[img] Da Ponte nelle Alpi al Grenen (DK) in bicicletta

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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ottomilainsu

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Ecco alcune immagini di Dresda, riprese nel 2007 in occasione di un precedente giro sempre in bicicletta.

Viali di periferia.

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La promenade sull'Elba, di sera.

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Il Centro Culturale, di evidente epoca DDR.

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Ancora l'Elba.

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Palazzi nei pressi della stazione, dal 10° piano dell'hotel.

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Moderni risciò in centro.

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La pista ciclabile sulla sponda destra dell'Elba, verso Meissen.

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Che dire?
Nonostante sia in massima parte rifatta, merita un viaggio.
 

ottomilainsu

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7/ Due giorni a Berlino

Siamo arrivati, ora abbiamo un paio di giorni da trascorrere a Berlino.
Fin qui abbiamo fatto poca strada in bici, in pratica tre giorni in tutto, circa 310 km.
Ma va bene così, in fondo a Berlino ero giunto l’'anno scorso facendo quasi tutto il percorso in bicicletta, quest’anno l’obiettivo è differente.
La mattinata trascorre nella visita al Technik Museum, per completare quello che non avevo visto l’'anno prima.
La “Museums Insel” con i musei d’arte e archeologia la avevo vista l’anno scorso, peraltro con una certa delusione per via dell’'affollamento micidiale e della coda relativa per entrare.

Qualche foto significativa del Museo della Tecnica:

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Dalla terrazza il panorama su Berlino è notevole

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Un giro per la città non può mancare, un punto significativo è l’'Oberbaumbruecke, uno dei simboli della divisione di Berlino.

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Poi Federico sugerisce di andare verso Treptower Park, nella zona est, dove sorge il memoriale Sovietico.
Questo imponente monumento ha un suo fascino, un po’' sinistro, dato che le scritte sulle lapidi inneggiano alla libertà restituita alla Germania da parte dell’'esercito Sovietico.
Purtroppo la storia ci racconta che quella speranza di libertà andò presto delusa per una parte dell’'Europa.

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Oggi ce n'’è fin troppa, visto che si tollera che si passi in bici in questo luogo che commemora degli eventi tragici.
Noi, ad ogni modo, spingiamo la bici a mano.

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Foto ricordo ai piedi del Monumento al Soldato Sovietico.

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Torniamo verso il centro, ampi marciapiedi permettono di ricavare adeguate piste ciclabili.

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Questo parco insiste dove un tempo c’era la Gorlitzer Bahnhof, stazione terminale della linea per Gorlitz, distrutta dalla guerra e abbandonata dopo che il muro la divise lasciandola nel settore Ovest.
Oggi è un punto di ritrovo per la gioventù berlinese.

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Ancora qualche immagine sul calar della sera.

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L’'anno scorso qui c'’era ancora lo scheletro del Palazzo della Cultura della DDR, ora demolito perchè si vuole ricostruire “com’'era dov’'era” il Castello della città.

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Il Duomo, sul prato antistante molti si godono i raggi del sole al tramonto, c’'è pure chi prende il sole...

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Gira di qua, gira di là, alla fine della giornata abbiamo percorso quasi 70 km con la bicicletta.
Però!

Ormai siamo a sabato, per Federico è già il momento di rientrare in Italia, la sua vacanza termina qui.
Mentre si prepara e va a fare i biglietti per il viaggio in treno, io mi rimetto a girare come una trottola per le vie e i viali di Berlino.
Scatto foto secondo l’'estro, il tempo è bello la luce piuttosto tagliente.

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E’ sabato, questi qui erano in mezzo all’'aiuola spartitraffico già dal mattino, alle 12 passate sono ancora lì, mi sa che hanno passato la notte cercando di smaltire i postumi della serata...

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Difatti il problema del sabato e ancor più della domenica, per chi gira in bicicletta, è evitare la quantità industriale di cocci e bottiglie rotte che si possono trovare ovunque.
Il resto della giornata passa tra un mercatino delle pulci e l'’altro, poi finisco in una specie di mercato dell’'usato gestito per lo più da turchi e magrebini... mi sento ancor più straniero, ma trovo delle cose interessanti e faccio qualche compera... per fortuna che ho tenuto una borsa della bici, perchè alla fine spedisco a casa uno scatolone di minuteria e cosucce varie da quasi 15 kg.
Ah, dimenticavo, se a Berlino vi rubano la bici la probabilità di trovarne qui i pezzi è assai alta, si trova di tutto: dalla lavatrice vecchia alle piastrelle di seconda mano, dalla ferramenta al cruscotto della Golf, dalla carriola ad ogni genere di pezzo per le biciclette.

