Punt ...non solo piacenza.......

miciolo

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TRAIL BRACCONIERI + FRANA + DINAVOLO (PC)



quando il meteo è variabile, come in questo week end lungo, non ce la sentiamo di rischiare con lunghe trasferte.
Preferiamo ripercorrere i sentieri "di casa" della bassa-media Val Trebbia svalicando nella vicina Val Nure.

Così con calma, sotto un cielo grigio, con Paolino ci troviamo nella piazza antistante la Chiesa a Rallio. Non seguiremo una traccia, qui non ce n'è bisogno.

Partiamo subito in direzione Casa Nuova o Ca' Donnino dove su un paio di rampe scaldiamo i "motori".



Raggiungiamo, sempre su comoda sterrata, l'abitato di Gattavera, l'Oratorio del Castellaro e l'abitato degli Ammaini

Single track infiniti, con alcune rampe impegnative, scorrono sotto le nostre ruote



Prima di arrivare al Monte Barbieri breve ravanata per taglio del bosco con legna ovunque.

Arriviamo in Val Nure.



Su le protezioni e prendiamo il non evidente imbocco del trail Bracconieri.



Prestare attenzione perchè anche questo sentiero è interrotto nella sua prima parte per taglio del bosco; bisogna prendere una traccia alternativa poco evidente e soprattutto con un muro molto ripido.

Dopo esserci districati intercettiamo la sterrata che ci porta sull'altra discesa di giornata: il trail Frana



parco giochi nei Calanchi







Passiamo in prossimità del Castello di Spettine



perdendo ulteriore quota sull'ultimo tratto del trail Bracconieri

Ora non ci resta che risalire sino alla cima del Monte Denavolo.



Passiamo nei calanchi sopra a Casaleto



A Chiulano, dove facciamo tappa alla fontana e scambiamo due chiacchiere coi local



e finalmente siamo in cima



ora giù per la bella discesa prima in pineta,



poi su roccia







Rientriamo alle auto percorrendo un tratto di sentiero fatto anche all'andata, passando però per Case Camia.

Il Denavolo non delude mai!!!
 
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Ciao Claudio,
ero sul Denvolo anch'io domenica, prima o poi ci si incontrerà!
Al prossimo report! Sempre i numeri 1!!!
 
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MONTE PRACABAN E LAGHI DEL GORZENTE (AL)



ecco il fotoreport dell'escursione nel Parco Naturale Capanne di Marcarolo in provincia di Alessandria.

L'itinerario, che si trova facilmente in rete, non presenta numeri proibitivi (lunghezza km 46 per poco più di 1400 mt. di dislivello) ma per me è stato veramente impegnativo da un punto di vista fisico.

lo start è dal comodo parcheggio di Cirimilla dove subito paghiamo la non conoscenza di questi luoghi.
Partiamo comodamente alle 9:30 e dopo oltre 5 km e 200 mt di dislivello ci accorgiamo che stiamo seguendo la traccia dalla parte contraria!! Vabbè poco male, ritorniamo alle auto e iniziamo a risalire sul versante giusto. ....anche se a fine giro quei malefici 200 mt di dislivello fatti in più si faranno sentire eccome!!!!!

Dopo un brevissimo tratto in asfalto iniziamo una comoda sterrata con alcune ripide rampe dove guadagniamo quota verso il Monte Pracaban



per un lungo tratto siamo nel bosco



finchè la vegetazione sparisce e si aprono i panorami



si alternano tratti pedalati a tratti a spinta





e siamo sul Monte Pracaban a 946 mt di altezza, punto più alto dell'escursione



Ora inizia la bella discesa











Raggiungiamo l'asfalto che percorreremo sino ad intraprendere la strada forestale che punta nella vallata del Gorzente in direzione di Lago Bruno, bacino artificiale.

