News MTB in Trentino: divieti!

Dallas

Biker immensus
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Io mi sono fatto fare una maglietta così

magliettaprotesta3oc.jpg


Appena mi arriva, la indosso e posto le foto :prost: :prost: :prost: :prost:
 

KillThePigeon

Biker serius
Allora...non sono stato a leggere tutti i commenti perchè sono dannatamente tanti ;p...cmq ho letto il testo della legge e fa schifo pure a me che sono un novellino [un noob per chi gioca a soldat ^-^]
personalmete la penso così:
1- non gliene frega niente della salute dei bikers ma è solo una scusa per toglierli
dai monti;
2- non capisco che danni può fare uno che scende con una bici per un sentiero
(a parte lasciare qualche segno per terra);
3- il dh e il freeride sono degli sport e quindi chi li pratica sono degli atleti,
ritengo che degli atleti siano abbastanza maturi per scegliere da soli dei
percorsi in base alle loro capacità ed evitare di farsi seriamente del male;
4- ci sono degli escursionisti (appiedati) che fanno molti più danni per esempio
lasciando rifiuti per terra ecc ecc.

Al momento non mi viene in mente altro ma detto questo...non vedo l'ora di farmi una bella pedalata per i sentieri del trentino vietati o no che siano!!! ^-^
 

bericamtb

Biker ciceronis
15/1/03
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VICENZA
www.laviadeiberici.it
Probabilmente avete già visto sta Rispota ma mi è arrivata oggi quindi la Posto nel caso qualcuno non l'avesse già letta :





Gentile/Caro biker Amico del Trentino,


Abbiamo raccolto la Tua/Sua segnalazione – assieme a moltissime altre – sulla pratica del mountain bike nel nostro territorio; tanti messaggi giunti in particolare da frequentatori della zona del Lago di Garda. Siamo anzitutto felici di questa dimostrazione di interesse ed apprezzamento verso la nostra offerta turistico sportiva: ed assicuro che questo massiccio invio di e.mail, ci impegna anzitutto a lavorare con ancor più precisione ed equilibrio vista la dimostrazione dell’importanza del mountain bike nel Trentino e del gradimento di tanti appassionati.

Una premessa importante e poi alcune precisazioni, spero chiare, mirate a rimettere le cose a posto dopo alcune giornate di allarme ingiustificato durante le quali un “tam-tam” mediatico – legato più all’emozione del sentito dire che alla realtà dei fatti – ha attraversato la rete web.

In Trentino nessuno, oggi o domani, deve o dovrà arrendersi ai divieti, alle restrizioni o proibizioni nel praticare il mountain bike: e questo può essere fra l’altro testimoniato dalle centinaia di appassionati che si godono anche quest’ultima parte di stagione lungo i tracciati del Basso Sarca o della Valle di Ledro.

La Provincia Autonoma di Trento ha avviato lo studio d’una serie di norme (valide nella loro versione definitiva presumibilmente solo a partire dall’estate del 2007) in collaborazione con tecnici, la SAT sezione del Club Alpino italiano che cura la manutenzione dei sentieri alpini, ed i Comuni del Trentino: scopo è salvaguardare le zone più sensibili del nostro ambiente di alta montagna lungo i tratti più critici dei sentieri alpini, prevalentemente alle quote più alte. Questo per assicurare una qualità complessiva del nostro ambiente nell’interesse di tutti – noi residenti, i turisti ospiti, gli sportivi, dei bikers e soprattutto i nostri figli – conservare e difendere il più possibile dal degrado aree particolarmente delicate.

Si vuole così impedire il diffondersi incontrollato delle espressioni più esasperate ed estreme (downhill, freerider) del mountain bike lungo quei tratti dei sentieri alpini che – soprattutto a quote dai 1800/2000 metri dove la vegetazione cresce con estrema difficoltà in un microclima fragile e delicato – sono particolarmente soggetti al deterioramento.