Accompagno Federico in stazione, rientrerà in Italia con un avventuroso viaggio notturno in treno.
Mentre gli reggo la bici mi accorgo di una cosa: le ruote ballano, in pratica i mozzi sono completamente andati.
Il gioco è tale e i mozzi sono di qualità andante che in pratica converrà sostituire le ruote, tanto più che sono anche fuori centratura e non di poco.
Il dubbio è se convenga mettere mano alla bici... capisco che per chi va poco in bicicletta un mezzo valga l’'altro, ma la differenza è abissale.
La mia bici è vecchia, solo il telaio è nuovo, il resto ha sulle spalle moltissimi chilometri, il gruppo Shimano XT è del 2001 e per 7 anni ha prestato servizio sulla MTB “buona”, quella da escursioni impegnative e gare finchè ne ho fatte.
Le ruote le ho montate personalmente, non sono chissà che cosa, ma almeno la tensione dei raggi è adeguata e la centratura perfetta, finora non si sono mosse d’i un pelo.
Spero che regga tutto fino al termine del giro... invece la bici di Federico, che 400 km fa era in buon ordine, ora è completamente da rivedere e ha dato non poche noie durante il viaggio.
Decisamente mi sento di raccomandare, per chi dovesse affrontare un lungo viaggio in bici, di acquistare un mezzo di qualità e soprattutto di rodarlo adeguatamente prima del viaggio; i soldi spesi (fino ad un certo limite, s’intende) valgono tutti, fino all’ultimo centesimo.
Non serve una bici superleggera da competizione, serve che sia affidabile: ruote robuste, movimenti scorrevoli e di qualità, telaio con staffe adatte al montaggio di portapacchi pesanti.
La roba di bassa gamma deve essere bandita, soprattutto quella anonima che molti fabbricanti senza tanti scrupoli mescolano nel mucchio, tanto la gente guarda solo che il cambio sia Shimano... invece è nei dettagli nascosti che si celano le magagne, pronte a venir fuori quando meno lo si vorrebbe.
Le noie che può dare una bici inadeguata possono essere tali da scoraggiare la prosecuzione di una vacanza che invece dovrebbe essere un momento di svago e un modo per uscire dalla routine della vita di tutti i giorni.

7/ Continua
 
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nonnocarb

Redazione
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Merano
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Che dire....uno dei migliori report che abbia mai letto, belle le foto, bella la descrizione, bello il viaggio, sono appena tornato da una settimana di ferie e me lo sono letto d'un fiato, purtroppo io non potrò mai fare un viaggio cosi ma è come se lo avessi fatto. Complimenti ancora o-o
 

ottomilainsu

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Grazie, mi fa molto piacere che il mio racconto sia apprezzato.
Secondo me però non è vero che non lo potrai mai fare, perlomeno a nord delle Alpi ci sono itinerari e possibilità per ogni gusto ed esigenza.
 

kikko54

Biker celestialis
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Imagnaland
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Cannondale Moterra LT1; KIKKona Dawg pimpata
bravo veramente bravo, bel report, mi accodo a nonnocarb...lo si legge tutto d'un fiato e mi sembra quasi di essere stato li con voi.
Alla fine credo che abbiamo veramente molto da imparare dai paesi continentali, ma veramente molto; e questo racconto dovrebbero leggerlo anche i politici e amministratori per prendere qualche spunto dalle belle foto che hai fatto per migliorare i servizi in funzione delle biciclette in un paese come il nostro:spetteguless:
:i-want-t:
 

glaucos

Biker paradisiacus
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A casa mia
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[...]
Alla fine credo che abbiamo veramente molto da imparare dai paesi continentali, ma veramente molto; e questo racconto dovrebbero leggerlo anche i politici e amministratori per prendere qualche spunto dalle belle foto che hai fatto per migliorare i servizi in funzione delle biciclette in un paese come il nostro:spetteguless:
:i-want-t:

Eggià! Siamo il BEL PAESE, abbiamo condizioni climatiche MOLTO più favorevoli rispetto a loro, in proporzione dovremmo usare la bici molto di più, e invece...
Vabbè, non divaghiamo, rimaniamo in attesa degli ultimi update! :-) :celopiùg:
 

ottomilainsu

Biker assatanatus
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Oh beh, queste non sono mica divagazioni inutili, sono la pura verità.
In fondo questi viaggi servono anche per vedere come è l'estero e per me parlarne vuol dire "ma perchè non copiamo un po' della loro mentalita?"
 

ottomilainsu

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8/ Il vero viaggio inizia qui.