Inizialmente la strada sterrata è molto facile e rilassante ma poi i giochi cambiano ed il sentiero diventa alquanto impegnativo.
La sfida è cercare di stare in sella il più possibile tra sassi di tutte le dimensioni con una pendenza praticamente nulla



Arriviamo ad una galleria non illuminata ma breve



e dopo aver fatto rifornimento di acqua alla Casa della Direzione passiamo sull'altro versante su comoda sterrata vista Lago.



la sterrata continua sempre in piano in un bellissimo ambiente



per poi diventare sentiero





Alcuni tratti sono in erba e questo vuol dire presenza assicurata di zecche!!



Scendiamo nel torrente Gorzente e dopo un facile guado riprendiamo il sentiero che, sul lato opposto, costeggia il corso d'acqua

anche in questo tratto si alternano momenti dove il sentiero è su terra a momenti dove invece la roccia la fa da padrone







Una volta ritrovato l'asfalto dobbiamo risalire e qui vado in una crisi fotonica. La pendenza non è proibitiva ma non ne ho proprio più!!

I miei compagni vanno come dei treni ed io invece mi trascino...

Mi ripiglio alla Cascina Fei con una mezza chiara del Birrificio artigianale di Genova Faber. La birra più buona del mondo!!!



A malincuore lasciamo la Cascina ma ora ci aspettano ancora una decina di km prevalentemente in discesa, tutti su una veloce e a tratti panoramica sterrata, per raggiungere la Località Cirimilla dove abbiamo lasciato le auto.



Itinerario che potrà essere apprezzato da tutti quei MTBiker che hanno l'escursionismo come primo obiettivo. Dal Monte Pracaban la vista è fotonica e nella Vallata del Gorzente si passa in luoghi veramente selvaggi.
Non consigliato ai downhiller in quanto non ci sono discese degne di nota e neanche agli amanti della pedalata rotonda in quanto i su e giù dalla bici sono parecchi.
 

windfed

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Bobbio (... ormai una bike area!)
S.Agostino DH


nei giorni scorsi ha viaggiato veloce la news di questo nuovo nuovo trail ...che ha anche una derivazione "panorama".
Facile trovarlo (non mi sono perso nemmeno io): si sale alla chiesa, si continua verso l'angelone, quasi 1km dopo sulla sinistra c'è un'area picnic... da lì si sale ( un pezzo a piedi..) e si arriva alla partenza.
Oggi ci siamo incontrati con Grip e Riccardo... quest'ultimo alla prima uscita "in salita".
Le mie foto? sempre brutte... vi metto un video per capire l'effetto "panorama" del trail in vetta.

Vedi l'allegato 20230507_101750.mp4
In zona poi ... i trail sono ormai tantissimi, facili o impegnativi... consiglio a tutti di provarli!!
 

luca9913

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X me giro stupendo, grazie a tutti x la compagnia.
 

FrancescoF83

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Per "l'angelone" intendi la statua di santa Barbara?
 

miciolo

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ARTURO E SUPER RC BOBBIO (PC) - UMIDI

Dopo 2 week end di astensione forzata dalla mtb, ritorniamo in sella al fine di percorrere i sentieri sponda sinistra Trebbia in zona Bobbio.

L'idea è di salire prima su asfalto e poi sterrata, sentiero sino all'imbocco dell'Arturo, fare l'Arturo; risalire per San Cristoforo sino ad intercettare il Super RC, percorrerne la parte più bella e panoramica e chiudere con il trail della Chiesetta.

Va detto che le previsioni meteo non sono malvagie, qualche nube ma niente precipitazioni, al massimo qualche breve e locale piovasco al pomeriggio.

Con queste premesse ci troviamo al solito parcheggio di Bobbio con Alby e Paolino.

La salita, tra una chiacchiera e l'altra, passa via bene ed arriviamo nel bosco su un fondo reso leggermente umido dalle piogge dei giorni scorsi



Arriviamo all'inizio dell'Arturo, su le protezioni ed inizia il divertimento

la parte nel bosco presenta diversi rami caduti, i più "pericolosi" li abbiamo rimossi.

