News MTB in Trentino: divieti!

booger

Biker ciceronis
14/10/06
1.451
-19
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Torino
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Dallas, io ho fatto ciclismo da strada in Val Venosta.
Non sono stato per boschi laggiù.

Il mio 'non mi quadra' significa questo.
Che trovo dissonante questo risorgente proibizionismo verso un mezzo ecologico in una terra (la vostra) che ha sempre fatto della bici uno stile distintivo.

Mi chiedo come sia possibile che in pianura ci sia un grosso fiorire di iniziative che richiamano la bici (ciclostrade, alberghi, bikegrill, le stesse città coi centri pedonali,..) e poi solo a pochi km di distanza un'altra Provincia alza barriere, dissuade, allontana, ....
E' questa schizofrenia delle amministrazioni pubbliche che mi 'stranisce'...anche se, da quel poco che ho colto della vostra regione, l'Alto Adige è proprio una cosa diversa :-)

OT. a chi piace anche l'asfalto (ciclostrade --> zero auto) consiglio vivamente questo 'altro' modo di pedalare in Trentino...Val Venosta, Brenta...spettacolari.
Complimenti, ragazzi!
 

Dallas

Biker immensus
19/2/04
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Bolzano
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... l'Alto Adige è proprio una cosa diversa :-)

...
esatto, comunque bisogna sempre comportarsi civilmente sui sentieri, perchè è un attimo che le amministrazioni pongano divieti anche in Alto Adige, ce ne sono già su alcuni sentieri frequentatissimi da escursionisti e non lo trovo sbagliato, trovo sbagliato vietare, senza sapere e senza offrire alternative o-o
 

Petek

Biker superioris
23/11/08
852
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Provincia BL
www.dolomitix.com
Bike
Specy FSR XC nera - Canyon Spectral rossa
Questa cosa mi era già stata detta quando era uscita la legge dal presidente della SAT... a me risulta che i sentieri sono nati per lavorare, spostarsi tra una vallata e l'altra, per il bracconaggio e per cacciare...

Dipende dai sentieri e dalle quote. In generale bracconieri e cacciatori non usano i sentieri, dove si ammazza un animale gli altri non passano più.
I sentieri alle quote più basse servivano per malghe, casere, lavori boschivi, transito, alle quote più alte ci sono parecchi sentieri che sono stati creati solo per gli escursionisti, inizialmente erano tracce che sono state ampliate dai soldati durante la prima guerra.
Dopo l'avvento del turismo di massa alcuni sentieri sono stati creati (e vengono tuttora creati) per gli escursionisti!
 

riotastro

Biker tremendus
da Piemontese do il mio sostegno alla causa Terntina comunque perchè le boiate vanno fermate sul nascere...e vorrei evitare che anche dalle Ns parti avvenga ciò.
Noi abbiamo il mottarone dove i le frazioni sopra stresa, cioè i paesi dove passi finito il bosco x arrivare a prendere nuovamente la funivia, hanno tanto di cartelli di divieto di transito e scritto sopra NO DOWNHILL...con tanto di rischio multa se passi di li...passaparola di biker dicono che rischi pure il sequestro del mezzo...grazie comune di stresa, complici anche i biker che vanno a 70km\h in vie larghe come una macchina e piene di curve
 

booger

Biker ciceronis
14/10/06
1.451
-19
0
Torino
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mah...sicuramente loro hanno aggravato la situazione ma da quel che ho letto, là boschi e paesi non desideravano essere attraversati da torme di bikers.
Indipendentemente dalla velocità
Oddio torme...qualche decina forse
 

Michele.D

Biker popularis
5/4/09
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Givoletto
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da Piemontese do il mio sostegno alla causa Terntina comunque perchè le boiate vanno fermate sul nascere...e vorrei evitare che anche dalle Ns parti avvenga ciò.
Noi abbiamo il mottarone dove i le frazioni sopra stresa, cioè i paesi dove passi finito il bosco x arrivare a prendere nuovamente la funivia, hanno tanto di cartelli di divieto di transito e scritto sopra NO DOWNHILL...con tanto di rischio multa se passi di li...passaparola di biker dicono che rischi pure il sequestro del mezzo...grazie comune di stresa, complici anche i biker che vanno a 70km\h in vie larghe come una macchina e piene di curve
[url]http://www.comune.stresa.vb.it/siteimg/Microsoft%20Word%20-%20113%20div%20circol%20downhill%20X%20INTERNET.pdf.pdf[/URL]

