Ma che tocchi la mia famiglia, maddai....mica gli ha menato. La ha urtata appena appena involontariamente. Ha provato a fermarsi per scusarsi ed è stato pure preso a male parole....se ci tieni così tanto alla tua famiglia, comincia a occuparti di tua figlia che non stia in mezzo dove non deve, per la sua stessa sicurezza, invece di stare in mano col cellulare.
Se mio figlio cammina in mezzo alla strada, è mia responsabilità toglierlo. Un pò di esame di coscienza da parte di tutti sarebbe meglio. Lì il padre stava come un mona col cell in mano, la madre pensava alla torta da cucinare e alla bambina chi pensava mentre quello avvertiva con gli avvisatori acustici del suo arrivo?
Episodi come questi sono ormai tutt'altro che infrequenti sui sentieri nei parchi vicini alle città o sulle ciclopedonali (tipo navigli, per intenderci), soprattutto nei weekend.
E parlo in primis di famigliole che lasciano "pascolare" cani o bambini, così come dei ciclisti che "menano" nelle stesse zone, con limite di velocità a 15KMH: il top qui è vedere gente con le crono sulle alzaie.
La pandemia ha creato un nuovo ecosistema di viandanti
occasionali_quasi_fissi che hanno abbandonato i centri commerciali e si addensano ormai laddove un tempo i ciclisti la facevano da padrone.
E' questione di fisica: troppe particelle in uno spazio ristretto tendono a scontrarsi più facilmente.
Nel caso specifico, vedo responsabilità da entrambe le parti (ciclista VS genitori): l'onere del problema, tuttavia, mi pare sia stato assegnato tutto al ciclista e non per l'esito in giudizio, ma per la gogna mediatica.
Dei genitori, invece, nessuno parla: santi subito, quindi.