anche io ho ricevuto giorni fa la stessa mail sattina e devo dire che mi ha fatto ribollire il sangue, ogni volta che leggo sot topic mi viene un nervoso....
Maxgr81 ha scritto:si ma che ci faccio???
non serve la risp ho gia capito... ma non risolvo nulla
bericamtb ha scritto:Probabilmente avete già visto sta Rispota ma mi è arrivata oggi quindi la Posto nel caso qualcuno non l'avesse già letta :
Gentile/Caro biker Amico del Trentino,
Abbiamo raccolto la Tua/Sua segnalazione assieme a moltissime altre sulla pratica del mountain bike nel nostro territorio; tanti messaggi giunti in particolare da frequentatori della zona del Lago di Garda. Siamo anzitutto felici di questa dimostrazione di interesse ed apprezzamento verso la nostra offerta turistico sportiva: ed assicuro che questo massiccio invio di e.mail, ci impegna anzitutto a lavorare con ancor più precisione ed equilibrio vista la dimostrazione dellimportanza del mountain bike nel Trentino e del gradimento di tanti appassionati.
Una premessa importante e poi alcune precisazioni, spero chiare, mirate a rimettere le cose a posto dopo alcune giornate di allarme ingiustificato durante le quali un tam-tam mediatico legato più allemozione del sentito dire che alla realtà dei fatti ha attraversato la rete web.
In Trentino nessuno, oggi o domani, deve o dovrà arrendersi ai divieti, alle restrizioni o proibizioni nel praticare il mountain bike: e questo può essere fra laltro testimoniato dalle centinaia di appassionati che si godono anche questultima parte di stagione lungo i tracciati del Basso Sarca o della Valle di Ledro.
La Provincia Autonoma di Trento ha avviato lo studio duna serie di norme (valide nella loro versione definitiva presumibilmente solo a partire dallestate del 2007) in collaborazione con tecnici, la SAT sezione del Club Alpino italiano che cura la manutenzione dei sentieri alpini, ed i Comuni del Trentino: scopo è salvaguardare le zone più sensibili del nostro ambiente di alta montagna lungo i tratti più critici dei sentieri alpini, prevalentemente alle quote più alte. Questo per assicurare una qualità complessiva del nostro ambiente nellinteresse di tutti noi residenti, i turisti ospiti, gli sportivi, dei bikers e soprattutto i nostri figli conservare e difendere il più possibile dal degrado aree particolarmente delicate.
Si vuole così impedire il diffondersi incontrollato delle espressioni più esasperate ed estreme (downhill, freerider) del mountain bike lungo quei tratti dei sentieri alpini che soprattutto a quote dai 1800/2000 metri dove la vegetazione cresce con estrema difficoltà in un microclima fragile e delicato sono particolarmente soggetti al deterioramento.
Come raggiungere questo scopo, crediamo condiviso da tutti? Non attraverso una politica di divieti, bensì affidandoci allautocontrollo, alla responsabilità al senso civile dogni amante della natura ancor prima che del mountain bike. Ed alla sua volontà di convivere anche pacificamente con gli escursionisti, anche loro frequentatori della montagna con ugual diritto.
Si è molto parlato dei due parametri (20% di pendenza e ingombro del mtb posto di traverso) allesame del team di tecnici: sono ipotesi adottate per dare una misura, immaginabile ed oggettiva, per materializzare uno spazio fisico (nellincrociarsi eventuale fra camminatore e biker) e per riferirsi alle condizioni del terreno, pensando come sia soprattutto lungo le discese ripide per effetto delle violente frenate che le ruote del mtb scavano il terreno sul quale poi la pioggia provocherà un vero e proprio fenomeno di erosione.
E naturale che senza la ricercata e convinta partecipazione dei bikers il nostro obiettivo non potrà essere raggiunto: per questo anziché adottare una politica dei divieti vogliamo raggiungere la condivisione delle scelte attraverso il coinvolgimento della Federazione Ciclistica italiana e di altri interlocutori qualificati e conoscitori del fenomeno mountain bike.
