Non chiamatemi fratello, non sono della tribù

net-surfer

Biker novus
27/3/11
21
0
0
Brescia
Visita sito
mah,
caro net-surfer...

mi fa incazzare soprattutto l'atteggiamento spocchioso che quelli che come te "sono disposti a prendere cartelle" tengono pensando che l'XC (o le altre discipline pedalate) siano una roba da 'frocetti' in tutina, al contrario dei vostri griffatissimi e vistosi elastici da mutanda D&G che quelli sì son da veri machos.

Tu credi che chi fa, chessò XC o All-mountain non abbia mai preso cartelle? o che non sia disposto a prenderne? tu credi che chi sale con le proprie forze si accontenti di faticare e non cerchi mai una crescita tecnica?

Non pensi che forse la nostra adrenalina possa risiedere nel tentare una discesa (o una salita) di cui, ciclisticamente,sciisticamente o alpinisticamente non si sa un tubo?
Pensi mica anche per caso che tutti i sentieri naturali siano belli ampi e spianati come quelli di un bike park?

Tu, mi sembra, ami la montagna come tutti quelli che preferiscono amarla con la sicurezza di un fuoristrada o di un seggiolino da seggiovia sotto il culo...si va 'into the wild' ma omettendo però di inquadrare tutta la civiltà che sta nel controcampo delle vostre inquadrature senza la quale la sensazione di 'smarrimento' vi farebbe vacillare di molto spocchia e coraggio.

Io amo la montagna come chi, andandoci, ha preso mille e mille bastonate morali e fisiche.
Come chi sa che non è il "fare un giro" l'obiettivo ma bensì raccogliere quel tesoro di colori, sensazioni, profumi,e stati d'animo che l'allontanarsi, per quanto possibile, dalle sovrastrutture consumistiche intese in termini di pago=pretendo, ci sa regalare. Tutto ciò inteso nel senso di riportarci ad una condizione di aperto confronto con ciò che di primordiale e ignoto è rimasto sul mondo e dentro di noi.

Le nostre filosofie sono differenti, quella che io credo migliore porta su poca gente consapevole e non lascia di certo credere che i monti siano solo un 'terreno di gioco' come un altro.
Non è così e fare qualsiasi sport in montagna non dovrebbe significare solo crogiolarsi nella propria soddisfazione personale dovuta alla chiusura di un trick riuscito per bene.
Dovrebbe piuttosto consentirci di comprendere lo spirito di un mondo che si sta perdendo e capire che non è la Natura ad essere il nostro teatro ma il nostro atteggiamento a consentire o meno che altri ne possano apprezzare i residui e risibili spazi che l'antropizzazione le lascia.

Leggevo in un altro thread la storia di un biker 'eroico' che a momenti fa cadere in un dirupo un bambino per fare il tempo su un sentiero naturale...

Ritengo un abominio non certo la crescita tecnica individuale, ma la regressione umana che talvolta la crescita tecnica comporta.

Crescete tecnicamente perchè è un dovere migliorare, ma è anche altrettando utile migliorarsi nel senso di diventare persone migliori umanamente... e ciò, per me riesce a significare soltanto rispetto, basso impatto,basso profilo, sudore e fatica.

Sto colmando la mia lacuna e leggendo tutto il topic, ho risp. di istinto, forse dovevo aspettare, in realtà la mia idea non sta cambiando più di tanto.

Il mio intento era quello di mettere in evidenza la bellezza e le degenerazioni di entrambe le discipline per far capire il fatto che hanno pari valore e sono solo diverse, non migliori o peggiori, come va vissuta la montagna non lo decidi tu, o io, si può vivere come si vuole con pari dignità purchè non si rompa le b...e agli altri.

Io nel mondo della mtb ci sono appena entrato (mi dirai allora cosa ne sai?) :specc: forse poco, ma a volte il non far parte di un mondo ti permette di guardarlo con più oggettività, per me uno che pedala 9 ore e si informa sulla storia dei ruderi o uno che gira backflip da un drop hanno pari dignità, ognuno si sta divertendo e sono felice per lui, perchè tu devi provare fastidio e tristezza per chi vive la montagna in modo diverso dal tuo? Hai tu il diritto di decidere come va vissuta? (sempre premesso che non si rompa le b...e agli altri, chiaro che se uno è pericoloso per gli altri sarebbe meglio che se ne stia a casa).

