Quando si affrontano questi temi la competenza e l esperienza diventa inutile l'importante è essere convinti
Però è vero, è così. Gli animali selvatici, quando vengono disturbati, che sia in moto, in bici o anche a piedi, si spostano. Poi che ci siano cose poco chiare in ciò che è stato regolamentato è vero, ma il problema principale è questo limitare lo spostamento degli animali selvatici.
"Giù le mani dai cinghiali e dai maiali" il nome della manifestazione lanciata attraverso i social...non sono riuscito ad andare oltre...Dicevi?
Peste suina, gli animalisti scendono in piazza per salvare i cinghiali del Bisagno - Genova 24
Probabilmente saranno abbattuti, come centinaia di maiali di allevamento. L'iniziativa lanciata con un tam tam sui socialwww.genova24.it
Ah beh se lo Stato ci tutela come sta tutelando chi ha animali esotici legalmente detenuti, per una legge proposta da LAV e approvata entro maggio, dove ci sarà divieto di detenzione... Pensa quanti abbandoni ci saranno e altre colonie di pappagalli, rettili, etc che ci saranno.Una medaglia ha sempre 2 facce...da una parte ci stanno i cacciatori che per anni e tutt ora prelevano specie alloctone per poter cacciar meglio, che intanto ibridano con le autuctone creando varietà mostruose, dall' altra faccia ci sono questa specie di strani salvanimali, che non vogliono si faccia nulla e intanto il disastro biologico/naturale prosegue.
I cogl...i non sono mai disaccoppiati, ( a meno di esser come Amstrong) da una parte i cacciatori, dall' altra i salvanimali.
Visto che i danni li paghiamo tutti, sarebbe ora lo Stato che per il popolo dovrebbe lavorare, prenda in mano questa situazione e che faccia pagare e chi il danno lo causa e a chi lo vuol perpetrare, il giusto obolo...non può andarci sempre di mezzo chi non c' entra nulla...
Le specie che nulla c entrano con la nostra fauna vanno eliminate, estirpate, non salvate e o introdotte altrove, punto e basta, è ora che questi pseudosalvanimali si rimbocchino le maniche e chiudano un po la bocca, cosi come per i cacciatori.
Si però mica deve continuar a pagar il popolo per sbagli altrui? Cominciassero a far pagare a chi ha colpe, in primis i cacciatori.Ah beh se lo Stato ci tutela come sta tutelando chi ha animali esotici legalmente detenuti, per una legge proposta da LAV e approvata entro maggio, dove ci sarà divieto di detenzione... Pensa quanti abbandoni ci saranno e altre colonie di pappagalli, rettili, etc che ci saranno.
Lo Stato cosa dovrebbe fare? Animalardi... Per salvare il proprio orto, farebbero strage di tutti gli animali di cui non hanno pieno potere (perché diciamocelo, il settore "recupero fauna esotica e/o alloctona" non è ancora nel loro business).
Non dico altro vah.
Si ma non facciamo tutta di un erba un fascio… se ci sono state immissioni di fauna alloctona sono state illegali se parliamo della RE-introduzione del cinghiale è un altro paio di maniche…Si però mica deve continuar a pagar il popolo per sbagli altrui? Cominciassero a far pagare a chi ha colpe, in primis i cacciatori.
Poi, chi detiene legalmente un animale esotico e se ne vuole liberare, (perchè chi ce l' ha e se lo vuol tenere non può sopprimerlo, cosi, come se avvesse delle colpe) pagando, basta si rivolga ad enti di recupero ( ormai al collasso e ne sono consapevole) o forestale, che indicazioni su cosa e come fare ne danno, prima che diventi come per le tartarughe americane o i papagallini di Roma...solo per fare 2 esempi, ma potrebbero starci, conigli americani o i cinghiali dell' est o i procioni...lo Stato spende migliaia di euro per riparare i danni delle specie alloctone, partendo dai vegetali, passando agli Insetti, fino a pesci, mammiferi, anfibi e molluschi.
Investire questi soldi invece per risolvere il problema prima che diventi insommortabile no!?
Australia docet.
Purtroppo, sradicare, estirpare, eliminare, è l' unica soluzione da attuare, ma senza temporeggiare, agendo in fretta e subito, non piace, ma è l' unica, altrimenti o si mette sul tavolo un altra soluzione e voglio vedere quale e sopratutto chi, la propone, o si andrà avanti a parlare di aria fritta.