Come raggiungere questo scopo, crediamo condiviso da tutti? Non attraverso una politica di divieti, bensì affidandoci all’autocontrollo, alla responsabilità al senso civile d’ogni amante della natura ancor prima che del mountain bike. Ed alla sua volontà di convivere anche pacificamente con gli escursionisti, anche loro frequentatori della montagna con ugual diritto.

Si è molto parlato dei due parametri (20% di pendenza e ingombro del mtb posto di traverso) all’esame del team di tecnici: sono ipotesi adottate per dare una misura, immaginabile ed oggettiva, per materializzare uno spazio fisico (nell’incrociarsi eventuale fra camminatore e biker) e per riferirsi alle condizioni del terreno, pensando come sia soprattutto lungo le discese ripide per effetto delle violente frenate che le ruote del mtb scavano il terreno sul quale poi la pioggia provocherà un vero e proprio fenomeno di erosione.

E’ naturale che senza la ricercata e convinta partecipazione dei bikers il nostro obiettivo non potrà essere raggiunto: per questo anziché adottare una politica dei divieti vogliamo raggiungere la condivisione delle scelte attraverso il coinvolgimento della Federazione Ciclistica italiana e di altri interlocutori qualificati e conoscitori del fenomeno mountain bike.

Siamo ancora, quindi, alla fase delle proposte e delle verifiche da mettere a punto con i diversi Soggetti del territorio. Può continuare ad essere quindi del tutto tranquillo (e naturalmente benvenuto) chi ama scoprire il Trentino in sella al mountain bike, percorrendo le strade forestali (oltre 6mila km, vietati al traffico), gli oltre 200 tracciati segnalati anche “single trak” e curati ogni primavera, oppure scegliendo gli itinerari delle grandi traversate (prima fra tutte la Transalp Challenge) di valle in valle ed i percorsi dei raduni internazionali (dalla Valle di Non alla Valle di Ledro, nelle Dolomiti di Fassa e di San Martino).

Non credete quindi agli allarmi lanciati in modo inopportuno, programmate pure le vostre uscite per la prossima primavera con la certezza di essere come al solito accolti bene in un ambiente ideale per praticare la vostra disciplina sportiva favorita.



Tiziano Mellarini
Assessore al Turismo
Provincia Autonoma di Trento
 

dony

Biker augustus
13/10/04
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bericamtb ha scritto:
Probabilmente avete già visto sta Rispota ma mi è arrivata oggi quindi la Posto nel caso qualcuno non l'avesse già letta :





Gentile/Caro biker Amico del Trentino,


Abbiamo raccolto la Tua/Sua segnalazione – assieme a moltissime altre – sulla pratica del mountain bike nel nostro territorio; tanti messaggi giunti in particolare da frequentatori della zona del Lago di Garda. Siamo anzitutto felici di questa dimostrazione di interesse ed apprezzamento verso la nostra offerta turistico sportiva: ed assicuro che questo massiccio invio di e.mail, ci impegna anzitutto a lavorare con ancor più precisione ed equilibrio vista la dimostrazione dell’importanza del mountain bike nel Trentino e del gradimento di tanti appassionati.

Una premessa importante e poi alcune precisazioni, spero chiare, mirate a rimettere le cose a posto dopo alcune giornate di allarme ingiustificato durante le quali un “tam-tam” mediatico – legato più all’emozione del sentito dire che alla realtà dei fatti – ha attraversato la rete web.

In Trentino nessuno, oggi o domani, deve o dovrà arrendersi ai divieti, alle restrizioni o proibizioni nel praticare il mountain bike: e questo può essere fra l’altro testimoniato dalle centinaia di appassionati che si godono anche quest’ultima parte di stagione lungo i tracciati del Basso Sarca o della Valle di Ledro.

La Provincia Autonoma di Trento ha avviato lo studio d’una serie di norme (valide nella loro versione definitiva presumibilmente solo a partire dall’estate del 2007) in collaborazione con tecnici, la SAT sezione del Club Alpino italiano che cura la manutenzione dei sentieri alpini, ed i Comuni del Trentino: scopo è salvaguardare le zone più sensibili del nostro ambiente di alta montagna lungo i tratti più critici dei sentieri alpini, prevalentemente alle quote più alte. Questo per assicurare una qualità complessiva del nostro ambiente nell’interesse di tutti – noi residenti, i turisti ospiti, gli sportivi, dei bikers e soprattutto i nostri figli – conservare e difendere il più possibile dal degrado aree particolarmente delicate.

