Incidenti ne ho avuti tanti, sia su bdc che su MTB...
Racconterò solo il più grave che ho avuto, dieci anni fa, quello che mi aveva fatto smettere con la bici (in realtà ho smesso un anno dopo, perché non riuscivo più a vincere la paura).
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Discesa in sterrato non tecnica ma molto ripida, su bici prestata dal cugino perché la mia era dal meccanico.
Inutile dire che è da COGLIONI fare percorsi difficili e sopratutto per la prima volta con una bici che non si conosce. Ora lo so.
Scendevo giù veloce, troppo; all'epoca mi piaceva.
Becco una serie di buche profonde, di quelle che i mezzi agricoli lasciano sulle strade vicinali, creando delle vere e proprie trappole in quanto sono voragini che si aprono su strade liscissime e compattate e che vedi solo all'ultimo secondo.
La forca comincia a lavorare, ma lavora troppo, ci sono così tante buche che non riesce mai a tornare in posizione di riposo tra un salto e l'altro... capisco che si mette male e provo a rallentare, ma ormai è inutile, le gomme toccano terra per un millisecondo ogni dieci metri, da quanto saltano.
Alla fine trovo la buca finale, quella del colpo di grazia, la più profonda e per niente avvallata, un vero e proprio crepaccio. La forca si arrende, va a fine corsa, impunto l'anteriore, effetto catapulta: l'incubo di tutti.
Volo non so per quanti metri, atterro di faccia, il casco sul davanti è spaccato in due, mi diranno dopo.
Mandibola rotta sotto gli incisivi, cartilagine del condilo sinistro (dove la mandibola si "attacca" alla cranio) distrutta, labbro superiore in frattaglie (così avrebbe detto il medico del pronto soccorso giorni dopo, vantandosi della ricostruzione eseguita), ma soprattutto due vertebre dorsali con frattura da espulsione, per capirci sono arrivato esattamente a scoprire il midollo, ma senza toccarlo. Un miracolato, a detta dei medici.
Due mesi immobile a letto, poi due mesi di busto ingessato, poi due mesi di busto mobile in alluminio, placca in titanio sulla mandibola e tante belle cicatrici per ricordarmi di essere meno c......e.
Non andate mai troppo veloci su discese che non conoscete, con mezzi che non conoscete.