Dicono che quando Nonnocarb pedala in salita la montagna si abbassa di qualche centimetro sotto l'azione delle sue ruote...!!!!
Ci sono tanti cosidetti vecchietti, che si cimentano ancora in sport potenzialmente pericolosi: pero' magari e' anche gente che ha sempre praticato un'attivita' sportiva fin da piccolo, sono quindi allenati e tecnicamente preparati e quindi maggiormente capaci di calcolare la soglia oltre quale andare. Ma il punto che e' stato sollevato anche da altri, se ne vale la pena a volte andare oltre o vicino questa soglia?
Tanti sono i fattori che subentrano, dal grado di allenamento, dal passare degli anni, da problemi lavorativi e familiari. Cio' non vuol dire che uno fa una mtb arrendevole: e' esaltante allo stesso modo scendere a tutta adrenalina da una discesa mozzafiato, cosi' come pedalare in quota su un percorso tranquillo e ammirare dei paesaggi mozzafiato (ognuno e' appagato dal suo modo di interpretare la mtb, ma e' sempre mtb per tutti e due). Il fatto a volte di scendere a piedi con la bici a mano, puo' essere sensato, in quanto bisogna pensare anche alle conseguenze delle proprie azioni: quante volte e' successo, non solo in bici, di essere in difficolta' e di mettere a tua volta in difficolta' e pericolo coloro che devono soccorrerti
(ci sono certe discese in mtb che se sbagli una mossa, non so come vai a finire).
Stefano
Scusa ma tu fai delle affermazioni basate sulla tua esperienza e le riversi su di me (o altri). Vuoi sapere se sono mai caduto? SI! Se mi sono fatto male? SI! Costole incrinate, ginocchia nere e gonfie, svariatissime escoriazioni, slogatura del polso e delle dite in diverse occasioni, facciata a terra con ematoma diffuso sul lato destro del volto, craniate su rami bassi....!! Può bastare? Vuoi forse dire se mi sono mai rotto una vertebra? Oppure se ho avuto un infortunio da 6 mesi di convalescenza? NO! Fortunatamente!!! Vuoi sapere se sono mai arrivato a rischiare la vita? NO!! E questo non per fortuna ma per coscienza e per consapevolezza delle mie possibilità e capacità da una parte, e perchè non ho il problema del cronometro dall'altra! Io non scendo come potrebbe fare un Lehikoinen o un PRO, ma se, forte della mia esperienza (vado in bici da che ho memoria, il mio giocattolo da piccolo era la bici, la BMX è stata la mia infanzia ed oggi ho 35 anni), forte della consapevolezza rispetto a questo sport e al mezzo che ho sotto il sedere, e forte della voglia di fare sempre quel piccolo passo in avanti e mai più lungo della gamba, voglio affrontare un ostacolo un po' più grosso rispetto a quelli che ho affrontato sino ad oggi, io personalmente (ancora) mi ci butto dentro... esattamente come ho fatto ieri su una gradinata di radici "infernale": tutta buche sassi e radici alte dai 10 ai 30 cm di quelle in cui gratti con la corona! Scendo dalla bici, guardo bene il campo, individuo ben 4 linee che io e la mia bici potremmo riuscire ad affrontare. Faccio la prima, la più semplice... tutto OK! Faccio la seconda... OK! Faccio la terza.... una figata tutta dritta a cannone!!! E faccio la quarta!! Cakkio... un altro po' mi butta giù! Mi sono sganciato dal pedale per un pelo, poi la bici da un lato ed io dall'altro!! E sai perchè non sono caduto? Perchè ero pronto, perchè sapevo che era un passaggio bruttarello!! E allora che faccio? Mi arrendo? Manco per niente...RIPROVO!! Lo passo... ma davvero male!! Non mi è piaciuto! Torno su e lo rifaccio: freno dove serve e mollo dove DEVO! E lo passo alla grande!!
Per finire... si hai ragione esistono certe età in cui queste cose vengo meglio di altre... ma se hai iniziato a fare queste robe da piccolo è un conto ed è un bagaglio che ti porti dietro per sempre e ne conosco parecchi, se invece hai iniziato da grande o ci metti la testa DAVVERO oppure....
P.S.
