Club Alpino Italiano-A.Adige Alpen Verein Suedtirol -Società degli Alpinisti Tridentini
PER UN CORRETTO USO DELLA "MOUNTAIN BIKE"
Landare in montagna con la bicicletta e più comunemente in "mountain bike" (MTB) o bici da montagna, come altre nuove forme di attività sportive (parapendio, aerei ultraleggeri, voli turistici con elicotteri, rafting, arrampicata libera, sci alpinismo), ha superato ormai da tempo la fase "pioneristica-elitaria" ed è entrata ormai da tempo nella cultura del tempo libero, assumendo di fatto, laspetto di attività sportiva di massa; stime recenti fanno ammontare a circa 3 milioni coloro che utilizzano la MTB nelle regioni alpine (Francia, Svizzera, Germania, Italia e Austria) cui consegue sia una evidente ricaduta economica, sia un impatto spesso negativo nei luoghi maggiormente ambiti e frequentati dagli appasionati di MTB.
Il CAI Alto Adige,
La Società degli Alpinisti Tridentini,
lAlpen Verein Sudtirol,
PRESO ATTO di questa nuova pratica sportiva la cui crescente diffusione risulta accentuata da sempre più frequenti raduni di massa rivolti verso lattività agonistica vera e propria;
CONSIDERATO che anche nella nostra regione luso non responsabile della MTB ha portato in pochi anni ad un grave danno al fondo di molti sentieri di montagna, nonché a disagi degli alpinisti ed escursionisti in cammino sui sentieri pedonali di montagna con riflessi sulla stessa sicurezza delle persone;
VISTE le disposizioni e gli orientamenti già in atto nei diversi paesi alpini ed in particolare nelle associazioni alpinistiche di Germania (D.A.V.) ed Austria (OE.A.V.), nellA.V.S., nel Club Alpino Italiano attraverso le recenti "Tavole di Courmayer" laddove, in considerazione dellafflusso turistico e del tipo di viabilità presente, si prevedono interventi atti ad inibire luso del mezzo in zone o su percorsi considerati a "rischio" per consentirlo e regolamentarlo invece su altre;
CHIEDONO alle Provincie Autonome di Trento e Bolzano
di regolamentare con urgenza luso della MTB sui territori di montagna, prevedendo:
il divieto di transito nei prati, nei boschi, sui ghiaioni, sui sentieri, indipendentemente dalla presenza di segnavia o dalla tipologia di percorso (alpinistico, escursionistico, naturalistico, storico, ecc.) per assicurare la tranquillità e la incolumità degli escursionisti che frequentano le montagne;
una chiara regolamentazione delle manifestazioni agonistiche o dei raduni in considerazione del loro impatto sul territorio;
lindividuazione di itinerari alternativi che sfruttino la viabilità stradale di montagna, le strade forestali, le strade chiuse al traffico veicolare, le carrarecce.
INVITANO gli enti turistici ad effettuare leventuale promozione turistica delluso della MTB ispirandosi ai principi sopra esposti contribuendo per una corretta informazione agli appassionati rivolta ad un uso responsabile del mezzo in considerazione dei luoghi attraversati e del tipo di viabilità presente;
INVITANO le case editrici e cartografiche a non editare lavori che propongono itinerari in MTB sui sentieri.
INVITANO gli appassionati di MTB ed in particolare le loro associazioni ad assumere in ogni caso un codice di comportamento che soddisfi la loro pratica nel rispetto del territorio e del diritto di precedenza dei pedoni, con limpegno a non trasportare in quota (in auto o funivia) la MTB per ridurne luso unicamente in discesa;
Trento-Bolzano/Bozen, 5 febbraio 1996
Alla faccia di chi ha a cuore l'incolumità dei bikers, è da 10 anni che cercano di fare terra bruciata attorno ai bikers. Comunque di questi divieti "ME NE FREGO" io vado secondo il mio buon senso senza che nessuno mi dica come fare per rispettare gli altri o la natura.