Si vuole così impedire il diffondersi incontrollato delle espressioni più esasperate ed estreme (downhill, freerider) del mountain bike lungo quei tratti dei sentieri alpini che – soprattutto a quote dai 1800/2000 metri dove la vegetazione cresce con estrema difficoltà in un microclima fragile e delicato – sono particolarmente soggetti al deterioramento.

Come raggiungere questo scopo, crediamo condiviso da tutti? Non attraverso una politica di divieti, bensì affidandoci all’autocontrollo, alla responsabilità al senso civile d’ogni amante della natura ancor prima che del mountain bike. Ed alla sua volontà di convivere anche pacificamente con gli escursionisti, anche loro frequentatori della montagna con ugual diritto.

Si è molto parlato dei due parametri (20% di pendenza e ingombro del mtb posto di traverso) all’esame del team di tecnici: sono ipotesi adottate per dare una misura, immaginabile ed oggettiva, per materializzare uno spazio fisico (nell’incrociarsi eventuale fra camminatore e biker) e per riferirsi alle condizioni del terreno, pensando come sia soprattutto lungo le discese ripide per effetto delle violente frenate che le ruote del mtb scavano il terreno sul quale poi la pioggia provocherà un vero e proprio fenomeno di erosione.

E’ naturale che senza la ricercata e convinta partecipazione dei bikers il nostro obiettivo non potrà essere raggiunto: per questo anziché adottare una politica dei divieti vogliamo raggiungere la condivisione delle scelte attraverso il coinvolgimento della Federazione Ciclistica italiana e di altri interlocutori qualificati e conoscitori del fenomeno mountain bike.

Siamo ancora, quindi, alla fase delle proposte e delle verifiche da mettere a punto con i diversi Soggetti del territorio. Può continuare ad essere quindi del tutto tranquillo (e naturalmente benvenuto) chi ama scoprire il Trentino in sella al mountain bike, percorrendo le strade forestali (oltre 6mila km, vietati al traffico), gli oltre 200 tracciati segnalati anche “single trak” e curati ogni primavera, oppure scegliendo gli itinerari delle grandi traversate (prima fra tutte la Transalp Challenge) di valle in valle ed i percorsi dei raduni internazionali (dalla Valle di Non alla Valle di Ledro, nelle Dolomiti di Fassa e di San Martino).

Non credete quindi agli allarmi lanciati in modo inopportuno, programmate pure le vostre uscite per la prossima primavera con la certezza di essere come al solito accolti bene in un ambiente ideale per praticare la vostra disciplina sportiva favorita.



Tiziano Mellarini
Assessore al Turismo
Provincia Autonoma di Trento

sì sì è sempre quella...:azz-se-m: :azz-se-m: :azz-se-m: :down: :freeride: :sumo: :ueh:
 

maxgastone

Biker spectacularis
17/10/05
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Novi Ligure (AL)
maxgastaldi.wordpress.com
dony ha scritto:
sì sì è sempre quella...:azz-se-m: :azz-se-m: :azz-se-m: :down: :freeride: :sumo: :ueh:
Capperi solo a me a risposto in maniera diretta: che onore... :freeride:

