Presidente del CAI spara a zero sulle MTB

vittorisk

Biker serius
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zena
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a pedali
Ricorderei a questo presidente Cai che la MTB è praticata da tanti soci CAI e che la sua associazione ha diversi gruppi specifici per la MTB, a Genova e in altre città...

Noi del Club Alpino Italiano consideriamo la mountain-bike nel senso letterale del termine: “bici da montagna”, uno strumento per fare escursionismo.

La maggior parte di chi organizza attività in mtb si rivolge ad un pubblico di sportivi e di agonisti, invoglia alla velocità, a sfruttare la pendici naturali come terreno di divertimento fine a se stesso. Un impiego riduttivo del mezzo, che genera conflitti tra i vari frequentatori e non solo. Muoversi nell’ambiente come se fosse un campo di gara è sempre sbagliato.

Ecco la necessità di offrire un’alternativa, l’esigenza di proporre un modo diverso di utilizzare la mtb. Con il medesimo spirito che anima ogni attività CAI, con la cultura e l’esperienza più che secolare del nostro sodalizio, semplicemente utilizzando la mountain bike come strumento per andare in montagna, frequentarla e conoscerla, nel pieno rispetto dei luoghi, dell’ambiente e degli altri fruitori, di chi in montagna ci vive e di chi la frequenta per diletto. Questo per noi significa fare “cicloescursionismo in mountain-bike”.

Perché mountain bike non è solo agonismo o velocità, non è solo discesa a rotta di collo, downhill o free-ride.

Noi del CAI vogliamo dar voce a chi pratica la mountain-bike con spirito escursionistico, con genuina passione per la natura. Vogliamo dar voce a chi è abituato a muoversi in silenzio, a chi ama la sana fatica, a chi non considera l’ambiente montano come un luna-park. Vogliamo difendere la montagna da chi la usa male e da chi la vuole vietare.

Ecco chi siamo: la voce di chi ama la montagna e la rispetta, anche in sella ad una bicicletta.
 

Tc70

Entomobiker
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Picola ma carattarastica...
Analizzo:

.Basta mtb nei Nostri sentieri.
.Lo scrivo anche sul mio giornale dove promuovo un libro su i sentieri pedalabili in montagna.
.Ne parlerò con qualcuno al governo.
. Ma è lo stesso governo che "obbliga" un lasciapassare per far qualsiasi cosa?
Che favorisce ed incentiva lo sport in montagna, con tanto di articoli in Tv perfino...
Che permette ai e-monopattini di correre su i maciapiedi?
.Hahahaha...non preoccupiamoci ragassuoli, andremo per montagne ancora per molti anni...e qualcun altro si roderà il fegato per altrettanti anni...
 

morci

Biker serius
19/6/13
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La maggior parte di chi organizza attività in mtb si rivolge ad un pubblico di sportivi e di agonisti, invoglia alla velocità, a sfruttare la pendici naturali come terreno di divertimento fine a se stesso. Un impiego riduttivo del mezzo, che genera conflitti tra i vari frequentatori e non solo. Muoversi nell’ambiente come se fosse un campo di gara è sempre sbagliato.
Perifrasi: "la maggior parte" di chi va in MTB fa qualcosa che è "sempre sbagliato".
Così, tanto per non dare giudizi a casaccio.
Poi chi sei tu per dirmi qual è un uso "riduttivo" del mezzo? Io lo uso per pedalare nei boschi, esattamente come i cicloturisti che ti piacciono tanto, e poi quando c'è una discesa lascio i freni invece di tirarli. Quindi, all'opposto, mi pare di usare il mezzo in maniera molto più ampia di chi pedala e basta. Così, per dire...
Onestamente un simile ammasso di stupidaggini condite da atteggiamento paternalistico non è frequente leggerlo. E' proprio una questione di atteggiamento, questi si sentono i padroni della natura.
 

Gianluca1977

Biker serius
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Bianchi Nitron 9.4 - 2021
Il concetto di base è la sicurezza, per cui in un tracciato promiscuo pedoni/bike, i primi rappresentano l'elemento debole.
A mio avviso la soluzione più congeniale sarebbe la sensibilizzazione dei secondi ad esempio facendolo spesso presente (sul luogo intendo), oppure impiegare cartellonistica, ecc.
Ma anche i primi andrebbero sensibilizzati perché spesso e volentieri pure i pedoni pretendono di camminare tutti a braccetto occupando, in larghezza, il tracciato o ciclabile che sia.
Poi se mettiamo che ascoltano musica o parlano con lo smartphone.... non il campanello, bensì le sirene delle navi!
Capisco che non è semplice.
 