Piccola precisazione, a parte le specie a scopo venatorio, per "alcuni" solo tutte le altre alloctone sono illegali.Si ma non facciamo tutta di un erba un fascio… se ci sono state immissioni di fauna alloctona sono state illegali se parliamo della RE-introduzione del cinghiale è un altro paio di maniche…
Poi per me per il cinghiale dovrebbe essere consentita la caccia tutto l’anno e non penso che farebbe dispiacere ai cacciatori ma agli animalisti…
Poi diciamocelo la storia del panino è una cagata mostruosa sicuramente i cinghiali il virus lo hanno preso rovistando fra i cassonetti perchè oramai sono ovunque…
Comunque è vero è ora di finirla di far pagare a tutti.
Ci sono state immissioni illegali? Si fanno indagini e si punisce il responsabile.
I cinghiali sono troppi? Si prende chi fissa i capi da abbattere chiedendogli come mai arrivano fino in città e se viene fuori che lo fa per accaparrarsi i voti degli animalisti si punisce lui…
Si ha paura che il virus finisca negli allevamenti? Faccio rispettare le norme igienico sanitarie a loro! Non che poi viene fuori che le rispetta 1 su 10.
Ma son d'accordissimo che bisogna far qualcosa di drastico…Piccola precisazione, a parte le specie a scopo venatorio, per "alcuni" solo tutte le altre alloctone sono illegali.
Le specie introdotte a scopo venatorio sono alloctone, ma legali sempre per taluni! Ormai ibridate con le autoctone, e non ci credo nemmeno sotto tortura, che un ente come Federcaccia non ne sapesse nulla...ecco perchè insisto a far pagare in primis a loro, se non tutto, quasi...
Lo sbaglio lo si fece già negli anni 60/70...sottovalutando o sbattendosene, tipicità italiana, non ascoltando i biologi che già allora nutrivano dubbi...chi compra specie esotiche doveva esser registrato con nome e cognome e si sarebbe risalito a parte del problema...
40/50 anni fa, gli inverni erano Inverni e molte specie, se pur rilasciate, morivano...ora nel freddo nord in Inverno si arriva, come qui da me oggi, che dovrebbe essere con i giorni più freddi dell'anno, a quasi 13° e questo favorisce un certo proliferare...
O si corre ai ripari drasticamente, con scelte impopolari o non se ne verrà fuori...purtroppo...
E per mettere in atto questo, andrebbero bene anche alcuni volontari dell' esercito, e per lo meno non stanno in caserma a girarsi i pollici...alcuni sono sul campo pandemico umano, altri a far nulla, e visto che li si paga, perchè non usarli per il campo pandemico animale?Ma son d'accordissimo che bisogna far qualcosa di drastico…
Tanto per incominciare non con battute di selezione o braccata… tanto da non far vedere che chi di loro ha sbagliato ora abbia pure occasione di divertirsi farlo solo con gabbie di cattura tanto per cominciare…
Veramente li hanno usati pure per le emergenze rifiuti per questa che senz’altro sarebbero molto più idonei non se ne parla…E per mettere in atto questo, andrebbero bene anche alcuni volontari dell' esercito, e per lo meno non stanno in caserma a girarsi i pollici...alcuni sono sul campo pandemico umano, altri a far nulla, e visto che li si paga, perchè non usarli per il campo pandemico animale?
SABATO 19 FEBBRAIO: FLASH MOB DAVANTI ALLA SEDE DI REGIONE LIGURIA
Il divieto di muoversi in natura stabilito da un'ordinanza ministeriale che, da un giorno all’altro, senza consultare le comunità locali, ha estromesso per sei mesi le persone dai sentieri non è accettabile.
Si tratta di un divieto profondamente ingiusto per gli esseri umani, e allo stesso tempo totalmente inefficace per contenere la peste suina africana.
Per questo vogliamo organizzare un flash mob davanti alla Regione Liguria per chiedere un tavolo con il Presidente e gli Assessorati competenti, al fine di ottenere le opportune deroghe all’ordinanza, che devono essere estese a tutti i cittadini che frequentano i boschi e non solo a gruppi organizzati, associazioni ed enti che a vario titolo dispongono di canali privilegiati.
