Punt ...non solo piacenza.......

miciolo

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LA VAL PERINO (PC) TI SALVA SEMPRE!!!



oggi, Pasquetta, non è facile trovare un posto dove poter far correre le nostre ruote senza danneggiare i sentieri e soprattutto senza riempirsi di fango.
Nella notte a Piacenza city ha piovuto mentre sui nostri rilievi ha diluviato. Le previsioni per la giornata odierna sono però in netto miglioramento anche se dovremo fare i conti con l'incognita vento che è previsto bello sostenuto.

Come già scritto in precedenti report alcune zone della media Val Trebbia sono perfettamente percorribili anche dopo piogge, ma qui ha smesso di piovere solamente da qualche ora.
Dove andiamo???

Perino è la location giusta per un giro all mountain in versione explo sulle creste del Monte Mangiapane, sperando che il vento che spira a 50 km/h non ci porti via!!

Subito notiamo che il torrente Perino e la Trebbia sono in piena a conferma della gran quantità d'acqua caduta nella notte.

Non ci complichiamo la vita risalendo sino ai Filippazzi su asfalto dove le auto incontrate si contano sulle dita di una mano



Oltrepassiamo le ultime case ed iniziamo a salire sulla dura sterrata



Spintage comodo per circa 250 mt di dislivello alternando brevi tratti pedalati



Il fondo è pazzesco e tiene alla grande; solamente in prossimità dello scollinamento, la selletta tra i Monti Poggio Alto e Gonio, siamo costretti ad abbandonare il sentiero divenuto impercorribile a causa delle moto passate appena prima di noi.

Saliamo quindi per il bosco



Dopo un primo tratto di discesa molto scivoloso, per fortuna molto breve, ritroviamo finalmente il trail ancora perfettamente ciclabile



qualche bel passaggio





Alcuni tratti sono flow



altri un po' meno!!



ed arriviamo sulla cresta del Monte Mangiapane



passiamo in luoghi remoti e selvaggi, ...infatti non incontriamo anima viva



in discesa c'è di tutto, dalla roccia fissa allo smosso, comunque divertimento assicurato!!





sono nati laghetti mai visti in precedenza





Perdiamo quota su divertenti sterrate percorrendo la Val Quarté, decisamente più ciclabile della vicina Val Bergaiasca!!

Ed arriviamo nell'ampia radura sotto il Monte Mangiapane detta anche Cave d'amianto



acqua ce n'è tanta



ma il fango non si attacca e si riesce sempre a pedalare



Alla radura la cosa più semplice sarebbe scendere al Rifugio OTP GEA; noi invece risaliamo ancora per un breve tratto per andare a vedere la miniera che si trova più in alto.



in prossimità di uno spiazzo troviamo un cunicolo che lasciamo agli speleologi



I torrenti solitamente sono quasi asciutti, oggi no!!



E su bel sentiero perdiamo quota





Chiudiamo il giro percorrendo la bella sterrata che da Villanova scende sino a Perino dove plachiamo sete e appetito come nostra ormai consuetudine. :prost:
 

miciolo

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DAI PORCILETTI ALL'AIONA IL PASSO NON E' BREVE (GE/PR)



bella escursione, con un bel tratto per noi inedito, alla ricerca di sentieri ciclabili o quasi, in una delle più belle zone che abbiamo nell'Appennino Ligure.

L'ideatore di questo tour è, neanche a dirlo, Paolino alias @beep beep

Con noi c'è anche Natan, alias @tado79 , che andrebbe premiato solamente per la strada che si è dovuto fare in macchina!!!

Dopo aver controllato le poche webcam della zona ed aver constatato che la neve non sarà più un problema, Paolino tira fuori dal cilindro questa splendida escursione che bolle in pentola già da qualche tempo.

Va detto subito che i numeri non sono proibitivi; i nostri gps, segneranno a fine giro una 30 di km per un dislivello di 1186 mt.
...ma il mazzo è tanto, soprattutto nella prima parte ed i metri di asfalto praticamente inesistenti.

Partiamo alle 9 inoltrate dal Rifugio Casermette del Penna dove su bella sterrata scaldiamo la gamba sino a Passo Incisa.

