Caro Malin
ha proprio azzeccato la questione!In un mondo dove oggi esistono internet, i cellulari i GPS dove spesso prima di uscire si chiede a qualche amico mi lasci la traccia sembrano distanti anni luce i tempi quando la traccia era una linea tracciata su delle vaghe mappe o uno stralcio di giornale letto chissà quando. Così si partiva quasi alla cieca e si doveva provare quasi tutto sulla propria pelle! Innanzitutto per il percorso l'unica fonte di informazione che trovai era un'associazione "amici dell'Islanda" molto gentili ma a quel tempo ci sconsigliarono assolutamente di avventurarci all'interno non essendoci completamente ponti ed isolamento totale. Mi ricordo ancora che però dentro di me c'era qualcosa di tremendamente forte che mi spingeva verso l'interno dell'isola così arrivammo da Reykjavic all'entrata del deserto di Kiolyur aspettammo alcune ore affinchè incontrata una jep chiesimo se era possibile attraversare il deserto in bici e loro ci risposero che gli sembrava difficile ma un mountain biker lo avevano incontrato, solo a quel punto capimmo che il nostro viaggio doveva puntare nel cuore dell'isola, ci caricammo di cibo ed entusiasmo ma senza lasciare totalmente le paure ci avventurammo verso il deserto sub-artico! Anche a mio parere la strada che compie il periplo dell'Islanda è molto bella ma quello che ti offrono i deserti interni è qualcosaltro sono esperienze emotive oltre lo spazio ed il tempo. Ancora più affascinante è la zona di landamanalugar "le montagne colorate " dove pare che un artista pazzo abbia gettato secchiate di colore sul paesaggio! Lì però ricordo che abbiamo dovuto attraversare una ventina di guadi! Altro problema a proposito sono state le borse, in Italia a quei tempi si parlava di teli antipioggia per le borse che vanno bene per il cicloturismo classico ma, dove si devono guadare decine di fiumi con l'acqua fino ai fianchi sono un colabrodo. Arrivare in tenda e ritrovarsi indumenti e sacco a pelo umidi è una delle esperienze che non auguro a nessuno. La stessa tenda si piegava quasi completamente sotto il soffio delle raffiche (con le aste che battevano per tutta la notte sulla testa), dovevamo cucinare spesso col fornello tra le gambe ( avendo labside troppo piccola) e con la bombola del gas congelata ed una fiammella che a stento rendeva lacqua tiepida; ricordo ancora la pasta pressoché croccante (non al dente). E come poter dimenticare quando vidi guadare un fiume da un tedesco con le Ortlieb ( borse termosaldate completamente stagne che ormai quasi tutti conoscono) e lo vidi successivamente cucinare in un bivacco con un potentissimo fornellino a benzina! A quel punto capii che sarebbero bastati quei giusti consigli per non far diventare il nostro viaggio quasi una tragedia! Ora grazie a questi nuovi mezzi dinformazione molto è cambiato anche se spesso le esperienze sono soggettive e le stagioni climatiche anche. Bisognerebbe far tesoro delle esperienze personali e dei viaggi degli altri naturalmente sentendo più opinioni e sperimentando a piccoli gradi. Volevo precisare che però lIslanda ci ha saputo ripagare di tutte le difficoltà affrontate con gli scenari unici che ogni giorno ci offriva.
Altra cosa che ho imparato è che ogni viaggio è diverso, ogni luogo ha le sue peculiarità, bellezze e difficoltà e cè sempre qualcosa di nuovo che ti mette alla prova Così anche se il viaggio successivo in Marocco partii con le borse Ortlieb e il fornellino a benzina, ruppi un cerchio e la benzina sporca africana bloccò il mio fornello!Per il cerchio, ne aspettai vanamente uno dallItalia in un aereo porto alle porte del deserto che non arrivò mai (era fermo alla dogana di Casablanca) e dovetti risolvere con un cerchio marocchino di ferro che però mi fece compiere 1500km; per il fornello rischiavamo di non mangiare visto che molto del cibo era liofilizzato allora dopo aver aperto e svuotato una scatoletta la riempii di alcool inventando così un nuovo tipo di fornello proprio quello ad alcool che ci fece intanto mangiare quella sera ed andare avanti per alcuni giorni! Con questo quello che desidero dire è che le informazioni varie come internet e lesperienza possono aiutare di gran lunga il viaggiatore ad affrontare lavventura nel modo migliore ma, non bisogna mai pensare di essere invincibili o possedere tutto lindispensabile perché in ogni luogo del pianeta è unico può accadere qualcosa di diverso da qualsiasi altro viaggio, in qual caso non si deve sperare che da casa ti possano aiutare (come feci per il cerchio), ma è lì che devi comprendere la soluzione migliore osservando fuori (sia oggetti che persone che ti possano venire in aiuto) e dentro di te, è la fusione di ambedue le visioni che spesso riesce a far superare difficoltà al primo impatto impossibili. Ogni ostacolo che ci arriva non è per punirci ma per metterci alla prova e farci crescere!Un caro saluto a presto