scala e pertanto si ricorre a simboli convenzionali elencati a margine della carta con i rispettivi significati con i quali è opportuno prendere confidenza; questi si riferiscono a costruzioni, strade, corsi d'acqua, vegetazioni, ecc. Le isoipse o curve di livello rappresentano il rilievo del terreno, dando una visione plastica dei dislivelli (sulle carte 1 : 25.000 una curva isometrica è disegnata ogni 25 m). Quanto più le isoipse sono vicine tanto più ripido è il pendio che rappresentano. Di ciò bisogna ricordarsi quando si misurano le distanze sulla carta: la distanza reale sarà tanto maggiore quanto maggiore sarà la pendenza. Disegnando graficamente un triangolo rettangolo (si prenda come base uno dei due cateti) in cui la base equivale alla distanza calcolata sulla carta e l'altezza al dislivello calcolato con le curve di livello, si può trovare la distanza reale da percorrere che è uguale all'ipotenusa del triangolo così fatto.
Fondamento di ogni carta topografica è la rete costituita dai meridiani (linee immaginarie verticali, che vanno da Nord a Sud, passanti per i poli e perpendicolari all'Equatore) e dai paralleli (linee immaginarie orizzontali, orientate da Est ad Ovest parallele all'Equatore), alle quali è riferita, con longitudine e latitudine, la posizione di
ciascun luogo.
La longitudine si conta dal meridiano 0 (Greenwich) ed aumenta verso Est e verso Ovest fino a 180°. Lo zero della latitudine è l'Equatore dal quale le latitudini vanno aumentando verso Nord e verso Sud fino a 90° che corrisponde al Polo. Ogni grado è diviso in 60 minuti (') e ciascun minuto in 60 secondi ('').
La bussola
topografia2.jpg
La bussola è un semplicissimo strumento che con l'ago magnetico segna il Nord magnetico, in base al quale si determina la direzione che si deve seguire. Il quadrante circolare è suddiviso in 360°. Il Polo magnetico, segnato dalla bussola, non corrisponde al Nord geografico. La differenza angolare, cosiddetta declinazione (vedi Declinazione), varia secondo il luogo e cresce o cala con il tempo poiché il campo magnetico della Terra muta continuamente. In Europa la declinazione ha un valore molto basso, ma in alcune zone del mondo raggiunge valori anche di 10-20°. Pertanto bisogna controllare sempre sulle carte topografiche il valore della declinazione, e correggere poi la direzione reale aggiungendo o sottraendo il numero dei gradi indicati. Queste operazioni servono poco per i viaggi brevi, ma nel caso di un lungo trekking, dove la declinazione è notevole, si devono sempre tenere in considerazione.
Esistono diversi tipi di bussole (vedi Accessori - bussola). Per quelle semplici è sufficiente compiere una rotazione fino a far coincidere la punta dell'ago con il Nord, dopodiché si può leggere la posizione dei vari punti cardinali. Altre, più complesse, possiedono un quadrante girevole con l'aggiunta della rosa dei venti; si stabilisce allora la direzione immediatamente. Diversi tipi hanno anche un mirino che permette di eseguire rilevamenti.
topografia6.gif
Un modello molto pratico per la lettura sulla carta è quello
usato nelle gare di orientamento (nella foto in alto, montata su una base di plastica); poggiandolo sulla carta topografica aiuta a leggere con molta precisione la direzione e a fare rilevamenti.
topogr4.jpg

Punti cardinali: Nord = 360°; Est = 90°; Sud = 180° ed Ovest = 270°. Avendo il Nord davanti, il Sud rimane alle spalle, l'Est perpendicolarmente a destra, e l'Ovest
dalla parte opposta. (A sinistra la "rosa dei venti")



Come si orienta la carta topografica con l'aiuto della bussola
Ogni volta, prima di usare la bussola, dobbiamo con essa orientare la carta. E' un'operazione semplicissima ed importantissima. Prima di tutto devi badare a due cose:
  1. il piano della bussola deve essere assolutamente orizzontale rispetto al terreno, altrimenti l'ago calamitato non potrà muoversi liberamente.
  2. usando la bussola ricordati di non stare sotto linee ad alta tensione o in vicinanza di masse metalliche (tralicci, pali di ferro, autocarri, radio, tv, ecc.). Possono influenzare l'ago magnetico e farlo impazzire facendoti cadere in gravi errori di orientamento.
Ora passiamo alla pratica. Sappiamo che per convenzione il nord è in alto. Così il margine alto della cartina corrisponde al nord. Su un lato della tavoletta, ben
topografia4.gif
distesa ed orizzontale al terreno, posiamo la bussola stando ben attenti che il margine verticale della cartina coincida con l'asse nord-sud della bussola (corretta con la declinazione, ove sia rilevante). In poche parole dobbiamo fare in modo che l'asse nord-sud della bussola sia perpendicolare al margine alto della cartina (figura a lato). E' evidente che per fare ciò dobbiamo girare la carta e non la bussola la quale indica sempre il nord.
Studiando con attenzione il posto dove ci si trova, si possono riconoscere alcuni punti in base alla configurazione del terreno o alle varie costruzioni, e in seguito determinare la propria posizione per procedere nella direzione voluta. Il percorso viene valutato sulla base della distanza, del dislivello, dell'angolo di direzione di marcia e della natura del terreno. Da ricordare che in montagna quasi mai la via più diretta è necessariamente la più breve o la più sicura.

