mtb troppo grande soluzini??

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valerio_vanni

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Quindi per tornare all'esempio del commerciante della bici: se entra Tizio che chiede una tg. L perché qualcuno sul forum gli ha scritto che era giusta per la sua altezza di 1.60; il commerciante durante la messa in sella che usualmente segue o precede l'acquisto non si accorge o semplicemente non dice nulla sulla possibilità dell'errata taglia e Tizio torna a casa felice dopo aver speso 3.000€ salvo poi accorgersi che non riesce a farci 200mt senza che gli vengano dolori alla schiena, alché si consulta con un biomeccanico il quale senza ombra di dubbio gli dice che la taglia è decisamente sbagliata. Tizio a quel punto avrà tutti i presupposti per proporre al giudice ordinario azione d'annullamento del contratto per vizio sul consenso e Tizio stesso dovrà provare in giudizio la fondatezza delle sue pretese come previsto dalla regola generale sull' onere della prova (art. 2697c.c.), quindi non è il commerciante a dover provare la non esistenza del vizio sul consenso ma l'acquirente a dover dimostrarne l'esistenza. Sarà poi il giudice a decidere in merito sull'annullabilità o meno del contratto ed in caso di accoglimento il contratto sarà annullato con restituzione delle prestazioni quindi restituzione del bene e della somma data in pagamento.

Questa mi pare, però, una possibilità molto generica. Se ha speranze di essere accolta (io ne dubito parecchio), si pone il problema che ho sollevato qualche pagina fa, ovvero cosa deve fare il venditore quando gli chiedono una taglia secondo lui errata.
 

Veleno30

Biker poeticus
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esatto, ma l'ho scritto anche nei reply precedenti eh, ed è comunque onere dell'attore provare il vizio in sede di giudizio.




Ma lol dove ho scritto che sei obbligato a vendergli la bici "giusta"? Quello che sto scrivendo da 2 pagine è che il contratto di compravendita in caso di scelta della taglia sbagliata potrebbe essere annullabile per vizio sul consenso (all'art. 1427 c.c.) dato da errore che alcuni chiamano errore motivo, e tale errore per essere rilevante giuridicamente e non un semplice "errore come fatto umano" (per tornare all'esempio sulla bici da enduro) deve avere i caratteri di essenzialità dati dall'art. 1428 e deve essere riconoscibile dalla controparte secondo la normale diligenza richiesta dalle circostanze del contratto e dalle qualità dei contraenti.
Quindi per tornare all'esempio del commerciante della bici: se entra Tizio che chiede una tg. L perché qualcuno sul forum gli ha scritto che era giusta per la sua altezza di 1.60; il commerciante durante la messa in sella che usualmente segue o precede l'acquisto non si accorge o semplicemente non dice nulla sulla possibilità dell'errata taglia e Tizio torna a casa felice dopo aver speso 3.000€ salvo poi accorgersi che non riesce a farci 200mt senza che gli vengano dolori alla schiena, alché si consulta con un biomeccanico il quale senza ombra di dubbio gli dice che la taglia è decisamente sbagliata. Tizio a quel punto avrà tutti i presupposti per proporre al giudice ordinario azione d'annullamento del contratto per vizio sul consenso e Tizio stesso dovrà provare in giudizio la fondatezza delle sue pretese come previsto dalla regola generale sull' onere della prova (art. 2697c.c.), quindi non è il commerciante a dover provare la non esistenza del vizio sul consenso ma l'acquirente a dover dimostrarne l'esistenza. Sarà poi il giudice a decidere in merito sull'annullabilità o meno del contratto ed in caso di accoglimento il contratto sarà annullato con restituzione delle prestazioni quindi restituzione del bene e della somma data in pagamento.

Questo è quanto e non me lo sto inventando io ma è come funziona il nostro ordinamento giuridico, non c'è "una" legge da poter linkare. Ovviamente questo è in astratto e poi bisogna sempre considerare la fattispecie concreta.
E dopo tutto questo parlare non sono neanche sicuro che possa esistere un ipotesi del genere perché onestamente pensare che qualcuno possa comprare una taglia sbagliata senza che il commerciante se ne accorga e lo faccia presente è al limite e per come la vedo io l'unico modo in cui può succedere realmente è con dolo del commerciante stesso.