"Caro maxgastone, non so dove hai raccolto le notzie. Da uno dei siti Biker che, in puro stile Tafazzi, minacciano sfracelli per il turismo trentino? Allora, la legge, fortemente voluta dalla SAT e vista con interesse anche in altri ambiti CAI, non proibisce affatto la percorrenza dei sentieri. Più semplicemente, oltre a consentire il passaggio su tutte le strade forestali e sui sentieri che abbiano una pendenza inferiore al 20% e una larghezza pari all'ingombro trasversale della bici, consente anche deroghe, ad esempio per collegare valli o chiudere percorsi ad anello. Vedi un pò tu se è una legge liberticida. Veniamo ai sentieri. Mai pensato al lavoro GRATUITO dei volontari per permettere a te (e a me)di percorrere i sentieri? Mai pensato che il sentiero, caro iscritto CAI, è storicamente nato per essere percorso A PIEDI? Che ci sono sentieri che NON sono adatti alla frequentazione delle bike?
Sono perfettamente d'accordo su motoslitte, eliski, quad e compagnia cantante. Sono però pronto a scommettere che ognuno dei fruitori di questi mezzi giureranno sul loro amore per l'ambiente.
Noi abbiamo semplicemente proposto non un Trentino dei divieti ma un Trentino delle regole. Se la regola da fastidio pazienza, ci saranno certamente altri che l'apprezzeranno.
Cordialmente, Franco Giacomoni, Presidente SAT." :down:, poi mi sono permesso di dire che i sentieri storicamente sono nati per necessità di lavoro e non per turismo e ricreazione, sul fatto che le deroghe sono una stupidata colossale ecc. e allora mi ha inviato la risposta preconfezionata...
 

dexter

Biker dantescus
10/5/03
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Prov. Mo
garuti.eu
maxgastone ha scritto:
Mai pensato che il sentiero, caro iscritto CAI, è storicamente nato per essere percorso A PIEDI?.

ma pensa te! si vede che loro non hannoo pensato che molti sentieri da valle a valle servivano per il bracconaggio ed il contrabbando.
perche non li lasciamo adibiti solo a quello anche ai giorni nostri?
 

marco10

Biker poeticus
20/8/05
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Bergamo
www.officinevecchi.com
forse mi sbaglio ma non mi sembra uguale alle precedenti, mi pare di leggere tra le righe che il politico stia spostando il piede anche nell'altra scarpa:

"Si è molto parlato dei due parametri (20% di pendenza e ingombro del mtb posto di traverso) all’esame del team di tecnici: sono ipotesi adottate per dare una misura, immaginabile ed oggettiva, per materializzare uno spazio fisico (nell’incrociarsi eventuale fra camminatore e biker) e per riferirsi alle condizioni del terreno, pensando come sia soprattutto lungo le discese ripide per effetto delle violente frenate che le ruote del mtb scavano il terreno sul quale poi la pioggia provocherà un vero e proprio fenomeno di erosione."

mi pare di dire che cerca di rabbonirci, però le mail e la proteste un minimo di effetto l'hanno avuto.
ci offre anche, non so se consapevolemente o meno, di passarci la palla

"E’ naturale che senza la ricercata e convinta partecipazione dei bikers il nostro obiettivo non potrà essere raggiunto: per questo anziché adottare una politica dei divieti vogliamo raggiungere la condivisione delle scelte attraverso il coinvolgimento della Federazione Ciclistica italiana e di altri interlocutori qualificati e conoscitori del fenomeno mountain bike."

forse è arrivato il momento, assieme alle proteste da non sospendere, di diventare propositivi
 

KeDoKoJonY

Biker popularis
28/5/04
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CFV
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...Leggi... interpretazioni...rivisitazioni delle stesse...compromessi...ritrattazioni...controsensi...L'unica cosa sicura: LE MULTE!! :bleah:
Fosse x me, boicotterei un paio di manifestazioni tipo "Bike Fest" del 1° Maggio o altre, niente bikers, niente spettatori, sponsor della manifestazione... INC@ZZ@TISSIMI!!! :mrgreen:
Danni all'immagine delle manifestazioni sportive trentine, legate alla MTB, e riduzione dell'afflusso di utenti e spettatori, quindi minor introiti per tutti,
alberghi, negozi, comune, ecc...ecc...
Innescando una piccola catena controproducente per chi ci guadagna in questo settore (perdita di introiti), considerato che sono proprio loro che hanno il maggior potere sulle amministrazioni comunali.
Ovvero "No Bike, No Skei!!"
Sia chiaro che non ci dovranno essere cortei e/o manifestazioni di alcun genere... "BASTERA' NON ANDARCI" e se ci andrete non spendere soldi, no panini, no birre, no camping, no affittare bike, no no no di tutto!!!
Il TOP sarebbe: Tantissima gente che crea confusione, ma un crollo dei consumi di qualsiasi genere... Pensateci!!