Domenica 2 agosto.
Mentre Federico è in viaggio per l'Italia, viaggio invero un po' avventuroso, io mi preparo per il vero viaggio in bici.
Fin qua ho usato più che altro il treno, ora si andrà solo in bici, condizioni meteo e percorso permettendo.

Il programma che mi sono fatto prevede di raggiungere Rostock e da lì prendere un traghetto per Malmoe in Svezia, da dove poi rientrerò in bici passando per la Danimarca.
Però... però i traghetti hanno orari poco concilianti con il tipo di viaggio che ho scelto, o parto prestissimo da Warnemunde per essere di giorno a Malmoe, oppure parto nel pomeriggio ma a Malmoe ci arrivo la sera tardi.
Quindi... ci penso su, per Rostock la strada è lunga.

Passo la mattina ancora un po' in giro per Berlino, poi verso mezzogiorno esco dalla città.

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Sono sulla strada per Copenhaghen, questo cartello lo ricorda.

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Il paesaggio è piatto e monotono, la città lascia di colpo spazio alla campagna con qualche paesello qui e là, niente di particolare.
La meta di oggi è Oranienburg, un nome che ai più forse dice poco.
A breve distanza dalla cittadina sorse il primo campo di concentramento nazista, il campo di Sachsenhausen, inizialmente inteso come luogo per rinchiudere gli oppositori del regime.
Arrivo verso le 16, da orario le visite terminano alle 18.
Quello che si può vedere oggi è poco o niente rispetto a come era e agli orrori che qui sono stati perpetrati.

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Della struttura originaria restano il muro di cinta, parte della prigione delle SS, alcune baracche, resti dei forni crematori e la fossa delle fucilazioni.
Il resto del campo è una grande spianata con al centro un semplice monumento.
In una baracca è allestito un museo che ricorda le vicende delle decine di migliaia di persone che sono entrate in questo campo e non ne sono più uscite.

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Le celle della prigione delle SS.

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Questo campo non cessò la sua funzione con la fine della guerra.
Qui, dal 1945 al 1950 circa i sovietici rinchiusero decine di migliaia di ex nazisti, oppositori, dissidenti, in condizioni ben poco diverse da quelle che le SS avevano imposto; per le condizioni di detenzione si contarono altre migliaia di vittime.
Oggi un memoriale ricorda anche questa triste vicenda, della quale molti ancora non vogliono parlare.

Per alcuni anni poi fu caserma della polizia della DDR.

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La fossa delle fucilazioni.

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Non vi mostro altre immagini del campo, all'interno delle sale museo non ritengo opportuno scattare foto, per quanto sia permesso.
Il tempo passa, esco assieme ad altri visitatori ben oltre l'orario di chiusura, non è stata certo una visita spensierata questa.

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L'ultima annotazione è per una teca che si trova all'ingesso: vi è esposta una bottiglia con all'nterno un messaggio lasciato da un prigioniero polacco, sepolta nelle fondamenta di cemento di una baracca.
Questo messaggio indirizzato ai posteri recitava più o meno "sappiate che io sono stato qui".
Ritrovato casualmente durante dei lavori di scavo negli anni '90, il messaggio riportava le generalità del prigioniero.
Questi, sopravvissuto alla prigionia, emigrò e venne rintracciato nella sua nuova residenza.
Mi immagino quali emozioni possa aver suscitato in lui questo fatto, a distanza di moltissimi anni da allora.

Trovo un alloggio a poca distanza, l'indomani dovrò pedalare.
Oggi ho percorso una cinquantina di chilometri in tutto, più qualcosa in giro per Berlino.

[FONT=&quot]8/ continua[/FONT]
 
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tostarello

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caro ottomilainsù con questo bellissimo report, ben documentato e ben raccontato ci hai coinvolto in un viaggio molto molto interessante

grazie, e complimenti davvero! o-o
 

ottomilainsu

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9/ verso il Baltico

Lunedì mattina mi attende una sgradita sorpresa: piove.
Chiedo qualche informazione, le previsioni indicano pioggia per tutto il giorno.
Mi rassegno, tanto prima o poi avrei dovuto metterla nel conto.
Parto senza guardarmi troppo intorno in quella città, la visita al campo di Sachsehnausen di ieri non è certo una di quelle che lascia di buon umore.
L’hotel è a poche centinaia di metri dal campo, chissà chi hanno visto passare i muri delle case di quel quartiere.