Quindi torniamo a quanto ho detto io all'inizio e poi di colpo le cose tornano ad essere come le avevo dette dal principio, anche se sono due pagine che per inciso mi prendo del pirl@ che non sa quel che dice:
Se "tizio" si compra una bici della taglia sbagliata per annullare la compravendita deve essere in grado di dimostrare (dimostrare, provare) che il commerciante l'ha indotto a fare un acquisto errato, per negligenza, poca professionalità o cattiva condotta, potendolo dimostrare davanti ad un giudice (quindi in un processo civile) è ovvio. Altrimenti "si arrangia" o si affida alla decisione del commerciante se per sua scelta commerciale (libera e senza alcun obbligo) gli vorrà comunque sostituire la bici.
Art. 1427 dice questo e questo ho detto dall'inizio, tu dici che io pretendo di aver ragione, no io sono stufo di leggere montagne di stronz@te e polemiche inutili che culminano con un rigiro di 2000 frittate per dirmi sostanzialmente " no hai torto Veleno, le cose stanno come avevi scritto tu all'inizio".
 

tostarello

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...tu dici che io pretendo di aver ragione, no io sono stufo di leggere montagne di stronz@te e polemiche inutili ...

non sei obbligato a continuare a leggere, e neanche a rispondere :spetteguless:

l'autore della discussione ha chiesto una soluzione, e la soluzione è quella di cambiare bici e prenderne una della misura giusta, già lo hanno detto in molti
 
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alemz

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per rispondere a [MENTION=52092]Veleno30[/MENTION] , anche se non so se sia un esempio "corretto"...
nel mio campo (arredamento d'interni) nel momento in cui, su richiesta del cliente e dopo avergli comunicato tale cosa, voleva una soluzione "scorretta"(esempio semplice, antina che non apre completamente causa ostacoli presenti), aggiungevo nel contratto una riga che diceva che il cliente era al corrente della cosa e la accettava.
Senza questa aggiunta scritta, nel caso in cui il cliente, anche se avvisato a voce, si fosse lamentato dopo il montaggio avrei dovuto provvedere alla sostituzione.
Cosa diversa nel caso di progettazione illegale (esempio, piano cottura troppo vicino alla colonna forno, esiste un limite legale di 15 cm), li, anche se richiesto dal cliente, anche se con aggiunta contrattuale, mi dovevo rifiutare senza se e senza ma...

Nel caso specifico dell'autore del thread, penso che ormai, la cavolata è stata fatta e la soluzione migliore sia la rivendita e successivo acquisto di una mtb di taglia corretta (dai dati forniti credo che la taglia sia troppo sbagliata per poterla sistemare con correttivi)
E, come consiglio generale, le prossime volte che acquisti, cerca di informarti bene e da fonti che non abbiano interessi nella compravendita prima, sia se ti rivolga ad un privato sia nel caso in cui preferisca un "professionista"
 

Veleno30

Biker poeticus
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non sei obbligato a continuare a leggere, e neanche a rispondere :spetteguless:

l'autore della discussione ha chiesto una soluzione, e la soluzione è quella di cambiare bici e prenderne una della misura giusta, già lo hanno detto in molti

Verissimo, sicuramente non sono obbligato, diciamo che ho scelto invece di rispondere al saccente di turno, che dopo avermi canzonato come quello che parla a vanvera senza sapere nulla, dietro chiara richiesta è riuscito fin qui ad argomentare tutte le sue paventate grandi conoscenze di diritto con il nulla assoluto.
Comunque a parte quanto già detto da molti, io all'inizio ho solo risposto a chi come soluzione proponeva di trascinare il venditore in tribunale con un avvocato, offrendo la certezza di una risoluzione del contratto. Poi se l'autore vuole provare, buon per lui, studi legali ce ne sono tanti non ha che da accomodarsi.

[MENTION=172776]alemz[/MENTION] capisco cosa intendi, ma nel caso del commercio al dettaglio forse volendo sarà anche possibile fare un contratto scritto e mettere le varie clausole, ma commercialmente è poco realizzabile, poi in genere chiunque l'articolo decide di sostituirlo per scelta commerciale, ovvio se ci sono i presupposti: la bici in questo caso, deve essere riconsegnata perfetta come uscita dal negozio.
 

the black lion

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hhahaha che casino e uscito fuori cmq grazie a tutti per l'aiuto e i consigli l'errore resta pur sempre mio non del venditore alla fine era una ragazzo giovane magari non mi ha saputo consigliare meglio va be' ormai e fatta vedro' cosa fare grazie ancora
 