Come si trova il punto in cui si é o punto bussola
topografia7.gif
Per fare il punto é indispensabile avere la tavoletta (carta topografica) della zona in cui si é, una bussola, una righello, una matita ed un goniometro.
1) Si orienta la tavoletta (come visto sopra).
topografia5.gif
2) Si determina, con la bussola, l'azimut (direzione in gradi ottenuti puntando la bussola, come nella figura a lato. Per maggiori informazioni vai ad Azimut) di un riferimento visibile (una casa, una chiesa, una torre, la cima di un monte?) alla vostra destra ed individuabile sulla tavoletta (punto B nell'immagine sopra).
3) Si traccia sulla tavoletta una linea a matita passante per il riferimento scelto e con inclinazione pari all?angolo azimut trovato per quel riferimento.
4) Si ripeteranno i punti 2 e 3 per un altro riferimento individuabile a sinistra (punto A nell'immagine sopra).
5) Eventualmente si può ripetere l'operazione per un altro riferimento (punto C nell'immagine sopra).
6) L?intersezione delle tre rette dà il punto in cui ci si trova.

Uso dell'altimetro per l'orientamento
L'altimetro, oltre che per l'uso più evidente di indicarci la quota alla quale ci troviamo, ha anche molte applicazioni, unito alla carta ed alla bussola, nella soluzione di problemi di orientamento.
Se ci troviamo al bivio di un sentiero o alla biforcazione di una valle ed abbiamo dei dubbi su quale strada scegliere, l'altimetro, con l'ausilio della carta ci dirà se il bivio che abbiamo di fronte è quello giusto o se magari ve n'è un altro più avanti. Dalle curve di livello o da una quota indicata sulla carta potremo infatti riconoscere la quota del punto che cerchiamo e controllare la quota del punto in cui ci troviamo.
Il problema dell'individuazione del punto in cui ci si trova (paragrafo precedente) ha nell'uso dell'altimetro un utile controllo in quanto, se, dopo aver fatto il punto con il sistema dei rilevamenti degli azimut, l'altimetro non ci conferma la quota del luogo in cui noi pensiamo di trovarci (con un margine di ± 10 metri) significa che nei rilevamenti abbiamo commesso un errore e quindi converrà ricontrollare il tutto.
Un punto stimato, sempre che si abbia l'accortezza di tarare l'altimetro tute le volte che si presenta la possibilità (ad esempio in corrispondenza di un incrocio del sentiero con quota segnata sulla carta topografica), può essere fatto individuando sulla carta, lungo l'itinerario che stiamo percorrendo, la quota del punto in cui ci troviamo rilevata con l'altimetro. Se infatti il nostro percorso è segnato sulla carta e ha una pendenza, almeno a grandi tratti, sempre positiva o sempre negativa, cioè senza saliscendi, si può determinare il punto in cui si è solamente "scorrendo" il sentiero sulla carta fino a che non si incroci con la quota dove ci si trova rilevata dall'altimetro.
Nel problema di fare il punto rilevando tre punti visibili sul territorio, si può sostituire un rilevamento con una curva di livello (la più vicina alla quota rilevata dall'altimetro) o, se ci si trova su un sentiero segnato sulla cartina, si possono sostituire due rilevamenti con la curva di livello ed il sentiero. Il sistema è evidentemente molto utile nel caso che si riesca a rilevare un solo elemento noto (orizzonte solo in parte libero da nubi). In tal caso, basterà misurare l'azimut dell'elemento noto riportandolo sulla carta; l'intersezione del rilevamento con la curva di livello sulla quale ci troviamo e con il sentiero (o un altro rilevamento) ci darà la nostra posizione.
Un'ulteriore utilizzo dell'altimetro per fare il punto (specialmente in mancanza di visibilità) è quello cosiddetto della "tangente alla curva di livello". Sfruttando il principio che per un breve tratto ogni curva di livello può considerarsi rettilinea si potrà, una volta individuata la curva su cui ci troviamo tramite l'altimetro, misurare con la bussola la direzione di un tratto di essa. Basterà infatti far camminare il proprio compagno in piano per 10 o 20 metri e rilevare l'azimut di quel tratto di curva. Riportando sulla carta tale direzione, il punto di tangenza con la curva di livello su cui ci troviamo ci darà la nostra posizione. Ci sono naturalmente casi, specie se il dubbio sulla nostra posizione spazia su una vasta zona di terreno, in cui tale tangente può corrispondere a più di un punto. In questa eventualità occorrerà verificare altri elementi per individuare il punto in cui ci troviamo veramente: la pendenza del terreno intorno, l'andamento della curva di livello qualche decina di metri più avanti o indietro, la vegetazione, l'incontro, nel seguire la curva, di qualche elemento caratteristico. Insomma, quando si è "nei pasticci" la sola topografia, pur fornendo un valido aiuto, può non bastare e a questo punto si deve innanzitutto mantenere la calma sfruttando al meglio i propri mezzi di orientamento e il proprio senso dell'orientamento (vedi orientamento in un ambiente nuovo).


