al di là del fatto che non escludo in un secondo momento di azzardare un cambio di piastra, con una rialzata, massiccia, cnc... per avere 180mm d'escursione...
Cambio di piastra? (anche se è il punto negativo della Totem attuale, RS poteva fare assai meglio, vedi Fox, per esempio...). Qui andiamo ancora più sul difficile, piastra da calcolare, steli da trovare (seghiamo quelli della Fox '40?), piantaggio, cannotto...
Diciamo che la prima ipotesi avrebbe il vantaggio di poter allungare i foderi, senza ridurre la corsa.
Questo è vero, rifacendo i foderi ex-novo potresti mantenere i 180mm, inoltre potresti lavorare sull'offset, anche se avresti una monopiastra lunga 603mm (565mm+3":2)!
Tieni comunque presente che coi foderi originali almeno 1cm nella Totem lo puoi recuperare sostituendo la molla di contrasto con un tampone (più sottile) in gomma, nel tappo inferiore dello stelo sx e spessorando la molla di altrettanto, portandola così com'è a 190mm di escursione (coi rischi annessi e connessi, non fatelo! anche se con certi kit aftermarket ad aria succede...).
Pur ipotizzando di lavorare i foderi separatamente, predisponendo solo l'attacco per l'archetto avvitato/saldato tig, non si avrebbe un gran spreco di materiale come a farla integralmente dal pieno, e si avrebbe la bellezza e solidità del gioco di spessori (ricalcando la sagoma dei foderi originali) e dell'attacco freno e forcellini integrati nel monolite.
Ma è un casino da fare... cioé ci vuole uno scultore, non un operaio...
Archetto e parte alta dei foderi integrali, tubi porta scorrimenti, piedini con attacco pinza integrato, il tutto accoppiato e incollato: questa è la strada (vecchia, peraltro)!
La seconda ipotesi mi piace, ma vorrei capire qualcosa di più sui materiali e sulla realizzazione della struttura dell'archetto nuovo.
Resina? carbonio? ci vuole un anima in alluminio da fasciare? ci sono limitazioni di raggio di piegatura delle fibre? che trattamenti superficiali vanno fatti sul magnesio per far aderire bene questi materiali? una "cottura" del carbonio non danneggerebbe il resto?
Qui la mia ignoranza tocca l'apice. Illuminami!
Stuoia di carbonio (e/o carbonio/kevlar, più resistente alla trazione, specie nell'archetto), resina epossidica sono gli elementi principali di costruzione. La stuoia è duttile e si adatta, la stratificazione (di più pezze) permette di distribuire i carichi in modo mirato e di superare le difficoltà di forma, se necessario.
Gli specialisti (campo aeronautico, automotive racing ecc ) lavorano materiali pre-preg (preimpregnati) certificati (e con scadenza), autoclavi "spaziali", atmosfera controllata e chi più ne ha più ne metta, sarebbe il top.
Ma anche una cosa più artigianale va bene (se c'è l'autoclave è meglio, d'accordo), si può "compattare" il composito (leggi togliere l'aria, uno spurgo delle bollicine intrinseche alla resina e quelle che si formano intorno e all'interno della stuoia) sia per via meccanica (si "fascia" stretto con film plastici forati) che con semplici pompe del vuoto (si "insacchetta" il manufatto e si crea una pressione negativa, hai presente quelli da cucina o biancheria?).
L'anima si può fare in diversi materiali. Normalmente sono usati degli espansi a cellula chiusa, leggeri e resistenti anche se fragili. Nessuno ti impedisce di usare la balsa, comunque (tanto chiusa all'interno non marcisce!), insomma un materiale che puoi lavorare anche con un taglierino, per dare la forma (se riesci a fare una stereolitografia, visto che usi i cad 3d, e metterci quella...).
Per l'ancoraggio bisogna rendere la superficie "ricettiva": togliere la vernice, quindi carteggiare il magnesio e usare dei primer appositi.
Il carbonio (o meglio la resina) non va "cotto" (anche se per lavorazioni particolari e/o ridurre i tempi in autoclave si raggiungono temperature e pressioni elevate): la reazione chimica (della resina+catalizzatore) produce calore, ma non comporta problemi alla lega di magnesio.