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Franco-C

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".....l'errore resta pur sempre mio...." penso che questa sia la giusta interpretazione dell'evento. Vendi la bici come ti è stato consigliato, rientra dei soldi, e rifai un acquisto più oculato :)

in merito alla garanzia, se posso dire la mia (il mio lavoro mi porta spesso a confrontarmi su questioni legali per i miei clienti con gli avvocati dello Studio, e personalmente mi occupo propri di contrattualistica per i commercianti): state discutendo entrambi correttamente , solo che portate la soluzione ai massimi estremi - cosa tra l'altro non errata ! - .
- vero è che se uno entra in un negozio , sceglie una bici della misura errata, e il negoziante NON gli dice nulla, in via di principio se riesce a dimostrare davanti al giudice che è successo proprio questo, allora può avere un risarcimento poichè il negoziante è OBBLIGATO a fornire la propria assistenza.
- vero è che se l'acquirente vuole proprio quella bici, e solo quella, pur della misura errata, e il venditore gliela vende, non potrebbe chiedere alcun risarcimento.
Il problema qual'è ??? Che in entrambi i casi dipende dalle varie argomentazioni che le parti produrranno davanti al Giudice e da come il Giudice stesso vedrà la situazione. Nel primo caso al 90% il venditore avrà torto, ma anche nel secondo caso non è cosi scontato....infatti se il Venditore ammette che sapeva che la bici non poteva andargli bene ma gliel'ha venduta ugualmente, è molto probabile che il Giudice dia comunque un concorso di colpa :(
Si ha certezza di questo??? NO, ASSOLUTAMENTE NO !!! 10 cause similiari avranno probabilmente il 50% di esiti a favore dell'uno o dell'altro, e probabilmente con argomentazioni ogni volta diverse.

Ecco perchè, di base, avete entrambi ragione.....
 

borderlain

Biker infernalis
Io avevo chiuso, ma vedo che hai scritto diversi altri messaggi.
. E allora ti chiedo: e' onesto dare del truffatore a qualcuno senza aver prima appurato per lo meno che fosse a conoscenza di vendere una taglia grande?

Uhmmmmm ... direi "beyondtheborderlain"

Come mi insegni tu usiamo le parole appropriate...e' avventato casomai e' appropriato, e' corretto....l onesta' con lo sbagliare a giudicare non mi sembra centri :celopiùg:
 

razj

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prov. RM
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Verissimo, sicuramente non sono obbligato, diciamo che ho scelto invece di rispondere al saccente di turno, che dopo avermi canzonato come quello che parla a vanvera senza sapere nulla, dietro chiara richiesta è riuscito fin qui ad argomentare tutte le sue paventate grandi conoscenze di diritto con il nulla assoluto.

L'idea non era di fare il saccente ma di chiarire genericamente sulla tua affermazione qualunquista di qualche pagina fa
Se diversamente entri in un negozio dicendo: "buongiorno vorrei quell'articolo taglia L paghi ed esci", non esiste proprio nessun errore di vizio, se realizzi di aver sbagliato per la legge ti arrangi, peggio per te.
Il commerciante non è obbligato a far proprio nulla, ti sostituisce l'articolo o ti fa un buono di acquisto se te lo vuole fare, per sua cortesia e solo come servizio verso il cliente
e ti ho spiegato in 2 pagine per quale motivo non è così e che la tutela giudiziale esiste e starà poi al compratore chiaramente far valere la propria pretesa ma la tutela esiste e nessuno si "arrangia per legge". A maggior ragione che l'esempio che porti "entri compri esci" è fuori dal mondo perché chiunque entri in un negozio di bici prima di spenderci migliaia di euro ci sale almeno in sella ed è quello il momento in cui il commerciante può stabilire la taglia errata ed è questo il momento che fonda la possibile pretesa in giudizio da parte del cliente per l'annullabilità del contratto di compravendita, punto. Quindi no, non è proprio quello che dicevi fin dall'inizio perché questo non è "arrangiarsi" e il commerciante può essere obbligato a sostituire l'articolo o restituire la somma (con gli interessi maturati eh) quindi di nuovo non è come dici tu che non è obbligato a far nulla e al massimo è cortesia, ma proprio no. Poi vabbè abbiamo divagato e ci sta ma questo è il succo della discussione.