Il percorso rettificato
Testi di Attilio Grieco - TUTTO SCOUT - Editrice PIEMME: informazioni sull'edizione
Il percorso rettificato serve per effettuare in maniera rapida un rilievo topografico di una certa zona, basandoti su un disegno schematico da tracciare lungo il percorso. Questo disegno schematico si chiama percorso rettificato e consiste, come dice il nome, nel raddrizzare il percorso, cioè nel disegnare tutta la strada percorsa lungo una linea retta. Al termine, si potranno disegnare le varie parti del percorso così come sono nella realtà, in modo da costruire una cartina topografica della zona.

1ª fase: il percorso rettificato:
percorsorett.gif
Dividi il foglio in 3 parti. Nella parte centrale del foglio disegna in scala la strada percorsa e i suoi immediati dintorni (bivi, ponti, incroci, campi,ecc.). Inizia dal basso del foglio e procedi verso l'alto. Utilizza i comuni simboli topografici convenzionali, oppure altri simboli di tua invenzione.
Ogni volta che la strada cambia direzione dovrai tracciare una linea orizzontale di separazione e disegnare il nuovo tratto di strada fino alla curva successiva. Otterrai, così, i vari "pezzi di strada", uno dopo l'altro. Nella fascia centrale del foglio indica, per mezzo di frecce, le varie posizioni che il Nord assumerà via via rispetto alla strada percorsa. Nel percorso rettificato oltre alla freccia indicante il Nord, si devono segnare anche i gradi dell'angolo che la strada forma con il Nord (cioè l'azimut di ogni "pezzo di strada").
Nelle due fasce laterali dovrai scrivere tutto quello che vedi, sia a destra che a sinistra della strada percorsa, tenendo sempre presenti distanze e direzioni. Sul margine sinistro del foglio segna la lunghezza di ogni tratto (misurata con i passi).
2ª fase: la trasformazione topografica:
Finito lo schizzo, potrai costruire una carta topografica schematica delle zone dove sei passato. Basterà prendere un altro foglio di carta, segnare su di esso la direzione del Nord e disegnare le strade percorse, tenendo presenti l'orientamento dei vari "pezzi", cioè le varie direzioni del Nord, e le distanze. In altre parole, disegna in scala il primo "pezzo" del percorso, mettendo il Nord parallelo a quello che hai segnato sul tuo foglio di carta. Poi disegna il secondo "pezzo", mettendo sempre il nord parallelo a quello segnato, poi il terzo e così via. Ricostruirai, in questo modo, il tracciato effettivo della strada percorsa.
Successivamente disegnerai anche quello che precedentemente avevi annotato sulle due fasce laterali del percorso (bivi, ponti, incroci, campi,ecc.), tenendo sempre presenti le direzioni e le distanze. Otterrai, così, una cartina topografica delle zone che hai percorso.
 

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LEZIONE 1
L’orientamento

L’orientamento o la topografia cosa servono a noi scout?
Ci servono a sapere dove siamo in ogni momento e che direzione prendere per raggiungere la nostra meta.
Certo così detto sembra facile poi nella realtà è molto più difficile capire dove ci troviamo.
Per iniziare diciamo che la posizione di un oggetto nello spazio è sempre relativa ad un punto di riferimento.
Come tutti sappiamo il punto approssimativo in cui sorge il sole è l’EST indicato con E, mentre quello in cui tramonta si chiama OVEST indicato con W. Se uniamo questi due punti con una linea e traccia una linea perpendicolare a questa avremo la linea che congiunge il Nord, indicato con N, e il Sud indicato con S.
Questi quattro punti sono chiamati punti cardinali perché fanno da cardine all’orientamento.
La linea che congiunge il Nord geografico con il Sud geografico viene chiamato Asse Terrestre attorno a cui ruota la terra, i suoi punti estremi sono detti POLI.
Le semicirconferenze che uniscono i due poli e che tagliano perpendicolarmente l’equatore si chiamano Meridiani, si è definito come fondamentale quello di Greenwich.
L’equatore invece divide la terra in due emisferi, quello Boreale e quello Australe, i cerchi paralleli all’equatore si chiamano appunti Paralleli, e sono di lunghezza decrescente man mano che si avvicinano ad uno dei due poli.
Infine la maglia che si crea fra meridiani e paralleli viene chiamata Reticolo Geografico, queste sono molto importanti perché ci permettono di definire la posizione assoluta in cui ci troviamo.
Ogni punto sulla Terra è un incrocio di un meridiano e di un parallelo e si può localizzare determinando la distanza angolare che lo separa dall’equatore e dal meridiano di Greenwich.​
topo001.gif

I due angoli che si formano si chiamano: Latitudine e Longitudine.

La Latitudine è la distanza angolare di un punto dall’equatore, può essere a Nord o a Sud di questo. La sua massima ampiezza è di 90°, lo 0° corrisponde all’equatore, 90° N al polo nord e 90° S al polo Sud.