Fuori dal bosco il trail è perfetto:













Con un breve tratto a spinta e poi pedalato arriviamo alla strada che porta a San Cristoforo e successivamente alle Mogliazze da cui parte un sentiero che ci dovrebbe portare sulla seconda discesa di giornata il Super RC.

Riusciamo ad intravedere il sentiero in alto ma non ne troviamo l'imbocco, in quanto tutti gli accessi sono sbarrati da recinti o cancelli!!

...passiamo lo stesso, anche se non abbiamo capito se ci stiamo trovando in un'area privata o meno.
Cartelli di divieto non ce ne sono!!



Raggiungiamo il Super RC proprio nel punto voluto, breve sosta per foto e panino e siamo pronti x la discesa su uno dei sentieri che amiamo di più.



Intanto che consumiamo il nostro pranzo il meteo cambia e grossi goccioloni iniziano a scendere dal cielo.

Sarà la classica nuvola pensiamo noi ed iniziamo a scendere.

Il Super RC ora è parecchio rovinato, senz'altro dall'acqua; ma i canali nei tratti ripidi mi fanno pensare che anche i mezzi a motore abbiano contribuito. Ci sono poi massi ovunque.

Più scendiamo è più il trail ritorna ciclabile











Nel frattempo rimbombano tuoni sopra le nostre teste ed inizia a piovere come se non ci fosse un domani!! In brevissimo tempo il sentiero si trasforma in un canale d'acqua e rinunciamo saggiamente alla discesa della Chiesetta, già di per se complicata con l'asciutto.
Guadiamo il Carlone ormai bagnati fradici e scendiamo veloci con il solo scopo di arrivare alle auto per cambiarci con indumenti asciutti.

Arriviamo a Moglia e troviamo tutto asciutto. Che sfiga!! abbiamo preso l'unico temporale che c'era!!!

Vabbè non ci resta che cambiarci e rifocillarci !! Grazie Alby!!!

Una piccola considerazione: il Super RC è la testimonianza di quanto sia importante il lavoro dei trailbuiders,
ora che la massa si è spostata sul lato opposto della Valle, questo sentiero rimasto senza manutenzione, in una stagione si è rovinato e presenta dei tratti non più ciclabili con alcuni punti anche pericolosi.
Nel nostro piccolo possiamo dare una mano rimuovendo rami e sassi dal sentiero al fine di rendere agevole il passaggio di chi viene dopo.
Logico occorre fermarsi e perdere qualche minuto, non farete il KOM ma chi passerà dopo di voi vi ringrazierà!!!
 
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miciolo

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PERINO AM - VAL TREBBIA (PC)

Riprendiamo timidamente a pedalare con un itinerario non proprio indicato per chi non è allenato come noi, che siamo rimasti fermi per quasi un mese.

Paolino invece è maledettamente in palla, sulla bici vola; lui non si è fermato, anche alla sera accende le luci e va......

Vabbè ci aspetterà, anche perchè il giro che Paolino ha in mente è un giro completo dove l'andare in mtb si plasma con l'escursionismo, ....insomma si spinge!!!

Partiamo da Perino ed abbiamo tutto il tempo di scaldare la gamba percorrendo la bella sterrata che porta a Villanova



Passiamo nei pressi del Rifugio Maramotti e successivamente alla Cava d'amianto e le gambe sembrano rispondere bene



Sempre su tratti mangia e bevi raggiungiamo il fontanone di Aglio e qui sulla sterrata che sale il gioco si fa + duro; la forte pendenza ci obbliga a qualche tratto a spinta con Paolino invece sempre in sella.

