News MTB in Trentino: divieti!

Sergio

Biker tremendus
30/10/02
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Verona-Montorio
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Da www.satarco.it:
"La SAT non è pregiudizialmente contraria all’utilizzo della mountain bike in montagna: centinaia di soci e decine di Sezioni organizzano uscite ed escursioni con questo mezzo. E’ altrettanto consapevole che questa pratica, se correttamente condotta, è ecologicamente compatibile e rappresenta un’occasione importante per il turismo.
Coerentemente, già nel 1996 la SAT, il CAI Alto Adige e l’Alpenverain Suedtirol avevano valutato l’affermarsi della pratica della mtb indicando agli appassionati norme di comportamento coerenti con l’ambiente frequentato.
La SAT è invece nettamente contraria quando quest’attività diventa esasperata e distorta, non rispettosa delle persone, dell’ambiente, del territorio, della fauna e flora, in buona sostanza, diseducativa.
Non è accettabile, per un sodalizio che promuove da oltre 130 anni, la frequentazione delle montagne tramite l’alpinismo e l’escursionismo, che il più naturale, economico, educativo e sano modo di conoscere la natura e il territorio, il camminare, sia subordinato, sul sentiero, ad altro, sia questo automobile, moto, cavallo.
Si assiste preoccupati ad un proliferare di iniziative, promosse da soggetti pubblici, parapubblici, privati, che tramite offerte, percorsi, servizi, cartografie e guide, promuovono la pratica della mountain bike senza nessuna considerazione e rispetto per i sentieri che, da sempre patrimonio culturale e storico, prima delle popolazione che della SAT, sono sicuramente destinati, oltre che a sicuro degrado, a una progressiva banalizzazione e, di conseguenza, alla riduzione a semplice pista.
Nemmeno la legislazione provinciale, liberalizzando la circolazione su ogni sentiero, aiuta un corretto utilizzo della rete sentieristica tale da rendere possibile la convivenza di diversi modi di frequentazione del territorio.
Deve essere un concetto fondamentale del vivere civile che non tutto è permesso, che deve esistere un senso del limite, del non si può, supportato, più che dai divieti, dal buon senso, dal rispetto per gli altri, per le loro libertà e per il lavoro meritorio dei soci della SAT che hanno creato e mantenuto una sentieristica ormai patrimonio del Trentino e dell’alpinista.
Se è inopportuno andare a piedi o in bici in autostrada, perché esistono i divieti, (ma crediamo che anche in loro assenza vi siano buoni motivi per non farlo), altrettanto deve essere escluso il transito su sentieri che, per la loro frequentazione, quota, pericolosità intrinseca, facilità di degrado, rendono dannoso il passaggio di biciclette di mezzi motorizzati e di cavalli.
Proposte quali l’individuazione di percorsi "dedicati" possono essere considerate chiedendosi però: per chi, come (e oltre ai problemi di manutenzione) dove. Se cioè si intenda chiudere agli escursionisti dei sentieri esistenti, costruire percorsi ex novo o, addirittura, artificiali.
E’ necessario trovare un equilibrio tra più aspetti: da una parte il diritto dell’escursionista a camminare sui sentieri in sicurezza, in ogni luogo e ad ogni quota, dall’altra la possibilità di praticare un’attività contro la quale, lo ripetiamo, la SAT non ha contrarietà di sorta.
E’ necessario uscire da una logica anomala che, in sintesi, vede nel degrado dei sentieri il prezzo da pagare per un indotto economico e dall’altra il contributo pubblico (anche alla SAT) per il ripristino dei sentieri stessi.
Diviene quindi necessario un patto tra soggetti che, reciprocamente, ascoltino le rispettive posizioni, trovino assieme soluzioni condivise e rispettate e si attivino a divulgarle.
In tale senso un ruolo importante possono assumerlo, oltre alla PAT, i Comuni, le APT, i soggetti che promuovono turismo assieme alle rappresentanze dei bikers.
Ad esempio, il manuale mtb "Ruote Amiche" edito dall’Assessorato Provinciale al Turismo nel 2003, contenente suggerimenti e regole di comportamento condivisibili, va ampiamente diffuso e pubblicizzato.
La SAT è pronta, da subito, a confrontarsi, mettendo a disposizione la sua esperienza consolidata in tema di sentieri con l’avvertenza di non essere disponibile a svendere un patrimonio che appartiene alla storia e alla memoria di tutta la comunità trentina."
 