La Longitudine è la distanza angolare di un punto dal meridiano fondamentale, può essere ad Ovest o ad Est di questo. La sua massima ampiezza è di 180°. Lo 0° corrisponde al meridiano fondamentale.
Questi due angoli ti permettono di definire le Coordinate Geografiche.
MISURA DEGLI ANGOLI
Abbiamo parlato di angoli, allora vediamo come si misurano gli angoli.
Ci sono vari sistemi di misura, noi prenderemo in esame il sistema sessagesimale che è il più utilizzato,e che forse già conosci.
In questo sistema 1°, si legge un grado, è formato da 60’, si legge sessanta minuti, e a sua volta ogni minuto si divide in 60”, sessanta secondi.
Definizione: E' l'angolo al centro formato da un arco che è la 360 parte della circonferenza.

Esempi di calcolo matematico con i gradi.
125° 32' 33" + 125° 32' 33" –111° 13' 42" = 111° 33' 45" =236° 46' 15" 13° 58' 48"
Come puoi notare 33"+42"=75" ma abbiamo visto che 60" fanno un minuto perciò togliendo 60 a 75 avremo un minuto e quindici secondi 1' 15"
Per i minuti in gradi e i secondi in minuti, basta dividere il primo valore per 60, ad esempio 339" : 60= 5' 39"

Adesso prova ad esercitarti tu inventandoti un po' di numeri, e fondamentale che tu riesca a fare questi calcoli senza l'ausilio della calcolatrice, perché quando ti trovi in mezzo ad un bosco è difficile che tu abbia una calcolatrice in tasca, la tua calcolatrice sarà la tua testa.
Esiste anche il sistema millesimale la cui scala è il radiante, in cui il cerchio è diviso in 6400 parti. Questo sistema è usato da militari e topografi che hanno le bussole tarate in questo sistema e dei binocoli graduati per il calcolo della distanza tra due punti del paesaggio se è nota la distanza dall'osservatore. Magari ne parleremo in seguito per conoscenza.​
 

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LEZIONE 2
La cartografia

Bene. Fino ad ora abbiamo visto i concetti generali dell'orientamento. Adesso prendiamo in considerazione un tema specifico, ovvero come viene rappresentata la superficie terrestre su un foglio di carta piano, che non presenta rilievi ecc.
Per superare questo problema ci si avvale di vari sistemi, noi prenderemo in esame il sistema usato dall'IGM ovvero l'Istituto Geografico Militare che utilizza il sistema della rappresentazione Universale Trasversale di Mercatore U.T.M.
topo002.gif

Si tratta di una rappresentazione analitica e conforme, cioè la superficie terrestre viene proiettata su quella di un cilindro ad essa tangente in modo tale che gli angoli risultino inalterati.
Al fine di contenere al massimo le deformazioni, viene riprodotto di volta in volta uno spicchio limitato da due meridiani distanti 3° di longitudine a dx e a sx del meridiano di tangenza.
Questo spicchio che si forma si chiama FUSO.
topo003.gif

Tutta la superficie terrestre è stata divisa in 60 fusi di 6° di longitudine numerati dall'1 al 60 a partire dall'antimeridiano di Greenwich.
La superficie terrestre viene poi suddivise in ulteriori 20 FASCE, 10 a Nord e 10 a Sud, con una ampiezza di 8° di latitudine. Si noti che si raggiunge un valore di latitudine di 80° in quanto le calotte polari vengono rappresentate mediante il sistema UPS Universale Polare Stereografico. Le fascie vengono contrassegnate con le lettere a partire dalla C fino alla X con esclusione della I e la O. In questo caso si parte dalla fascia del polo sud.
topo004.gif

L'incrocio tra fusi e fasci crea così 1200 ZONE. Perciò ogni zona avrà una sua designazione ben precisa che corrisponde ad un numero e ad una lettera che esprimono il Fuso e il Fascio interessati ad esempio il Friuli Venezia Giulia ricade nella zona 33T.
Ma non è finita qui, qualcuno già non capirà più niente, ma non vi preoccupate, questa è pura teoria, ma da adesso è meglio capirci.
Come abbiamo visto con l'incrocio tra fusi e fasci si crea un reticolato che
topo005.gif

prende il nome di Reticolato Chilometrico, in quanto le misure delle coordinate da questo punto saranno espresse in chilometri e non più in gradi. Avremo perciò due assi cartesiani, l'equatore sarà l'asse delle ascisse o X e il meridiano centrale l'asse delle ordinate o Y. Per evitare di avere valori negativi di X viene assegnato al meridiano centrale il valore di 500 Km.
Ma torniamo alle zone. Queste vengono divise a loro volta in QUADRATI DI 100 Km di lato e vengono individuate da una coppia di lettere che rappresentano le colonne e le righe. Queste lettere le troviamo stampate al centro della cartina.​
Carte topografiche d'Italia

topo006.gif
I Quadrati di 100 km di lato sono stati suddivisi in 293 FOGLI che coprono l'intero territorio nazionale e sono rappresentati in scala 1:100.000, vengono designati con un numero d'ordine e dal nome dell'elemento più importante che vi è rappresentato.
Ogni foglio è a sua volta suddiviso in quattro QUADRANTI indicati col numero del Foglio di cui fanno parte e di un numero Romano. Questi hanno la scala di 1:50.000.
Ogni quadrante è a sua volta diviso in quattro TAVOLETTE con scala 1:25.000 per capirci sono le cartine che sicuramente abbiamo già visto.
Quindi la designazione della tavoletta che ci serve è la seguente: F. 146 III NO.