Qui inizia il sentiero che ci obbliga a scendere parecchie volte dalla bici e che ci conduce al Passo dei Porciletti



I tratti a piedi sono brevi ma molto frequenti e si alternano a tratti ciclabili





Spettacolare la faggeta ancora in tenuta invernale



Dopo il Passo dei Porciletti il sentiero diventa ancora più tecnico



comunque i tratti flow non mancano



Non dobbiamo abbassarci troppo, qualche centinaio di mt di dislivello più a valle ci sarebbe una comoda strada ma, ricercando in rete, abbiamo avuto notizia che a guardia di una malga ci sono diversi pastori maremmani che hanno già dato dei problemi agli escursionisti.
Evitiamo inutili rischi "canini" e cerchiamo di stare alti.

Il primo tentativo fallisce miseramente, il sentiero di recente sistemazione si interrompe in un canalone dalle pareti strapiombanti.
sull'altro lato si vede il sentiero che prosegue ma è troppo rischioso



Ritorniamo a ritroso per qualche centinaio di metri e recuperiamo un altro sentiero dove su un ponticello con tanto di catena riusciamo a guadare il torrente



Le zone sono selvagge



Ci troviamo sui pascoli e con un portage leggero riguadagniamo quota





Ed arriviamo finalmente al Sentiero dei Carrelli (ci voleva solo Paolino per trovarlo!!)

Il Sentiero dei Carrelli è un bel traverso, tutto su roccia, prevalentemente pianeggiante che, con tratti esposti e panoramici, termina sulla sterrata che sale da Prato sopra la Croce





il sentiero è bellissimo







si pedala solo se non si soffre di vertigini



sullo sfondo i bacini di Giacopiane



passiamo anche nei pressi di un laghetto con un branco di cavalli inselvatichiti



Arriviamo sulla sterrata che passando nei pressi della Pietra Borghesa, ci condurrà al Passo della Spingarda



ora inizia la seconda parte del nostro giro, l'ascesa del Monte Aiona (mt 1701)





la salita è bella croccante e sullo sfondo si intravede la parete rocciosa del Monte Penna



Vetta Monte Aiona raggiunta!!



Ora si scende su terreno lunare



alternando lisci pascoli



a qualche bel passaggio scenografico



e ci ritroviamo sull'Alta Via dei Monti Liguri in una faggeta molto fitta



Il segnavia è AV



Scendiamo nel versante dell'Aveto e dopo aver percorso un interminabile traverso tutto nel bosco ci ritroviamo sul versante nord del Monte Aiona: il Passo del Cirighetto



il sentiero non è difficile ma è leggermente esposto





Su bel sentiero flow rientriamo al Rifugio Casermette del Penna



Io sarei già soddisfatto, ...anche Ila; ma abbiamo fatto veramente poco dislivello e Paolino inizia a tirar fuori una serie di trail dai nomi simili che non son riuscito a memorizzare ( nomi come pallino verde, cuore o cuori, etc). Il tutto per evitare l'asfalto per andare a percorrere un nuovo trail denominato Schettino che guarda caso parte in prossimità della Nave del Monte Penna,



Il trail, complice la stanchezza, non l'ho digerito molto. E' un susseguirsi di curve e controcurve sul ripido.

Percorriamo 500 mt di asfalto e siamo al Passo del Chiodo, ancora 500 mt di asfalto e su bella sterrata arriviamo alle auto.

Itinerario nel complesso molto bello e panoramico, adatto a quei biker che non disdegnano metter il piede a terra o portare la bici in spalla per brevi tratti, ma che hanno nel loro DNA spirito escursionistico.
Se volete solo pedalare invece questo itinerario non fa per voi.

Ancora grazie a Paolino per aver scovato il Sentiero dei Carrelli, vera chicca della giornata!!!

QUI la traccia GPX
 
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miciolo

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PARCO MONTE MORIA (PC)



Con questa escursione in Val d'Arda (PC) inanelliamo tre belle discese, non semplici ma belle divertenti:


  1. Diavolo
  2. Bramble/Poggiata
  3. Cappuccetto Rosso
Lo start è dalla Diga di Mignano trovata, come non la si vedeva molti anni a questa parte, praticamente piena d'acqua.



La Diga di Mignano si trova a circa 45 minuti di auto da Piacenza passando per i paesi di Carpaneto, di Castell'Arquato, che merita senz'altro una visita, e di Lugagnano.