Siamo ancora, quindi, alla fase delle proposte e delle verifiche da mettere a punto con i diversi Soggetti del territorio. Può continuare ad essere quindi del tutto tranquillo (e naturalmente benvenuto) chi ama scoprire il Trentino in sella al mountain bike, percorrendo le strade forestali (oltre 6mila km, vietati al traffico), gli oltre 200 tracciati segnalati anche single trak e curati ogni primavera, oppure scegliendo gli itinerari delle grandi traversate (prima fra tutte la Transalp Challenge) di valle in valle ed i percorsi dei raduni internazionali (dalla Valle di Non alla Valle di Ledro, nelle Dolomiti di Fassa e di San Martino).
Non credete quindi agli allarmi lanciati in modo inopportuno, programmate pure le vostre uscite per la prossima primavera con la certezza di essere come al solito accolti bene in un ambiente ideale per praticare la vostra disciplina sportiva favorita.
Tiziano Mellarini
Assessore al Turismo
Provincia Autonoma di Trento
Capperi solo a me a risposto in maniera diretta: che onore...dony ha scritto:sì sì è sempre quella...
maxgastone ha scritto:Mai pensato che il sentiero, caro iscritto CAI, è storicamente nato per essere percorso A PIEDI?.
#384 del 27.10.2005windmillking ha scritto:giunta ora dalla apt di torbole in risposta alla mia email di protesta
"Gentile/Caro biker Amico del Trentino,
Abbiamo raccolto la Tua/Sua segnalazione – assieme a moltissime altre – sulla pratica del mountain bike nel nostro territorio; tanti messaggi giunti in particolare da frequentatori della zona del Lago di Garda. Siamo anzitutto felici di questa dimostrazione di interesse ed apprezzamento verso la nostra offerta turistico sportiva: ed assicuro che questo massiccio invio di e.mail, ci impegna anzitutto a lavorare con ancor più precisione ed equilibrio vista la dimostrazione dell’importanza del mountain bike nel Trentino e del gradimento di tanti appassionati.
Una premessa importante e poi alcune precisazioni, spero chiare, mirate a rimettere le cose a posto dopo alcune giornate di allarme ingiustificato durante le quali un “tam-tam” mediatico – legato più all’emozione del sentito dire che alla realtà dei fatti – ha attraversato la rete web.
In Trentino nessuno, oggi o domani, deve o dovrà arrendersi ai divieti, alle restrizioni o proibizioni nel praticare il mountain bike: e questo può essere fra l’altro testimoniato dalle centinaia di appassionati che si godono anche quest’ultima parte di stagione lungo i tracciati del Basso Sarca o della Valle di Ledro.
La Provincia Autonoma di Trento ha avviato lo studio d’una serie di norme (valide nella loro versione definitiva presumibilmente solo a partire dall’estate del 2007) in collaborazione con tecnici, la SAT sezione del Club Alpino italiano che cura la manutenzione dei sentieri alpini, ed i Comuni del Trentino: scopo è salvaguardare le zone più sensibili del nostro ambiente di alta montagna lungo i tratti più critici dei sentieri alpini, prevalentemente alle quote più alte. Questo per assicurare una qualità complessiva del nostro ambiente nell’interesse di tutti – noi residenti, i turisti ospiti, gli sportivi, dei bikers e soprattutto i nostri figli – conservare e difendere il più possibile dal degrado aree particolarmente delicate.
Si vuole così impedire il diffondersi incontrollato delle espressioni più esasperate ed estreme (downhill, freerider) del mountain bike lungo quei tratti dei sentieri alpini che – soprattutto a quote dai 1800/2000 metri dove la vegetazione cresce con estrema difficoltà in un microclima fragile e delicato – sono particolarmente soggetti al deterioramento.
Come raggiungere questo scopo, crediamo condiviso da tutti? Non attraverso una politica di divieti, bensì affidandoci all’autocontrollo, alla responsabilità al senso civile d’ogni amante della natura ancor prima che del mountain bike. Ed alla sua volontà di convivere anche pacificamente con gli escursionisti, anche loro frequentatori della montagna con ugual diritto.
Si è molto parlato dei due parametri (20% di pendenza e ingombro del mtb posto di traverso) all’esame del team di tecnici: sono ipotesi adottate per dare una misura, immaginabile ed oggettiva, per materializzare uno spazio fisico (nell’incrociarsi eventuale fra camminatore e biker) e per riferirsi alle condizioni del terreno, pensando come sia soprattutto lungo le discese ripide per effetto delle violente frenate che le ruote del mtb scavano il terreno sul quale poi la pioggia provocherà un vero e proprio fenomeno di erosione.