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Marin El Roy
Il concetto di base è la sicurezza, per cui in un tracciato promiscuo pedoni/bike, i primi rappresentano l'elemento debole.
A mio avviso la soluzione più congeniale sarebbe la sensibilizzazione dei secondi ad esempio facendolo spesso presente (sul luogo intendo), oppure impiegare cartellonistica, ecc.
Ma anche i primi andrebbero sensibilizzati perché spesso e volentieri pure i pedoni pretendono di camminare tutti a braccetto occupando in larghezza il tracciato o ciclabile che sia.
Capisco che non è semplice.
Serve sempre il buonsenso da entrambe le parti, io parto dal presupposto che il pedone ha sempre la precedenza quindi se ne incontro rallento e passo, se questi sono in mezzo alle balle al pascolo, rallento e glielo faccio notare e tanti saluti
 
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Lacustre81

Biker novus
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In fase di acquisto
"ha mai visto motociclisti o mountain-bikers dalla pedalata aggressiva o amanti del downhill"
Il succo del discorso penso che sia tutto in questa frase, non penso sia contrario alle mtb ma a come vengo utilizzate. Il periodo COVID ha dato il via al problema. Se prima eravamo in 100 ad andare in MTB o a piedi a qualsiasi altitudine ora siamo in 500. Grazie al cielo hanno riaperto i centri commerciali e la maggior parte è ritornata nel suo habitat naturale. Ho sempre frequentato la montagna sia a piedi che in MTB ma tutta questa "ignoranza" presente sui nostri sentieri non l'ho mai vista, iniziando da quello con le sneakers basse a quello in modalità turbo. Ho visto mtb italiane percorrere il sentiero 102 (Rifugio Locatelli–Valle Rienza–bivio Passo Rondoi) vietato alle due ruote, perchè? Disinformazione o menefreghismo? Usiamo la testa, ma non tutti ne siamo provvisti.
 

Federico9003

Biker novus
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Trek Procaliner 9.6
Ci vuole il buon senso in tutto, la rovina è stato in primis l'arrivo delle E-Bike, favorendo l'accesso ai sentieri a gente che di montagna e rispetto ne capisce ben poco, in seguito il Covid che ha portato un sacco di gente che prima frequentava e sporcava città, spiagge e centri commerciali a frequentare la montagna...personalmente penso che in bici o a piedi faccia poca differenza se uno è ignorante è un elemento di disturbo in ogni caso.
 
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cit

Biker ciceronis
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Augusta Taurinorum
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Kona Process 2015
Ci vuole il buon senso in tutto, la rovina è stato in primis l'arrivo delle E-Bike, favorendo l'accesso ai sentieri a gente che di montagna e rispetto ne capisce ben poco, in seguito il Covid che ha portato un sacco di gente che prima frequentava e sporcava città, spiagge e centri commerciali a frequentare la montagna...personalmente penso che in bici o a piedi faccia poca differenza se uno è ignorante è un elemento di disturbo in ogni caso.
Si potrebbe dire stessa cosa delle funivie…
 

Gianluca1977

Biker serius
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Bianchi Nitron 9.4 - 2021
Ci vuole il buon senso in tutto, la rovina è stato in primis l'arrivo delle E-Bike, favorendo l'accesso ai sentieri a gente che di montagna e rispetto ne capisce ben poco, in seguito il Covid che ha portato un sacco di gente che prima frequentava e sporcava città, spiagge e centri commerciali a frequentare la montagna...personalmente penso che in bici o a piedi faccia poca differenza se uno è ignorante è un elemento di disturbo in ogni caso.
Sulla questione dell'ignoranza ovvero mancanza di rispetto nei confronti dell'ambiente e delle persone sono perfettamente d'accordo con Te.
Però, il costante aumento degli utenti sarà un problema crescente sia a causa del processo di decarbonizzazione sia per l'aumento di sensibilità verso lo sport in generale.
Per cui la soluzione migliore, a mio avviso, è quello di porsi con gentilezza e farlo capire con il dolce.
Purtroppo una piccola aliquota di ignoranti patologici senza volontà di crescere li avremo sempre.
Anch'essi fanno parte dell'ecosistema....
 
