News MTB in Trentino: divieti!

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Biker novus
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Trento
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"Decalogo" (http://www.mtb.provincia.tn.it/Decalogo_per_web.pdf, pagina 1)
tn02.jpg


A me sembra che sia chiaro che solo i sentieri marcati come percorribili sono consentiti.[/QUOTE]

La seconda immagine che hai postato dice "I sentieri alpini senza queste caratteristiche..." e di fianco ci sono le caratteristiche!

Ripeto, se leggi la legge nella prima pagina di questo thread è più che esplicito.
 

sembola

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una nera e l'altra pure
Ripeto, se leggi la legge nella prima pagina di questo thread è più che esplicito.

Permettimi, ti stai sbagliando. E' vero che la legge consente i sentieri meno pendenti e più larghi, ma tali sentieri devono essere segnalati con l'apposito cartello. In mancanza del cartello i sentieri vanno considerati vietati, in questo il sito web e la circolare del servizio turistico riportata è estremamente chiara.

Detto questo, prendo atto del fatto che in Trentino la politica ritiene che le mtb sono responsabili a prescindere di "danno ambientale", mentre li sfaceli delle piste da sci come in Val Giumela non lo sono. E poi non sarebbe "questione di soldi"...:omertà:
 

sembola

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La seconda immagine che hai postato dice "I sentieri alpini senza queste caratteristiche..." e di fianco ci sono le caratteristiche!

Ripeto, se leggi la legge nella prima pagina di questo thread è più che esplicito.

Evidentemente tu ritieni che il divieto sui sentieri alpini stretti e pendenti sia giustificato. Io no.

Detto questo, come faccio a sapere che il sentiero che imbocco è tutto percorribile? Come faccio ad essere sicuro che dopo 1, 2 o 3 km non diventa più pendente del 20% o più stretto e quindi vietato?

Il Viel del Pan o il Friedrich August, vere "autostrade" intasate di merenderos (e secondo me da vietare alle bici per ovvi motivi) sono tecnicamente percorribili, ed un viottolo deserto no. A me sembra una legge insensata...
 

sembola

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L'aspetto triste di questa faccenda è che si parla di degrado ambientale (a torto o a ragione) quando TUTTI i sentieri sono stati ricavati da noi umani erodendo il terreno e ora nessuno ci pensa più...

Pensa a quanto è stato eroso in Val Giumela per fare due impianti e due piste da sci in una valle laterale incontaminata.
Forse nulla, sono solo le mtb a danneggiare l'ambiente...:omertà:
 

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Biker novus
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Vabbè, credo che a questo punto sia inutile proseguire...

...non credo che sia costruttivo continuare a portare avanti ognuno la propria interpretazione della legge.
Per questo riporto di seguito la delibera n. 1235 del 16/5/2008:

Il Presidente, constatato il numero legale degli intervenuti, dichiara aperta la seduta



L’articolo 22 della legge provinciale 15 marzo 1993, n. 8 e s.m. (Ordinamento dei rifugi alpini, bivacchi, sentieri e vie ferrate) regola l’accesso ai tracciati alpini e ad altri sentieri di montagna da parte di chi li percorre con mezzi meccanici e, in particolare, con l’utilizzo di mountain bike. Tale disciplina è stata recentemente riformata dall’articolo 31 della legge provinciale 15 novembre 2007, n. 20, con l’intento, rispetto alla precedente formulazione, di stabilire che la finalità prima del divieto di circolazione è di tutela ambientale e di assegnare direttamente alle Amministrazioni comunali la facoltà di disporre deroghe a tale divieto.

Al fine di favorire la corretta applicazione di queste nuove disposizioni, il primo comma del citato articolo 22 demanda alla Giunta provinciale sia il compito di individuare i casi in cui è vietata la circolazione sui sentieri con l’ausilio di mezzi meccanici in ragione del possibile impatto ambientale, sia quello di stabilire i casi e le modalità con le quali i Comuni territorialmente competenti possono autorizzare in deroga la circolazione dei predetti mezzi.

Quanto al primo aspetto si ritiene di confermare i criteri già adottati con la delibera n. 2083 del 30 settembre 2005 individuati a seguito di un proficuo confronto tra i soggetti interessati quali i rappresentanti della SAT, del Consorzio dei Comuni trentini, delle Aziende per il turismo, della Federazione ciclistica italiana e del Dipartimento risorse forestali e montane della Provincia Autonoma di Trento, in quanto ancora attuali: si tratta di criteri oggettivi che favoriscono un’applicazione agevole e comune della disposizione normativa poiché riconducono il divieto di circolazione alle caratteristiche tecniche del sentiero. In particolare, la circolazione con l’ausilio di mezzi meccanici (tra cui le mountain bike) viene vietata sui sentieri di montagna aventi pendenze superiori al 20% e larghezze mediamente inferiori all’ingombro trasversale della bicicletta sul terreno; di regola, in tali situazioni di pendenza e di larghezza contenuta del sentiero, si realizza una condizione di incompatibilità con la tutela del territorio interessato per il frequente passaggio di mountain bike che crea possibili erosioni del terreno.