Quindi per come la vedo io le cose stanno così:

caso a: Tu ritieni che i "parkettari" abbiano la stessa dignità di chi vive la bici come te, allora sono d'accordo con te e ho frainteso il tuo report

caso b: Tu ritieni che il modo giusto di vivere la montagna sia quello con cui la vivi tu, e chi lo fa in modo diverso è triste o ti da fastidio, anche se non va a ledere la tua libertà di viverla a modo tuo, in questo caso ritengo che tu sia un po' egocentrico e xenofobo, e anche se non so molto del settore ho una brutta notizia per te: la tua "categoria" è più commeriale di quella dei downhiller, anche se pensi che sia il contrario.

Poi per favore concentrati su quello che scrivo e non su chi e come sono, visto che nn mi conosci e quindi per forza di cose non lo sai, le frasi del tipo "tu sei uno di quelli che" penso che nn piacciano a nessuno, se vuoi ti faccio un sunto della mia vita e poi ne discutiamo, ma penso che non glie ne freghi a nessuno della mia vita no? :D

Ah... non sono mai stato in un bike park. :cucù:
 

mattebon

Biker tremendus
12/12/07
1.316
2
0
Mapellum (BG)
Visita sito
Amico Ciuc (a volte "biker" mi va in secondo piano, non so perchè... anche io ho le mioe priortà, suppongo),
Tu parli di cose che, per come la vedo io, sono per pochi. Ma proprio pochi.
Cose che hanno a che vedere col silenzio, e molto più con la lentezza che con la velocità.
E son cose che la gente fondamentalmente non capisce.
La "gente" vuol dire la maggior parte delle persone.
Ora, rispetto a questo, io francamente non so dire se quello giusto sono io o sono gli altri.
Io, per come sono, sono sicuramente un buon amico della montagna, ma quando scendo a valle mi trovo spesso un pò... fuori luogo. Nei luoghi che tutti frequentano abitualmente io sembro davvero forestiero, sgraziato, non capisco il perchè, il come, proprio non mi entra. Ho un lavoro balordo, e in parte la mia vita è balorda, incasinata, scorre sui margini, non al centro, faccio una fatica cane a fare cose che per gli altri (tutti o quasi) sono scontate, banali, ovvie, acquisite.
In compenso in determinati frangenti vengo preso per io top del massimo del meglio possibile, ovvero quando si superano i 2000 metri di quota, quando nessuno sa più orientarsi (mi chiamano "bon bon go", essendo che di cognome faccio Bonomi), se succede qualunque casino un minimo grave, o da panico, in cui c'è da stare calmi e lucidi.
Mah. A me sembra normale quello che faccio sopra i 2000 metri. Trovo invece folle tutta sta gente che si tiene gli scontrini e poi li deduce dalle tasse, ma come fate? Prendete delle droghe?
Invece mi rispondono (tutti) che il pazzo sono io, sia quando non capisco cosa dovrei fare di questo cud, sia quando sostengo che per capire la montagna devi provare, almeno una volta, a dormirci, proprio come un animale. Io ho capito (molte cose), i pochi amici temerari che mi hanno seguito nel bosco mi hanno tutti mandato a cag... e ora giro da solo.

Sai che ti dico, Ciuc?
Ben venga. Io ci sto benissimo, da solo sopra i 2000.
E per fortuna che ci sono i BP che radunano praticamente tutto il (rispettabilissimo) resto dell'umanità, siano riders o merenderos... che altrimenti ci inciamperei dentro in continuazione nelle mie esplorazioni, e allora si che divento una bestia...

L'unico problema è quando viene la stagione dell'accoppiamento, che mi tocca scendere a valle e vestirmi da checca e recarmi a questi happyhour, che proprio non capisco cosa c'entri "happy" dato che son sempre quasi tutti incaxxati come le iene, pure le pulzelle... mah.

