Appena tornato dai Sibillini, cacciato dalla pioggia. Un "weekend lungo" in decisa controtendenza, a partire da un fatto: spero non mi banniate ma... non ho foto!!!
16/7/'11 - Cuore di Sorbo, Ussita, Casali, Fargno, Macereto, Ussita, Cuore di Sorbo
Il sabato c'era un mio amico xcista, quindi, da aspirante kirocefalo, una terribile controtendenza: tutti stradoni e persino discesa da Macereto a Ussita su asfalto, a causa di problemi tecnici e relativi, enormi ritardi sulla tabella di marcia, al posto della discesa da Macereto a Visso, che non avevo mai provato.
Alla fine
1700mt x 53km, cosi' tanta strada in montagna non l'avevo fatta mai, e sinceramente me auguro de non rifalla.
17/7/'11 - Cercando trail
La domenica il mio amico doveva ripartire presto, quindi pur di non stare a casa (dove pure se dormiva che era un piacere) siamo andati a vedere a piedi l'imbocco di un paio di sentieri che su carta/ortofoto non sembravano male. In realta' (come avevo anticipato qualche post fa) cercavo un modo di
salire da Castelsantangelo a Frontignano col minimo d'asfalto. In controtendenza rispetto alle intenzioni, ho trovato un paio di modi per
scendere.
Dalle ortofoto/carta sembrava ci fosse qualcosa che partiva da San Placido e finisse in una cava a meta' della strada Visso-Castelsantangelo. Purtroppo non abbiamo avuto fortuna, ma in compenso abbiamo visto l'imbocco del
303, che parte sempre da San Placido e arriva a Visso, sopra la galleria. Secondo fonti locali dovrebbe essere ripulito fino a tre quarti (?), e da quel che abbiamo visto promette bene, se non pioveva lo provavo oggi. Un single track strettissimo! Probabilmente poi ci si puo' arrivare da sopra, dal monte Torrone, senza perderne nulla, ed evitando quindi anche i tornantoni in discesa su asfalto fino a San Placido.
Passiamo anche a controllare l'imbocco di una traccia che scende
da Sammerlano a Nocria, pur rendendoci conto dalla carta che non e' fattibile in salita. Torniamo a casa sapendo che qualche cosa esiste, e che la zona e' frequentata da ungulati saltellanti di media taglia.
18/7/'11 - da Castelsantangelo in su e ritorno
Ripartito il nemico del kirocefalo per antonomasia, il crosscauntrista (so che sta leggendo
), do sfogo alla mia voglia di esplorazione.
Vado a Castelsantangelo in macchina e, con assai poca furbizia, mi faccio tanto per riscaldamento 5+5 km di asfalto per andare a vedere quel sentiero che doveva scendere da San Placido. Rimango deluso nello scoprire una linea elettrica...
Vista la situazione, non mi rimane che l'ultima scelta: salire a Macchie, e tentare, in
controtendenza, di fare in salita quelli che, scopriro' grazie a una dettagliatissima traccia gps, sono i
54-56 tornantini.
Dopo una ventina di minuti ad ascoltare parte della vita, delle lamentele e delle confessioni dell'anziana signora a cui ho avuto la malaugurata idea di chiedere se era la via giusta, imbocco il bellissimo sentiero a mezza costa, un po' saliscendi ma che a parte un paio di tratti e' abbastanza veloce (credo sia quello del Cannafusto Freeride), fino ai tornantini. Tanto per riflettere su quello che stavo facendo, prendo tempo ammucchiando un po' di sassi per segnalare meglio l'imbocco.
La parte iniziale e' un casino, sporchissimo, foglie rami sassi... difficile pedalare e figuriamoci i tornanti. Per fortuna la pendenza e' abbastanza tranquilla e nonostante il fondo si riesce a pedalare, peccato che ogni 20 metri me tocca cala' giu' e gira' la bici. Quando arrivo nella pineta il mondo cambia... speravo. In realta' stesse tribolazioni, ma stavolta con terra mossa e pigne, ammucchiate soprattutto nei tornantini. E mosche, mosche a non finire. A un terzo volevo mori', a meta' ho detto "ANCORA??", e da li' in poi non ho detto piu' niente, pena abbuffata de mosche. Dove ho potuto, ho approfittato per togliere di mezzo un po' di rami.
Ma quando sono arrivato alla strada m'e' venuto un sorriso da na recchia a l'altra, e mi sono concesso un mezzo bagno a.. fonte "piscio"
. Me auguro sia solo un nome, anche se parecchio tempo fa c'era un cartello "artigianale" che dichiarava l'acqua non potabile, ad ogni modo morto non sono.
Certo l'ambiente dei tornantini e' proprio bello, sarebbe il massimo se fosse parecchio battuto, per alleggerire la pedalata e rendere piu' facili i tornantini. Ne avro' chiusi na decina, scendere (o cadere) e risalire continuamente e' na palla all'inizio, ma poi diventa stancante.
Non avendo panini dietro, dovevo mangiare da qualche parte. Frontignano? ...dopo tutta sta fatica mangiare a 5 minuti da casa?? Naaahhh. Rimonto in sella e pedalo fino a
fonte del lupo (bellissimo sentiero anche in salita), dove inizio a saggiare il vento che tirava dall'Umbria. L'aria delle terre che hanno dato i natali ai piu' valorosi kirocefali deve essere stata determinante da questo punto in poi: avendo il vento a favore, e essendo ormai li'... che fai, non arrivi a
Passo Cattivo?? E ripensando a come lo guardavo quando ero a Macchie, quando gia' mi pareva di essere stanco, di nuovo sorridevo pedalando sul comodo pietrisco dello stradone.