Regione Piemonte, interessata dalla stessa ordinanza ministeriale, ha pubblicato un vademecum di comportamento nei boschi coinvolgendo gli escursionisti nel presidiare il territorio e segnalare eventuali carcasse di cinghiali. Misure simili sono state adottate da Emilia Romagna, la regione italiana con la più alta densità di allevamenti suini e salumifici, e altre regioni che hanno dato un esempio intelligente di come si può affrontare diversamente la questione.
Noi siamo una risorsa per le nostre aree verdi, possiamo gratuitamente e capillarmente essere sentinelle alleate delle istituzioni nel monitoraggio del territorio. Possiamo impegnarci a stare sui sentieri segnalati e a disinfettare le scarpe a fine camminata.
Ma non accettiamo di essere tenuti fuori in maniera generalizzata dalla nostra casa naturale. E’ basilare per la salute psicofisica dell’essere umano, specie dopo due anni di pandemia e di restrizioni.
Invitiamo quindi SABATO 19 FEBBRAIO ALLE ORE 10 in Piazza De Ferrari tutti i cittadini, le associazioni e le organizzazioni che hanno a cuore il rapporto dell’uomo con l’ambiente naturale, che promuovono il territorio, il turismo lento, le microeconomie sostenibili delle aree interne, l’educazione, la cultura.
La riunione organizzativa per chi volesse darci una mano si svolgerà VENERDI 11 FEBBRAIO ALLE 18.30 AI GIARDINI LUZZATI.
Il coordinamento popolare BOSCHI PER TUTTI
Ciao ma quale vademecum avrebbe redatto Regione Piemonte? Lo chiedo perchè interessato ma non trovo nulla a riguardoBOSCHI PER TUTTI coordinamento popolare | SABATO 19 FEBBRAIO: FLASH MOB DAVANTI ALLA SEDE DI REGIONE LIGURIA | Facebook
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Ciao ma quale vademecum avrebbe redatto Regione Piemonte? Lo chiedo perchè interessato ma non trovo nulla a riguardo
Un gruppo di associazioni di valorizzazione del territorio, portando anche a proprio sostegno le firme della petizione, ha incontrato nella giornata di lunedì 31/01/2022 il prefetto di Alessandria, presentando una proposta di riapertura dei sentieri all'outdoor previo rispetto di un protocollo igienico sanitario di comportamento.
La proposta è stata accolta nel complesso favorevolmente anche se per essere eventualmente recepita occorre aspettare ulteriori controlli sul territorio e un iter burocratico. Da segnalare anche che non sono state ad oggi trovate carcasse positive alla peste suina al di fuori della ristretta area del primo contagio.
Per maggiori dettagli allego il verbale dell'incontro.
Grazie a tutti i firmatari.
Buongiorno a tutti,
cercherò di sintetizzare quanto è emerso durante la riunione di ieri pomeriggio convocata presso il Palazzo della Prefettura di Alessandria.
Oltre al Prefetto Francesco Zito erano presenti: il Presidente della Provincia di Alessandria Enrico Bussalino, il Dirigente della Direzione Ambiente e Pianificazione Territoriale Paolo Platania, il Consigliere e Vice Presidente della Giunta Provinciale Matteo Gualco.
Dei componenti della delegazione del Comitato di presentazione del Protocollo (Comitato nel testo seguente), erano presenti all'incontro:
Ottavio Rube (Delegato dell'Unione Montana Terre Alte, Sindaco di Costa Vescovato)
Michele Negruzzo (Presidente Associazione Albergatori e Ristoratori Valli Borbera e Spinti)
Nevio Burrone (Vicepresidente Associazione Albergatori e Ristoratori Valli Borbera e Spinti)
Massimo Merlano (Presidente Consorzio Turistico “Terre di Fausto Coppi” e Presidente Ascom-Confcommercio Novi Ligure)
Andrea Bani (Presidente Confesercenti di Tortona)
Orlando De Luca (Presidente Confcommercio Tortona)
Checco Galanzino (Imprenditore, Atleta, vincitore del Trofeo Mondiale dei 4 Deserti, Responsabile Rapporti con il Territorio A.s.d. Azalai)
Valeria Straneo (Atleta, Vicecampione del Mondo di Maratona, Olimpica di Maratona, Nazionale di Corsa in Montagna)
Fulvio Massa (o suo delegato) (A.s.d. Gli Orsi)
Cristiano Zanardi (Pubblicista, autore di libri sull’Outdoor nel Territorio, Presidente Pro Loco Caldirola)
Irene Zembo (Consulente ambientale di Borberambiente e guida ambientale escursionistica, delegata del coordinamento regionale di AIGAE)
Massimo Martina (Atleta, Albergatore e Ristoratore)
Andrea Torrazza (Imprenditore, Presidente Bike Park Caldirola).