Le risalite per imboccare le discese sono tranquille, ci sono brevi rampe max 16% ma sono su asfalto

Una volta raggiunto il tratto del Parco, saliamo ancora un poco per poi abbandonare l'asfalto e percorrere un bel bosco misto faggi e castagni



Ci stiamo dirigendo all'inizio della prima discesa: Diavolo, discesa aerea che passa sulle creste del Monte Morìa

Inizialmente è quasi .......tutto molto scorrevole











E' il trail più panoramico



Scendendo c'è un breve tratto molto ripido





dove i pin del pedale mordono la tibia di Paolino, con conseguente sosta refrigerante



Comunque mai vista una portata simile del torrente



Terminato il trail Diavolo breve trasferimento all'abitato di Taverne dove, dopo un breve degressione, ripercorriamo un tratto di strada asfaltata in salita per portarci all'imbocco della seconda discesa: la Bramble che confluirà poi sulla Poggiata



La prima parte è molto flow e divertente







Scendendo il flow diminuisce, ma non il divertimento









Non percorriamo tutta la discesa ma ci spostiamo per terminare l'escursione sull'ultimo trail: Cappuccetto Rosso



Cappuccetto Rosso, sempre molto divertente grazie alle sue compressioni



ed al suo tratto "Lustrascarpe"



Arriviamo in fondo, siamo sulla sterrata che costeggia il torrente Arda ed iniziamo ad avvicinarci alla Diga e di conseguenza alle auto.

Fa parecchio caldo ed ora il nostro pensiero fisso è la birra di fine giro.

Ma perchè terminare subito il giro passando sul solito guado??

Vediamo se riusciamo a passare sul coronamento della Diga.
Questo comporta un discreto mazzo prima su asfalto e poi su durissima sterrata che arriva qualche decina di metri sopra alla Diga.
Ora scendiamo e ci si presenta questa sorpresa:



Il cancello è chiuso, anche se un cartello indica che dovrebbe essere possibile il passaggio



Proviamo a suonare il campanello ma logicamente non risponde nessuno; ....forse non funziona neanche.

da notare che Ila, forse sospettando qualcosa, non scende, mentre invece io e Paolino ci rifacciamo a ritroso il tratto che ora è su dura salita.

Arriviamo belli cotti alle auto, breve trasferimento in auto a Lugagnano per fare quello che ormai ci riesce meglio!! :prost:
 
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miciolo

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I "GIGANTI" DELLA VAL D'ARDA (PC)



Ritorniamo in Val d'Arda in provincia di Piacenza per salire sulle cime che chiudono la Valle da dove nasce il torrente Arda.

E' un escursione di cicloalpinismo light, ci sono diversi tratti di portage, tutti in corrispondenza delle cime dei monti che toccheremo.

Lo start è dall'area pic-nic nei pressi di Salino di Pedina nei pressi del ponte sul torrente Arda.

La prima cima che puntiamo è la cima Morfasso del Monte Menegosa a 1323 mt, un caratteristico massiccio ofiolitico dalla cui sommità la vista spazia dalle cime degli Appennini sino alle Alpi.

Il primo tratto è tutto pedalabile inizialmente su asfalto e poi su sterrata.

Solamente negli ultimi 150 mt di dislivello, prima di arrivare alla sella, la bici sale sulle spalle



Usciti dal bosco l'ambiente è spettacolare





per raggiungere la Croce di Morfasso, che identifica una delle vette del Menegosa, dobbiamo affrontare un breve tratto roccioso



in questo tratto, come in altri che dovremo affrontare successivamente, non bisogna soffrire l'esposto ed occorre procedere con camminata sicura



e anche Ila arriva in cima!!



foto ricordo



e ritorniamo a ritroso per un breve tratto





non mi stancherò mai di dirlo: è uno dei luoghi più belli che abbiamo in provincia di Piacenza





il sentiero passa sempre sul bordo di canaloni dalle pareti strapiombanti





davanti la bella cresta





la discesa davanti a noi è molto ma molto complicata, presenta tratti trialistici dove fatichiamo anche a piedi



Finalmente un pò di flow sul bel sentiero CAI che proviene dal Passo di Santa Franca



sino ad intercettare il sentiero CAI che punta verticale sul secondo rilievo di giornata: il Monte Lama, dove a 1345 mt di quota troviamo dei bellissimi pascoli con l'erba che sembra appena rasata.