...e a Passo Cattivo che fai, ormai sei li'! Torni indietro??? NAAHHH e messo il k-way (che sinceramente non bastava), bici in spalla, mi inerpico su per le inesplorate e sconosciute (per me)
creste sud del Bove Sud. Che spettacolo di posto!!! Dopo la prima parte esposta al vento fortissimo (morivo di freddo e faticavo a stare in piedi con la bici in spalla!!), la parte centrale sembrava il paradiso. Uccellini, fiori, erbetta verde, e pareva quasi di sentire il tepore dell'aria ferma, mentre appena li' fuori ci sara' stato un vento a 70-80kmh di traverso. Solo 500 metri piu' giu' morivo di caldo! Che sensazioni!
Finisce il tratto delle doline (davvero, non ero mai salito da li', si scoprono pian piano Infernaccio, Sibilla, forca della Cervara, bellissimo) e mi sbrigo ad arrivare in cima. Sbrigo e' na parola grossa, non arrivavo mai, non sapevo ndo cammina' per ripararmi dal vento. St'arietta umbra inizia a rompe un po'
. Alla fine raggiungo il sentiero di cresta che per fortuna, curvando, finisce per essere un po' riparato, e da bravo aspirante kirocefalo, in sella (anche per fa' prima
), mi vado a riparare e riposare nell'edificio della funivia (che sara' pure brutto, ma a me in quel momento e' piaciuto tanto).
Mangio gli ultimi biscotti (dopo l'ultima volta... col cavolo che porto le albicocche secche
), e rifletto bene sull'opportunita' di scendere in Val di Bove. Ma per stavolta puo' bastare, e poi almeno provo in discesa il sentiero fino al rifugio, dopo una tappa d'obbligo sulla vetta. Carino, scorrevole e battutissimo, ma abbastanza breve.
Entro al rifugio del
Cristo delle Nevi, mentre salgo le scale sento chiudere la porta
. Ma quando vedo la signora, da bravo aspirante kirocefalo so quel che c'e' da fare.
Ammaliata dal racconto delle mie gesta (o mossa a compassione dallo stesso) alle 17.10 ora locale di un lunedi' ventoso e annuvolato tira fuori un paio di panini rimasti dalla giornata e me li scalda, avvolgendone amorevolmente uno nella stagnola "cosi' rimane caldo" e pregandomi (e' il bello di girare da soli: non ci sono testimoni!) di mangiare l'altro li', lasciandomi tuttavia il dubbio che le mie arti amatorie abbiano risvegliato gli istinti materni dell'operatrice turistica piuttosto che altri.
Dopo le promesse da marinaio che in tali situazioni si convengono ("si' lo mangio finche' e' ancora caldo", "si', mi allaccio bene", "si' sto attento"
), ormai disposto a scendere, imbocco il "
pino torto" del bike park, molto carino (ma so che stanno iniziando a lavorarci sti giorni!).
Raggiungo poi l'Ambassador e riparato dalla verde mole del residence faccio fuori l'altro panino (n.b.: ancora caldo) valutando le mie opzioni:
1) scendo a Nocria per il sentiero che parte da qui, che si vede bene dalle ortofoto, e' uno stradone per lo piu' ma che probabilmente finisce in un fosso, obbligandomi a risalire per 150 metri di dislivello (seeee);
2)
vado a provare quello che parte da Sammerlano.
Per prati raggiungo Sammerlano e ripercorro la labile traccia individuata il giorno prima.
Dopo un primo tratto per prati/cespugli si imbocca una specie di scione di pietre, qua e la' delle curve attorno a delle piante, un sacco di roba spinosa, una certa quantita' di rocce fisse. La pendenza e' discreta e non avendo le
protezioni non mi sono divertito poi tanto, ma non mi pare male, specie con una ripulita. La parte finale poi regala un po' di passaggi tecnici che ho fatto a piedi, ma che qualcuno con piu' manico sicuramente fara'.
All'uscita dal sentiero ci si ricollega facilmente alla classica scalettata di Castelsantangelo.
Una giornata che e' valsa altri
1700mt x 40km!
19/07/'11 - Finalmente Macereto - Visso
Partenza comoda il pomeriggio da Visso, arrivo alle Arette via asfalto e subito deviazione a destra per evitare il fosso di fianco a Macereto, ma che alla fine mi risparmia ben poco rispetto a quello che manca da salire. Mi ha colpito pero', su quella strada, attraversare dei pezzi lastricati come una strada romana, sara' stata davvero una strada romana?? E poi una curiosita', a che servivano tutti quei muretti? a dividere le proprieta'? rompere il vento?
Dopo aver visto il ginepro piu' grande della vita mia (all'inizio pensavo fosse un abete) ed esserci passato dentro, raggiungo il GAS tra felci e fiori blu, attraverso un centinaio di cancelletti e dopo anche dello spingismo che non mi aspettavo inizia la discesa. Che spettacolo! Unica cosa, peccato che ancora non ho imparato a fare i tornantini, altrimenti me lo facevo tutto d'un fiato.
Occhio pero' che entrando in paese stanno facendo dei lavori di manutenzione, a momenti piombavo addosso agli operai!
E chiudo cosi' con
650mt x 19km, per un totale di
4000mt x 112km!
(lo so che c'e' chi se li fa in un giorno... ma io mi sa che non avevo mai pedalato cosi' tanto!)