Questa è l'ordinanza, che ha una serie di problemi, comunque. Nel senso che in realtà non prevede sanzione specifica. O meglio, un 141/1 ed un 141/3 (od un 141/4) ci stanno tutti. Adesso quello che possono contestare e` un 7/1 e non certamente un sequestro. Ma io non sono un avvocato.

Comunque anche a cremona vogliono bene ai ciclisti: [url]http://www.comune.cremona.it/Article2546.phtml[/URL] che... c'era qualcuno che faceva urban? Io non credo. E' che c'è qualcuno che odia i ciclisti...
 

bjoma

Biker superis
19/7/07
423
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sesto calende varese
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[URL="http://www.comune.stresa.vb.it/siteimg/Microsoft%20Word%20-%20113%20div%20circol%20downhill%20X%20INTERNET.pdf.pdf"][url]http://www.comune.stresa.vb.it/siteimg/Microsoft%20Word%20-%20113%20div%20circol%20downhill%20X%20INTERNET.pdf.pdf[/URL][/URL]

Questa è l'ordinanza, che ha una serie di problemi, comunque. Nel senso che in realtà non prevede sanzione specifica. O meglio, un 141/1 ed un 141/3 (od un 141/4) ci stanno tutti. Adesso quello che possono contestare e` un 7/1 e non certamente un sequestro. Ma io non sono un avvocato.

Comunque anche a cremona vogliono bene ai ciclisti: [URL="http://www.comune.cremona.it/Article2546.phtml"][url]http://www.comune.cremona.it/Article2546.phtml[/URL][/URL] che... c'era qualcuno che faceva urban? Io non credo. E' che c'è qualcuno che odia i ciclisti...

il divertente e che a fine anno i deficit (sicuri)della funivia vengono pagati dalla regione
ragion per cui e meglio non avere tra le balle gente che paga beve consuma.
a proposito visto che la funivia fa dei begli incassi con i bikers secondo voi chi dovrebbe sovrintendere alla manutenzione dei sentieri!!!!!!!?????
:i-want-t::i-want-t::i-want-t::i-want-t::i-want-t::i-want-t::i-want-t::i-want-t::i-want-t::i-want-t::i-want-t:
MA L' UTENTE E' OVVIO
 

papiriccio

Biker tremendus
3/5/05
1.114
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54
terra di mezzo
www.marcopicciali.it
vogliamo ricordare i "tracciati" aperti sul mottarone da un personaggio ormai famoso nei giardini privati e che ora si scaglia contro i "GUERRIERI DELLA DOMENICA" (come li chiama adesso dall'alto di una rivista), ma forse ha solo la memoria corta... è ovvio che basta una mela marcia a screditare tutta una categoria, però è anche vero che le amministrazioni locali hanno interessi diversi (anche privati), posso citare un sindaco contrario ad un "BIKE PARK" perchè un sentiero (esistente) passava in un pascolo comunale dato in affitto alla di lui sorella! certo non tutti sono così ma è difficile non vedere interessi "nascosti" dietro ad alcuni divieti
 

booger

Biker ciceronis
14/10/06
1.451
-19
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Torino
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Certo che l'italia è proprio uno strano paese....
Escono gli ecoincentivi e tutti a comperarsi la bici nuova.
Gli ecoincentivi dovrebbero servire per

a) fare girare l'economia dell'industria nazionale ciclistica (obiettivo raggiunto)
b) ricreare una coscienza ambientale andando per il mondo con mezzi non motirizzati (obiettivo solo in parte raggiunto)

Ma allora se vendiamo delle mtb alla fine in qualche posto dovremo pur usarle!