Si propone pertanto di applicare – riconfermandolo - il divieto di circolazione con l'ausilio di mezzi meccanici, in considerazione della rilevanza del danno ambientale, nei seguenti casi:

- tracciati alpini ed altri sentieri di montagna con pendenza superiore al 20%;

- tracciati alpini ed altri sentieri di montagna con larghezze mediamente inferiore all’ingombro trasversale della bicicletta sul terreno.


All’individuazione, con il presente provvedimento, dei casi di divieto di circolazione farà seguito una campagna di informazione rivolta ai fruitori della montagna in Trentino; l’aspetto divulgativo circa il possibile utilizzo del patrimonio alpinistico appare infatti di non secondaria importanza tenuto conto che una carente informazione potrebbe generare condotte inconsapevolmente contrarie alle norme provinciali. Proprio per limitare tale inconveniente, il Comune territorialmente competente o il soggetto responsabile della manutenzione del tracciato alpino, sono tenuti, ai sensi dell’articolo 22, comma 1, della legge provinciale n. 8 del 1993, ad esporre una specifica segnaletica di divieto nel caso rilevino accessi non autorizzati. E’ comunque chiaro che la posa della segnaletica di divieto va limitata ai casi in cui i costi, in termini di impatto paesaggistico, siano compensati da altrettanti benefici - quali l’annullamento del fenomeno di accesso con mezzi meccanici – e va rimossa ove si ravvisi nel tempo un mutamento delle condizioni di frequentazione. La segnaletica da utilizzare per rendere esplicito il divieto di accesso al singolo sentiero è quella già definita dalla Giunta provinciale con delibera n. 1133 del 24 maggio 2002; per finalità di tutela paesaggistica si ritiene comunque utile stabilire che il medesimo segnale possa risultare riprodotto anche in scala ridotta del 50% rispetto alle misure stabilite nella citata deliberazione, nel rispetto delle medesime proporzioni.

Il secondo aspetto che l’articolo 22, comma 1, della legge provinciale n. 8 del 1993 rimette alla regolamentazione della Giunta provinciale riguarda l’individuazione dei casi in cui le amministrazioni comunali possono riconoscere percorribili con mezzi meccanici alcuni sentieri di norma non transitabili in base alle proprie caratteristiche tecniche (pendenza e larghezza), come sopra rappresentate. A tale riguardo, si ritiene utile circoscrivere le possibilità di deroga concedibili dai Comuni ai seguenti casi:

- per garantire un collegamento tra itinerari di media distanza, consentire la realizzazione di circuiti ciclabili, assicurare la percorribilità dell’intero sentiero di montagna ove presenti solo a tratti caratteristiche tecniche di non percorribilità;

- per permettere la realizzazione di singole manifestazioni turistiche o agonistiche ovvero favorire la realizzazione di progetti di valorizzazione turistica del territorio.

Con riferimento alla procedura di concessione della deroga si richiama quanto già disposto nella citata deliberazione n. 2083 del 30 settembre 2005. In particolare l’Amministrazione comunale competente, per iniziativa diretta o su indicazione di altro ente, in accordo con le eventuali altre amministrazioni comunali interessate al tratto, è tenuta a realizzare un confronto tecnico con il Servizio provinciale competente in materia di foreste, anche tramite gli uffici distrettuali forestali territorialmente competenti, con i soggetti responsabili del controllo e della manutenzione dei sentieri e con le organizzazioni interessate all’utilizzo ed alla promozione del sentiero. La deroga è comunque condizionata al nulla osta dell’Ente Parco nell’eventualità di tratti di propria competenza. Il confronto tecnico è finalizzato a verificare che la deroga per l’accesso con mountain bike al tracciato sia compatibile con gli obiettivi di salvaguardia ambientale e rientri nei casi sopra elencati; il provvedimento di deroga al divieto -emesso dal Sindaco- potrà prevedere eventuali misure per mitigare o compensare l’impatto sull’ambiente, anche attraverso obblighi di monitoraggio e relativa costante o frequente manutenzione del percorso.

Una volta individuato in modo preciso l’itinerario autorizzato e quindi accessibile con mountain bike in deroga al divieto generico, l’accessibilità all’itinerario è resa esplicita da specifica segnaletica finalizzata a comunicare all’escursionista la percorribilità in mountain bike. Tale segnaletica di percorribilità del sentiero è quella riportata nell’allegato al presente provvedimento, che ne costituisce parte integrante e sostanziale.