M.
 

giobìgiobà

Biker superioris
...mah...io ho trovato nel Ciuc (sdogànaci questo diminutivo, ormai è d'uso comune...) una sua onestà intellettuale. dico la verità, pur seguendo questo topic da quando è nato non mi sono andato a rileggere le parole del post iniziale, ciò nonostante mi pare di ricordare delle frasi decise ma tutto sommato rispettose delle idee altrui. questo non significa non-esprimere-le-proprie-opinioni, semplicemente vuol dire sostenere un'idea che si ritiene giusta. personalmente mi sento piuttosto vicino a quel modo di interpretare la montagna o, più in generale, il "wild" (un po' quello del film Into the wild): anche io penso che sia troppo alla portata di tutti (leggi: alla portata anche di chi non gli garantisce alcun rispetto). le parole di Net-surfer, invece, vuoi per la lettura forse veloce e superficiale, del post, vuoi per non aver scorso tutto il topic, mi sembravano un po' più "buttate lì" (scusami Net, magari mi sbaglio, è un'impressione che ho avuto anche alla seconda lettura e quindi la metto lì senza offesa), qualcosa del tipo "ognuno è libero di fare qualunque cosa", punto e fine, questa è libertà: evviva l'autodeterminazione e la libertà sempre e comunque. papparapà. trovo che TUTTI debbano poter fare (posti i limiti del rispetto per gli altri, in senso lato) ciò che più gli piace, dall'alpinismo al trekking, dalla mtb di fondovalle al freeride più estremo; ma OGGETTIVAMENTE determinati comportamenti sono lesivi della libertà altrui di fruire di beni che, tra l'altro, non sono di PROPRIETA' DI ALCUNO. questo è quello che, mi pare, stia alla radice delle parole con cui il 'Ciuc si dichiara non facente parte della tribù. non si può negare che una certa mentalità e l'approccio sfruttatorio che ne consegue fà spesso di troppi luoghi selvaggiamente meravigliosi dei parchi divertimento dove poi ogni comportamento pare ammesso.
senza rancori nè offesa per nessuno...è una discussione, d'altra parte...
 

tettabeta

Biker dantescus
5/9/03
4.944
21
0
60
Oleggio
Visita sito
1) La colpa e' di Alberto Sordi. Ci ha messo in testa che il pressapochismo, la grettezza, l'autocompiacimento stile ammerigano pagano sempre. Quindi ci troviamo davanti a gente che prende il quad per andare a fare il picnic in quota, portandosi dietro lo stereo, oppure vende la biga perche' quest'anno i colori di moda sono diversi dai suoi.

2) NON e' faccenda di XC o AM o (!) FRIRRAID o DH o ENDURO o (!!) ciclismo eclettico.
Qui si discute di omologazione, fare una cosa perche' la vuoi tu, e non l'ufficio marketing di turno.

3) La soluzione e': meno televisione. Oppure : piu' televisione di qualita', che non saturi le menti di minchiate inutili e con zero accrescimento culturale.

4) omissis, gatzo, omissis.

5) Andare in montagna (o in posti lontani dalla massa vociante) e' un mezzo come un altro per ristabilire le priorita' ed ascoltarsi.

6) Quando vado in un bikepark mi comporto un po' come andare al cinema: mi diverto in compagnia seguendo la traccia ideata dal regista di turno. Solo che al cinema non sudo :-)

7) Andare in montagna (o in posti lontani dalla massa vociante) lo puoi fare in tanti modi. Ma di solito lo fai nel modo sbagliato, se arrivi senza mal di gambe.
Cio non toglie che in alcuni posti sia lecito arrivare in cima con le ascelle secche.

8) omissis

9) omissis

10) Puo' darsi che si tratti solo di gretto misoginnismo (si, con due enne): ben venga. Meglio accompagnarsi a pochi masochisti consapevoli e perfino sereni, che far parte di un gregge di allegri lobotomizzati inconsapevoli e griffati.