E’ naturale che senza la ricercata e convinta partecipazione dei bikers il nostro obiettivo non potrà essere raggiunto: per questo anziché adottare una politica dei divieti vogliamo raggiungere la condivisione delle scelte attraverso il coinvolgimento della Federazione Ciclistica italiana e di altri interlocutori qualificati e conoscitori del fenomeno mountain bike.
Siamo ancora, quindi, alla fase delle proposte e delle verifiche da mettere a punto con i diversi Soggetti del territorio. Può continuare ad essere quindi del tutto tranquillo (e naturalmente benvenuto) chi ama scoprire il Trentino in sella al mountain bike, percorrendo le strade forestali (oltre 6mila km, vietati al traffico), gli oltre 200 tracciati segnalati anche “single trak” e curati ogni primavera, oppure scegliendo gli itinerari delle grandi traversate (prima fra tutte la Transalp Challenge) di valle in valle ed i percorsi dei raduni internazionali (dalla Valle di Non alla Valle di Ledro, nelle Dolomiti di Fassa e di San Martino).
Non credete quindi agli allarmi lanciati in modo inopportuno, programmate pure le vostre uscite per la prossima primavera con la certezza di essere come al solito accolti bene in un ambiente ideale per praticare la vostra disciplina sportiva favorita.
Tiziano Mellarini
Assessore al Turismo
Provincia Autonoma di Trento"
Il significato nascosto sotto le melliflue parole è chiaro ... oltre a provocarmi conati di vomito non fa altro che dare conferma a quanto era già chiaro.
Basta pensare allo scempio fatto alla natura nel portare (proprio in trentino) funivie, seggiovie, skilift etc anche in quote ben elevate.
Le stesse funivie che vomitamo in estate fiumi di persone a quote elevate, persone che lasciano dietro di se una scia di rifiuti da fare tristezza ... spesso quando vado a camminare per i percorsi "serviti" anche dalle funivie torno con lo zaino pieno ... di schifezza altrui.
... come ho già risposto ai signori della apt di torbole, mi sono anche già stufato di dover stare a perder il tempo a leggere gli sproloqui di questi politici ...
Vogliono negarci l'uso di sentieri, single track e percorsi vari ?
Peggio per loro.
Da casa mia ci vogliono dalle 2 alle 4 ore di macchina per raggiungere le località trentine che frequentavo.
Nel raggio di 2 - 4 ore ci sono centinaia di altre località da frequentare.
I prezzi degli alberghi in val di fassa (solo per fare un esempio) sono ben più alti di quelli degli alberghi nel comprensorio di les gets, per non parlare del confronto con i prezzi degli alberghi degli appennini tosco-emiliani che offrono una infinità di posti bellissimi in cui pedalare e pure un clima più favorevole.
Non credo che serva organizzzare una manifestazione tipo critical mass, credo che la nostra risposta migliore (intendo di noi che non abitiamo in trentino) sia per una estate di NON ANDARCI.
Spostiamo i nostri orizzonti e portiamo i nostri e le nostre soldi dove siamo graditi.
Solo quando i conti di cassa non saranno positivi gli operatori turistici si muoveranno e daranno uno scossone allo "scranno" di questi politici.
marco
stessa identica, eppure hanno fatto un altro incontro in cui hanno vietato tutti i sentieri tranne due!!!bericamtb ha scritto:Probabilmente avete già visto sta Rispota ma mi è arrivata oggi quindi la Posto nel caso qualcuno non l'avesse già letta :
Gentile/Caro biker Amico del Trentino,
Abbiamo raccolto la Tua/Sua segnalazione assieme a moltissime altre sulla pratica del mountain bike nel nostro territorio; tanti messaggi giunti in particolare da frequentatori della zona del Lago di Garda. Siamo anzitutto felici di questa dimostrazione di interesse ed apprezzamento verso la nostra offerta turistico sportiva: ed assicuro che questo massiccio invio di e.mail, ci impegna anzitutto a lavorare con ancor più precisione ed equilibrio vista la dimostrazione dellimportanza del mountain bike nel Trentino e del gradimento di tanti appassionati.