bannato-ls

Biker cesareus
20/7/04
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Sergio ha scritto:
Da www.satarco.it:
"La SAT non è pregiudizialmente contraria all’utilizzo della mountain bike in montagna: centinaia di soci e decine di Sezioni organizzano uscite ed escursioni con questo mezzo. E’ altrettanto consapevole che questa pratica, se correttamente condotta, è ecologicamente compatibile e rappresenta un’occasione importante per il turismo.
Coerentemente, già nel 1996 la SAT, il CAI Alto Adige e l’Alpenverain Suedtirol avevano valutato l’affermarsi della pratica della mtb indicando agli appassionati norme di comportamento coerenti con l’ambiente frequentato.
La SAT è invece nettamente contraria quando quest’attività diventa esasperata e distorta, non rispettosa delle persone, dell’ambiente, del territorio, della fauna e flora, in buona sostanza, diseducativa.
Non è accettabile, per un sodalizio che promuove da oltre 130 anni, la frequentazione delle montagne tramite l’alpinismo e l’escursionismo, che il più naturale, economico, educativo e sano modo di conoscere la natura e il territorio, il camminare, sia subordinato, sul sentiero, ad altro, sia questo automobile, moto, cavallo.
Si assiste preoccupati ad un proliferare di iniziative, promosse da soggetti pubblici, parapubblici, privati, che tramite offerte, percorsi, servizi, cartografie e guide, promuovono la pratica della mountain bike senza nessuna considerazione e rispetto per i sentieri che, da sempre patrimonio culturale e storico, prima delle popolazione che della SAT, sono sicuramente destinati, oltre che a sicuro degrado, a una progressiva banalizzazione e, di conseguenza, alla riduzione a semplice pista.
Nemmeno la legislazione provinciale, liberalizzando la circolazione su ogni sentiero, aiuta un corretto utilizzo della rete sentieristica tale da rendere possibile la convivenza di diversi modi di frequentazione del territorio.
Deve essere un concetto fondamentale del vivere civile che non tutto è permesso, che deve esistere un senso del limite, del non si può, supportato, più che dai divieti, dal buon senso, dal rispetto per gli altri, per le loro libertà e per il lavoro meritorio dei soci della SAT che hanno creato e mantenuto una sentieristica ormai patrimonio del Trentino e dell’alpinista.
Se è inopportuno andare a piedi o in bici in autostrada, perché esistono i divieti, (ma crediamo che anche in loro assenza vi siano buoni motivi per non farlo), altrettanto deve essere escluso il transito su sentieri che, per la loro frequentazione, quota, pericolosità intrinseca, facilità di degrado, rendono dannoso il passaggio di biciclette di mezzi motorizzati e di cavalli.
Proposte quali l’individuazione di percorsi "dedicati" possono essere considerate chiedendosi però: per chi, come (e oltre ai problemi di manutenzione) dove. Se cioè si intenda chiudere agli escursionisti dei sentieri esistenti, costruire percorsi ex novo o, addirittura, artificiali.
E’ necessario trovare un equilibrio tra più aspetti: da una parte il diritto dell’escursionista a camminare sui sentieri in sicurezza, in ogni luogo e ad ogni quota, dall’altra la possibilità di praticare un’attività contro la quale, lo ripetiamo, la SAT non ha contrarietà di sorta.
E’ necessario uscire da una logica anomala che, in sintesi, vede nel degrado dei sentieri il prezzo da pagare per un indotto economico e dall’altra il contributo pubblico (anche alla SAT) per il ripristino dei sentieri stessi.
Diviene quindi necessario un patto tra soggetti che, reciprocamente, ascoltino le rispettive posizioni, trovino assieme soluzioni condivise e rispettate e si attivino a divulgarle.
In tale senso un ruolo importante possono assumerlo, oltre alla PAT, i Comuni, le APT, i soggetti che promuovono turismo assieme alle rappresentanze dei bikers.
Ad esempio, il manuale mtb "Ruote Amiche" edito dall’Assessorato Provinciale al Turismo nel 2003, contenente suggerimenti e regole di comportamento condivisibili, va ampiamente diffuso e pubblicizzato.
La SAT è pronta, da subito, a confrontarsi, mettendo a disposizione la sua esperienza consolidata in tema di sentieri con l’avvertenza di non essere disponibile a svendere un patrimonio che appartiene alla storia e alla memoria di tutta la comunità trentina."