Gnap
(o )Beta
 

motobimbo

Biker nirvanensus
30/9/08
28.901
1.891
0
Cimino
Visita sito
Bike
reputazioni ricevute vecchio forum: 11.988
in ogni caso bisogna considerare che c'è anche gente che ha fatto il giro...per esempio: il visagista delle dive è truccatissssssimo!

e per citare le alate parole di colei che è la quint'essenza dell'inconsapevolezza consapevolizzata:"io non sono nel business...io sono il business". (non è commovente?)

quelli della Tyrell corporation si, che avevano un efficiente ufficio marketing, ma non hanno però fatto i conti con lo scoglionamento umano, anzi...quei cretini degli ingegneri lo hanno addirittura riprodotto!
Roba da matti...
 

bikerciuc

Biker infernalis
Il mio intento era quello di mettere in evidenza la bellezza e le degenerazioni di entrambe le discipline per far capire il fatto che hanno pari valore e sono solo diverse, non migliori o peggiori, come va vissuta la montagna non lo decidi tu, o io, si può vivere come si vuole con pari dignità purchè non si rompa le b...e agli altri.

la differenza è questa: cristallina e lampante.

dove passano quelli come me può andare il giorno dopo un altro e sentirsi da solo vedendo al massimo qualche traccia dei tasselli di chi lo ha preceduto nei punti dove il terreno è più morbido.

dove passa una seggiovia, una strada asfaltata, un bar ristorante...beh..credo di non doverlo nemmeno spiegare.

non puoi, ma guarda non puoi proprio, mettere sullo stesso piano le due cose, io, rileggiti tutto, non sono un ambientalista tout-court, penso che però, almeno in termini ricreativi, l'uomo possa permettersi di dimenticare per mezza giornata un motore, dell'energia diversa da quella del suo corpo, e il ricordo sonoro, materno e confortante, della sua amata civiltà.

io non giudico nessuno, ed in nessun posto, ho mai scritto che i baikpark andrebbero chiusi.

Io ho scritto che occorrerebbe pensare a creare una cultura del territorio e del rispetto anche in ambito di fruizione turistica economica, intesa come attività capace di produrre reddito in modo più sostenibile ed umano.
Il tutto con una diffusione capillare che disperda la gente in piccoli gruppi su un'ampio territorio e non che la concentri in pochi punti nodali con grande detrimento ambientale e paesaggistico e vantaggio economico puntuale e localizzato.

Conoscere la montagna è questo, non aver chiara la mappa dei bar di Sauze dove c'è più fica.

e perdona la franchezza.
 

net-surfer

Biker novus
27/3/11
21
0
0
Brescia
Visita sito
la differenza è questa: cristallina e lampante.

dove passano quelli come me può andare il giorno dopo un altro e sentirsi da solo vedendo al massimo qualche traccia dei tasselli di chi lo ha preceduto nei punti dove il terreno è più morbido.

dove passa una seggiovia, una strada asfaltata, un bar ristorante...beh..credo di non doverlo nemmeno spiegare.

non puoi, ma guarda non puoi proprio, mettere sullo stesso piano le due cose, io, rileggiti tutto, non sono un ambientalista tout-court, penso che però, almeno in termini ricreativi, l'uomo possa permettersi di dimenticare per mezza giornata un motore, dell'energia diversa da quella del suo corpo, e il ricordo sonoro, materno e confortante, della sua amata civiltà.

io non giudico nessuno, ed in nessun posto, ho mai scritto che i baikpark andrebbero chiusi.

Io ho scritto che occorrerebbe pensare a creare una cultura del territorio e del rispetto anche in ambito di fruizione turistica economica, intesa come attività capace di produrre reddito in modo più sostenibile ed umano.
Il tutto con una diffusione capillare che disperda la gente in piccoli gruppi su un'ampio territorio e non che la concentri in pochi punti nodali con grande detrimento ambientale e paesaggistico e vantaggio economico puntuale e localizzato.

Conoscere la montagna è questo, non aver chiara la mappa dei bar di Sauze dove c'è più fica.

e perdona la franchezza.