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vittorisk

Biker serius
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a pedali
Ci vuole il buon senso in tutto, la rovina è stato in primis l'arrivo delle E-Bike, favorendo l'accesso ai sentieri a gente che di montagna e rispetto ne capisce ben poco
Non è proprio così, giusto ieri il mio vicino di casa che in gioventù pedalava sui monti e su strada, ha comprato una elettrica per ritrovare la gioia della bici in montagna, passati i 50 anni dopo aver invano provato a stare dietro agli amici più allenati che escono ogni giorno.
Sull'ebike ci trovi il novellino come ci trovi l'ex muscolare che di esperienza ne ha da vendere ma per una ragione o l'altra non riesce più a stare dietro al gruppo.
 

Tc70

Entomobiker
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Picola ma carattarastica...
Il problema vero non è l'ignoranza in se...perchè nel 2021 non ci si può ancora nascondere dietro quest'alibi, è pura e cruda stupidità e se mentre nella prima una possibilità di correzione potrebbe esserci, nella seconda non esiste antidoto, stupidi si è e stupidi si resta...poco da fare...
 
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~ Beer & Beer ~
19/10/13
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Marin El Roy
Il problema vero non è l'ignoranza in se...perchè nel 2021 non ci si può ancora nascondere dietro quest'alibi, è pura e cruda stupidità e se mentre nella prima una possibilità di correzione potrebbe esserci, nella seconda non esiste antidoto, stupidi si è e stupidi si resta...poco da fare...
Praticamente come ignorante , ma non che ignora , ma semo prope!!!
 

superskinny

weekend warrior
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Transition Patrol Ponderosa Green custom
Ricorderei a questo presidente Cai che la MTB è praticata da tanti soci CAI e che la sua associazione ha diversi gruppi specifici per la MTB, a Genova e in altre città...

Noi del Club Alpino Italiano consideriamo la mountain-bike nel senso letterale del termine: “bici da montagna”, uno strumento per fare escursionismo.

La maggior parte di chi organizza attività in mtb si rivolge ad un pubblico di sportivi e di agonisti, invoglia alla velocità, a sfruttare la pendici naturali come terreno di divertimento fine a se stesso. Un impiego riduttivo del mezzo, che genera conflitti tra i vari frequentatori e non solo. Muoversi nell’ambiente come se fosse un campo di gara è sempre sbagliato.

Ecco la necessità di offrire un’alternativa, l’esigenza di proporre un modo diverso di utilizzare la mtb. Con il medesimo spirito che anima ogni attività CAI, con la cultura e l’esperienza più che secolare del nostro sodalizio, semplicemente utilizzando la mountain bike come strumento per andare in montagna, frequentarla e conoscerla, nel pieno rispetto dei luoghi, dell’ambiente e degli altri fruitori, di chi in montagna ci vive e di chi la frequenta per diletto. Questo per noi significa fare “cicloescursionismo in mountain-bike”.

Perché mountain bike non è solo agonismo o velocità, non è solo discesa a rotta di collo, downhill o free-ride.

Noi del CAI vogliamo dar voce a chi pratica la mountain-bike con spirito escursionistico, con genuina passione per la natura. Vogliamo dar voce a chi è abituato a muoversi in silenzio, a chi ama la sana fatica, a chi non considera l’ambiente montano come un luna-park. Vogliamo difendere la montagna da chi la usa male e da chi la vuole vietare.

Ecco chi siamo: la voce di chi ama la montagna e la rispetta, anche in sella ad una bicicletta.
Eh ma spiegalo al fenomeno dell’articolo però!
 

MauroPS

Biker acciaccatus
29/1/17
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Vicino Udine.
www.pistocco.com
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Ragley Big AL
Serve sempre il buonsenso da entrambe le parti, io parto dal presupposto che il pedone ha sempre la precedenza quindi se ne incontro rallento e passo, se questi sono in mezzo alle balle al pascolo, rallento e glielo faccio notare e tanti saluti
ma infatti. poi io certi posti il week end li evito, tanto si sa che sono pieni di pedoni e di bikers e per me andare in mtb vuol dire anche stare lontano dalla civiltà.
 
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