Per chi parla di "estremo" mi domando a cosa si riferisce? Personalmente sono uno a cui non piace affidare la propria vita ad un attrezzo e quindi non parlatemi di bungee jumping, di immersioni con le bombole (faccio apnea anche a belle profondità), parapendio o ultraleggeri (ho fatto l'aeronautico e ho pilotato un aero da turismo ma gli ultraleggeri....) e via dicendo. Mentre gli sport dove se vuoi puoi tirare il freno, puoi decidere se andare o evitare, quelli sono gli sport che fanno per me e non ci trovo nulla di estremo!!
Mòlle;5335571 ha scritto:Se ne è parlato anche in altri topic dedicati proprio ai rischi connessi alla pratica della mtb... Se me lo concedi ti contraddici un pelo però.
Prima dici che ognuno è libero di intendere la mtb a modo suo e poi parli di rischi connessi per chi deve soccorrerti. Secondo me chi va in mtb pratica già di per sé uno sport pericoloso, basta un spd che non si sgancia da fermo per farsi molto male e se questo succede in mezzo a un bosco a 1500 metri di altezza è un grosso problema, eppure magari non stavi facendo niente di rischioso. Se le dobbiamo pensare tutte non dovremmo neanche uscire di casa, correre rischi inutili no, ma neanche eccedere nella prudenza e neanche fare i moralisti, alla fine diciamocelo: il bello della mtb è arrivare in luoghi dove la gente "comune" non arriverebbe mai con le proprie forze quindi già questo è un qualcosa di estremo, quando mia moglie guarda due foto o qualche video di me in mtb mi dà del matto quando in realtà sono la persona più tranquilla di questo mondo, ho amici che si sparano dropponi da 5 metri per me i matti son loro, ma alla fine tutto è relativo perché loro affrontano il droppone con la stessa cognizione di causa con cui io affronto una ciclabile per cui....
Sono d'accordo anch'io che la mtb di per se' e' gia' uno sport pericoloso e che un imprevisto ti puo' capitare anche se uno e' prudente: quello che intendo io, e' quando ci si vuole spingere un po' oltre (e qualcuno lo fa),
e le conseguenze riguardano purtroppo anche gli altri. Ovviamente dico che ognuno deve interpretare la mtb a modo suo, e qui non si tratta di fare i moralisti, pero' e' anche evidente che bisogna conoscere il proprio corpo, le proprie reazioni, il grado di preparazione, l'eta', e di conseguenza regolarsi.
Ero in montagna due fine settimana fa e nella discesa da un rifugio c'erano 2 varianti: 1 sentiero piu' lungo e con minore ascesa e 1 sentiero bello ripido, ma ghiacciato per vari tratti e con tratti esposti (avrei risparmiato molto tempo in minuti). Probabilmente ero in grado di fare il sentiero piu' veloce e che mi intrigava molto, pero' poi pensandoci ho optato per il piu' lungo (lo so magari mi poteva lo stesso rotolare in testa una pietra dalla montagna), pero' ho minimizzato il rischio per me e soprattutto anche per gli altri, che in caso magari di caduta, mi dovevano venire a soccorrere.
Stefano
Stefano, forse qui ci si sta confondendo con le definizioni, capita sui forum, ma proviamo a riprendere il bandolo della matassa. Qui nessuno vuole consigliare a chi ha il desiderio di superare la propria paura in discesa di spararsi senza pensarci il tracciato DH della Val di Sole!! Non è pensabile, è stupido e non farebbe altro che confermare (se mai ce ne fosse bisogno) la propria paura delle discese. Le cose bisogna farle con criterio e gradualmente... se su una discesa ci stanno 2 o 3 punti insormontabili per il grado di preparazione attuale, io non dirò mai di buttarsi dentro come un matto, ma consiglierei di scendere dalla bici esattamente come hai fatto tu... ma allo stesso tempo consiglierei di consolidare la propria preparazione su quello che già si sa fare e poi spostare un po' più avanti la soglia, e quello ovviemente è un punto limite, un punto in cui un po' tocca rischiare... Prendiamo il drop come esempio: prima vado giù dal marciapiede, poi vado giù da un gradone, poi mi faccio il droppetto da 50cm e poi quello da un metro... è un percorso da 1 giorno? Da una settimana? Da un mese? O più? Non ha importanza l'importante è andare avanti se se ne ha il desiderio e non frustrarsi dicendosi "No! Io non ce la potrò mai fare!"Ci sono tanti cosidetti vecchietti, che si cimentano ancora in sport potenzialmente pericolosi: pero' magari e' anche gente che ha sempre praticato un'attivita' sportiva fin da piccolo, sono quindi allenati e tecnicamente preparati e quindi maggiormente capaci di calcolare la soglia oltre quale andare. Ma il punto che e' stato sollevato anche da altri, se ne vale la pena a volte andare oltre o vicino questa soglia?