LEZIONE 2
La cartografia - I tipi di carte

Le carte più diffuse, utilizzabili per l'orientamento, sono le tavolette dell'IGM (Istituto Geografico Militare) di cui abbiamo parlato prima, le ortofotocarte edite dalle Regioni e le carte della Federazione Italiana Sport Orientamento.

  • Tavolette IGM: sono carte in scala 1:25.000, vecchie come rilevamento e quindi non aggiornate. Sono in produzione le nuove carte al 50.000, molto belle ma poco adatte, data la scala, al movimento a piedi: abbracciando una zona molto vasta, non possono rappresentarne tutti i dettagli.
  • Ortofotocarte: sono in pratica delle foto aeree, corrette con particolari metodiche, che hanno sovraimpresse le curve di livello ed i toponimi. Sono in scala 1: 10.000 e sono
    molto dettagliate. Essendo delle foto, richiedono un tipo di lettura diverso da quello delle normali cartine. Ciò che è al di sotto della vegetazione, ovviamente non vi appare.
  • Carte da orientamento della FISO: sono di gran lunga le più adatte perché costruite allo scopo. Sono molto dettagliate ed usano una simbologia internazionale. Se ne
    trovano solo per un limitato numero di zone.
igm.jpg

Carta IGM 1:25000
ortofoto.jpg

Ortofoto 1:10000
orienteering.jpg

Carta FISO 1:10000​
 

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LEZIONE 3

La Tavoletta

Andiamo ora a scoprire tutto ciò che è riportato su una cartina topografica d'ITALIA.
Partiamo dal bordo superiore a destra. Qui troviamo l'indicazione della cartina che stiamo usando ovvero il numero del foglio, il quadrante e la tavoletta indicata dall'orientamento. Ecco un esempio:​
indicatore.JPG
Sul bordo superiore al centro troviamo l'indicazione della località più importante che da il nome alla cartina, questo se la cartina è stata orientata correttamente deve essere orientato a Nord.
Sul bordo superiore a destra ritroviamo la designazione della cartina e sopra questo il rapportatore per l'orientamento della carta con la bussola. La retta che si crea tra P e lo 0° a parallela al meridiano geografico.​
rapportatore.JPG
Nel bordo di destra troviamo l'esempio della designazione di un punto, ovvero come dare le coordinate del punto in cui ci troviamo. Sotto a questo troviamo i valori della declinazione magnetica al centro della carta nell'anno in cui sono stati effettuati i rilievi topografici. In questo riquadro vengono riportati i valori delle differenze tra il Nord geografico e il Nord reticolo e magnetico. Per il momento non ti preoccupare di tutti questi nomi, avremo il tempo di conoscerli.​
desigcoord.JPG



La Tavoletta - continua -

Sotto a questa troviamo il glossario con il significato delle abbreviazioni che troviamo sulla cartina.​
glossario.JPG
Nel bordo inferiore della cartina troviamo molte informazioni, partiamo dal lato sinistro.
Troviamo due riquadri che mostrano la copertura fotografica e aerea del rilievo, ma a noi non interessano. Accanto a questi troviamo un terzo riquadro che rappresenta il quadro d'unione ovvero la designazione delle cartine circostanti a quella che abbiamo in mano, cioè se la nostra cartina non contiene il punto che dobbiamo raggiungere, possiamo sapere subito che cartina dobbiamo prendere.
Sotto troviamo i riferimenti al reticolato Gauss-Boaga accanto a questo troviamo i confini amministrativi ovvero i confini tra comuni, province, regioni, ecc.​
igmsxdown.JPG
Al centro troviamo la scala della cartina che ci servirà per il calcolo delle distanze, sotto a questa troviamo la scala grafica.​
scalaigm.JPG
Tutto lo spazio che rimane, il più corposo, raggruppa tutti i segni convenzionali, ovvero la rappresentazione grafica dei simboli che trovi sulla cartina, strade, ponti, case, fiumi, ecc, ricorda però che questi non sono rappresentati in scala. Sono molto importanti e dovresti almeno imparare i più usati.
Qui trovi molte notizie, ma per comprenderle ti consiglio di procurarti una cartina dell'IGM, magari quella del tuo paese, così poi potrai usarla nel campo.​
 

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LEZIONE 4

Segni convenzionali e grafica

La superficie della carta topografica è racchiusa in una squadratura e cornice, in cui sono rappresentati i dati necessari al riconoscimento dell'ambiente. I segni vengono utilizzati quando non è possibile rappresentare nella carta particolari troppo piccoli, per questo si adottano dei simboli di dimensioni determinate che rappresentino punti caratteristici, o in generale i segni di viabilità, di vegetazione, idrografici, orografici: curve di livello, punti quotati, e i centri abitati o singole costruzioni. Bisogna ricordare però, che se da un lato non sono rappresentate in scala le dimensioni dei vari simboli, la loro posizione invece è perfettamente rispettata.
Le cartine inoltre hanno anche una loro colorazione che ci aiuta a capire dove ci troviamo, abbiamo infatti il colore azzurro per le acque, il marrone per le caratteristiche altimetriche, il verde per la vegetazione, il rosso per le strade e il nero per le scritte e la simbologia.
Le zone alberate si contraddistinguono da circoletti con al centro la specie vegetale, un bosco fitto si riconosce da tanti cerchietti vicini.
Ma veniamo a ciò che a noi più interessa; i sentieri.
Bisogna fare molta attenzione a non confonderli con i confini, ma vediamo come sono disegnati.
I sentieri facili sono rappresentati da trattini - - - - - - - -
I sentieri difficili con una serie di puntini .....
Le mulattiere da tratti e punti _._._._._._._
Su altri tipi di cartine questi sono di color rosso e riportano un numero che rappresenta il segnavia.
Altre caratteristiche per noi importanti sono le sorgenti contraddistinte da una goccia di color azzurro.​
simboliigm.jpg