Per salire ai Piani d'Aglio percorriamo uno scorbutico sentiero con qualche tratto pedalabile in un ambiente selvaggio







ed arriviamo ai Piani d'Aglio, luogo molto bello e tranquillo



riceviamo anche una calda accoglienza







Continuiamo la nostra escursione lasciando il branco di cavalli alle nostre spalle



puntando verso il crinale





ci sono circa 200 mt di dislivello un po' impegnativi a salire



Ila è costretta a fermarsi più volte, crampi ai polpacci, ai flessori, alle dita dei piedi, ...ovunque!!

Raggiungiamo l'inizio del trail Green Caz dove recuperiamo un briciolo di forze.



Attenzione: se vi sedete come abbiamo fatto noi nella foto per mangiare e per godersi il panorama, ci sono buone possibilità che si possa tornare a casa accompagnati. Sia Ila che Paolino zecche, nonostante i repellenti!!

Il Green Caz è un po' inerbito, ma ampiamente percorribile



In origine dovevamo risalire sino dopo Gavi per percorrere i trail Materano e Om Rus ma i crampi di Ila ci consigliano saggiamente di puntare a valle sul bel sentiero della Costa Lunga



Non riusciamo a fare neanche il pistino DH dell'Armelio in quanto in direzione contraria alla nostra salgono moto che vanno come se fossero in prova speciale. Addirittura abbiamo trovato strade bloccate da nastri come se fossimo entrati in un circuito. Uno di questi alfa centauri si è anche stupito nel vederci, come se fossimo finiti nel bel mezzo di una gara.
...ho dei seri dubbi che sia legale tutto ciò e mi piacerebbe conoscere il parere di qualche forestale o ex forestale.

Il male minore per noi è andare nella stessa direzione delle moto che non danneggiano assolutamente ( vedi foto qui sotto)
...tanto poi, finiti gli allenamenti, passeranno senz'altro a risistemare il tutto



Usciamo dal circuito e finalmente arriviamo all'imbocco dell'ultima discesa di giornata: il Covid Trail



Gran bella traccia, ma attenzione se lo fate la prima volta, i primi tornanti presentano un passaggio impegnativo e c'è un salto che è roba per gente giovane





poi si addolcisce ed è veramente bello lasciare andare le bici



Comunque complimenti ai trail builder per l'immane lavoro fatto!!

Arriviamo a Perino contenti nonostante i cambi programma causa crampi e moto.

.....una buona birra sistema tutto!!
 
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FrancescoF83

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Lo scorso anno in zona Perino, da dove parte il covid trail e la forestale che porta a Boioli, li ho beccati anche io che giravano, ma in modo tranquillo, con in testa uno con tuta di una nota officina di moto da enduro nel famoso borgo vicino Piacenza. Onestamente per come giravano mi sembrava più un tour per sentieri.
Ovviamente alcune moto avevano le targhe coperte ed altri non l'avevano del tutto.
 
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MONTI CROCIGLIA E CAREVOLO (PC)

il titolo del report è forviante in quanto lo scopo di questa escursione è andare a percorrere la bella discesa che dal crinale Crociglia Carevolo scende a Cattaragna in Val d'Aveto.
Abbiamo cercato in lungo e in largo una soluzione per salire sul crinale dalla Val d'Aveto; partendo come abbiamo fatto altre volte da Salsominore, ma lo scotto da pagare in termine di bitume sarebbe stato molto elevato: circa 20 km sulla pericolosa SS della Val d'Aveto e sulla successiva risalita di Torrio dove rischi la pelle ad ogni curva con chi, con una moto sotto il culo, pensa di essere in una gara di motogp.

Con queste premesse abbandoniamo l'idea Val d'Aveto, per risalire sull'altro versante in Val Nure.