Tanti sono i fattori che subentrano, dal grado di allenamento, dal passare degli anni, da problemi lavorativi e familiari. Cio' non vuol dire che uno fa una mtb arrendevole: e' esaltante allo stesso modo scendere a tutta adrenalina da una discesa mozzafiato, cosi' come pedalare in quota su un percorso tranquillo e ammirare dei paesaggi mozzafiato (ognuno e' appagato dal suo modo di interpretare la mtb, ma e' sempre mtb per tutti e due). Il fatto a volte di scendere a piedi con la bici a mano, puo' essere sensato, in quanto bisogna pensare anche alle conseguenze delle proprie azioni: quante volte e' successo, non solo in bici, di essere in difficolta' e di mettere a tua volta in difficolta' e pericolo coloro che devono soccorrerti!!!
(ci sono certe discese in mtb che se sbagli una mossa, non so come vai a finire).
Stefano
Stefano, forse qui ci si sta confondendo con le definizioni, capita sui forum, ma proviamo a riprendere il bandolo della matassa. Qui nessuno vuole consigliare a chi ha il desiderio di superare la propria paura in discesa di spararsi senza pensarci il tracciato DH della Val di Sole!! Non è pensabile, è stupido e non farebbe altro che confermare (se mai ce ne fosse bisogno) la propria paura delle discese. Le cose bisogna farle con criterio e gradualmente... se su una discesa ci stanno 2 o 3 punti insormontabili per il grado di preparazione attuale, io non dirò mai di buttarsi dentro come un matto, ma consiglierei di scendere dalla bici esattamente come hai fatto tu... ma allo stesso tempo consiglierei di consolidare la propria preparazione su quello che già si sa fare e poi spostare un po' più avanti la soglia, e quello ovviemente è un punto limite, un punto in cui un po' tocca rischiare... Prendiamo il drop come esempio: prima vado giù dal marciapiede, poi vado giù da un gradone, poi mi faccio il droppetto da 50cm e poi quello da un metro... è un percorso da 1 giorno? Da una settimana? Da un mese? O più? Non ha importanza l'importante è andare avanti se se ne ha il desiderio e non frustrarsi dicendosi "No! Io non ce la potrò mai fare!"
Ecco tornando alla questione: COME FACCIO A SUPERARE LA MIA PAURA DELLE DISCESE? la risposta non può essere: "Lascia perdere, meglio essere sicuri di non farasi un graffio e riportare la pellaccia sana e salva a casa, piuttosto che tornare con la soddisfazione effimera di aver messo un'altra tacca sul grado di preparazione in MTB!" io non sono d'accordo! Questi mezzi sono nati e sono stati sviluppati per essere usati in tal senso, per essere strapazzati su tracciati in cui è difficile persino camminare. E se uno vuole cimentarsi in questo tipo di discliplina la cosa più sbagliata da fare e dire è scoraggiarlo dicendo "Lascia perdere! Scendi dalla bici e falla a piedi!" Non è corretto, e non serve a nessuno. La cosa giusta da fare, secondo me e con molta modestia, è poterlo consigliare per il meglio in modo da non fargli commettere SCIOCCHEZZE da incoscienti, ma anche da non fargli aumentare ancora di più questa paura dell'ostacolo che lo mette in difficoltà.
Mòlle;5335696 ha scritto:Sì ma infatti il mio discorso era per puntualizzare, purtroppo il nostro è uno sport fondato sul rischio, andarsene a cercare di ulteriori sicuramente non serve, ma chi è che è in grado di stabilire quale sia il limite giusto? Ciò che è facile per altri per noi è fantascienza. Giusto sabato ho visto Milk in discesa passare sopra un pietrone bello umido con la massima disinvoltura, io invece stavo facendo trekking a lato... Chi dei due aveva ragione?