Simbologia delle nuove carte IGM
Solo alcuni esempi perchè ogni cartina ha i suoi, è indispensabile quindi avere delle cartine complete con tutte le indicazioni e non fotocopie o parti.
 

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LEZIONE 5

La Planimetria - Le distanze

Adesso che conosciamo la grafia della carta, possiamo iniziare a conoscere le distanze e i dislivelli. Certamente su un foglio di carta, che è piano, possiamo sapere quanto è alto un punto.
Per il momento facciamo finta che la terra sia piana.
Vediamo che le distanze sulla cartina sono riportate in scala chiameremo questa distanza grafica e la indicheremo con l. La scala ci indica quante volte è più grande nella realtà una distanza misurata sulla carta, ad esempio la nostra cartina 1:25.000 vuol dire che il nostro foglio nella realtà rappresenta uno spazio 25.000 volte più grande, per cui un millimetro sulla carta corrisponde a 2500 m sul terreno.
Perciò la distanza sul terreno che indicheremo con L si calcolerà in questo modo:
L=l x s dove s è la scala. L però è la distanza planimetrica ovvero la distanza reale proiettata su di un piano, guarda il disegno che segue.
planimetria.jpg

D è la distanza reale in linea retta tra i punti A e B, il percorso però è in salita, quindi proiettato sul piano la distanza è più corta perchè non tiene conto del dislivello, perciò la distanza L proiettata sul piano sarà più corta, maggiore è la pendenza, maggiore è la differenza.
Le due coincidono solo quando siamo in piano.
Se ad esempio vogliamo conoscere la distanza grafica o planimetrica tra due punti sulla carta, prendiamo un righello e misuriamola. Ad esempio 8,3cm.
La distanza reale sarà L=83x25=2075m
Esercitatevi usando una cartina e scegliendo dei punti a caso.

Quella che abbiamo appena visto si chiama scala numerica, ma sulle carte è rappresentata anche la scala grafica.
A destra dello zero vengono riportate le unità grafiche, mentre su quello destro delle suddivisioni di questa.
Questa scala puo essere usata riportando le distanze con un compasso o con una striscia di carta in cui avrete riportato la distanza tra i due punti.
scalaigm.JPG


In questi esempi abbiamo sempre visto distanze in linea retta, che immagino ormai sappiate trovare con facilità.

Percorsi curvilinei
Ma generalmente i percorsi che ci troveremo a fare non sono mai rettilinei, immaginate ad esempio un sentiero.
Il procedimento è molto simile, bisogna suddividere il percorso in tanti tratti quasi rettilinei e poi bisogna sommare le distanze dei vari tratti.
Un altro sistema è quello di usare un filo, adagiandolo lungo tutto il percorso e poi tramite la scala o un righello si ottiene la lunghezza corrispondente.

Esiste anche un sistema meccanico per il calcolo delle distanze, il curvimetro. Una specie di penna con una rotellina sulla punta che viene fatta correre sul percorso e che ci da direttamente la misura.​
curvimetro.JPG
 

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LEZIONE 6

L'altimetria

Un punto sulla terreno è rappresentato compiutamente sulla carta quando se ne conoscono la posizione planimetrica ed altimetrica.
Si definisce:
"Quota" di un punto è la sua distanza verticale dal livello medio del mare.
"Dislivello" è la differenza di quota tra due punti.
Per la planimetria usavamo le coordinate, per l'altimetria usiamo le quote.
I metodi per rappresentare i rilievi sulle carte sono vari:​

  • lumeggiamento: tramite sfumature chiaro-scuro o con tratteggi si crea l'ombreggiatura che da la visione del rilievo.
  • tinte ipsometriche: ogni tinta corrisponde ad un intervallo di quota.
  • i punti quotati: accanto alla rappresentazione di particolari importanti del terreno si riporta la quota altimetrica. Particolari i Punti Trigonometrici, simboleggiati da un punto dentro un triangolino, questi sono particolarmente precisi e servono di riferimento per le altre misure, generalmente sono particolarmente visibili.
  • le curve di livello: o isoipse sono i vari punti di un rilievo posti alla stessa altezza che vengono uniti da una linea che segue nelle sue curve la conformazione della montagna o dell'avvallamento.
serie50.gif
 