Partiamo alle 9 dal paesino di Gambaro dove, dopo neanche due km di bitume arriviamo a Colla e siamo pronti per la risalita su traccia CAI che, con dure rampe iniziali, ci porta al Rifugio GAEP "Vincenzo Stoto"

I primi 250 mt di dislivello sono veramente tosti e per i non allenati o gli anziani come noi sarà tutto a spinta



poi migliora



Al Rifugio rivediamo per un breve tratto il bitume sino a Passo Crociglia dove iniziamo a percorrere la panoramica traccia CAI

alle mie spalle la Ciapa Liscia



passiamo in prossimità del Monte Crociglia, dove con una veloce deviazione raggiungiamo la sommità a 1578 mt





gli ampi spazi aperti attorno a noi ci fanno ben presto dimenticare le fatiche fatte





all'aperto è tutto ok mentre in alcuni tratti nel bosco troviamo "sabbie mobili" che ci obbligano a brevi tratti a piedi



Arriviamo al punto ristoro della Fontana Benedetta finalmente trovata con una bella portata d'acqua freschissima



Ora una breve spallatina per salire sulla sommità del Monte Carevolo a mt 1552 da cui si gode di belle vedute della Val Nure da un lato e della Val d'Aveto dall'altro





l'ultimo tratto è pedalabile sino alla croce di vetta





Ritorniamo sui nostri passi per un breve tratto







sino ad intercettare il sentiero che scende a Cattaragna in Val d'Aveto.

Questo sentiero è un sentiero "effimero", per la maggior parte dell'anno è invaso dalla vegetazione tranne che in questo periodo dove i volontari lo rendono percorribile per permettere il passaggio agli "atleti" che percorrono la bella Marcia di Cattaragna.
...e questo è il periodo della Marcia!!!

Qualche breve rilancio sul Monte Rocchetta da dove si gode di una splendida vista sulla sottostante Val d'Aveto, sino al lago formato dalla diga di Boschi





inizialmente il trail è molto flow per poi incattivirsi perdendo quota, ci sono diversi tornantini anche su gradoni non semplici



l'ambiente è selvaggio e non troverete anima viva



Cattaragna in vista!!





Breve trasferimento ai Curletti ed entriamo nel paranormale...

Siamo in Val d'Aveto e dobbiamo ritornare sul crinale per ridiscendere in Val Nure, scegliamo la via più diretta, 250 mt di dislivello di spintage feroce su una sterrata con pendenze demenziali. Stravolto riesco ad arrivare sull'agognato CAI 001 di cresta dove ritrovo le ultime energie.

Ora dobbiamo scendere a Caserarso e Ila si ricorda di una deviazione che ci farà evitare l'asfalto del Passo del Mercatello.
Deviazione poco battuta, un pò sporca ma perfettamente percorribile.

Incontriamo anche un piccolo gruppo di cavalli dal pelo nero lucido



Arriviamo a Caserarso e successivamente a Casaldonato, dove ci aspettano gli ultimi rilanci di giornata che prosciugano le mie ultime energie.
Alle 17 passate arriviamo alle auto a Gambaro; distrutti ma vivi!!

Questa escursione, così come l'abbiamo fatta noi, non presenta all'apparenza numeri proibitivi: km 38 per D+ 1600 mt.
Bisogna tener presente però che circa la metà del dislivello è con bici a spinta (almeno per noi).
 

miciolo

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VAL CAMPELLE (TN)

Prima breve escursione zona Valsugana Lagorai alla scoperta della selvaggia Val Campelle.

Il nostro primo giro sarà molto breve per due motivi: il primo perchè non siamo assolutamente allenati ed il secondo per il meteo; a tratti piove e le cime che ci interessano sono sempre coperte dalle nubi.

Così approfittando di una breve finestra di bel tempo iniziamo a prendere confidenza con il territorio e da quello che si capisce è che, finchè segui itinerari già collaudati è tutto ok, se si improvvisa c'è da mettere sempre in preventivo delle belle ravanate.
Il motivo di tutto ciò è per la conformazione del territorio e per le conseguenze della tempesta Vaia che ha distrutto intere abetaie e diversi trail/strade sono ancora impercorribili per i lavori forestali di ripristino.