....bisogna arrivarci però. Noi scegliamo la via più diretta, ma volendo si può aggirarlo e salire sull'altro versante senz'altro più pedalabile ma più lungo:





anche questo tratto di circa 150 mt di dislivello di portage passa in fretta e ci ritroviamo sul piano sommitale



Oltre ad intravedere altri rilievi innevati dell'appennino emiliano, si gode di una magnifica veduta sulla Val D'Arda con la sua Diga di Mignano





oltrepassiamo la Croce di vetta



e scendiamo ai piedi del Castellaccio, da dove nasce il torrente Arda





ancora un po' di spintage sotto un' inaspettata e breve nevicata e ci portiamo verso il nostro terzo obiettivo: il Groppo di Gora a 1302 mt di
quota



fortunatamente il meteo migliora immediatamente e ritorna il sole



attenzione alle pareti strapiombanti sul versante parmense



il colpo d'occhio è spettacolare



il sentiero si snoda tra balzi di roccia e pascoli



tra fioriture



La discesa dal Groppo di Gora è molto difficile su un sentiero molto scavato, ripido e con un fondo smosso per poi addolcirsi una volta raggiunta la faggeta



Ora l'itinerario è condiviso anche con i mezzi a motore ed è possibile trovare pozze allagate dalle recenti precipitazioni dove occorre passare a piedi con bici sottobraccio.

Una volta raggiunta la strada provinciale asfaltata si potrebbe tagliarla e scendere alle auto per la sassosa mulattiera oppure, come facciamo, raggiungere l'abitato di Casali per salire sulla Rocca dei Casali e sulle sue falesie.

Breve andata e ritorno su bel sentiero



per poi prendere lo stretto sentiero utilizzato dagli arrampicatori come via di rientro dove capra Ila deve per forza salire in cima



Il sentiero è caratterizzato da una miriade di ometti di pietra



Su una rovinata mulattiera arriviamo all'asfalto e poi alle auto.

Prima però un saluto ai parenti è d'obbligo!



Nel complesso una gran bella escursione adatta a quei biker che non disdegnano qualche passo a piedi per ritrovarsi immersi in una natura ancora selvaggia.

Così facendo la birra di fine giro è ancora più buona!!

Ri-grazie Paolino !! :prost:

QUI la traccia gpx dell'escursione.
 
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luca9913

Biker ciceronis
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mulazzano
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Specialized
Il giro di ieri non sarà sicuramente l'ideale per tutti .... però è uno di quelli che ti permette di ammirare quanto ci offre la meravigliosa natura.
Poi il report e le foto aiutano a scolpirlo nella memoria.
Grazie a Voi!!:prost:
Giusto Paolo,
Dalle foto ci sarei venuto anche io anche se diciamo che non amo troppo la bici in spalla....però x la gita ed il posto è la compagna tanto di cappello
 

miciolo

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POGGIO DEI CASTELLI - COLI (PC)

Vista la variabilità del meteo e visto che ieri, come al solito, ha piovuto sui nostri monti, oggi dove si va??

Andiamo a vedere il nuovo trail denominato Poggio dei Castelli nella trail area di Coli/Bobbio in Val Trebbia in provincia di Piacenza.

Lo start è dal solito parcheggio a Bobbio dove, sotto un cielo plumbeo, troviamo altri biker che si stanno preparando.

Iniziamo la tranquilla risalita verso il Santuario di Sant'Agostino passando per Coli, Fontana e la Pineta

Mentre saliamo con il nostro passo più che turistico siamo raggiunti da un bel gruppone misto e-bike e mtb capitanati da Mirko, il creatore di questo nuovo sentiero.

Ieri, sotto l'acqua, Mirko ha aggiunto un nuovo tratto e non resta che andare a provarlo.

Siamo in parecchi



Lasciamo perdere le foto e pensiamo a scendere.

Il trail si rivela subito molto divertente, con un fondo perfetto, nonostante la pioggia di ieri.

Arriviamo in fondo e la compagnia si divide, chi si dirige verso il Sant'Agostino DH, chi verso il Lagòn Trail e chi, come noi, a rifare il Poggio dei Castelli per fare qualche foto da postare qui sul forum.