Ma forse è solo... :specc:
 

Dallas

Biker immensus
19/2/04
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windmillking ha scritto:
giunta ora dalla apt di torbole in risposta alla mia email di protesta

"Gentile/Caro biker Amico del Trentino,


Abbiamo raccolto la Tua/Sua segnalazione – assieme a moltissime altre – sulla pratica del mountain bike nel nostro territorio; tanti messaggi giunti in particolare da frequentatori della zona del Lago di Garda. Siamo anzitutto felici di questa dimostrazione di interesse ed apprezzamento verso la nostra offerta turistico sportiva: ed assicuro che questo massiccio invio di e.mail, ci impegna anzitutto a lavorare con ancor più precisione ed equilibrio vista la dimostrazione dell’importanza del mountain bike nel Trentino e del gradimento di tanti appassionati.

Una premessa importante e poi alcune precisazioni, spero chiare, mirate a rimettere le cose a posto dopo alcune giornate di allarme ingiustificato durante le quali un “tam-tam” mediatico – legato più all’emozione del sentito dire che alla realtà dei fatti – ha attraversato la rete web.

In Trentino nessuno, oggi o domani, deve o dovrà arrendersi ai divieti, alle restrizioni o proibizioni nel praticare il mountain bike: e questo può essere fra l’altro testimoniato dalle centinaia di appassionati che si godono anche quest’ultima parte di stagione lungo i tracciati del Basso Sarca o della Valle di Ledro.

La Provincia Autonoma di Trento ha avviato lo studio d’una serie di norme (valide nella loro versione definitiva presumibilmente solo a partire dall’estate del 2007) in collaborazione con tecnici, la SAT sezione del Club Alpino italiano che cura la manutenzione dei sentieri alpini, ed i Comuni del Trentino: scopo è salvaguardare le zone più sensibili del nostro ambiente di alta montagna lungo i tratti più critici dei sentieri alpini, prevalentemente alle quote più alte. Questo per assicurare una qualità complessiva del nostro ambiente nell’interesse di tutti – noi residenti, i turisti ospiti, gli sportivi, dei bikers e soprattutto i nostri figli – conservare e difendere il più possibile dal degrado aree particolarmente delicate.

Si vuole così impedire il diffondersi incontrollato delle espressioni più esasperate ed estreme (downhill, freerider) del mountain bike lungo quei tratti dei sentieri alpini che – soprattutto a quote dai 1800/2000 metri dove la vegetazione cresce con estrema difficoltà in un microclima fragile e delicato – sono particolarmente soggetti al deterioramento.

Come raggiungere questo scopo, crediamo condiviso da tutti? Non attraverso una politica di divieti, bensì affidandoci all’autocontrollo, alla responsabilità al senso civile d’ogni amante della natura ancor prima che del mountain bike. Ed alla sua volontà di convivere anche pacificamente con gli escursionisti, anche loro frequentatori della montagna con ugual diritto.

Si è molto parlato dei due parametri (20% di pendenza e ingombro del mtb posto di traverso) all’esame del team di tecnici: sono ipotesi adottate per dare una misura, immaginabile ed oggettiva, per materializzare uno spazio fisico (nell’incrociarsi eventuale fra camminatore e biker) e per riferirsi alle condizioni del terreno, pensando come sia soprattutto lungo le discese ripide per effetto delle violente frenate che le ruote del mtb scavano il terreno sul quale poi la pioggia provocherà un vero e proprio fenomeno di erosione.

E’ naturale che senza la ricercata e convinta partecipazione dei bikers il nostro obiettivo non potrà essere raggiunto: per questo anziché adottare una politica dei divieti vogliamo raggiungere la condivisione delle scelte attraverso il coinvolgimento della Federazione Ciclistica italiana e di altri interlocutori qualificati e conoscitori del fenomeno mountain bike.