Per quanto riguarda la politica e la val Gimela...bè, lasciamo perdere, sfondi una porta aperta... nella "questione di soldi" non mi riferivo certo alla politica ed ai suoi rappresentanti!!!!!!
Però credo che sia poco corretto ragionare in questi termini: la politica è incapace di prendere decisioni a prescindere dal denaro o da qualche voto racimolato qua e là, ma noi in quanto società civile dovremo essere capaci di ragionare a prescindere dalle decisioni politiche... per questo io se ritengo una loro decisione corretta la sostengo, se ritengo essa sia errata la critico (vedi Scanuppia).
 

sembola

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Vabbè, credo che a questo punto sia inutile proseguire...

...non credo che sia costruttivo continuare a portare avanti ognuno la propria interpretazione della legge.
Per questo riporto di seguito la delibera n. 1235 del 16/5/2008:

C'è poco da interpretare, quello che è più stretto di 110 cm (il passo della bici) è vietato, per cui di fatto TUTTI i sentieri sono vietati; a meno di chiamare ancora "sentiero" una "cosa" più larga di 110 cm. E rimane il problema della identificazione di ciò che è vietato e cosa non lo è, perchè un sentiero per sua stessa natura non è omogeneo e nessuno può sapere se le condizioni accettabili ci sono per tutta la sua lunghezza.

Ti chiedo: secondo te queste limitazioni, così come sono formulate, sono giuste, corrette e coerenti?
 

DR_Balfa

Biker grossissimus
i divieti non devono essere infranti, devono essere combattuti se assurdi come quello della legge sul trentino e si combatte facendosi sentire, protestando e dall'interno :-)... uno dei promotori di quella legge è stata la SAT che con il suo peso "politico" ha fatto si che questo accadesse, oggi la SAT nel CAI è sempre più isolata su questa posizione e la base ha spinto affinché questo accadesse, a breve in abruzzo ci sarà il convegno nazionale degli accompagnatori sulla sentieristica... bhe si mi danno la parola.... mi stracciano la tessera :-).... ma io mi sarò tolto tanti ma tanti sassolini dalle scarpe... anzi un Gran Sasso :-)
 

Ondo

Biker ultra
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Io sono un camperista biker, mi sembra che per la provincia di trento sia il peggio del peggio, quando sono in vacanza i divieti li becco tutti io. Prima non so dove parcheggiare il camper, neanche per 5 minuti, :paur: poi metti caso che trovo un'area camper libera in un posto decente (e non è sempre facile), vado a rischiare ancora di prendere multe quando sono in Mtb? :paur:
Quando sono in vacanza mi piace pedalare tranquillamente e senza pensieri e visto la facile interpretabilità della legge questo non è possibile in trentino, quindi cerco altri lidi...;-)
 

bici

Biker novus
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Ti chiedo: secondo te queste limitazioni, così come sono formulate, sono giuste, corrette e coerenti?

Io credo che delle limitazioni vadano poste, soprattutto alla luce (e per colpa!) del comportamento di alcuni (pochi per fortuna) biker sui sentieri. Certamente i criteri sono opinabili anche alla luce del fatto che ogni sentiero, a mio parere, ha caratteristiche geo-morfologiche differenti e si trova in zone più o meno rilevanti dal punto di vista ambientale... è certo però che stabilire un criterio "personalizzato" non è facile... per questo esistono le deroghe e per questo la legge dovrebbe essere fatta osservare/rispettata con un pò di flessibilità (ed è quello che avviene) dai controllori/controllati.

Il peso politico della SAT nell'emanazione di questa legge è evidente e scandaloso, non per questo però una legge assolutamente migliorabile ma contente principi di base corretti (mio parere personale, ovviamente) va criticata "a prescindere".
 

maxgastone

Biker spectacularis
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maxgastaldi.wordpress.com
Io credo che delle limitazioni vadano poste, soprattutto alla luce (e per colpa!) del comportamento di alcuni (pochi per fortuna) biker sui sentieri. Certamente i criteri sono opinabili anche alla luce del fatto che ogni sentiero, a mio parere, ha caratteristiche geo-morfologiche differenti e si trova in zone più o meno rilevanti dal punto di vista ambientale... è certo però che stabilire un criterio "personalizzato" non è facile... per questo esistono le deroghe e per questo la legge dovrebbe essere fatta osservare/rispettata con un pò di flessibilità (ed è quello che avviene) dai controllori/controllati.

Il peso politico della SAT nell'emanazione di questa legge è evidente e scandaloso, non per questo però una legge assolutamente migliorabile ma contente principi di base corretti (mio parere personale, ovviamente) va criticata "a prescindere".
A parer mio le deroghe sono state fatte unicamente per salvare il turismo legato alla mtb nelle località più gettonate
 

sembola

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Mi dispiace, ma non sono assolutamente d'accordo.

