Mi rifaccio al post di apertura, non avendo modo di leggere settanta e piu' pagine di commenti che saranno pur interessanti ma per i quali necessita piu' tempo di quanto disponga ora.
Potrei -e' vero- rispondere dopo essermi preso il tempo per leggerli, tuttavia le parole che hanno dato avvio a questa discussione mi hanno comunicato l'urgenza di scrivere, da una parte per condividere e apprezzare quanto ho letto, dall'altra per aggiungere il mio piccolo contributo.
In montagna sono andato spesso in passato, a piedi per sentieri, a volte per arrampicare, altre per salire su qualche cima. In estate era bello partire con la tenda nello
zaino e star via piu' giorni con la mia compagna e il cane.
Era tutto molto bello: la natura, la solitudine, il silenzio, eppure.
Eppure quando tornavo a casa la sera, specie dopo una gita di un solo giorno, mi rendevo conto che avevo quasi passato piu' tempo in macchina, sulla strada, di quanto ne avessi passato in montagna.
Mi rendevo conto che per andare a godere di quei panorami, di quell'aria, di quei silenzi inevitabilmente contribuivo a deteriorarli, a degradarli pur con le migliori intenzioni, pur con tutto il rispetto.
E le ore passate in macchina mi pesavano, la giornata si dimezzava. Da un certo punto in poi la contraddizione s'e' fatta troppo forte, troppo insopportabile, e in montagna non ci sono piu' andato.
La bici e' arrivata cosi': prima come antidoto all'auto quotidiana per recarmi al lavoro, poi come mezzo per scoprire, apprezzare e finalmente amare il territorio che mi circonda, che e' un territorio di pianura, di canali, di campi e, si', a saperli trovare anche di solitudini, di silenzi, di spazi aperti.
Non serve una gran bici per fare questo, e infatti io e la mia compagna abbiamo bici che costano poco ma che curo in tutto e per tutto, imparando quando necessario a far lavori che non sono il mio. Ma queste bici, con un portapacchi e un paio di borse caricate dietro, sono assai piu' di un po' d'alluminio, di plastica e di gomma: sono il mezzo che ci ha fatto scoprire che e' possibile uscire di casa ed essere gia' in gita, senza bisogno di andare a inquinare, a deteriorare, a stuprare silenzi e paesaggi. E, se proprio vogliamo andare piu' lontano, basta caricarle su un treno e partire.
Bici robuste dicevo, buone per lo sterrato di campagna ma con gomme che vadano bene anche per l'asfalto, che siano comode da portare e che reggano il peso delle borse. Mountain bike a vederle, ma molto di piu' per chi ne abbia fatto strumento per essere magari non del tutto, ma finalmente piu' rispettosi, meno invasivi.
Sicuramente, piu' liberi.