Ciao Paper...
Ovviamente mi associo ai vari "dai,forza,spacca di quà e spacca di là".
Sicuramente aiutano.
Ma da quasi tuo coetaneo,capisco anche che un trauma pesante come il tuo assume una valenza differente rispetto ad un ventenne.
Sia a livello fisico, ma sopratutto a livello psicologico.
Sono sicuro che capirai il vero significato di quello che dirò,anche se mi aspetto che qualcuno mi darà dello str**zo.
Non voglio assolutamente scoraggiarti,anzi.
Vorrei esporti la mia personale esperienza,sicuramente meno traumatica della tua,ma credo affine in quel che possa riguardare la ripresa dell'attività ciclistica, e di quella un po' estrema in particolare.
In età giovanile mi spacco sciando "la triade" del ginicchio sx.( menisco scollato.crociato anteriore e collaterale mediale interno rotti.)
Ero a contratto di formazioe e lavoro,così per non passare troppo tempo in ospedale e rischiare di fottere il lavoro,decido di non ricostruire il crociato.
Fisioterapia a manetta.
Riprendo la funzionalità dell'articolazione e la sua stabilità sviluppando parecchio il quadricipite femorale.
Lascio stare lo sci.
Inizio a pedalare in XC e poi mi innamoro del FR.
Il pensiero del ginocchio sempre presente,anche se latente.
Inizio a scendere veloce,faccio salti e drop,mi compiaccio delle mie capacità e mi piace sentirmi ammirato dagli amici e compagni di discesa.
Questo mi porta a fare sempre un po' di più.Mi piace proprio.
Poco tempo fà, facendo uno stupidissimo salto(a piedi)da un gradino,mi esce la tibia dal ginocchio e sento un rumore(sensazione?) come quando mangiando il pollo stacchi la coscia dalla sua sede.Orrendo.
E succede a 35 anni.
2 settimane di dolore e cammino zoppicando.
La sensazione più brutta è la paura di non poter fare più affidamento al 100% sulla mia gamba.
Assurdo.finora non avevo mai avuto questa sensazione.
Mi sorprendo a fare attenzione ad ogni impervietà del terreno e a scendere le scale con la gamba destra.
Limitazioni.Queste limitazioni le odio.
Ora faccio ancora FR,ma con un altro spirito.
Con un'altra paura.
Sò che le possibilità di recupero del mio corpo sono inversamente proporzionali all'età.
Non siamo vecchi.
Non siamo più ragazzini.
L'ortopedico mi disse che comunque con l'aumentare dell'età i problemi verranno fuori in termini di dolori e ridotta mobilità.
Prima non ci pensavo mai,ora un po' di più.
Gioco con i miei bambini e corro con loro,e voglio farlo ancora per tanto tempo.
Allora mi chiedo...
L'adrenalina che mi esalta nelle discese, è più importante di tutto quello che nella vita posso ancora fare?
E mi rispondo di no.
E allora scendo più cauto,forse mi diverto un po' di meno.
Forse i miei amici si aspettavano che quel masso lo saltassi.
Pecacto. so che posso farlo.ma non mi importa più.
Poi però torno a casa e corro al parco con Leo e Ricky cercando di far volare quello stronzo di un aquilone che proprio non vuol saperne di sollevarsi per più di mezzo metro da terra.
Tutta questa menata per dirti di non avere fretta,di prendere positivamente la paura che ti rimarrà addosso.
Preservati e divertiti.
Le due cose possono coesistere.
Un abbraccio immenso e tanta fortuna.