Figurati ti ringrazio per la franchezza, ho capito cosa intendi, per certi versi condivido.

Rimane il fatto che è un principio che penso nessuno voglia applicare a tutto (niente strade, ponti, aerei, auto ecc..), si tratta di decidere dove applicarlo e dove non applicarlo, il limite non lo decidi tu o io, ma in teoria va stabilito in base alle esigenze di tutti, tu giustamente dici, se ho capito bene, si deve stare ben più attenti ad allargare il limite piuttosto che a restringerlo.
 

bikerciuc

Biker infernalis
Figurati ti ringrazio per la franchezza, ho capito cosa intendi, per certi versi condivido.

Rimane il fatto che è un principio che penso nessuno voglia applicare a tutto (niente strade, ponti, aerei, auto ecc..), si tratta di decidere dove applicarlo e dove non applicarlo, il limite non lo decidi tu o io, ma in teoria va stabilito in base alle esigenze di tutti, tu giustamente dici, se ho capito bene, si deve stare ben più attenti ad allargare il limite piuttosto che a restringerlo.

io dico che si deve iniziare ad educarci ed educare ad avere una maggior attenzione nel tutelare alcune realtà ancora 'relativamente' selvagge... tutela e fruizione non sono in contraddizione...
poi, io dico che in valsusa, ad esempio, basterebbero 1 o 2 bike park ben fatti e con molte possibilità piuttosto che molte 'piccole possibilità'.
C'è una sottile distinzione tra uso intensivo ed estensivo... non vorrei che per ottenere una ricaduta economica estensiva si cercasse di farlo con usi intensivi estesi.
 

mattebon

Biker tremendus
12/12/07
1.316
2
0
Mapellum (BG)
Visita sito
Porca trota salmonata,

te ne ho già date troppe di rep, ma quando ho letto questo:"Conoscere la montagna è questo, non aver chiara la mappa dei bar di Sauze dove c'è più fica."

Non ho saputo resistere.

Non vale.

M.
 

gpf

Biker serius
2/5/11
171
0
0
Marte
Visita sito
In realtà le persone che vanno in montagna sono sempre meno, aumentano solo i "turisti della domenica" che salgono con i suv fino al rifugio parcheggiano e fanno 20 m a piedi, aumentano i "dormitori" per chi lavora in valle e si fa la villa tra i boschi. Io sono uno che frequenta molto i sentieri di montagna ma anche di bassa collina e posso assicurare che il problema non è il numero di bici o persone a piedi nei sentieri e lo dico da passeggiatore. Il cancro è l'abbandono del territorio da chi prima lo manteneva e penso ad esempio ai contadini e ai volontari che tenevano puliti i sentieri. E' un abbandono nella cura dei muretti a secco, degli argini dei torrenti e dei bordi dei sentieri. La montagna e la bassa collina stanno venendo consumate, non dal numero, ma dalla non curanza e maleducazione della gente che passa senza rispetto o consapevolezza che su ogni sentiero c'era la mano di qualcuno su ogni prato o bosco. Passano e usano quei luoghi a loro piacere senza dare niente anzi lasciando anche i rifiuti o i fazzoletti gettati luingo il percorso. Vengono consumate dalla mancanza di "memoria ambientale". Piange il cuore il vedere posti stupendi che vengono ogni anno rovinati, per l'abbattimento selvaggio del bosco da parte di grossi proprietari terrieri o da nuove cave o nuovi complessi residenziali e dove il suolo non viene consumato, l'abbandono la fa da padrone.
Quanti di quelli che commentano qui si sono mai posti il problema della manutenzione dei posti che visitano? E' facile apprezzare ciò che cè, mantenerlo è il difficile.
 

tettabeta

Biker dantescus
5/9/03
4.944
21
0
60
Oleggio
Visita sito
Mah. Se la natura si riprende il controllo non ho niente in contrario. Muretti a secco, sentieri, alpeggi.... chiaro che quando vengono dismessi e nessuno li cura piu' stringe il cuore a pensare a quanta fatica sono costati.