Poi se qualcuno è riuscito a spiegarsi il VERO PERCHE' la mtb (a volte) "rompe le balle", (magari ha fatto la domanda diretta agli amministratori pubblici dal divieto facile) me lo spieghi perchè io faccio ancora fatica a capirlo.
 

petrofilo

Biker superis
23/3/04
408
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Pistoia
www.toscanabike.it
Certo che l'italia è proprio uno strano paese....
Escono gli ecoincentivi e tutti a comperarsi la bici nuova.
Gli ecoincentivi dovrebbero servire per

a) fare girare l'economia dell'industria nazionale ciclistica (obiettivo raggiunto)
b) ricreare una coscienza ambientale andando per il mondo con mezzi non motirizzati (obiettivo solo in parte raggiunto)

Ma allora se vendiamo delle mtb alla fine in qualche posto dovremo pur usarle!

Poi se qualcuno è riuscito a spiegarsi il VERO PERCHE' la mtb (a volte) "rompe le balle", (magari ha fatto la domanda diretta agli amministratori pubblici dal divieto facile) me lo spieghi perchè io faccio ancora fatica a capirlo.

Mi sembra un ragionamento un po' semplicistico...
Le mie posizioni sono tutt'altro che 'ambientaliste', nel senso che non sono favorevole ad un abuso dei divieti a scopi protezionistici, ma è ben vero che non basta che un mezzo sia a pedali per definirlo 'ecologico'. Specialmente quando, come la mountain bike, frequenta ambienti montani, fragili e dall'alta valenza ambientale e quando può entrare in contrasto con altri fruitori della montagna stessa o con le popolazioni residenti. Faccio un'esempio: in Alto Adige puoi girare in bici praticamente ovunque, ma se esci dal sentiero e tagli in mezzo ad un prato prima della sfalciatura è probabile che tu incorra nelle ire del proprietario. Giustamente! E' indubbio che la notevole diffusione di free ride e downhill abbia acuito gli impatti potenziali della MTB sugli ecosistemi montani e sulle attività tradizionali della montagna. Anche solo perchè sono molto aumentati i praticanti della disciplina. Più un fenomeno diventa di massa più occorre buona volontà e lungimiranza per gestirlo. E tanto più c'è, da parte di chi pratica la mtb in modo sano, la necessità di sensibilizzare i neofiti ad un uso responsabile e sostenibile. Non è un problema di etichette (downhill, freeride, xc ecc.), ma di educazione. Uno percorre una mulattiera con una moto da trial non è detto che faccia necessariamente più danni di chi viene giù per la stessa mulattiera con una bici da discesa che pesa 18 kg e fa drop da 3 metri e atterra sgommando. Dipende tutto dal modo in cui si interpreta un'attività. Secondo me il movimento MTB avrà sempre da guadagnare punti e credibilità, nell'opinione pubblica come presso le amministrazioni e la politica, quanto più si farà interprete di un modo sano e rispettoso di praticare questo sport e quanto più sarà in grado di attenuare gli impatti che il progresso tecnico ci pone davanti. Cercando di dialogare con tutti e di evitare generalizzazioni che portano solo a chiusure a prescindere. Ovviamente è la mia opinione. saluti
 

maxgastone

Biker spectacularis
17/10/05
21.482
-48
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Novi Ligure (AL)
maxgastaldi.wordpress.com
E' indubbio che la notevole diffusione di free ride e downhill abbia acuito gli impatti potenziali della MTB sugli ecosistemi montani e sulle attività tradizionali della montagna. Anche solo perchè sono molto aumentati i praticanti della disciplina
Io non capisco una cosa sinceramente: come si può affermare che FR e DH impattino sugli ecosistemi montani quando per arrivare nella montagna VERA occorre lavorare di gambe in salita e si devono sudare le sette camicie per arrivare ai passi o ai colli... parlo di quei percorsi dove l'unico mezzo meccanico che potrebbe salire è la moto da trial o l'elicottero...

