Giro del Palavas (fatto ieri 29 ottobre)
Premessa sull'equipaggiamento (perchè comunque conta):
- MTB Orbea Occam H30 29" taglia L, 140mm di escursione anteriore e posteriore, Maxxis Dissector 2.4" anteriore, Maxxis Rekon 2.35" posteriore, freni Magura MT5 203+180, telescopico 170mm. Peso credo intorno ai 14-15 kg in ordine di marcia.
- Zaino Deuter Attack 20 con 2L di acqua, mentoniera per casco, gomitiere e ginocchiere, viveri, attrezzi in caso di guasto meccanico, abbigliamento vario, piccolo kit di pronto soccorso. Peso di almeno 5-6 kg.
Sorvolo sulla salita al Jervis, che verosimilmente conosce bene chiunque.
Passato il Jervis si comincia a salire verso il Colle dell'Urina, i primi 200-250 metri sono pedalabili su fondo discreto ma con pendenza brutale, con il 32-51 salivo a cadenza bassissima (praticamente a piedi si va quasi alla stessa velocità). Dopo i primi 250m la stradina diventa sentiero e comincia una fase di portage o di spintage, che è possibile ma ogni tanto bisogna comunque sollevare la bici.
Il primo 30% circa della salita verso il colle si può fare quasi tutto in spintage, con il portage che può essere limitato a 5-10 minuti al massimo. Avvicinandosi a metà salita si trovano alcuni tratti pedalabili, di cui addirittura uno in piano ed un in discesa. Si arriva così a metà della salita avendo pedalato a occhio un totale di svariate centinaia di metri, direi tra 500m e 1km a seconda delle abilità.
Intorno a metà salita c'è un traverso poco ripido ma anche poco ciclabile, fattibile comunque in massima parte con spintage, che conduce agli ultimi 400m di dislivello circa. La seconda parte diventa molto più rocciosa e ripida, il portage è obbligato fino a pochi metri sotto il colle. Ci sono alcuni tratti in cui si può spingere la bici, ma in pratica gli ultimi 350m di dislivello sono da fare tutti con bici a spalle.
Dal Jervis al Colle dell'Urina ho impiegato 2h e 10 minuti, incluse le pause (di cui una per una stupida caduta tentando di pedalare un tratto in salita, con conseguente taglio sul gomito e pronta medicazione).
Dal Colle dell'Urina il primo tratto di discesa, tolti i primi 100 metri poco scorrevoli, è facile. La pendenza non è importante, il fondo è soltanto di terra...si scende senza alcuna difficoltà se non quella di non farsi fregare dai bordi del sentiero, che è leggermente scavato. Si arriva in fretta ad un cartello che indica di deviare a sinistra verso la Crete de Gilly. Si segue pertanto l'indicazione, ma ci si ritrova subito un tratto di svariate centinaia di metri non ciclabile per via di tante pietre di grosse dimensioni in mezzo al sentiero. Esaurito questo tratto ci si porta direttamente sotto la Crete de Gilly con un traverso che, se non fosse spesso interrotto da brevi tratti di 5-6 metri da fare a piedi, sarebbe da piangere per quanto è bello (flow, poco ripido, super "giocoso", tutto in mezzo ai larici con il sentiero che è un tappeto di aghi arancioni e gialli).
Dopo un po' di km questo sentiero punterebbe in salita verso la Crete de Gilly, io invece ho imboccato il sentiero denominato "VTT 1" che rimane più basso (con soli due brevi tratti in risalita) e fa il giro intorno alla montagna portandosi fin davanti all'arrivo degli impianti che servono le piste ed il bike park di Abriès.
Dalla cima del bike park ho preso la pista rossa "Varènc". Lunga poco più di 2km, è veramente bellissima. Super flow, tantissimi tornanti con sponde perfette, mai difficili, veramente molto divertente. Unica accortezza occhio agli ultimi 3 tornanti in fondo perchè sono molto molto dritti (tipo il doppio di tutto quel che c'è prima), io non mi sono fidato e li ho fatti a piedi perchè temevo di prendere troppa velocità e non sapevo cosa c'era dopo.
Si giunge così sulla strada asfaltata nei pressi di Abriès, ma si gira subito a destra su sterrato e si utilizza una pista forestale che conduce, con vari saliscendi sulla destra del fiume, fino a La Montà. Qui si comincia la salita verso il Colle della Croce, che prevede circa 570m di dislivello (se ben ricordo) in 3,8 km. I primi 300-400 m di pedalano, anche se la pendenza è sostenuta (vicino al 20%). Poi comincia un lungo tratto di spintage (portage mai indispensabile) che porta fino a metà salita. La prima metà è quella più ripida, perchè poi avvicinandosi ai -2 km la pendenza molla un po' ed il sentiero di fa un po' più scorrevole. Si trovano perciò parecchi tratti ripidi ma pedalabili, che permettono di rompere un po' la monotonia del portage. Da La Montà al Colle ho impiegato 1h e 20 minuti circa (tempo comprensivo di pause).
La discesa dal Colle della Croce me la ricordavo più bella, per lo meno per quel che avevo valutato passandoci a piedi. Il primo pezzo è tutto ciclabile, poi appena si entra nel bosco ci sono tanti pezzi che, seppure non estremamente difficili, in caso di caduta comportano conseguenze molto serie. Per esempio punti in cui se si cade è praticamente matematico cadere sulla sinistra, dove si cadrebbe per qualche metro verso il basso su cespugli, tronchi o altre pietre. Insomma tratti di 5-10 metri non super esposti ma comunque pericolosi, essendo da solo ed essendo stanco (erano le 15.30 ed ero partito alle 8) ho preferito farli a piedi. Nel complesso ho comunque fatto in sella direi almeno un 70-75% della discesa. Sorvolo ovviamente sul rientro dal Jervis, fatto attraverso la strada sterrata.
Nel complesso un gran giro, ma estremamente impegnativo. Se uno vuole godere delle discese affrontate in questo giro, probabilmente la cosa migliore è passare un paio di giorni al bike park di Abriès (che permette di accedere a vari percorsi enduro, oltre ai sentieri puramente in discesa).