E fin qui ok... ma se un ragazzo ti chiedesse (come in quetso caso) come vincere le proprie paure... cosa gli risponderesti?Ognuno conosce il suo limite, derivante da tanti fattori che ti permettono di capire fino a che punto e' giusto e consapevole osare e a quali miglioramenti puoi arrivare. Ho solamente voluto sottolineare che a volte qualcuno si spinge volutamente oltre le proprie capacita' mettendo a repentaglio la propria e l'altrui incolumita'.
Io mi avvicino ai 50 anni, e purtroppo qui non si tratta di essere vecchietti,
ma di mettere a frutto la propria esperienza per evitare, in certi frangenti, di mettersi in situazioni spiacevoli.
Stefano
Stefano, forse qui ci si sta confondendo con le definizioni, capita sui forum, ma proviamo a riprendere il bandolo della matassa. Qui nessuno vuole consigliare a chi ha il desiderio di superare la propria paura in discesa di spararsi senza pensarci il tracciato DH della Val di Sole!! Non è pensabile, è stupido e non farebbe altro che confermare (se mai ce ne fosse bisogno) la propria paura delle discese. Le cose bisogna farle con criterio e gradualmente... se su una discesa ci stanno 2 o 3 punti insormontabili per il grado di preparazione attuale, io non dirò mai di buttarsi dentro come un matto, ma consiglierei di scendere dalla bici esattamente come hai fatto tu... ma allo stesso tempo consiglierei di consolidare la propria preparazione su quello che già si sa fare e poi spostare un po' più avanti la soglia, e quello ovviemente è un punto limite, un punto in cui un po' tocca rischiare... Prendiamo il drop come esempio: prima vado giù dal marciapiede, poi vado giù da un gradone, poi mi faccio il droppetto da 50cm e poi quello da un metro... è un percorso da 1 giorno? Da una settimana? Da un mese? O più? Non ha importanza l'importante è andare avanti se se ne ha il desiderio e non frustrarsi dicendosi "No! Io non ce la potrò mai fare!"
Ecco tornando alla questione: COME FACCIO A SUPERARE LA MIA PAURA DELLE DISCESE? la risposta non può essere: "Lascia perdere, meglio essere sicuri di non farasi un graffio e riportare la pellaccia sana e salva a casa, piuttosto che tornare con la soddisfazione effimera di aver messo un'altra tacca sul grado di preparazione in MTB!" io non sono d'accordo! Questi mezzi sono nati e sono stati sviluppati per essere usati in tal senso, per essere strapazzati su tracciati in cui è difficile persino camminare. E se uno vuole cimentarsi in questo tipo di discliplina la cosa più sbagliata da fare e dire è scoraggiarlo dicendo "Lascia perdere! Scendi dalla bici e falla a piedi!" Non è corretto, e non serve a nessuno. La cosa giusta da fare, secondo me e con molta modestia, è poterlo consigliare per il meglio in modo da non fargli commettere SCIOCCHEZZE da incoscienti, ma anche da non fargli aumentare ancora di più questa paura dell'ostacolo che lo mette in difficoltà.
Mòlle;5335756 ha scritto:E fin qui ok... ma se un ragazzo ti chiedesse (come in quetso caso) come vincere le proprie paure... cosa gli risponderesti?
Leggendo gli ultimi post credo siamo arrivati al classico punto di non ritorno comune a tante discussioni del forum: ognuno ha la sua parte di ragione e nessuno si smuove dalle proprie posizioni perchè giustamente si ritiene nel giusto. Per quanto mi concerne, pur non rinunciando a crescere anche dal punto di vista tecnico e preferendo le salite alle discese, mi ritengo soddisfatto di quel che sono riuscito a ottenere in discesa, ma non per questo mi reputo fossilizzato al punto di non voler almeno provare a scendere dove prima mi bloccavo.
Ci voleva il tuo intervento, altrimenti questa discussione si trascina troppo alla lunga, con ognuno che rimane ancorato alle proprie posizioni.
Ma e' questo bellissimo mondo della mtb, che ci appassiona tanto e che ci fa discutere, ma alla fine regala a tutti noi emozioni e divertimento.
Stefano
ti quoto perchè in effetti è un pensiero che mi viene spesso!La paura più grossa in discesa? è sapere che alla fine ti aspetterà nuovamente una salita.