Iniziamo a pedalare su asfalto transitando davanti al Rifugio Carlettini. L'asfalto dura sino al Ponte Conseria dove inizia una comoda sterrata che ci fa guadagnare quota







Appena passato il Rifugio Malga Conseria iniziamo il bel single trail delle Aie



Inizialmente il trail è molto semplice







con qualche breve tratto un filo più tecnico



relax



su sentiero curatissimo



sino al Ponte Caldenave



Pur essendo in Trentino, qui non ci sono sentieri vietati ed il rapporto con gli escursionisti ed i locali è ottimo.

Incontriamo diversi gruppi di escursionisti con cui scambiamo volentieri 4 chiacchiere





Nel frattempo il meteo è cambiato ed iniziamo a sentire qualche goccia. Decidiamo di abbandonare la traccia che stiamo seguendo che perlopiù è su strada forestale per intraprendere un ripido sentiero che ci obbligherà a qualche tratto a piedi causa sassi e radici scivolose.

Arriviamo asciutti a destinazione e come da previsioni ora il cielo è completamente coperto.

Speriamo di riuscire ad andare domani!!!
 
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marco del lest

Tutto fuorché il bitume
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Val Nure
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Specyalizzed fat boy
Tre giorni in giro solitario per le Orobie:
Val Belviso, Valle del Sellero, Valle di Campovecchio. Giro divertente con un bel po' di bici spallata ( passo del Sellerino e passo del Sellero) ma ne valeva la pena. Unico problema le ustioni alle gambe.
 

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LAGORAI - FORCELLE MAGNA E BUSE TODESCHE (TN)



ecco il fotoreport del primo giro serio (almeno per noi) di cicloalpinismo nei Lagorai e più precisamente nel Gruppo di Cima d'Asta.

La partenza è dal nostro alloggio in Val Campelle appena sotto al Rifugio Carlettini ed una cosa che apprezziamo subito è come il terreno sia drenante dopo una notte di piogge intense.

Percorriamo tranquilli i 700 mt di dislivello su comoda forestale per arrivare al Passo Cinque Croci a 2018 mt



Dal Passo parte il sentiero in direzione Forcella Magna



tra macchie di rododendri in fiore al cospetto di Cima d'Asta si pedala con piacere



Passiamo in prossimità di un piccolo laghetto



Ma ben presto i tratti in cui si può pedalare si alternano con i tratti a spinta e a spalla.







l'ambiente è spettacolare, non c'è nessuno





pausa di riflessione ad ammirare Cima d'Asta ed intanto recupero un po' di forze



alterniamo sempre tratti pedalati a tratti spallati, va detto però che non è un portage di quelli mortali





ormai siamo a Forcella Magna





Dalla Forcella, dopo un breve tratto spallato, il sentiero ritorna pedalabile





tra vecchie postazioni militari oltrepassiamo il bel laghetto di Forcella Magna





dal laghetto la percentuale di ciclabilità diminuisce ulteriormente, troviamo alcuni strappi e molti traversi in piano dove non riusciamo a pedalare per il fondo accidentato



prestare sempre attenzione ai tratti esposti



pedaliamo su quel che resta di vecchie tracce militari della Prima Guerra Mondiale











Arriviamo alla Forcella delle Buse Todesche





Da qui in poi è discesa dove si alternano tratti dove riusciamo a scendere (vedi foto) a tratti dove il nostro istinto di conservazione da sessantenni prende il sopravvento (non ci sono foto)







Arriviamo al Cocuzzolo dei Morti dove troviamo un piccolo cimitero dove sono sepolti 5 soldati, 3 Alpini italiani e 2 austro/ungheresi.





Arriviamo sino alla Malga Conseria da dove parte un tecnico e divertente sentiero che ci riporta a valle



Nel complesso un gran bel giro di cicloalpinismo in un ambiente ancora selvaggio e non ancora raggiunto dal turismo di massa. Fortunatamente non ci sono impianti e chi vuole raggiungere questi posti un briciolo di fatica deve farla.