Risaliamo in parte a spinta, in parte pedalando sulla dura sterrata e ri-siamo al punto di partenza del trail.

La prima parte è ancora un pò acerba, ...e ci mancherebbe!! è stata tracciata ieri!!







Il fondo è per la maggior parte su terra scura di bosco, molto soffice.





e siamo all'inizio del tratto creato nei giorni scorsi



c'è da divertirsi!!!



Il trail è ben visibile e spero che gli enduristi in moto siano così intelligenti da non rovinarlo immediatamente, data anche la gran quantità di sentieri a loro disposizione.















Ormai sono le 12:30 e iniziamo a sentire un certo languorino.

...vuoi non fare un salto da Mirko, che oltre ad essere un provetto biker e trail builder, gestisce la Trattoria Poggiolo??

...siamo proprio sulla strada e i pinoli e i maccheroni alla bobbiese non ce li toglie nessuno!!



vabbè, sarà stato il vinello oppure i caffè corretti ma sulla successiva discesa della Costa del Cannone siamo belli sciolti





arriviamo in fondo vivi



attraversiamo il ponte sulla Trebbia e siamo alle auto.

Il Poggio dei Castelli, altra divertente discesa che si aggiunge agli itinerari già esistenti nel comprensorio Coli-Bobbio.

Grazie Mirko!!!
 

miciolo

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LE PARETI DEL MONTE MAGGIORASCA (GE)



Ci troviamo in una delle zone più caratteristiche dell'Appennino Ligure, dove si possono praticare tutti gli sport " montanari"; dalla mtb al trekking, dalle vie ferrate alle vie di arrampicata, dalle ciaspole allo sci.

Lo start di questo itinerario, non lunghissimo ma molto appagante da un punto di vista "fotografico" è dal Passo dello Zovallo a 1405 mt che divide le province di Piacenza e di Parma.

Subito notiamo che nel giorno precedente, se non addirittura nella notte, deve aver piovuto parecchio. Ma nonostante questo il fondo è fantastico, bagnato ma il fango non si attacca.

Percorriamo il sentiero in una faggeta dove stanno spuntando le prime foglie primaverili





acqua ovunque



Stavolta risaliamo passando dal Piano dei Cavalli (Prato Grande sulle mappe), dove compare sopra di noi il Monte Maggiorasca illuminato dal sole



Con un breve tratto a spinta guadagniamo il crinale



e poi su, verso i 1800 mt del Monte Maggiorasca



purtroppo il meteo sta già cambiando, ma siamo fortunati e non pioverà



la salita alla cima del Monte Maggiorasca mi ha scaldato mica poco! ...e Ila se la ride



passiamo sull'altro versante e Ila supera con disinvoltura un nevaio con strapiombo a valle



io e Paolino, da veri maschi alfa, invece non rischiamo ed aggiriamo il nevaio al cospetto delle ingombranti antenne



il sole c'è nella valle sottostante mentre da noi la copertura nuvolosa fa abbassare la temperatura



scenari mozzafiato



Perdiamo quota per poi risalire su un'altra cima bella esposta: il Monte Croce Martincano a 1723 mt



pareti imponenti





Lasciamo anche il Monte Croce di Martincano





e su sentiero che più flow non si può





arriviamo ad un altro punto panoramico e molto esposto: la Rocca del Prete a 1666 mt





il sentiero è sempre fenomenale: Ila in panning



ed arriviamo a Prato Cipolla con il suo dente di roccia



Altro breve trasferimento passando per il Rifugio Astass e siamo in un altro posto magico: il Groppo Rosso a 1597 mt



ancora un breve sforzo misto pedalage/spintage e siamo sul Monte Roncalla a 1658 mt



qui una pausa in contemplazione della Ciapa Liscia e della Valle Tribolata sottostante è d'obbligo



davanti a noi il Monte Nero, il Monte Bue ed il Monte Maggiorasca



foto ricordo con il Monte Ragola alle nostre spalle



prendiamo il bel sentiero che ci conduce a Fontana Gelata



e percorriamo il sentiero che, con diversi rilanci, ci riporta al Passo dello Zovallo dove abbiamo la Ila-mobile



Se volete seguire una traccia per conoscere la zona utilizzate questa, è più impegnativa, ma anche più completa:

https://training.camp/it/route/2049/magico-appennino-ligure/

e sarete proiettati in uno dei posti più belli del nostro Appennino a condizione che ci sia meteo stabile e che non soffriate l'esposto.
....comunque basta non sporgersi!!!
 

luca9913

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Ci troviamo in una delle zone più caratteristiche dell'Appennino Ligure, dove si possono praticare tutti gli sport " montanari"; dalla mtb al trekking, dalle vie ferrate alle vie di arrampicata, dalle ciaspole allo sci.