Il Presidente della Provincia ha aperto la discussione informando i presenti che la Regione Piemonte ha avviato le attività di monitoraggio sulla PSA tramite le guardie venatorie (dipendenti provinciali) e i cacciatori volontari, allo scopo di valutare la diffusione della PSA sul territorio provinciale.
Il Prefetto ha ricordato che si tratta di una emergenza di carattere nazionale: il virus della PSA è estremamente aggressivo (100 volte più del Covid) e pericoloso (NO RISCHI PER L'UOMO), non esistono vaccini o cure ed è particolarmente resistente a condizioni ambientali anche molto estreme.
Allo stato attuale l'Italia ha applicato la normativa europea, anche se in "maniera meno restrittiva" in materia di contenimento/monitoraggio/eradicazione della PSA.
Il Prefetto, inoltre, ha annunciato che oggi si terrà una riunione dell'Unità di Crisi a livello nazionale, al fine di valutare i risultati della prima campagna di monitoraggio.
Il Vice Presidente della Giunta Regionale ha presentato il Protocollo proposto dal Comitato presente alla riunione.
Il Dirigente della Direzione Ambiente e Pianificazione Territoriale ha spiegato che il territorio tra le province di Genova e Alessandria è stato suddiviso in zone:
- ROSSA = caratterizzata dalla presenza accertata di cinghiali infetti;
- ARANCIONE = caratterizzata dalla possibile presenza di cinghiali infetti;
- GIALLA = caratterizzata dalla remota possibilità di trovare cinghiali infetti;
- BIANCA = cuscinetto di 10 km.
L'infezione, con tutta probabilità, arriva dalla Liguria, perché in tale territorio sono state individuate più carcasse.
L'ordinanza del Ministero della Salute ha previsto l'applicazione di un protocollo europeo approvato dalla Regione Piemonte.
Le nove (9) squadre attive nelle attività di monitoraggio sono composte da 4 cacciatori ciascuna, afferenti l'ATC, che si muovono su nove celle di 25 km2. Tali attività sono coordinate e assistite dai Carabinieri Forestali e dalla Protezione Civile tramite l'utilizzo di droni (...ma è come cercare un ago in un pagliaio, visto che cercano carcasse di colore marrone su terreni dello stesso colore).
COSA È EMERSO DALLA PRIMA FASE DI MONITORAGGIO? Non sono state individuate carcasse nella zona arancione, area nella quale sono state già concluse le attività della prima fase di monitoraggio.
Ciò è davvero molto strano e le ragioni non sono chiare.
L'incubazione della PSA dura circa 20 gg per cui, a questo punto, dovrebbe essersi già diffusa, data la sua virulenza.
I due rami dell'autostrada stanno contenendo l'infezione? Qualcosa non sta funzionando nelle attività di ricerca delle carcasse? La pandemia non è così grave come ipotizzato all'inizio?
Allo stato attuale, nessuno può rispondere a queste domande, né è possibile affermare ancora con certezza che la PSA non sia passata dalla zona rossa a quella arancione. Per poterlo stabilire con certezza, questa settimana ripartirà la campagna di monitoraggio nella zona arancione. Solo al termine della seconda campagna di monitoraggio si potranno fare delle considerazioni più certe.
Fatte queste premesse, sono intervenuti i membri del Comitato che ha proposto al Prefetto l'istituzione del protocollo di comportamento riportato al seguente link:
Peste Suina: Proposta protocollo comportamento attività Outdoor
Francesco Galanzino, oltre a presentare la proposta di protocollo sopra riportata, ha sottolineato:
- il valore democratico dell'incontro;
- la coesione tra i cittadini del nostro territorio che stanno intervenendo con forza e in maniera responsabile sulla questione PSA;
- la rappresentatività del territorio stesso grazie alle persone del Comitato presenti alla riunione che da tempo collaborano per la valorizzazione del territorio attraverso pratiche connesse al turismo lento e sostenibile;
- la disponibilità di tutti i fruitori delle attività all'aria aperta (escursionisti, ciclisti, ASD, volontari, ecc.) a rendersi parte attiva nelle attività di monitoraggio sulla pandemia da PSA;
- la necessità di coinvolgere maggiormente tutti gli attori del territorio nella sua gestione e promozione in chiave sostenibile.