Ma si stringe ancora di piu' a vedere l'ennesimo fallocefalo che porta su col suv la famigliola e scende lasciando copiose tracce non biodegradabili della sua discutibile presenza.

Morale: quando transito in zone disabitate in montagna colgo l'occasione per pensare rispettosamente a chi ha costruito e abitato.
Ma pensare che io debba metterci mano in quanto transitante... mi pare quantomeno discutibile.
Il rispetto e la cura di quel che si trova & percorre, quello non si discute.

Gnap
(o )Beta
 

bikerciuc

Biker infernalis
due considerazioni:

1) in territorio occitano era in vigore la consuetudine della rueido cioè una corveè volontaria di mutua solidarietà tra i popoli montani, tale usanza diffusa su tutto l'arco alpino ed anche in altri contesti rurali era alla base di un modello di società tradizionale che è stato 'sradicato' dal progresso economico, dall'emigrazione e dal mutare delle condizioni di vita dovute all'evolversi del modo di vivere.
E' sbagliato pensare che il contadino-montanaro-pastore o i suoi eredi debbano mantenere viva una tradizione di grande sacrificio come quella solo per conservare le vallate a livello di 'cartolina'.
Ed è sbagliato e fuorviante pensare che in una società burocratizzata come quella che ci siamo murati intorno io possa, da singolo cittadino o biker se preferite, andare a tirar su un muretto crollato o a tagliare una pianta di traverso in mezzo al sentiero...ci sono mille enti e mille ragioni che sconsigliano gli ingenui sostenitori della buona volontà dall'intraprendere simili azioni. Si sono modificate le basi sociali che garantivano l'autonomia etica di tali azioni ed ora alcuni controlli zelanti potrebbero causare molti problemi a chi venisse sorpreso armato di cazzuola o segaccio a metter mano a manufatti, alberi o altro se non dotado degli opportuni DPI;delle necessarie autorizzazioni, delle doverose ricevute di versamento di qualche strano balzello nonchè di un regolare certificato di regolarità contributiva e di un piano di sicurezza individuale.

2) Anche se il quadro economico delle nostre democrazie occidentali non scongiura affatto un eventuale ritorno ad una società di sussistenza basata sul 'mangio quel che produco e spero che la grandine non mi inculi'... è improbabile pensare alla restaurazione di una società tradizionale contadina fatta di mutua assistenza e corveè volontarie. La pastorizia e l'agricoltura montana del futuro saranno sempre più automatizzate per consentire a pochi di fare molto lavoro a differenza di quanto avveniva in passato dove molti servivano a fare tanto lavoro. Questo richiederà casomai piste forestrali e agro -silvo pastorali percorribili con mezzi motorizzati, piazzole per l'installazione di macchinari per la mungitura ed altre installazioni tecnologiche incompatibili con le vecchie mulattiere ed i vecchi sentieri.

Credo, sulla base di quanto esposto, che la vera scommessa del recupero delle tracce storiche, delle antiche mulattiere, dei sentieri e di tutti quei tracciati che fanno impazzire di gioia noi bikers sia quella di promuovere un turismo responsabile e rispettoso investendo di più (a livello di regioni,comuni e realtà economiche locali = alberghi,ristoranti,campeggi,etc) sulla conservazione e la tutela di quanto si ha già piuttosto che sulla creazione di nuovi bike parks...
Questo significherebbe posti di lavoro (manutenzione sentieri) e ritorno economico diffuso invece che puntuale....però quel che dico è UTOPIA e me ne accorgo prima ancora di aver finito di scriverlo in quanto per trovare turisti in grado di apprezzare una proposta simile occorrerebbe prima cambiare il punto di vista e l'approccio culturale che la nostra società e molte campagne di marketing hanno nei confronti dell'ambiente tendendo a inquadrarlo come 'terreno di gioco' e non come 'organismo vivente'.

salut
 
  • Mi piace
Reactions: cowboy76

sembola

Moderatur cartesiano
Membro dello Staff
Moderatur
27/2/03
50.759
9.167
0
57
Siena
www.sembola.it
Bike
una nera e l'altra pure
a "noi bikers"...