Cerchiamo di capirci, non penso certo che tutto debba essere lecito ovunque, tanto meno in un ambiente delicato come quello montano. Però i limiti alle attività umane devono ragionevoli e logici, cioè essere coerenti e non eccessivi rispetto all' obbiettivo che ci si pone di raggiungere.
Di fronte a divieti mirati, che insistessero per esempio sui sentieri particolarmente frequentati da escursionisti (tre esempi: Viel del Pan dal Pordoi, Friedrich August dal Sella o ancora da Vallesinella al Brentei in Val Rendena) oppure su terreni particolarmente erodibili o ancora in aree bisognose di particolare tutela (es.aree umide o di nidificazione di animali) non troverei nulla da dire, così come non trovo nulla da dire sul fatto che nei centri abitati il limite di velocità sia di 50 km/h (anzi per me è pure troppo elevato).

Qui però la situazione è completamente differente, è un divieto generalizzato frutto di ripicche e giochini di potere anzichè di programmazione ambientale. Un divieto che non è ragionevole, perchè appunto sentieri come quelli che ho citato NON rientrano nei parametri della legge e quindi sono percorribili mentre decine di sentieri deserti non lo sono, e quindi è un divieto non coerente con gli obiettivi ed eccessivo: sarebbe come mettere il limite dei 50 all'ora nelle autostrade per punire il comportamento dei pochi che ci vanno a 180.

Un divieto nato appunto da ripicchine locali nell'area di Riva, dove dapprima fu fatta passare una delibera comunale velocemente archiviata dopo la rivolta degli operatori economici locali; e inutile perchè appunto nella zona hanno immediatamente ottenuto tutte le deroghe del caso.

Di nuovo, un divieto inutile perchè appunto il caso di Riva dimostra che dove c'è l'interesse economico i sentieri improvvisamente non sono più devastati dalle bici , nè gli escursionisti rischiano di essere investiti.

Tutta questa però è accademia. La realtà è che in Italia finchè non vengono toccati gli interessi personali la gente se ne frega se qualcun altro ci rimette. Quando sulle Maddalene mettereanno un bel divieto alle mtb perchè "sono pericolose" come a Scanuppie può darsi che cambierai idea, o forse no, tanto "ci sono tanti posti dove andare".
 

Ondo

Biker ultra
5/7/06
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... è certo però che stabilire un criterio "personalizzato" non è facile... per questo esistono le deroghe e per questo la legge dovrebbe essere fatta osservare/rispettata con un pò di flessibilità (ed è quello che avviene) dai controllori/controllati.
E' proprio qui il problema, se io sono in un sentiero che sarebbe vietato per legge, ma si potrebbe chiudere un occhio da parte delle autorità, se incontro la guardia forestale intransigente, o a cui non piace il mio accento, o a cui semplicemente quel giorno non gira, mi fa la multa e io devo pagare e basta. Ai voglia a implorare la flessibilità...:cry:
 

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Biker novus
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Tutta questa però è accademia. La realtà è che in Italia finchè non vengono toccati gli interessi personali la gente se ne frega se qualcun altro ci rimette. Quando sulle Maddalene mettereanno un bel divieto alle mtb perchè "sono pericolose" come a Scanuppie può darsi che cambierai idea, o forse no, tanto "ci sono tanti posti dove andare".

Nessun interesse personale, ti assicuro...

...per andare sulle maddalene mi sono fatto 2h di auto ed era la prima volta che ci andavo in MTB dopo anni! Se dovessero mettere divieti su di esse, valuterei prima se sono divieti dal mio punto di vista coerenti e cogenti, e quindi agirei di conseguenza.

Detto questo, credo che in due lingue differenti, stiamo dicendo la stessa cosa. Mi spiego: secondo te la legge è errata e la si deve abrogare (si dice così?!?) però poi dici che saresti d'accordo su vietare il transito a sentieri particolarmente delicati. Io dico che secondo me la legge è corretta ma va migliorata limitandola a quelle zone e località in cui essa apporta effettivi benefici.

Ragionando con la tua metafora tu dici che fino a quando non si è stabilito un criterio che delimiti la città, non si debba imporre alcun limite; io sostengo invece che fin quando essa non è stata individuata vada imposto un limite più rigoroso dei 50km/h.

Un'ultima cosa però. Credo di aver mantenuto un tono pacato ed aver cercato di esporre le mie idee senza offendere o accusare nessuno di interessi personali. Sono sicuro tu non ti riferissi a me in quel caso ma fosse un discorso generale... però subito dopo parli di Maddalene ecc...ecc...

Ciao e buone pedalate...ovunque tu vada.
 

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