Sono riuscito a leggere solo le prime dieci righe...che noia... personalmente faccio prima a cambiare regione. Altro che percorsi consigliati/scongliati. Tanti saluti.
 

nonnocarb

Redazione
11/11/03
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Merano
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pablo77 ha scritto:
I sentieri al 20% sono troppo pericolosi? Cosa vogliono fare allora? Vietarmi di usare la mtb sulla rampa del garage perchè è troppo ripida?!?!

:offtopic: Può sembrare una strana coincidenza, ma nei regolamenti comunali c'è scritto che è vietato costruire rampe dei garage più ripide del 20%!
 

Renzo ®

Moderatur
30/10/02
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Empoli
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carb level ha scritto:
:offtopic: Può sembrare una strana coincidenza, ma nei regolamenti comunali c'è scritto che è vietato costruire rampe dei garage più ripide del 20%!

Forse chiedo una ca***ata, :???: ma questa legge vale per tutta la Regione, compreso l'Alto Adige, oppure solo in Trentino? :???:
 

biker_simone

Biker grossissimus
31/1/05
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Celle Ligure (SV)
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konablu ha scritto:
Dovessero mettere questi limiti in Liguria sarebbe precluso OGNI sentiero...

Mi sa di si. Comunque per ora non ci sono problemi di questo tipo da noi. Solo il parco di portofino è vietato alle mtb.

Comunque per fare fr non è detto che si debba seguire i sentieri....... quindi se li vietano......
 

nonnocarb

Redazione
11/11/03
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Merano
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marco ha scritto:
trentino non è alto adige ;-)
per fortuna

Se però non stiamo attenti a cercare di bloccare subito queste insane iniziative, c'è la possibilità che il morbo si diffonda!
Poi rimane il problema di chi controlla, io in due anni e 10000 km. fatti non ho incontrato neanche una guardia forestale:wink:
 

banzai

Biker superioris
1/4/04
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MC
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Ho l'impressione che la SAT ritenga i sentieri trentini di loro personale proprietà. Si tratta di BENI DEMANIALI ossia DI TUTTI, la SAT tra l'altro ha anche ricevuto dei contributi economici (quindi non lo ha fatto per puro altruismo) per il mantenimento dei sentieri, ma dal comportamento attuale sembra che accampino diritti di usucapione!
Sarebbe come se dei bikers ripulissero un sentiero e poi vietassero il transito ai pedoni! Io credo che la maggioranza di chi va in MTB sia impegnata nel favorire la convivenza con gli altri fruitori dei sentieri, e nel caso di incidenti esistono già il codice civile e quello penale.
 

Tasi e tira

Biker marathonensis
28/6/05
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Volano, Trentino
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carb level ha scritto:
Se però non stiamo attenti a cercare di bloccare subito queste insane iniziative, c'è la possibilità che il morbo si diffonda!
Poi rimane il problema di chi controlla, io in due anni e 10000 km. fatti non ho incontrato neanche una guardia forestale:wink:



...vero...:mrgreen:
...
...
...
...per fortuna...
...i forestali...
...sono ancora troppo impeganti...
...a tener testa a cacciatori...
...motocrossisti...
...e fuoristrada...:taxi-dri:
...
...
...
...li voglio proprio vedere...
...con la panda di traverso...
...sui miei sentieri...:smile:
 

Balo

Biker superioris
28/5/03
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Marzolara (PR)
www.baloride.it
La mia mail ad [email protected]