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Le curve di livello


Per chi vuole imparare ad orientarsi leggendo una carta topografica è indispensabile avere la padronanza delle curve di livello, dette anche isoipse.
Le curve di livello sono delle linee chiuse che rappresentano tutti punti che hanno la stessa quota di altezza e risultano tanto più tortuose quanto è più irregolare il rilievo. Quindi sezionando per esempio un terreno con alcuni dislivelli otteniamo delle curve di livello.​
curvelivello.jpg
E' come prendere il profilo di una montagna sezionata in vari piani distanti tutti 25m, mettendo insieme tutti questi profili otteniamo le curve di livello della cartina come nell'immagine sotto.
La differenza di quota fra una curva di livello e un'altra in genere è di 25 m nelle carte topografiche dell'IGM con scala 1:25.000. La differenza di quota fra due curve di livello successive viene chiamata anche "Equidistanza", la sua misura è indicata sulle note della carta.
Le curve di livello prendono nome in base al tipo di segna grafico, quelle più scure e grosse si chiamano Direttrice e distano fra loro 100m sulla verticale. Tra di loro generalmente se ne trovano altre tre più chiare e fine dette Intermedia ogni 25m. In zone particolarmente ripide e rocciose possono essere usate le Ausiliarie che invece sono chiare e tratteggiate.
La distanza planimetrica tra due curve è detta "Intervallo".​
curvelivello2.jpg



Alcune caratteristiche delle curve di livello:
1. Pendio a debole pendenza: curve di livello distanti.
2. Pendio ripido: curve ravvicinate.
3. Rilievo: curve chiuse, l'una dentro l'altra.
4. Passo o sella: due insiemi di curve, racchiuse da una terza curva che si restringe fra di essi.
5. Promontorio, costone: le curve rivolgono la convessità verso le quote minori.
6. Avvallamento: le curve rivolgono la convessità verso le quote maggiori.​
curvelivello3.jpg

Impariamo a mettere insieme le cose
Abbiamo già detto che la simbologia rappresenta “l'alfabeto” della carta. Il riconoscimento dei singoli elementi topografici (le “lettere dell’ alfabeto” come un sentiero, un albero
isolato, una roccia) ci forniscono preziose informazioni. Se però riusciamo a cogliere anche i rapporti fra i diversi elementi, facendone una lettura integrata, saremo in grado di ricavare dalla mappa un'ulteriore notevole mole di informazioni ed avremo una visione così completa del terreno rappresentato tale da permetterci di muoverci su di esso con la stessa sicurezza di chi lo conosce palmo a palmo per averlo frequentato da anni.
Imparare a leggere le curve di livello ci aiuta a capire come è fatto il terreno, è più importante del saper usare la bussola.
Ecco qualche esempio significativo:
Esame di un sentiero in rapporto alle curve di livello:
· il sentiero corre parallelo alle curve: il tratto è pianeggiante;
· il sentiero taglia, attraversandole, le curve: il tratto è in salita (o discesa, dipende dai punti di vista...). Tanto più tende a tagliarle perpendicolarmente, tanto più il tratto è ripido.

Esame di una curva di livello in rapporto alle altre:
· Una curva forma un'ansa in avanti, con la convessità verso le quote inferiori: piccolo promontorio, naso sul pendio;
· l'ansa ha la convessità verso le quote superiori: piccolo avvallamento, rientranza sul pendio.​
curvelivello4.jpg

 

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LEZIONE 8

Altimetra

La pendenza
La pendenza è il rapporto tra il dislivello e la distanza tra due punti.
p=h/d e anche detta pendenza assoluta.
p%=(h/d)x100 o pendenza percentuale.

La pendenza percentuale esprime la variazione di quota, per ogni 100m di distanza planimetrica.
Ad esempio lungo un percorso con pendenza del 100%, si sale di 100m per ogni 100m di spostamento orizzontale. L'inclinazione di tale percorso è quindi di 45°.
La pendenza può essere misurata tramite uno speciale strumento detto clinometro, di cui sono dotate alcune bussole.
E' anche possibile così conoscere la distanza reale tra due punti tramite il teorema di pitagora.

L'altimetro
altimetro.jpg


L'altimetro è un barometro aneroide. E' tarato in modo che la diminuzione di pressione atmosferica, agendo su una lamiera sottile, fa spostare l'ago indicatore sulla correlativa quota altimetrica. Più saliamo e più diminuisce la pressione: l'ago si sposterà su misure più alte.
Un barometro è sensibile agli sbalzi di pressione. Quando il tempo peggiora può esserci un abbassamento di pressione che falsa l'indicazione dell'altimetro (in questo caso segnerà una quota maggiore del normale). Ogni volta che raggiungiamo un punto quotato tariamo lo strumento. In caso di scarsa visibilità l'altimetro è uno strumento indispensabile.
Il profilo altimetrico
Si riporta su una scala gaduata il profilo longitudinale del percorso che vogliamo seguire, naturalmente andrà rettificato dividendolo in vari tratti quasi rettilinei, nei punti salienti o negli incroci con le curve di livello segneremo le relative quote che andranno riportate sull'asse verticale. Congiungendo i vari punti avremo il profilo reale del nostro percorso e perciò anche la distanza reale. Questo se useremo la stessa scala per entrambe le misure di distanza e quota.​
profiloalt.jpg
 