Secondo me quando si parla di questi ambienti l'unico nostro ostacolo è l'educazione personale... quando poi scendi è già tanto che riesci a stare in piedi senza rischiare di ruzzolare in fondo al vallone

Per andare sul concreto mi riferisco ad ambienti di questo tipo: http://picasaweb.google.it/maxgastaldi/ColleMunieLaghiDiRoburentEColleScalettaCAI#... dove il "regolamento" trentino mi impedirebbe di salire e scendere con la mtb... ma io sinceramente non vedo cosa possono fare le nostre amate mtb di così tragico rispetto a acqua, vento, neve, mucche e escursionisti...
 

booger

Biker ciceronis
14/10/06
1.451
-19
0
Torino
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Mi sembra un ragionamento un po' semplicistico...
Le mie posizioni sono tutt'altro che 'ambientaliste', nel senso che non sono favorevole ad un abuso dei divieti a scopi protezionistici, ma è ben vero che non basta che un mezzo sia a pedali per definirlo 'ecologico'. Specialmente quando, come la mountain bike, frequenta ambienti montani, fragili e dall'alta valenza ambientale e quando può entrare in contrasto con altri fruitori della montagna stessa o con le popolazioni residenti. Faccio un'esempio: in Alto Adige puoi girare in bici praticamente ovunque, ma se esci dal sentiero e tagli in mezzo ad un prato prima della sfalciatura è probabile che tu incorra nelle ire del proprietario. Giustamente! E' indubbio che la notevole diffusione di free ride e downhill abbia acuito gli impatti potenziali della MTB sugli ecosistemi montani e sulle attività tradizionali della montagna. Anche solo perchè sono molto aumentati i praticanti della disciplina. Più un fenomeno diventa di massa più occorre buona volontà e lungimiranza per gestirlo. E tanto più c'è, da parte di chi pratica la mtb in modo sano, la necessità di sensibilizzare i neofiti ad un uso responsabile e sostenibile. Non è un problema di etichette (downhill, freeride, xc ecc.), ma di educazione. Uno percorre una mulattiera con una moto da trial non è detto che faccia necessariamente più danni di chi viene giù per la stessa mulattiera con una bici da discesa che pesa 18 kg e fa drop da 3 metri e atterra sgommando. Dipende tutto dal modo in cui si interpreta un'attività. Secondo me il movimento MTB avrà sempre da guadagnare punti e credibilità, nell'opinione pubblica come presso le amministrazioni e la politica, quanto più si farà interprete di un modo sano e rispettoso di praticare questo sport e quanto più sarà in grado di attenuare gli impatti che il progresso tecnico ci pone davanti. Cercando di dialogare con tutti e di evitare generalizzazioni che portano solo a chiusure a prescindere. Ovviamente è la mia opinione. saluti
Quindi seguendo il tuo ragionamento in Trentino avrebbero vietato i sentieri perchè c'era chi attraversava i prati fuori sentiero o aveva droppato 3mt con sgommata?
Non so.... ma temo che anche qui ci sia della semplificazione....ma su questo lascio la parola agli amici trentini che là ci vivono e sanno.

E comunque torno a chiedere se chi è stato prodigo nel chiudere alla mtb ha mai spiegato LE VERE RAGIONI che lo hanno mosso ad innalzare un divieto.
Questo indipendentemente dalla regione d'italia, tanto purtroppo più o meno tutti hanno zone off limit (e non sono parchi).
 

Tasi e tira

Biker marathonensis
28/6/05
4.417
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Volano, Trentino
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Quindi seguendo il tuo ragionamento in Trentino avrebbero vietato i sentieri perchè c'era chi attraversava i prati fuori sentiero o aveva droppato 3mt con sgommata?
Non so.... ma temo che anche qui ci sia della semplificazione....ma su questo lascio la parola agli amici trentini che là ci vivono e sanno.

...la vigente legge...:il-saggi:
...è nata su pressioni...
...delle sezioni SAT...
...del comprensorio del Garda...
...
...in estate i biker presenti in zona...
...(e sottolineo non solo DH-FR)...
...possono sicuramente dar noia...
...ad un associazione come la SAT...
...che per il solo fatto...
...di far manutenzione...
...ritiene SUOI i sentieri...
...
...e la ragione "ambientale"...
...non regge...

E comunque torno a chiedere se chi è stato prodigo nel chiudere alla mtb ha mai spiegato LE VERE RAGIONI che lo hanno mosso ad innalzare un divieto.