Vado un po’ avanti sotto una pioggia leggera ma fitta, sono coperto bene e non dà più di tanto fastidio.
La temperatura è bassa e ho indossato l’abbigliamento da mezza stagione, meglio non prendere freddo, la bronchite rimediata due anni fa mi ha insegnato qualcosa.

Ad un certo punto, ingannato dalla cartina che mostra una stradina che taglia dritta per un bosco, decido di tentare la scorciatoia.
Non l’avessi fatto... mi trovo in mezzo ad una foresta e ad un trivio non so da che parte girare.
Vado dritto, dopo un po’ il fondo da compatto diventa sabbioso e molle, la bici appesantita sprofonda e andare avanti è sempre più difficile.
Consulto il Garmin Edge 705 che avevo acquistato giusto 3 giorni prima di partire, è senza mappe ma almeno mi dà l’orientamento, vedo che proseguendo in quella direzione dovrei incrociare una strada principale... sempre avanti, la sabbia di mare va dappertutto e la catena macina sabbia che è un piacere.
Dopo un paio di chilometri finalmente incrocio la strada, meglio seguire quella, basta deviazioni tra i boschi.

Niente foto, piove sempre più forte e non è il caso di rischiare di danneggiare qualcosa.

Furbescamente l’itinerario ciclabile, che ora è ben tracciato, punta su questo museo, un tempo fabbrica di mattoni.
Piove, anche se non sembra, i teloni che coprono i vagoncini del trenino hanno su secchiate d’acqua che un addetto fa scendere prima che i pochi visitatori salgano.

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Attraverso paesini ordinati che hanno un’aria di tempi passati...

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... e finalmente entro nel Land del Meclemburgo – Pomerania, la regione più povera della Germania.

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Da un po’ sentivo che la bici era strana... una foratura! :-(
Sotto la pioggia incessante devo per forza riparare la ruota, ho forato quella posteriore.
Al primo slargo mi fermo, tiro giù le borse posteriori, quelle impermeabili con dentro il vestiario (speriamo che tengano...)
Quelle anteriori hanno le “coperture antipioggia”, anzi “raccoglipioggia”, ovvero la copertura nella parte bassa è piena di acqua, trascinata dalla ruota anteriore, ci saranno almeno 2 litri per ciascuna borsa... :roll:
Beh, insomma, adesso capisco perchè le Ortlieb vanno così bene.
Sostituisco la camera d’aria e riparto.
Mi fermo per mangiare qualcosa a Furstenberg/Havel, al riparo della pensilina di una stazione deserta che ha l’aria di aver visto tempi migliori; per fortuna di lì a poco smette di piovere.

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Va detto che comunque, per quanto poveri, in generale strade e territorio sono ben curati, nulla a che vedere con certi orrori che si vedono dalle mie parti, ma i vandali arrivano ovunque.

Purtroppo la foratura è tutt’altro che riparata, non mi sono accorto che nella gomma si è piantata una scheggia di quarzo, sono di nuovo a terra.
Altra sosta, ora bisogna riparare le camere d’aria perchè sono entrambe bucate.
Mi siedo sulla panchina di una pensilina della stazione di Neustrelitz, dato che sembra minacciare un diluvio da un momento all’altro; riparo con calma le camere, trovo la scheggia, mangio qualcosa.
E fotografo il maltempo che per fortuna se ne va, seguito da un bel sole.
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Riprendo il viaggio verso Neubrandenburg, dove arrivo a sera.
La città si presenta con buone piste ciclabili e gli inequivocabili palazzoni dell’epoca DDR, peraltro ben mantenuti e ordinati.

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Qui trovare un alloggio non pare facile, giro tutta la città ma non c’è traccia di una pensioncina, l’unico hotel è in centro ed è piuttosto caro.
Ma sono umido, non fa certo caldo e non è il caso di sottilizzare troppo, tantomeno alla reception fanno storie anche se ti presenti sporco e sudato dopo una giornata sotto la pioggia a pedalare, in fondo sei un cliente e i clienti portano soldi, quindi... una bella doccia e una ripassata a tutto sono quel che ci vuole per rimettersi a nuovo.
Per la bici hanno un garage riservato e scopro di non essere l’unico, probabilmente sono il ritardatario della giornata.
Soprattutto, la roba nelle borse Ortlieb è perfettamente asciutta, decisamente valgono quello che costano.
Dopo cena faccio un giretto per la città.