Lo start di questo itinerario, non lunghissimo ma molto appagante da un punto di vista "fotografico" è dal Passo dello Zovallo a 1405 mt che divide le province di Piacenza e di Parma.

Subito notiamo che nel giorno precedente, se non addirittura nella notte, deve aver piovuto parecchio. Ma nonostante questo il fondo è fantastico, bagnato ma il fango non si attacca.

Percorriamo il sentiero in una faggeta dove stanno spuntando le prime foglie primaverili





acqua ovunque



Stavolta risaliamo passando dal Piano dei Cavalli (Prato Grande sulle mappe), dove compare sopra di noi il Monte Maggiorasca illuminato dal sole



Con un breve tratto a spinta guadagniamo il crinale



e poi su, verso i 1800 mt del Monte Maggiorasca



purtroppo il meteo sta già cambiando, ma siamo fortunati e non pioverà



la salita alla cima del Monte Maggiorasca mi ha scaldato mica poco! ...e Ila se la ride



passiamo sull'altro versante e Ila supera con disinvoltura un nevaio con strapiombo a valle



io e Paolino, da veri maschi alfa, invece non rischiamo ed aggiriamo il nevaio al cospetto delle ingombranti antenne



il sole c'è nella valle sottostante mentre da noi la copertura nuvolosa fa abbassare la temperatura



scenari mozzafiato



Perdiamo quota per poi risalire su un'altra cima bella esposta: il Monte Croce Martincano a 1723 mt



pareti imponenti





Lasciamo anche il Monte Croce di Martincano





e su sentiero che più flow non si può





arriviamo ad un altro punto panoramico e molto esposto: la Rocca del Prete a 1666 mt





il sentiero è sempre fenomenale: Ila in panning



ed arriviamo a Prato Cipolla con il suo dente di roccia



Altro breve trasferimento passando per il Rifugio Astass e siamo in un altro posto magico: il Groppo Rosso a 1597 mt



ancora un breve sforzo misto pedalage/spintage e siamo sul Monte Roncalla a 1658 mt



qui una pausa in contemplazione della Ciapa Liscia e della Valle Tribolata sottostante è d'obbligo



davanti a noi il Monte Nero, il Monte Bue ed il Monte Maggiorasca



foto ricordo con il Monte Ragola alle nostre spalle



prendiamo il bel sentiero che ci conduce a Fontana Gelata



e percorriamo il sentiero che, con diversi rilanci, ci riporta al Passo dello Zovallo dove abbiamo la Ila-mobile



Se volete seguire una traccia per conoscere la zona utilizzate questa, è più impegnativa, ma anche più completa:

https://training.camp/it/route/2049/magico-appennino-ligure/

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Sempre posti top Claudio
 
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Biker urlandum
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I GROPPI TRA VAL TREBBIA E VAL TIDONE E LA "CAZZUTA"



Giro semiesplorativo proposto da Paolino con partenza in Val Trebbia, dal borgo di Centomerli. Vogliamo unire la risalita ai groppetti rocciosi che affiorano tra i pini, le querce e i faggi del territorio che unisce le valli Tidone e Trebbia, ad una discesa goduriosa del Monte Mosso, il cui crinale corre dopo il Passo della Crocetta.

La salita iniziale, non proprio rilassante, ci conduce alle pendici del primo rilievo: il Monte Pradegna (960m), che ci affianca sulla destra.



Per salire sulla cima dobbiamo proseguire oltre il borgo di Pianelli e aggirare il rilievo per intraprendere la via più breve e ripida, ma meno adatta alla discesa. Necessari spintage e portage fino alla sommità che emerge dolcemente dal bosco di pini alloctoni.