...non serve spiegarlo...
...
...VOTI...:spetteguless:
 
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sembola

Moderatur cartesiano
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27/2/03
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Siena
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Bike
una nera e l'altra pure
@petrofilo: sono d'accordo con te ma solo fino ad un certo punto. Dove esiste la possibilità di una risalita meccanica è indubbio che la maggiore frequentazione può rappresentare un potenziale problema, perchè aumenta la quantità di passaggi e con essa i conflitti d'uso e l'erosione; ma da questo punto di vista non ha senso alcuno un divieto in una zona raggiungibile solo a pedali o più spesso a spinta, non ci saranno mai i passaggi che possono verificarsi dove si sale con la funivia. Visto che sei di zona, secondo te passano più bici sulla Tauffi o sull episte di Cutigliano? ;-)

Inoltre che una moto possa fare molto meno danno di una bici ho forti dubbi. Forse in casi particolari, tipo una moto condotta da uno bravo parecchio su terreno roccioso vs. centinaia di bici guidate da cani con l'umido: mi pare difficile poter paragonare mezzi così diversi per peso e potenza.

Il mio punto di vista, che ho ripetuto più volte, è che i divieti devono essere basati su esigenze specifiche dell'area attraversata, non solo per un'evidente principio giuridico (non si può limitare un godimento di un bene pubblicos enza un motivo) quanto per una banale questione pratica: una legge cosiffatta è impossibile da far rispettare.
 
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booger

Biker ciceronis
14/10/06
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Torino
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@
Il mio punto di vista, che ho ripetuto più volte, è che i divieti devono essere basati su esigenze specifiche dell'area attraversata, non solo per un'evidente principio giuridico (non si può limitare un godimento di un bene pubblicos enza un motivo) quanto per una banale questione pratica: una legge cosiffatta è impossibile da far rispettare.

Esemplare! Quoto
 

petrofilo

Biker superis
23/3/04
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Pistoia
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@petrofilo: sono d'accordo con te ma solo fino ad un certo punto. Dove esiste la possibilità di una risalita meccanica è indubbio che la maggiore frequentazione può rappresentare un potenziale problema, perchè aumenta la quantità di passaggi e con essa i conflitti d'uso e l'erosione; ma da questo punto di vista non ha senso alcuno un divieto in una zona raggiungibile solo a pedali o più spesso a spinta, non ci saranno mai i passaggi che possono verificarsi dove si sale con la funivia. Visto che sei di zona, secondo te passano più bici sulla Tauffi o sull episte di Cutigliano? ;-)

Inoltre che una moto possa fare molto meno danno di una bici ho forti dubbi. Forse in casi particolari, tipo una moto condotta da uno bravo parecchio su terreno roccioso vs. centinaia di bici guidate da cani con l'umido: mi pare difficile poter paragonare mezzi così diversi per peso e potenza.

Il mio punto di vista, che ho ripetuto più volte, è che i divieti devono essere basati su esigenze specifiche dell'area attraversata, non solo per un'evidente principio giuridico (non si può limitare un godimento di un bene pubblicos enza un motivo) quanto per una banale questione pratica: una legge cosiffatta è impossibile da far rispettare.

In definitiva mi dai ragione, dunque. Ovvero tutto sta nel modo in cui ci si comporta. Ma questo spesso non basta. Perchè la ragione ambientalista è solo una delle tante che vengono strumentalizzate quando qualcuno si sente minacciato nella fruizione esclusiva della montagna (come di altri ambienti pubblici). Credo che mi abbiate tutti frainteso: non era mia intenzione difendere i divieti in senso stretto, quanto piuttosto sostenere che il tanto sbandierato diritto a fruire di beni pubblici (come l'ambiente montano) passa per piccole rinunce che ognuno deve fare alla propria libertà, a vantaggio anche degli altri. Altrimenti il risultato è che tutti accampano diritti, nessuno fa un passo indietro e diventa una corsa alle proprie soddisfazioni personali. Se il mio sentiero preferito viene interdetto alle bici per motivi di sicurezza nei confronti degli escursionisti a piedi, mi dispiace certo, cercherò di far pesare la mia opinione, ma alla fine me ne farò una ragione e pedalerò su un altro...
In Alto Adige il famoso giro dei Waalweg (i canali che portano l'acqua nei frutteti e nei vigneti) è stato proibito, per vari motivi alcuni più altri meno validi. E' indubbio che l'aumento delle frequentazioni in mtb ha influito sulla decisione. Ci sono state delle resistenze e probabilmente ce ne saranno ancora, ma alla fine i nostri amici altoatesini se ne son fatti una ragione. Si tratta di accettare delle regole e magari cercare di far pesare il movimento in modo compatto, in modo da orientarle, scendendo nel merito delle questioni.
 