Questa torre è una reliquia della DDR... in una piazza tutta nuova.

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la città possiede una pregevole cinta muraria, in gran parte ricostruita e restaurata, qualche foto notturna la si riesce a fare.

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Meglio andare a dormire, la giornata è stata oltremodo pesante, non bastasse il peso della bici si sono aggiunte la pioggia, l'acqua nelle borse e la sabbia, quast'ultima specialmente micidiale per qualsiasi aggeggio tecnologico.

Oggi ho percorso 125 km, con 500 metri di dislivello.

9/ continua
 

ottomilainsu

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10/ Da Neubrandenburg a Rostock

Il brutto tempo è passato, la giornata si preannuncia bella e soleggiata.

La chiesa principale di Neubrandenburg è in realtà una sala da concerto molto particolare.
Dopo le distruzioni della guerra e un lungo periodo di abbandono si decise di ricostruirla cambiandone l’uso.
Nacque così questa particolare sala da concerto, unica nel suo genere.


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Dalla torre si gode di un bel panorama, anche se ciò permette di capire che della città antica è rimasto ben poco, il resto sono palazzi moderni.

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Resta la cinta muraria, come dicevo però in gran parte ricostruita.

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Un tuffo nel recente passato: i palazzi “Blockhaus” con i caratteristici garage a schiera e la pavimentazione a lastroni di cemento.

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Esco dalla città, l’itinerario attraversa piccoli villaggi in una campagna ondulata.

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Però le strade sono ancora quelle di una volta, il pavèe in alcuni tratti è decisamente micidiale.

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Scorci bucolici che da noi ormai sono scomparsi...

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... accanto ad una casa stile “Famiglia Addams”, praticamente in rovina.
Però il bello deve ancora venire: per evitare la strada statale, qui non ci sono piste ciclabili complete, vado per una stradina che diventa sempre più esile.

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Più avanti mi ritrovo in mezzo ai campi.
Certo non è il massimo affrontare questi terreni con una bici che è pesantemente zavorrata, il terreno è soffice e stare in piedi richiede estrema attenzione, ma c’è il sole, un’aria frizzante, vado avanti di gusto.

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Più avanti ritrovo le classiche strade DDR in lastre di cemento, ci sono certi scalini in alcuni punti...

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Pausa pranzo a Tererow, questa stazione ad occhio e croce non vede un restauro perlomeno dalla fine della guerra.
Tutto chiuso e malandato, si vede che c’è ancora molto da fare.

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Qui però si danno da fare, e si vede.

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Più avanti una stradina secondaria passa in mezzo alla campagna, c’era anche la ferrovia ma oggi è tutto abbandonato.

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Le cicogne sono una presenza abituale da queste parti, dopo un po’ quasi non ci si fa più caso.
Notare anche il palo della luce “old style”.

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Arrivo a Rostock verso le 18.30, cerco una sistemazione ma c’è un problema, gli hotel sono quasi tutti in riva al porto e sono pressochè esauriti.
Non mi riesce di trovare una camera, intanto il tempo passa.
Poi decido che è il caso di tentare dall’altra parte della città, forse verso l’interno troverò qualcosa.
Difatti nei pressi della stazione, ad alcuni km dal porto, riesco a sistemarmi.

La tappa odierna è stata più che altro di trasferimento, ho percorso 142 km con 830 metri di dislivello, non sembra ma questa parte della Germania pur essendo sulla costa è parecchio ondulata.
Il bel tempo ha reso piacevole la giornata, mi godo il paesaggio e non penso troppo al resto.

Per l’indomani si pone invece il problema di quale itinerario scegliere.
Alla fine decido che non è il caso di fare una levataccia per prendere il traghetto delle 7 a Warnemunde, dove dovrei comunque andare in bicicletta (sono circa 20 km), tantomeno sarebbe consigliabile salpare nel primo pomeriggio per ritrovarmi a Trelleborg a tardissima sera dopo le 21, dato che in internet non riesco a trovare indicazioni su alloggi a breve raggio.
Dovrei andare fino a Malmoe, per di più di notte...
Meglio continuare in bici e fare il giro all’inverso, domani andrò verso Lubecca.

10/ continua.
 

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