Francesco Galanzino ha inoltre chiesto con forza:
- che le misure imposte dall'ordinanza sulla PSA siano solo temporanee e che le Istituzioni riducano, per quanto possibile, i tempi di applicazione delle restrizioni che provocherebbero un impatto drammatico sulle attività connesse al turismo lento, punto di forza del nostro territorio;
- che venga istituita una "interfaccia" tra Istituzioni e Comitato, al fine di coinvolgere tutti i portatori d'interesse del territorio alessandrino.
In estrema sintesi, Ottavio Rube, ha indirizzato il suo intervento sulle assurde misure previste nei confronti degli allevamenti di suini nella zona arancione, che prevedono l'abbattimento indiscriminato di tutti i maiali sani. Allevamenti che, rispetto a quelli intensivi, hanno un impatto ambientale pressoché nullo.
Gli interventi degli altri delegati hanno puntato l'attenzione sulle seguenti tematiche:
- responsabilizzare il cittadino nelle attività di ricerca delle carcasse e di monitoraggio (smettere di trattare i cittadini come bambini incapaci di seguire consapevolmente le norme di sicurezza necessarie a contrastare la pandemia);
- uscire da questa "cultura dell'emergenza";
- evitare di continuare ad utilizzare una comunicazione "drammatica" che spaventa i cittadini e i possibili turisti;
- rapporto conflittuale tra cacciatori e agricoltori;
- cattiva gestione del territorio con conseguenti danni ambientali (distruzione dei suoli montani) e alle coltivazioni provocati dai cinghiali;
- necessità di dover programmare con largo anticipo gli eventi e le attività relative alla stagione turistica primaverile ed estiva (gara di trail running delle Porte di Pietra, prenotazioni dei tour operator, attività delle guide turistiche ed escursionistiche...).
La chiusura della riunione è stata affidata al Presidente della Provincia e al Prefetto che hanno confermato la disponibilità, fin da subito, a:
- istituire la figura di un referente che faccia da tramite tra Istituzioni e cittadini, riportando periodicamente i risultati delle attività di monitoraggio (informazione chiara, tempestiva e trasparente);
- inviare la proposta di protocollo agli organi competenti della Regione Piemonte, perché la Provincia non ha competenza in materia ma può solo applicare quanto prescritto dalla normativa;
- chiedere alla Regione Piemonte e al Governo di rivedere le compensazioni agli allevatori (importi troppo bassi);
- agire tempestivamente per la richiesta di deroghe all'ordinanza, qualora la seconda campagna di monitoraggio confermasse i risultati della precedente, al fine di evitare il depauperamento dell'economia locale (piccoli Comuni = ricchezza da preservare) e di poter programmare l'attività turistica della stagione primaverile-estiva.
Saremo aggiornati entro due/tre settimane al massimo.
Nel frattempo il Prefetto ci ha inviati a fare comunicazione in maniera responsabile e consapevole, allo scopo di tranquillizzare la popolazione e i turisti che vorrebbero raggiungere a breve il nostro territorio.
Ok ok di questo sapevo pensavo e speravo che lo avessero accettato.Penso si riferisca a questo incontro tra prefetto di Alessandria e associazioni albergatori e outdoor.
Incontro col prefetto di Alessandria
Un gruppo di associazioni di valorizzazione del territorio, portando anche a proprio sostegno le firme della petizione, ha incontrato nella giornata di lunedì 31/01/2022 il prefetto di Alessandria, presentando una proposta di riapertura dei sentieri all'outdoor previo rispetto di un protocollo...www.change.org
Riduzione della zona rossa al territorio compreso tra i tracciati delle autostrade A7, A12 e A26 e fine del lockdown generalizzato dei boschi, con una serie di deroghe per le attività outdoor e campagne informative per ridurre il rischio di diffusione del virus. Sono le ipotesi alle quali sta lavorando il commissario straordinario all’emergenza della peste suina Angelo Ferrari mentre sta per concludersi la missione degli esperti incaricati dall’Unione Europea che ieri hanno effettuato un sopralluogo sul Bisagno e oggi visiteranno alcune località dell’entroterra.