nonnocarb

Redazione
11/11/03
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Merano
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In Alto Adige il famoso giro dei Waalweg (i canali che portano l'acqua nei frutteti e nei vigneti) è stato proibito, per vari motivi alcuni più altri meno validi. E' indubbio che l'aumento delle frequentazioni in mtb ha influito sulla decisione. Ci sono state delle resistenze e probabilmente ce ne saranno ancora, ma alla fine i nostri amici altoatesini se ne son fatti una ragione. Si tratta di accettare delle regole e magari cercare di far pesare il movimento in modo compatto, in modo da orientarle, scendendo nel merito delle questioni.
Il giro dei waalweg (di merano immagino tu intenda) è proibito giustamente, è c'è solo una ragione: i sentieri sono stretti e sono molto frequentati dagli escursionisti durante tutto l'anno, per fortuna ci sono molti waalweg più in quota che non sono vietati, proprio perchè meno frequentati:prost:
 

Aleploch

Biker superis
10/9/07
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In definitiva mi dai ragione, dunque. Ovvero tutto sta nel modo in cui ci si comporta. Ma questo spesso non basta. Perchè la ragione ambientalista è solo una delle tante che vengono strumentalizzate quando qualcuno si sente minacciato nella fruizione esclusiva della montagna (come di altri ambienti pubblici). Credo che mi abbiate tutti frainteso: non era mia intenzione difendere i divieti in senso stretto, quanto piuttosto sostenere che il tanto sbandierato diritto a fruire di beni pubblici (come l'ambiente montano) passa per piccole rinunce che ognuno deve fare alla propria libertà, a vantaggio anche degli altri. Altrimenti il risultato è che tutti accampano diritti, nessuno fa un passo indietro e diventa una corsa alle proprie soddisfazioni personali. Se il mio sentiero preferito viene interdetto alle bici per motivi di sicurezza nei confronti degli escursionisti a piedi, mi dispiace certo, cercherò di far pesare la mia opinione, ma alla fine me ne farò una ragione e pedalerò su un altro...
In Alto Adige il famoso giro dei Waalweg (i canali che portano l'acqua nei frutteti e nei vigneti) è stato proibito, per vari motivi alcuni più altri meno validi. E' indubbio che l'aumento delle frequentazioni in mtb ha influito sulla decisione. Ci sono state delle resistenze e probabilmente ce ne saranno ancora, ma alla fine i nostri amici altoatesini se ne son fatti una ragione. Si tratta di accettare delle regole e magari cercare di far pesare il movimento in modo compatto, in modo da orientarle, scendendo nel merito delle questioni.

Possiamo anche farcene una ragione, e se una legge c'è sarebbe il caso di attenersi ad essa. Il problema grosso sai qual'è? Che in Trentino i sentieri CAI/SAT sono uno sfracello. Questo significa che per salire (o scendere) alcune montagne dovrei caricarmi la bici in spalla e fare l'80% del tragitto a piedi. Vai a capire che il motivo sia per un discorso tuteloturistico, tutelosatino, tutelambiente o quant'altro. Io sono satino da una vita, faccio alpinismo, arrampico, ciaspolo, faccio scialpino ed escursionismo e adoro la mtb. Non mi sembra di aver fatto danni atroci in giro, anzi spesso pulisco dove passo, aggiusto sentieri, sistemo segnaletiche messe male. Quello che dovrebbe fare ogni buon frequentatore di montagna. Cosa che se osservi il mondo di turisti che se la spassano sui nostri monti, è cosa rara. Fra l'altro vietiamo lo sci alpino che fa più danni lui con impianti ficcati ormai ovunque, cannoni sparaneve sparsi su qualsiasi pendio delle dolomiti, che un milione di mtbiker. I problemi sono altri purtroppo e per risolverli, o mascherarli, è più semplice alzare un divieto che proporre soluzioni reali e sensate. Morale?? Frequento sentieri che spesso faccio a piedi e ritengo idonei per il passaggio della mia mtb (sfido chiunque a trovare traccia del mio passaggio). Sat, non Sat non mi preoccupo. Se dovrò pagare pagherò. Tanto dubito di trovare nei turisti occasionali, anche solo una centesima parte dell'amore che ho nei confronti delle mie preziose montagne...
 

