Qui non darei un giudizio negativo, anche perché i dialetti rientrano a pieno titolo nella linguistica italiana.
Ho citato in precedenza Pasolini che ha composto poesie in dialetto raccolte sotto il titolo di "Poesie a Casarsa", ma abbiamo moltissimi altri interpreti della letteratura italiana che hanno composto in dialetto (Tonino Guerra é stato un altro nome famoso).
A tutto ciò aggiungi che in alcune facoltà di lettere puoi trovare attivo l'insegnamento di dialettologia italiana, voluto dai dipartimenti universitari proprio per studiare e tutelare i dialetti. A Chieti, dove ho frequentato beni culturali, un grosso nome é stato il prof. Marcello De Giovanni, che ha pubblicato molto in materia.
Per me risulta molto più grave ciò che accade oggi con i più giovani che, senza ovviamente generalizzare, non padroneggiano né la lingua italiana (corrotta in tanti modi), né il dialetto abbandonato del tutto fino a ridurlo alla stregua di un reperto archeologico.