"Gentili Signori,
ho appreso con rammarico la decisione della Provincia Autonoma di Trento, con la delibera 2083, di vietare il transito alle mountain bike su buona parte dei sentieri della vostra zona. Non voglio entrare nel merito del criterio utilizzato per stabilire quali sentieri siano percorribili (pendenza e larghezza) perchè lo trovo grottesco e denota una scarsa o nulla conoscenza della disciplina che si intende regolare.
Vorrei farVi notare che in diverse stazioni turistiche dell'arco alpino, soprattutto estere ma per fortuna anche italiane, il "problema" mountain-bike è stato risolto regolamentando e creando tracciati, sentieri e servizi idonei (che è ben diverso che vietare a priori), diventando così una risorsa importante soprattutto ora che va di moda parlare di "destagionalizzazione".
Ricordo una vostra pubblicità sulle riviste di settore che raffigurava una mountain-bike sopra il cofano di una autovettura in coda. Niente di più vero, con la delibera approvata voi confinate le mountain bike sulle strade forestali utilizzate dai fuoristrada dei turisti, cacciatori, gestori dei rifugi e delle malghe, ecc.
Chiudo comunicandoVi che io, i miei congiunti ed i miei amici non sceglieremo più il Trentino come meta dove trascorrere il nostro tempo libero, estivo ed invernale, rivolgendoci a stazioni turistiche che per ospitalità, servizi e, lasciatemelo dire, prezzi, sono in grado di garantire un'offerta migliore.
AugurandoVi buon lavoro porgo distinti saluti.

Matteo Balocchi, Parma"
 

Trinità

Biker popularis
13/11/03
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Pergine Valsugana
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piccola analisi del documento sat

1) si parte con una serie di considerazioni ovvie, con la tecnica delle fette di pane. Prima di passare al dunque , cioè esporre il vero motivo, dico una serie di cose sicuramente giuste e condivise. Come si faceva quando il prof ti interroga e non sai rispondere alla domanda .. allora che dici ? SI ok 1 + 1 fa 2
oppure come dicono loro "bisogna pensare che non è permesso fare tutto"

2) e si arriva al dunque "altrettanto deve essere escluso il transito su sentieri che, per la loro frequentazione, quota, pericolosità intrinseca, facilità di degrado, rendono dannoso il passaggio di biciclette di mezzi motorizzati e di cavalli."

allora il motivo secondo loro è
1) per la loro frequentazione (leggi non vogliamo che ci vadano altri che non siano quelli a piedi)
2) quota (? non si capisce perchè in quota non si può andare)
3) pericolosità intrinseca(furbesco motivo di tutela dei biker, quando invece non gliene frega nulla. Allora bisogna vietare il parapendio e le ferrate )
4) facilità di degrado. Ecco qui il vero punto. Non potendo spingere più di tanto sul n° 1 il vero motivo, torna fuori alla grande il problema del degrado (falso)

Se problema di degrado fosse bisognerebbe considerare che anche molti a piedi costituiscono degrado. E come lo risolvono ? con la storia della bici di traverso (???)
mah
 

DANX

Biker paradisiacus
4/5/04
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MiraFiat
danxfotoblog.blogspot.com
maurof2 ha scritto:
io sono del cuneese e qua fortunatamente di idiozie del genere non se ne vedono ancora.
ho letto che molti di voi pensano che questo divieto sia per l'inquinamento, ma io non la vedo così secondo me vogliono tuelare l'incolumità dei trekker e fino a quì posso dirmi d'accordo è capitato anche a me di trovarmi un biker davanti senza averlo sentito arrivare, però in francia (des alpes docet) hanno risolto dedicando sentieri ai pedoni sentieri ai trialisti e sentieri ai biker facendo decidere a degli esperti e non a dei colletti bianchi!!!
ma quello che sarei curioso di sapere é: questi benedetti sentieri sono vietati anche in SALITA?
comunque solo per farvi sapere l'e-mail del caro mellarini è bloccata

ciao e buon divertimento

A torino nella collina ci son due sentieri uno vicino all'altro: uno per le bici ed uno per i pedoni, geniale no??:yeah!:
 

pablo77

Biker forumensus
31/5/05
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Limbiate (MI)
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Trinità ha scritto:
Se problema di degrado fosse bisognerebbe considerare che anche molti a piedi costituiscono degrado. E come lo risolvono ? con la storia della bici di traverso (???)
mah

certo! Il prossimo passo sarà quello di dire che i sentieri sono percorribili a piedi se e solo se sono più larghi della lunghezza totale dei tuoi scarponi messi in fila uno dietro l'altro. Se porti un 46 però sono caxxi tuoi.

Per le ferrate e le arrampicate :specc: invece non si pone nessun tipo di problema. Siccome sono in verticale le geniali menti di lorsignori non sono ancora riuscite a capire come si possa fare a mettere di traverso una persona in quella strana prospettiva. :nunsacci: :nunsacci: Perciò soprassiedono
 

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