petrofilo

Biker superis
23/3/04
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Pistoia
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Possiamo anche farcene una ragione, e se una legge c'è sarebbe il caso di attenersi ad essa. Il problema grosso sai qual'è? Che in Trentino i sentieri CAI/SAT sono uno sfracello. Questo significa che per salire (o scendere) alcune montagne dovrei caricarmi la bici in spalla e fare l'80% del tragitto a piedi. Vai a capire che il motivo sia per un discorso tuteloturistico, tutelosatino, tutelambiente o quant'altro. Io sono satino da una vita, faccio alpinismo, arrampico, ciaspolo, faccio scialpino ed escursionismo e adoro la mtb. Non mi sembra di aver fatto danni atroci in giro, anzi spesso pulisco dove passo, aggiusto sentieri, sistemo segnaletiche messe male. Quello che dovrebbe fare ogni buon frequentatore di montagna. Cosa che se osservi il mondo di turisti che se la spassano sui nostri monti, è cosa rara. Fra l'altro vietiamo lo sci alpino che fa più danni lui con impianti ficcati ormai ovunque, cannoni sparaneve sparsi su qualsiasi pendio delle dolomiti, che un milione di mtbiker. I problemi sono altri purtroppo e per risolverli, o mascherarli, è più semplice alzare un divieto che proporre soluzioni reali e sensate. Morale?? Frequento sentieri che spesso faccio a piedi e ritengo idonei per il passaggio della mia mtb (sfido chiunque a trovare traccia del mio passaggio). Sat, non Sat non mi preoccupo. Se dovrò pagare pagherò. Tanto dubito di trovare nei turisti occasionali, anche solo una centesima parte dell'amore che ho nei confronti delle mie preziose montagne...
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Sono d'accordo con molte cose che scrivi, però forse ancora non sono riuscito a spiegarmi: io credo che tu ti comporti in modo rispettoso quando pedali, ma puoi essere sicuro che gli altri facciano altrettanto? Quando vedo gli estremi che ha raggiunto il mountain biking grazie al progresso tecnico dei mezzi e alla riduzione dei costi di acquisto delle bici (oggi pedaliamo sentieri che 15 anni fa era quasi impensabile) e combino questa realtà con il numero di praticanti in continua crescita, qualche dubbio che il fenomeno abbia bisogno di un 'governo' mi viene. Le esperienze personali sono importanti, ma non rappresentative della totalità. Per uno come te che da sempre fequenta la montagna e la rispetta ce ne sono tanti che fino a ieri facevano bmx sulle panchine della stazione in città e che da domani 'pedaleranno' con una bici da downhill lungo gli stessi tuoi sentieri. Personalmente preferirei che questo 'governo' venisse dall'interno del movimento, ovvero che chi si occupa della gestione territoriale in rapporto alla MTB sappia di cosa parla, in modo da fare scelte efficaci e proporsi come interlocutore delle pubbliche amministrazioni e di chi gestisce le realtà montane. Questo è possibile soprattutto puntando sull'educazione dei bikers, che passa attraverso associazioni sportive (CAI, Scuole di MTB, Associazionismo sportivo etc) in modo da rendere condivise quelle regole di fondo che, in sostanza, fanno parte da sempre dell'etica della MTB (vedi codice NORBA). Questo è possibile solo lasciando perdere particolarismi e individualismi e cercando di assumere un atteggiamento propositivo che andrebbe a vantaggio di tutti. Perchè l'opinione pubblica spesso sbaglia ma quasi sempre si schiera, se pur in modo emozionale, a partire da fatti reali. Sta a noi cercare di limitare al massimo questi attriti puntando anche sulla corretta informazione, più che sulle contrapposizioni.
 

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