I numeri di questo itinerario non sono proibitivi: km 25 per poco più di 1300 mt di dislivello; pochi ma intensi!!!
 

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LAGORAI - FORCELLE DI VALSORDA E DI MONTALON (TN)



seconda escursione nei Lagorai con meta Forcella di Valsorda e poi si va ad intuito.

Lo start è come sempre dalla Val Campelle a Cenon di Sotto dove su solita traccia raggiungiamo il Passo 5 Croci.

Stavolta scendiamo sempre su comoda sterrata con belle vedute sui Lagorai sino a Malga Cion.



Dalla Malga brevi tratti di bici a spinta e ritorniamo presto in sella in direzione Passo Cion







Dal Passo Cion il sentiero verso Forcella di Valsorda inizia nel modo giusto ma sappiamo che ben presto cambierà



e per restare in tema....





Passiamo anche nelle vicinanze dei Laghi Rocco o Buse Basse





Un ultimo sforzo e siamo alla Forcella di Valsorda





Sull'altro versante della Forcella parte una mulattiera di stampo militare, la percorriamo sino al sottostante Lago delle Stellune



Breve sosta panino e ritorniamo sui nostri passi per prendere il sentiero con indicazione Forcella di Montalon

il sentiero è un delirio di massi di tutte le dimensioni ed entriamo nel ciclodisagio











qualcosa si pedala anche ma è veramente troppo poco



finalmente usciamo dagli sfasciumi





e anche la Forcella di Montalon è raggiunta



appena sotto anche l'omonimo lago





si riesce a pedalare nei pascoli





finche il sentiero diventa veramente tosto e per lunghi tratti non è ciclabile.

Arriviamo alla Malga Montalon e le nostre speranze di trovare un trail divertente ben presto scemano, dobbiamo scendere su un sentiero dove massi e radici ma soprattutto zone umide la fanno da padrone e lo stare in sella, se non per qualche breve tratto, è impossibile



Arriviamo finalmente ad una forestale di recente costruzione utilizzata per portare la legna a valle nel dopo Vaja e ritorniamo alla base.

Giro dai due volti; molto bello da un punto di vista paesaggistico e storico, molto deludente da un punto di vista ciclistico.

Meglio farlo a piedi!!

Per questo motivo non carico la traccia!!! Se proprio la volete dovete starmi parecchio sulle p.!!!
 

windfed

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Trek Rail 9.9 & BMC RoadMachine02
Meltina (BZ)
Purtroppo ho potuto dedicare solo una microuscita a questa zona, che offre i sentieri bolzanini pettinatissimi e ottimi panorami a quote relativamente basse.
Un giro facile, con capatina agli "omini" che si raggiungono dopo un pratone da ebike... o da gambe allenate x mtb.

Vedi l'allegato 20230709_111741.mp4
 

miciolo

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LAGORAI DA CIMA PRIMALUNA AL PRONTO SOCCORSO



Altro fotoreport di un'escursione nei Lagorai ahimè non finita bene.

Bello barzotto parto con la fidata Ila dal solito Cenon di Sotto in Val Campelle su asfalto che ben presto finirà in direzione Malga Cenon di Sopra. Percorriamo una bucolica sterrata che si trasforma in uno dei pochi sentieri flow presenti nei Lagorai.

Sempre in sella arriviamo al Rifugio Caldenave



che oltrepassiamo in direzione della bella piana dove un torrentello scende con le sue acque limpide







Finita la piana ora sappiamo che ci aspettano circa 500 mt di bici in spalla per raggiungere Forcella Ravetta, nonostante tutti gli escursionisti incontrati abbiano tentato di dissuaderci dal farlo.

il primo tratto è abbastanza pesante, il sentiero sale immerso nella vegetazione bassa ed a volte passare con la bici in spalla è un problema.