Credendo di aver raggiunto il punto più alto, io e Paolino predisponiamo un ometto e una croce precaria per la foto di rito



Nel proseguire sul sentiero CAI, ci accorgiamo che la cresta si allunga verso un punto più alto



Sullo sfondo sempre il Monte Penice con le sue antenne



Terminata la cresta ci buttiamo tra i pini e qualche apertura ci permette di ammirare la val Trebbia da una nuova angolazione









Superato uno sperone roccioso scendiamo seguendo il sentiero cai immerso in un bosco fitto di pini









la scorrevole discesa termina sopra il borgo di Pianelli. Risaliamo per la stessa stradina percorsa in precedenza chiudendo l'anello



Dopo un breve tratto in asfalto e una stradina nei boschi raggiungiamo la nostra meta successiva: la suggestiva gola e la roccia del Groppo (1065m), antico insediamento neolitico, oggi attrezzato per l'arrampicata.





Da un sentiero per niente agevole (si può aggirare senza passare nella gola) ci arrampichiamo brevemente, bici in spalla, fino alle rocce sovrastanti del Groppo





Dalla Val Trebbia emerge il testone del Pradegna, appena conquistato



Scendiamo per una strettoia di roccia dove ci passiamo le bici e percorriamo il sentiero tra i boschi che ci condurrà alla prossima cima.
Purtroppo il terreno umido, devastato da orde di motociclisti senza scrupoli, ci impedisce di rimanere in sella. Continuiamo a scendere dalla bici per aggirare solchi paralleli nei quali s'insinua l'acqua e forma estesi acquitrini. Non sempre si riesce ad evitare il fango perchè anche i bordi dei sentieri e delle forestali sono ormai stati sfruttati dai mezzi a motore che violentano gran parte del nostro bellissimo territorio.
Imprecando con la bici a fianco o sollevata e i ganci dei pedali pieni di fango, raggiungiamo il Pan Perduto (999m), sul quale saliamo con la bici in spalla.





Piacevole elevarsi al di sopra del fango, mentre il Pradegna ancora ci saluta..





La prossima meta, è la Pietra di Corvo, o Pietra Corva (1078m), di origine vulcanica, che dà il nome anche al giardino botanico di Pietra Corva, nel comune di Romagnese in Oltrepò Pavese, situato nel Sito di importanza comunitaria Sassi Neri-Pietra Corva, sul versante orografico destro della Val Tidone, a 950 m di altitudine.
I tratti da percorrere sarebbero molto piacevoli nel fresco dei boschi, ma il terreno continua ad essere impedalabile e i nostri tempi si allungano.
I passaggi tra le rocce non sono agevoli. Solo Paolino si avvicina alla cima con la bici in spalla.



Ci affrettiamo a ritirare lo sguardo dagli orridi strapiombi a nord, mentre ci godiamo l'ultimo panorama sulla val Tidone imitando il "Corvo" che dà il nome alla Pietra.



Si scende!





I sentieri per raggiungere il passo della Crocetta sarebbero molto piacevoli e divertenti, ma la nostra pedalata è sempre discontinua e non finisco di maledire l'egoismo dei motociclisti che sono passati di lì.
Superato il passo riusciamo a risalire fino al caratteristico casottino di legno che segnala il rilievo del Monte Mosso, vecchia nostra meta per alcune discese molto tecniche. Si è fatto tardi e decidiamo di intraprendere solo una delle due discese previste: "la cazzuta". A parte due o tre passaggi veramente tosti, il trail è ancora percorribile e ci divertiamo non poco





Terminato anche l'ultimo divertente tratto di sentiero sassoso, sappiamo che ci aspetta una lunga salita per tornare sopra Centomerli, dove abbiamo le auto. Riusciamo ad accorciare la via con qualche taglio, ma gli sterratoni di rientro sono infiniti e veramente impegnativi.
Dopo una sosta alla fontana copiosa di Levratti le salite proseguono e io mi faccio qualche tratto a piedi.
Qualche errore di traiettoria ci devasta ulteriormente e l'unico sollievo è il semplice Cà Ronco Trail che precede il breve asfalto del rientro.

Percorso vario e panoramico, ma non ripetibile per le strade troppo devastate dalle moto. Anche il rientro va alleggerito, ma ringrazio Paolino che progetta sempre nuove esplorazioni.
Dati: km 33,400, dsl 1640m
 

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Classifica giornaliera dislivello positivo