Ecco i fatti, giudicate voi. o-o
Dunque, come vi dicevo, eravamo in montagna, durante una giornata uggiosa, a seguire un itinerario in fuoristrada proposto "da qualche parte", in queste zone inaccessibili.
La mattina si parte dal paese, sull'asfalto, godendoci gli ultimi raggi di sole prima di immergerci nelle nuvole e nella pioggia. Il roadbook dice di svoltare sullo sterrato, comincia l'avventura. Panorami niente male, già dietro l'angolo.
Procedendo pian piano nel bosco, passiamo attraverso dei pascoli, con strane strutture, sembrano dei pozzi, ma insoliti...
Raggiungiamo un casolare antico, con la classica aia ed il fienile; la stradina passa in mezzo ai 2 edifici, ed è stretta; rallentiamo per evitare le galline e non disturbare i contadini, quando, avvicinandoci alla casa un ragazzo moro, si affaccia e ci scruta serio, noi col sorriso in faccia degli intrusi chiediamo di passare, lui sfarfuglia qualcosa con un accento non del luogo (strano!). Alle sue spalle si materializzano uscendo dalla porta di casa, la madre, con grembiule e velo in testa, ed il padre: jeans e camicia da lavoro, con maniche arrotolate al gomito. Viso autoritario, cupo.
Il volto era famigliare. Allontanandoci, parlando di quanto fosse strano che gente non del posto si fosse stabilita proprio qui per fare vita di campagna, ci venne in mente che il volto del padre di famiglia era la fotocopia di Provenzano, a cui stavano dando la caccia in quel periodo ed il cui identikit era mostrato ad ogni telegiornale. Evidentemente si rivelerà poi solo una somiglianza, ma forse non ci eravamo sbagliati di molto.
Proseguendo il tempo andava peggiorando ed il bosco era sempre più fitto.
Avevamo un recapito, sempre suggerito, dove fermarci per pranzo.
Il luogo, un agriturismo, si trovava alla fine della valle e della stradina, in una conca sovrastata da pareti inaccessibili. Anche un piccolo fiumiciattolo faceva un'ansa con un piccolo specchio d'acqua.
Parcheggiamo l'auto e un tipo si affaccia. "volete mangiare?" "se è possibile..." "apro la cucina!". Intanto ci guardiamo intorno, che pace! Scendiamo sul fiumiciattolo e incontriamo un tipo in tuta da meccanico che pesca. Cordiale, iniziamo subito a parlare. Loquace direi, comincia a raccontarci la sua vita. L'accento, ancora, non è del luogo, ma ben diverso da quello di prima. Le 2 famiglie vivevano in una grande città, si sono trasferiti lì, mollando il loro lavoro(!) ed impiantando l'attività. Non abbiamo avuto modo di vedere né mogli e né figli...
Congedatici, tornando alla casa ci fermiamo a vedere la sala comune degli ospiti, arredata tipo baita, con vecchi
attrezzi rurali alle pareti, un grande camino, cartine topografiche, poltrone e tv, ma anche tante videocassette e soprattutto una grande libreria: alcuni libri trattavano di animali, altri di storia recente, altri erano più spirituali.
Ci chiamano a pranzo, entriamo nella sala, piccola, fredda, luci spente e vuota, come il piccolo parcheggio.
Solo dopo notammo come tra gli attrezzi arrugginiti al muro, vi fossero - casualmente incrociati - una falce ed un martello...
Il cuoco-proprietario - anche lui non del posto come accento - si siede con noi al tavolo e ci racconta la filosofia "alternativa" del posto: niente menù, sapori locali, piatti fatti in casa. Un vero agriturismo, bello!
Mentre mangiamo si siede con noi, e comincia a chiacchierare. Innanzitutto, con fare inquisitorio "Come avete trovato questo posto?", noi da clienti stupiti, rispondiamo. Fatte le presentazioni, si inizia subito con argomenti leggeri: che professione fate ed altro; io rispondo che studio Legge, alché lui inizia con eccezionale coinvolgimento a disquisire sulla politica, sul sistema e sulla corruzione dei magistrati. con dei clienti sconosciuti. tra una portata e l'altra (ottimo cibo) noi ci guardavamo imbarazzati, dubbiosi e divertiti.
Anche qui ricollegammo la fisionomia del personaggio al famoso leader delle "tute bianche". così per scherzare tra noi.
Alché chiedemmo se si poteva anche dormire in quel bel posto. "Sì, abbiamo delle camere, ma stasera sono tutte piene". Noi gli facemmo notare il parcheggio vuoto. "Sì sono tutti in giro a passeggiare nel bosco". Pioveva a dirotto, un vero tempo da lupi.
L'esperienza ci aveva provato, ma lasciando il posto le sorprese non erano finite.
Proseguimmo col roadbook, passando per stradine che si inerpicavano tra tornanti sulla montagna fradicia d'acqua.
Non incontrammo mai un'auto lungo tutto il percorso.
Curioso che nello spazio di terra fra i tornanti, vi fossero diversi piccoli cimiteri, recintati dai classici recinti arrugginiti piuttosto vecchi. Uno di questi, a lato della strada, nel mezzo del nulla, aveva una tomba particolare, l'unica in pietra (le altre erano a malapena croci di ferro), con una foto irriconoscibile, niente nome. E fiori colorati, tra l'erba alta. Pensammo: fiori finti. Erano freschi.
Dopo un
bell'avvistamento di cervi sulla strada (il che la dice lunga sulla presenza umana), arrivammo ad un borghetto, con qualche macchina. Si stava tenendo una specie di raduno, di una associazione sportiva (sconosciuta), credo. Quando passammo, chi era sotto il portico del casolare di pietra, si ammutolì e guardò. Noi tirammo dritto.
Arrivammo poi ad un altro paese, mezzo diroccato, il cielo era plumbeo, ma sgocciolava appena. Passammo dalla piazza: nuova di pacca, la chiesa ed il piazzale erano appena stati ristrutturati. Ma per chi, ci chiedemmo...
Il giro continuò mentre tornava una gran acqua, tra paesaggi incontaminati di straordinaria bellezza, ponti antichi e sentieri che portavano chissà dove.
Passammo anche da un antico convento, o monastero, sicuramente medievale, dato il torrione tondo; tutto in pietra, tenuto benissimo. Davvero bello. Deserto e sbarrato. Faceva effetto fiabesco, con la nebbia. Foto a manetta.
Proseguimmo per la strada sterrata, fino a giungere sull'asfalto a fondovalle e diversi altri paesi, sicuramente più frequentati, ma non c'era un'anima in giro. Neppure sulla strada incontrammo nessuno, fino al paese grosso, quando ormai eravamo già verso la pianura.
Inutile dire di cosa discutemmo durante tutto il ritorno...Ora i fatti li sapete.