Mi pare un'affermazione un po' autoreferenziale e parecchio discutibile. Difficile generalizzare e dire categoricamente chi siano "i biker" e cosa vogliano, tanto più se si guarda ai numeri dei praticanti.

Poi non è scontato che quello che è desiderabile per sè stessi lo sia anche a livello collettivo, sia moralmente che giuridicamente. Ma è un discorso che porterebbe lontano.
 

gpf

Biker serius
2/5/11
171
0
0
Marte
Visita sito
Non avete capito bene il punto a cui volevo arrivare. Io non ho detto che ci si deve armare di vanga e andare a sistemare per conto proprio ogni sentiero che si percorre.

Per prima cosa si dovrebbe rispettare i posti senza creare eccessivi danni al proprio passaggio. Su questa frase sono sempre tutti concordi, ma come la interpreta ogni persona? La interpretano in modo corretto o nel modo più comodo?
Si deve abbandonare la mentalità del pago = faccio. Si deve partire dal presupposto del Rispetto, dalla consapevolezza che spesso i boschi o i prati che si percorrono con tutta probabilità sono sottoposti a diritto di passaggio, ma possono essere proprietà privata, o comunque pubblica e quindi di tutti. Non è detto che un posto o una strada aperta al passaggio di tutti sia pubblica e se anche lo fosse non è da trattare come di nessuno. Non solo non si deve gettare rifiuti non bio degradabili come sacchetti di immondizia in busta di plastica (basti pensare che qui da me viene la gente dal paese a buttarli apposta per non fare la raccolta differenziata). Ma nemmeno le bucce d'arancia o i fazzoletti di carta, che pur essendo biodegradabili - parola che reputo a doppio taglio - sporcano il sentiero o l'altura, così chi arriverà dopo il classico maiale (che fa fatica a riportarsi dietro quello con cui è salito) si troverà un mondezzaio.
Se saliamo in cento e ogni persona butta ciò che ha di biodegradabile il posto diventa un grande compost a cielo aperto. Se ogni persona si porta il cane a defecare al centro del sentiero e non la raccoglie con la paletta? Se si diffondesse su larga scala l'uso dei cavalli? Facendo un po' d'ironia...ma rende l'idea.
:ahhh:

Quando dicevo: "chi si pone il problema del mantenimento?", volevo toccare un argomento più ampio che non si esaurisce con il giro in bici o la passeggiata domenicale o infrasettimanale, che vada cioè oltre al rispetto base del non lasciare niente dove si passa e non dimentichiamo anche: del non depredare niente (fiori, rocce ecc. anche questo è Rispetto, se ogni persona si raccoglie un mazzolino di fiori, un fossile, a fine giornata non ce ne saranno più da ammirare. In Sardegna c'è una spiaggia denominata la "spiaggia dei confetti" per i sassolini a forma di confetto che la compongono, la gente ogni anno si frega sacchetti dei sassetti più "belli", quindi ogni anno il posto è sempre meno singolare e caratteristico, da me la gente passa e raccoglie mazzetti di fiori che una volta ritornati in paese puntualmente buttano via perchè gia rinsecchiti o se arrivano in vaso li buttano comuque il giorno dopo e intanto lungo le stradine c'è il deserto).
Come prima cosa è vero che non si può andare per conto proprio a tagliare alberi, a ricostruire i muretti a secco o i pezzi di sentiero franati, ma esistono tante associazioni che fanno volontariato in materia, che ogni tanto si adoperano per raccogliere l'immondizia che spesso si accumula dopo il passaggio delle persone, o vanno a sistemare dei sentieri o a tagliare gli alberi che cadono. Se io con la mia bici contribuisco a scavare un solco sul sentiero dovrei quantomeno pormelo il problema.
Ad esempio uno potrebbe ogni tanto dare il suo contributo per le zone che sono a lui vicine. Queste attività di volontariato (non possiedo statistiche) mi pare non siano in aumento, anzi.
Secondo il mantenimento del territorio si attua anche con azioni politiche. Mi spiego, se tante persone facessero pressioni sui propri rappresentanti ai comuni, alle regioni e provincie perchè mantenessero il territorio non ci sarebbero poi i classici casi d'alluvioni o smottamenti. Non vedremo il classico servizio del tg che dipinge la cosa come inaspettata. Se l'ente competente si vede tagliati i fondi da chi l'amministra e non ha l'appoggio dell'elettorato, taglia il servizio. Se taglia il servizio di manutenzione dei letti dei torrenti, degli argini dei fiumi, dei muretti a secco, delle pendenze sui monti, le frane e le alluvioni sono certe e non solo prevedibili, è solo una questione di quando.