Siamo ancora, quindi, alla fase delle proposte e delle verifiche da mettere a punto con i diversi Soggetti del territorio. Può continuare ad essere quindi del tutto tranquillo (e naturalmente benvenuto) chi ama scoprire il Trentino in sella al mountain bike, percorrendo le strade forestali (oltre 6mila km, vietati al traffico), gli oltre 200 tracciati segnalati anche “single trak” e curati ogni primavera, oppure scegliendo gli itinerari delle grandi traversate (prima fra tutte la Transalp Challenge) di valle in valle ed i percorsi dei raduni internazionali (dalla Valle di Non alla Valle di Ledro, nelle Dolomiti di Fassa e di San Martino).

Non credete quindi agli allarmi lanciati in modo inopportuno, programmate pure le vostre uscite per la prossima primavera con la certezza di essere come al solito accolti bene in un ambiente ideale per praticare la vostra disciplina sportiva favorita.



Tiziano Mellarini
Assessore al Turismo
Provincia Autonoma di Trento"

Il significato nascosto sotto le melliflue parole è chiaro ... oltre a provocarmi conati di vomito non fa altro che dare conferma a quanto era già chiaro.
Basta pensare allo scempio fatto alla natura nel portare (proprio in trentino) funivie, seggiovie, skilift etc anche in quote ben elevate.
Le stesse funivie che vomitamo in estate fiumi di persone a quote elevate, persone che lasciano dietro di se una scia di rifiuti da fare tristezza ... spesso quando vado a camminare per i percorsi "serviti" anche dalle funivie torno con lo zaino pieno ... di schifezza altrui.

... come ho già risposto ai signori della apt di torbole, mi sono anche già stufato di dover stare a perder il tempo a leggere gli sproloqui di questi politici ...
Vogliono negarci l'uso di sentieri, single track e percorsi vari ?
Peggio per loro.
Da casa mia ci vogliono dalle 2 alle 4 ore di macchina per raggiungere le località trentine che frequentavo.
Nel raggio di 2 - 4 ore ci sono centinaia di altre località da frequentare.
I prezzi degli alberghi in val di fassa (solo per fare un esempio) sono ben più alti di quelli degli alberghi nel comprensorio di les gets, per non parlare del confronto con i prezzi degli alberghi degli appennini tosco-emiliani che offrono una infinità di posti bellissimi in cui pedalare e pure un clima più favorevole.

Non credo che serva organizzzare una manifestazione tipo critical mass, credo che la nostra risposta migliore (intendo di noi che non abitiamo in trentino) sia per una estate di NON ANDARCI.

Spostiamo i nostri orizzonti e portiamo i nostri e le nostre soldi dove siamo graditi.

Solo quando i conti di cassa non saranno positivi gli operatori turistici si muoveranno e daranno uno scossone allo "scranno" di questi politici.

marco
#384 del 27.10.2005
 

Dallas

Biker immensus
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bericamtb ha scritto:
Probabilmente avete già visto sta Rispota ma mi è arrivata oggi quindi la Posto nel caso qualcuno non l'avesse già letta :





Gentile/Caro biker Amico del Trentino,


Abbiamo raccolto la Tua/Sua segnalazione – assieme a moltissime altre – sulla pratica del mountain bike nel nostro territorio; tanti messaggi giunti in particolare da frequentatori della zona del Lago di Garda. Siamo anzitutto felici di questa dimostrazione di interesse ed apprezzamento verso la nostra offerta turistico sportiva: ed assicuro che questo massiccio invio di e.mail, ci impegna anzitutto a lavorare con ancor più precisione ed equilibrio vista la dimostrazione dell’importanza del mountain bike nel Trentino e del gradimento di tanti appassionati.

Una premessa importante e poi alcune precisazioni, spero chiare, mirate a rimettere le cose a posto dopo alcune giornate di allarme ingiustificato durante le quali un “tam-tam” mediatico – legato più all’emozione del sentito dire che alla realtà dei fatti – ha attraversato la rete web.