Una premessa importante e poi alcune precisazioni, spero chiare, mirate a rimettere le cose a posto dopo alcune giornate di allarme ingiustificato durante le quali un tam-tam mediatico legato più allemozione del sentito dire che alla realtà dei fatti ha attraversato la rete web.
In Trentino nessuno, oggi o domani, deve o dovrà arrendersi ai divieti, alle restrizioni o proibizioni nel praticare il mountain bike: e questo può essere fra laltro testimoniato dalle centinaia di appassionati che si godono anche questultima parte di stagione lungo i tracciati del Basso Sarca o della Valle di Ledro.
La Provincia Autonoma di Trento ha avviato lo studio duna serie di norme (valide nella loro versione definitiva presumibilmente solo a partire dallestate del 2007) in collaborazione con tecnici, la SAT sezione del Club Alpino italiano che cura la manutenzione dei sentieri alpini, ed i Comuni del Trentino: scopo è salvaguardare le zone più sensibili del nostro ambiente di alta montagna lungo i tratti più critici dei sentieri alpini, prevalentemente alle quote più alte. Questo per assicurare una qualità complessiva del nostro ambiente nellinteresse di tutti noi residenti, i turisti ospiti, gli sportivi, dei bikers e soprattutto i nostri figli conservare e difendere il più possibile dal degrado aree particolarmente delicate.
Si vuole così impedire il diffondersi incontrollato delle espressioni più esasperate ed estreme (downhill, freerider) del mountain bike lungo quei tratti dei sentieri alpini che soprattutto a quote dai 1800/2000 metri dove la vegetazione cresce con estrema difficoltà in un microclima fragile e delicato sono particolarmente soggetti al deterioramento.
Come raggiungere questo scopo, crediamo condiviso da tutti? Non attraverso una politica di divieti, bensì affidandoci allautocontrollo, alla responsabilità al senso civile dogni amante della natura ancor prima che del mountain bike. Ed alla sua volontà di convivere anche pacificamente con gli escursionisti, anche loro frequentatori della montagna con ugual diritto.
Si è molto parlato dei due parametri (20% di pendenza e ingombro del mtb posto di traverso) allesame del team di tecnici: sono ipotesi adottate per dare una misura, immaginabile ed oggettiva, per materializzare uno spazio fisico (nellincrociarsi eventuale fra camminatore e biker) e per riferirsi alle condizioni del terreno, pensando come sia soprattutto lungo le discese ripide per effetto delle violente frenate che le ruote del mtb scavano il terreno sul quale poi la pioggia provocherà un vero e proprio fenomeno di erosione.
E naturale che senza la ricercata e convinta partecipazione dei bikers il nostro obiettivo non potrà essere raggiunto: per questo anziché adottare una politica dei divieti vogliamo raggiungere la condivisione delle scelte attraverso il coinvolgimento della Federazione Ciclistica italiana e di altri interlocutori qualificati e conoscitori del fenomeno mountain bike.
Siamo ancora, quindi, alla fase delle proposte e delle verifiche da mettere a punto con i diversi Soggetti del territorio. Può continuare ad essere quindi del tutto tranquillo (e naturalmente benvenuto) chi ama scoprire il Trentino in sella al mountain bike, percorrendo le strade forestali (oltre 6mila km, vietati al traffico), gli oltre 200 tracciati segnalati anche single trak e curati ogni primavera, oppure scegliendo gli itinerari delle grandi traversate (prima fra tutte la Transalp Challenge) di valle in valle ed i percorsi dei raduni internazionali (dalla Valle di Non alla Valle di Ledro, nelle Dolomiti di Fassa e di San Martino).
Non credete quindi agli allarmi lanciati in modo inopportuno, programmate pure le vostre uscite per la prossima primavera con la certezza di essere come al solito accolti bene in un ambiente ideale per praticare la vostra disciplina sportiva favorita.
Tiziano Mellarini
Assessore al Turismo
Provincia Autonoma di Trento
Dallas ha scritto:Si, certo se fà come con le risposte alle email ci manda un suo cartonato