In quanto alla natura che si riprende il so spazio, è una frase che si potrebbe dire anche per casi come il maremoto in Giappone? :wink:
Se a casa tua arriva un'alluvione che ti allaga mezza casa, esclami: "Finalmente la natura si riprende ciò che è suo!:medita:"? Se compri una casa alla base di un monte credendo che prima della sua costruzione le autorità competenti abbiano compiuto tutti gli accertamenti idro-geologici del caso e mentre di notte dormi vieni seppellito dalla costa rocciosa del monte?
La montagna e la collina sono strettamente collegate nel loro mantenimento o nel loro abbandono con le catastrofi che negli ultimi anni stanno colpendo il nostro territorio nazionale anche in pianura.

Io inoltre non dicevo che si deve tornare all'agricoltura di sussistenza. Dico proprio il contrario. Definito il significato di "agricoltura di sussistenza", gli agricoltori (e non parlo degli industriali che per investire i soldi usano il mattone o i campi che diventano meri beni rifugio per i soldi che sono così maggiormente al riparo dalla svalutazione monetaria) o gli abitanti delle zone montuose scappano da quelle zone per mancanza di reddito. Se devi fare una stalla super tecnologica non si sogna nessuno di farla in cima al monte, in primis visto gli enormi costi fissi che si avrebbero in relazione alla stessa in pianura. Il problema dell'abbandono delle popolazioni che vivevano in quelle zone è un problema sociale e come tale a mio avviso andrebbe affrontato.
Per fare un esempio del principio a cui voglio arrivare, porto il caso più conosciuto e che si avvicina a questa idea (ben consapevole dei suoi difetti e limiti): In Liguria alle Cinque Terre per i terrazzamenti vigeva l'obbligo per chi li possiede di mantenerli in buono stato. Se io possiedo un terrazzamento o lo vendo o lo mantengo in buono stato. I contadini per contro, visto lo scarso reddito che deriva dalla loro coltivazione e per scoraggiare l'abbandono ricevevano un contributo per il mantenimento del territorio che avrà poi un riscontro dal punto di vista turistico ed economico anche per gli alberghi e tutto il sistema turistico. Senza questo, quelle zone sarebbero gia morte.

Questo sistema si riuscirebbe ad attuarlo in tutto il territorio nazionale se finissero le logiche d'invidia e si iniziasse a ragionare davvero nell'interesse di tutti. Per inciso, ritengo che col sistema sopra elencato lo stato spenderebbe anche meno soldi che mandare operai a fare manutenzione su tutto il territorio pagati a ore. E senza dimenticare il maggiore controllo che si avrebbe dato dall'interesse delle persone che vivono ed hanno un reddito grazie al mantenimento di una determinata zona.
Sono concorde con l'affermazione: bisogna cambiare l'approccio culturale. Partendo dal proprio in primo luogo (e ci metto anche la mia persona).
:}}}:
 

sembola

Moderatur cartesiano
Membro dello Staff
Moderatur
27/2/03
50.759
9.167
0
57
Siena
www.sembola.it
Bike
una nera e l'altra pure
Per inciso, ritengo che col sistema sopra elencato lo stato spenderebbe anche meno soldi che mandare operai a fare manutenzione su tutto il territorio pagati a ore.
Manutenzione? quale manutenzione? :spetteguless:

A parte questa considerazione a metà tra l'ironia e l'amarezza, concordo al 100%.
 

Classifica giornaliera dislivello positivo

Classifica mensile dislivello positivo