Finalmente usciamo allo scoperto e questo è il sorriso di Ila, perfettamente a suo agio con i suoi scarponi da Super Pippo



questo tratto intermedio non è difficile



basta fermarsi ogni tanto a riprendere fiato
(dietro a Ila si intravede nella prox foto la nostra Forcella)



comunque il dislivello c'è e prima o poi bisogna salire



riusciamo a tirare ancora il fiato su una splendida piana dove diamo anche due colpi di pedale



ora resta l'ultimo tratto ma ormai la fatica manco la sentiamo talmente siamo presi da quello che ci appare ai nostri occhi





Forcella Ravetta raggiunta e non è stata poi così dura come dicevano tutte le persone incontrate!!!



e allora, visto che ne abbiamo ancora, prendiamo un bel traverso in direzione di diversi laghetti che vediamo sul versante opposto







il sentiero non arriva direttamente ai Laghi ma fa un ampio giro scollinando anche su un Passo o una Forcella e ....sarà per un'altra volta!!!

Ritorniamo alla Forcella Ravetta e anzichè seguire la traccia decidiamo di alzarci sulle creste







ed ecco il primo volo, mi parte l'anteriore e rimpiango le protezioni dimenticate a Piacenza.
Fortunatamente è solo una sbucciatura



Si continua alternando tratti di portage a tratti pedalati




i resti dei baraccamenti della Prima Guerra sono ancora evidenti



Arriviamo sui piani erbosi di Cima Primaluna





Arriviamo finalmente alla discesa sul Bivacco Argentino con la Valsugana sotto di noi



Ila nel frattempo si prepara per la discesa, ginocchiere, casco integrale e soprattutto parastinchi da calciatore

sino al Bivacco Argentino è una di quelle discese in erba e scavate che odio proprio e che facciamo a piedi.



Finalmente ora inizia la discesa vera su un largo sentiero impestato di sassi di tutte le dimensioni







Ad un certo punto della discesa qualcosa blocca il pedale destro, non cado ma un sasso affilato come un bisturi mi taglia sulla tibia per una quindicina di cm. Il taglio è profondo ed i lembi della ferita distanti, di sangue fortunatamente ne esce poco.
Nel frattempo arriva infermier Ila che, dopo un attimo di smarrimento, passa all'azione e mi incerotta la gamba.

I primi metri sono frastornato, preferisco scendere a piedi alternando brevi tratti in sella dove il sentiero lo permette. E' un sentiero difficile, è un continuo alzare la bici per superare ostacoli.

Come un automa arrivo all'alloggio a Cenon di Sotto e Ila non mi fa neanche entrare in casa.
Si va di filata al più vicino Pronto Soccorso di Borgo Valsugana.

Qui vengo preso in carico subito e dopo appena un'ora sono già fuori con ferita medicata e ricucita, vaccinazione antitetanica ed immunoglobuline fatte. Dei veri professionisti !!!



Qualche considerazione finale:
se avessi avuto i parastinchi come Ila non mi sarebbe successo nulla
con lo sport che facciamo siamo sempre a rischio di ferirci ed il tetano non è scomparso

Un grazie inoltre al Personale del Pronto Soccorso di Borgo Valsugana che si è dimostrato efficiente e competente.
Un grosso grazie alla soccorritrice Ila che non si è lasciata impressionare dal taglio e mi ha permesso, con la sua medicazione, di raggiungere la civilità a valle.
 

marco del lest

Tutto fuorché il bitume
3/2/19
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Val Nure
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Specyalizzed fat boy
In bocca al lupo e tanti auguri di pronta guarigione. Che ci piaccia o no qualche infortunio in questo sport è da mettere in conto ed io non sono certo la persona adatta a darvi buoni consigli sulla prevenzione, visto che giro sempre da solo.... però lasciare i para stinchi a casa è il miglior modo per non rovinarli....
 

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