Le mie paventate grandi conoscenze del diritto non mi pare di averle argomentate col nulla ed ho anche portato dei riferimenti normativi nel mio ultimo reply, casomai quello che argomenta col nulla sei te che vai avanti a forza di esempi non rilevanti. Se poi vogliamo parlarne del dettaglio possiamo continuare in pm. :celopiùg:

[MENTION=179014]Franco-C[/MENTION] hai perfettamente ragione ed è così, ma è ben diverso dal dire che per la legge t'arrangi come sosteneva il buon Veleno. Poi gli avvocati tendono sempre ad esagerare nelle richieste, ad esempio mi è capitato di leggere richieste di risarcimento danni morali per la vendita di un aliud pro alio che come dire... fanno figo col cliente ma un giudice sano di mente non accoglierà mai la richiesta
 

tostarello

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hhahaha che casino e uscito fuori cmq grazie a tutti per l'aiuto e i consigli l'errore resta pur sempre mio non del venditore alla fine era una ragazzo giovane magari non mi ha saputo consigliare meglio va be' ormai e fatta vedro' cosa fare grazie ancora

e con questo si chiude :il-saggi:
 

emmellevu

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Come mi insegni tu usiamo le parole appropriate...e' avventato casomai e' appropriato, e' corretto....l onesta' con lo sbagliare a giudicare non mi sembra centri :celopiùg:

dal Dizionario Treccani

onèsto agg. [dal lat. honestus, propr. «onorato», der. di honos -oris «onore»]. –
1. Di persona che agisce con onestà, lealtà, rettitudine, sincerità, in base a principî morali ritenuti universalmente validi, astenendosi da azioni riprovevoli nei confronti del prossimo, sia in modo assoluto, sia in rapporto alla propria condizione, alla professione che esercita, all’ambiente in cui vive ...

Secondo me, si usa più spesso la parola "onesto" con riferimento a comportamenti che hanno implicazioni di carattere economico; in realtà, nel significato verbale, dovrebbe essere qualcosa di più ampio, che attiene ai principi morali in genere.
 

emmellevu

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hhahaha che casino e uscito fuori cmq grazie a tutti per l'aiuto e i consigli l'errore resta pur sempre mio non del venditore alla fine era una ragazzo giovane magari non mi ha saputo consigliare meglio va be' ormai e fatta vedro' cosa fare grazie ancora

Ecco un esempio di onestà intellettuale. Complimenti !!!
 

Veleno30

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L'idea non era di fare il saccente ma di chiarire genericamente sulla tua affermazione qualunquista di qualche pagina fa e ti ho spiegato in 2 pagine per quale motivo non è così e che la tutela giudiziale esiste e starà poi al compratore chiaramente far valere la propria pretesa ma la tutela esiste e nessuno si "arrangia per legge". A maggior ragione che l'esempio che porti "entri compri esci" è fuori dal mondo perché chiunque entri in un negozio di bici prima di spenderci migliaia di euro ci sale almeno in sella ed è quello il momento in cui il commerciante può stabilire la taglia errata ed è questo il momento che fonda la possibile pretesa in giudizio da parte del cliente per l'annullabilità del contratto di compravendita, punto. Quindi no, non è proprio quello che dicevi fin dall'inizio perché questo non è "arrangiarsi" e il commerciante può essere obbligato a sostituire l'articolo o restituire la somma (con gli interessi maturati eh) quindi di nuovo non è come dici tu che non è obbligato a far nulla e al massimo è cortesia, ma proprio no. Poi vabbè abbiamo divagato e ci sta ma questo è il succo della discussione.

Le mie paventate grandi conoscenze del diritto non mi pare di averle argomentate col nulla ed ho anche portato dei riferimenti normativi nel mio ultimo reply, casomai quello che argomenta col nulla sei te che vai avanti a forza di esempi non rilevanti. Se poi vogliamo parlarne del dettaglio possiamo continuare in pm. :celopiùg:

[MENTION=179014]Franco-C[/MENTION] hai perfettamente ragione ed è così, ma è ben diverso dal dire che per la legge t'arrangi come sosteneva il buon Veleno. Poi gli avvocati tendono sempre ad esagerare nelle richieste, ad esempio mi è capitato di leggere richieste di risarcimento danni morali per la vendita di un aliud pro alio che come dire... fanno figo col cliente ma un giudice sano di mente non accoglierà mai la richiesta

io davvero non so se tu sei qui solo a provocare polemiche, cosi tanto per farle o davvero vuoi partecipare alle discussioni.
Con questo chiudiamo qui davvero però. Per l'ultima volta, un contratto di compravendita con un commerciante ( e anche non) può essere annullato se tu sei in grado di dimostrare, DIMOSTRARE, sai cosa vuol dire dimostrare, che il venditore ti ha indotto in errore con un suo comportamento. Questo dice la legge che posso leggere io e che volevi argomentare, se nessuno ha fatto nulla per indurti in errore TI ARRANGI per legge.
Dici che no non è cosi, faccio affermazioni qualunquiste, bene dove c@zzo sono queste leggi che dicono che non è cosi, te lo domando per l'ultima volta, sei in grado di postare una legge che dica l'opposto o puoi andare avanti solo a chiacchere basate sul nulla.
 
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