Sembra quindi allontanarsi l’idea di una maxi-recinzione di tutta la zona infetta, che comprende 114 comuni (36 liguri e 78 piemontesi), un’opera ciclopica che avrebbe trovato enormi difficoltà di realizzazione. “Gli ispettori sono rimasti meravigliati di quanto sia complessa l’orografia del nostro territorio – spiega Ferrari -. Domani pomeriggio ci sarà una riunione complessiva del team ad Alessandria in cui ci verranno dati consigli per la gestione dell’emergenza nei prossimi mesi. Nelle prossime ore prenderemo le decisioni, aspettiamo quello che ci diranno.
Ieri è stata trovata un’altra carcassa positiva nella zona di Ovada, a breve distanza dal primo caso accertato. Si tratterebbe però di un’eccezione dal punto di vista geografico: “A parte queste due fughe, per ora le tre autostrade stanno delimitando i confini del focolaio – conferma Ferrari – Sicuramente nel breve termine la società Autostrade è il punto di riferimento e con loro dovremo parlare”. Il piano di potenziamento delle barriere aveva già subito un’accelerata negli scorsi giorni. Dunque la zona rossa potrebbe restringersi a questo poligono ideale delimitato da A7, A12 e A26? “Mi augurerei di sì, incrociando le dita. Dobbiamo pensare certamente alle autostrade e subito dopo creare un’ulteriore linea di demarcazione. Ma sono tutte considerazioni che faremo a breve”.
Tra gli argomenti sul tavolo anche le restrizioni dell’ordinanza ministeriale che vietano tutte le attività nei boschi: dall’escursionismo alla mountain bike alla raccolta dei funghi, sono svariati gli appassionati, ma anche i lavoratori del settore outdoor, a chiedere un passo indietro, tanto che alcuni attivisti hanno lanciato un flash mob per sabato a Genova. “Ieri si è dibattuto parecchio su questo, sono convinto che una soluzione positiva la troveremo. Bisogna tener conto anche di queste esigenze, un passo avanti dobbiamo farlo pensando all’arrivo della stagione estiva”, spiega Ferrari.
Ancora presto per capire se si tratterà di un’apertura totale o graduale, o se ci sarà ad esempio una “zona arancione” con divieti meno stringenti. Di sicuro potrebbe cambiare l’approccio: “Sono ottimista sulla possibilità di aprire in modo attento e responsabile, spiegando al cittadino che cosa deve fare per ridurre la diffusione del virus – continua il commissario -. Questo permetterebbe anche di far comprendere perché esistono misure per contrastare il rischio”. Insomma, meno divieti e più campagne di sensibilizzazione.
Domani o al più tardi martedì i consulenti dell’Ue consegneranno la loro relazione e, incrociando il responso coi risultati dei monitoraggi, l’unità di crisi farà le sue valutazioni. Da capire anche come verrà modulato il piano di abbattimenti: la colonia di cinghiali del Bisagno potrebbe ancora salvarsi, anche se gli esperti europei avrebbero già consigliato di eliminarli vista la loro forte presenza tra le abitazioni.
In campo a difesa degli ungulati liguri anche le associazioni animaliste emiliane Meta Parma e Avi Parma: “Gli animali dei rifugi sono salvi, ma per gli altri continua lo sterminio: già macellato il 70% dei maiali degli allevamenti nel territorio genovese, e procedono gli abbattimenti. Per gli animalisti è arrivata quindi una parziale vittoria, e nello stesso tempo una grandissima sconfitta morale pesa ormai come un macigno su tutta la società. Questi stermini sono il segno del fallimento di un sistema basato sul massacro degli animali, un massacro che continua nella sua folle corsa verso l’autodistruzione. Rimangono purtroppo ancora a rischio di mattanza i cinghiali selvatici, il cui sterminio potrebbe iniziare a breve. Il ministro Speranza, le Regioni Liguria e Piemonte e il commissario per l’emergenza Angelo Ferrari non hanno dato nessuna risposta alle richieste di confronto inviate dalle associazioni animaliste e ambientaliste. Oltre 30 associazioni si sono unite chiedendo un confronto con le istituzioni e proponendo soluzioni alternative alla mattanza, richiesta di confronto che ad oggi attende ancora risposta”.
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