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LEZIONE 9

Il sistema di riferimento cartografico - le coordinate

Indicare la posizione di un punto nello spazio, significa individuare i rapporti che il punto ha con elementi reali o convenzionali dello spazio stesso.
I sistemi di riferimento che si usano in orientamento, possono essere classificati in: coordinate cartesiane e coordinate polari.
Coordinate Cartesiane
Il sistema di riferimento è costituito da due assi orientati e perpendicolari tra loro. La posizione è indicata da due numeri, il primo detto ascissa esprime la distanza del punto dall'asse verticale, questo coordinata viene anche detta x. Il secondo valore detto ordinata invece esprime la distanza dall'asse orizzontale, e viene anche detta coordinata y.
Conoscendo entrambi questi valori, si è in possesso dell'esatta posizione del punto. Questo coincide con l'intersezione delle due rette.
coordinate.jpg
Il punto indicato ha le seguenti coordinate x,y: (2,3)

Coordiante polari
Il sistema polare viene rappresentato da due valori come nel caso precedente, ma in questo caso abbiamo un angolo ed una distanza.
L'angolo detto anomalia è formato dall'asse polare o asse di riferimento, che vedremo varia in base al nord considerato, e dalla direzione O-P, ossia l'asse formato dalla posizione dell'osservatore O e dal punto P.
L'angolo nei nostri esercizi prende il nome di azimut e viene misurato con la bussola o con il goniometro sulla carta, mentre la distanza OP viene misurata sulla carta con una riga millimetrata o con il sistema dei doppi passi sul terreno.​
coordinatep.jpg
 

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LEZIONE 10

Le coordinate geografiche

Bene mettiamo insieme le cose viste nella lezione 2 e nella 9.
Abbiamo visto come viene realizzata una cartina e come si ottiene il suo sistema di riferimento, ora sappiamo anche cosa sono le coordinate cartesiane.
Vediamo perciò come si trovano le coordinate di un punto sulla carta.

Innanzitutto vediamo un esempio di come viene rappresentato il sistema di riferimento sulla carta.
coordinatec.jpg
  1. reticolato geografico
  2. reticolato chilometrico
  3. valori del reticolo chilometrico
  4. latitudine del vertico SO
  5. longitudine del vertice SO
  6. reticolato italiano
Come abbiamo visto la longitudine e la latitudine, ovvero la nostra ascissa e la nostra ordinata servono a determinare le nostre coordinate geografiche.
Nei quattro vertici della carta sono indicate le rispettive coordinate geografiche.
La cornice a tratti bianchi e scuri serve ad indicare i minuti primi e servono a tracciare il reticolato geografico.


Determinazione delle coordinate geografiche
Se il punto si trova nell'intersezione delle maglie del reticolato, le coordinate hanno il valore del meridiano e del parallelo che lo attraversano. Ma generalmente il punto cade all'interno di questo.
puntogeografico.jpg
Ad esempio il punto A che cade nell'intersezione di un meridiano e di un parallelo avrà coordinate:
latitudine 41°55'00" + 1' = 41°56'00"
aggiungiamo cioè al valore del vertice un tratto nero sulla cornice che equivale ad 1'
longitudine 0°37'30" + 30" = 0°38'00"
come vediamo il tratto sulla cornice non è completo, infatti abbiamo un valore di 30" cioè a metà tratto, quindi alla fine del tratto avremo un secondo completo.
Per una definizione precisa delle coordinate diremo che il punto A ha coordinate:
Lat. 41°56'00" Nord
Long. 0°38'00" Est
La latitudine può essere Nord o Sud, a seconda che siamo sopra o sotto l'equatore e può avere un valore massimo di 90° quando siamo ai poli.
La longitudine può essere Est o Ovest a seconda della rispettiva posizione rispetto al meridiano di Greenwich e può avere un valore massimo di 180°.

Vediamo invece l'esempio el punto B che non cade in una intersezione del reticolo geografico.
La latitudine:
Vediamo che lo spazio tra due linee del reticolo è di 74mm (basta misurarlo con un righello), mentre la distanza di B dalla linea sottostante (si usa sempre quella più sotto rispetto al punto) è di 40mm. Dobbiamo perciò fare una proporzione per vedere a quanti primi (") corrisponde.
Sappiamo che il tratto da 74 corrisponde ad 1' ovvero a 60", quindi avremo la seguente proporzione:
74 : 60 = 40 : x da cui x = (60x40):74 = 32"
I valori dopo la virgola non vanno considerati. Vanno approssimati in eccesso se il valore dopo la virgola è 5 o maggiore, o in difetto se è minore. Es. 32,5=33 32,49=32
Perciò la latitudine di B sarà data dalla somma della misura del vertice più le tacche complete sulla cornice più il tratto dall'ultima tacca al punto, ovvero:
41°55'00" + 1' + 32" = 41°56'32" Nord
Per la longitudine facciamo lo stesso ragionamento:
Il tratto completo è di 55mm, mentre il nostro punto dista 12mm dalla linea più a sinistra (si usa sempre la più vicina a sinistra rispetto al punto), avremo perciò:
55 : 60 = 12 : x da cui x = (60x12):55= 13"
0°38'13" Est
Se invece abbiamo delle coordinate e dobbiamo trovare il punto sulla carta useremo lo stesso procedimento. Ad esempio nel nostro caso date le coordinate 41°56'32" Nord e 0°38'13" Est
74 : 60 = x : 32 da cui x=(74x32):60= 40mm
55 : 60 = x : 13 da cui x=(55x13):60= 12mm
Ti consiglio di fare vari esercizi di prova e di non usare la calcolatrice.​
 

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