In Trentino nessuno, oggi o domani, deve o dovrà arrendersi ai divieti, alle restrizioni o proibizioni nel praticare il mountain bike: e questo può essere fra l’altro testimoniato dalle centinaia di appassionati che si godono anche quest’ultima parte di stagione lungo i tracciati del Basso Sarca o della Valle di Ledro.

La Provincia Autonoma di Trento ha avviato lo studio d’una serie di norme (valide nella loro versione definitiva presumibilmente solo a partire dall’estate del 2007) in collaborazione con tecnici, la SAT sezione del Club Alpino italiano che cura la manutenzione dei sentieri alpini, ed i Comuni del Trentino: scopo è salvaguardare le zone più sensibili del nostro ambiente di alta montagna lungo i tratti più critici dei sentieri alpini, prevalentemente alle quote più alte. Questo per assicurare una qualità complessiva del nostro ambiente nell’interesse di tutti – noi residenti, i turisti ospiti, gli sportivi, dei bikers e soprattutto i nostri figli – conservare e difendere il più possibile dal degrado aree particolarmente delicate.

Si vuole così impedire il diffondersi incontrollato delle espressioni più esasperate ed estreme (downhill, freerider) del mountain bike lungo quei tratti dei sentieri alpini che – soprattutto a quote dai 1800/2000 metri dove la vegetazione cresce con estrema difficoltà in un microclima fragile e delicato – sono particolarmente soggetti al deterioramento.

Come raggiungere questo scopo, crediamo condiviso da tutti? Non attraverso una politica di divieti, bensì affidandoci all’autocontrollo, alla responsabilità al senso civile d’ogni amante della natura ancor prima che del mountain bike. Ed alla sua volontà di convivere anche pacificamente con gli escursionisti, anche loro frequentatori della montagna con ugual diritto.

Si è molto parlato dei due parametri (20% di pendenza e ingombro del mtb posto di traverso) all’esame del team di tecnici: sono ipotesi adottate per dare una misura, immaginabile ed oggettiva, per materializzare uno spazio fisico (nell’incrociarsi eventuale fra camminatore e biker) e per riferirsi alle condizioni del terreno, pensando come sia soprattutto lungo le discese ripide per effetto delle violente frenate che le ruote del mtb scavano il terreno sul quale poi la pioggia provocherà un vero e proprio fenomeno di erosione.

E’ naturale che senza la ricercata e convinta partecipazione dei bikers il nostro obiettivo non potrà essere raggiunto: per questo anziché adottare una politica dei divieti vogliamo raggiungere la condivisione delle scelte attraverso il coinvolgimento della Federazione Ciclistica italiana e di altri interlocutori qualificati e conoscitori del fenomeno mountain bike.

Siamo ancora, quindi, alla fase delle proposte e delle verifiche da mettere a punto con i diversi Soggetti del territorio. Può continuare ad essere quindi del tutto tranquillo (e naturalmente benvenuto) chi ama scoprire il Trentino in sella al mountain bike, percorrendo le strade forestali (oltre 6mila km, vietati al traffico), gli oltre 200 tracciati segnalati anche “single trak” e curati ogni primavera, oppure scegliendo gli itinerari delle grandi traversate (prima fra tutte la Transalp Challenge) di valle in valle ed i percorsi dei raduni internazionali (dalla Valle di Non alla Valle di Ledro, nelle Dolomiti di Fassa e di San Martino).

Non credete quindi agli allarmi lanciati in modo inopportuno, programmate pure le vostre uscite per la prossima primavera con la certezza di essere come al solito accolti bene in un ambiente ideale per praticare la vostra disciplina sportiva favorita.



Tiziano Mellarini
Assessore al Turismo
Provincia Autonoma di Trento
stessa identica, eppure hanno fatto un altro incontro in cui hanno vietato tutti i sentieri tranne due!!!
Ma và, và, và:ueh: :ueh: :ueh: :ueh:
 

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