il che significa che se le gare a+b+c+d ( perchè si aspettano solo le prossime per avere pagine e pagine e pagine ognuna di commenti negativi ) non funzionano come si deve qualcosa di sbagliato alla radice ci deve essere.
ricordo alcuni commenti di organizzatori in ordine sparso, pochi giusto per essere sintetico, perchè coprono un arco temporale di anni ed anni :
- se ti va bene così ok, altrimenti sta a casa
- nessuno ti ha obbligato a venire
- me ne frego se mancava l' acqua/le mele/le pere/la pasta
- se abbiamo fatto così era solo per il vostro bene
- poverini i volontari, si sono fatti un mazzo
- eh, ma cosa volete, ha piovuto tanto
palle, il biker è uno a posto con le tessere, le visite e soprattutto HA PAGATO soldi buoni ed in anticipo ed ha quindi diritto a vedersi riconosciuto/dato quanto è era stato pubblicizzato/sbandierato/promesso con tronfie trombe prima dell' evento.
quando la gente lo capirà ed agirà di conseguenza, allora le cose miglioreranno, ma se ogni anno nonostante tutto ci sono sempre e comunque 2000 partenti allora sarà sempre tutto uguale.
Come dice giorgibe, giustamente, il biker ha PAGATO e quindi ha diritto a ricevere tutto quello che gli viene promesso.
Però ci si dimentica che quasi sempre l'organizzatore NON E' PAGATO per quello che fa. E nonostante ciò, quando le cose vanno male viene seppellito di rimproveri (giustamente), ma tutte le altre volte non gli si dice quasi neanche "grazie".
Anzi... ogni tanto gli si manca pure totalmente di rispetto pensando che quello che fa sia tutto "dovuto" visto che il biker paga.
Dopo questa premessa, dico che dopo l'esperienza "mondiale" di Montebelluna (più tutto quello che c'è stato prima), più anni e anni di granfondo italiane e dopo aver gironzolato un bel po' all'estero, mi sono fatto un'idea.
Da noi ci sono troppe gare, troppi organizzatori e poca distinzione tra la miriade di eventi in calendario: ci sono eventi da Champions League (le dita di una mano bastano e avanzano...), di serie A (pochissimi), di serie B (parecchi), di serie C (un'infinità).
Ma alla fin fine chi merita, chi crea un evento di qualità e di spessore, chi potrebbe crescere e dare ancora di più, viene letteralmente sommerso dalla mediocrità generale di tutti gli altri eventi.
Basta vedere giornali e webmagazine: non importa di che serie sia l'evento... tanto lo spazio e l'attenzione che riceve è più o meno lo stesso. Non c'è nessun filtro, e alla fin fine "vince" chi fa più comunicati o le spara più grosse promettendo mari e monti.
Quello che manca è una serie di organizzatori PROFESSIONALI che facciano questo di mestiere, guadagnandoci e lucrandoci sopra. Perchè così sarebbero COSTRETTI a garantire un servizio efficiente e di qualità, per fidelizzare il cliente biker convincendolo a tornare l'anno successivo o a partecipare ad altri eventi gestiti dal medesimo C.O..
Se un organizzatore "amatoriale" fallisce nel suo obiettivo... male che vada la gara non si fa più. E torna alla sua vita normale.
Se un organizzatore "professionale" fallisce... la gara non si fa più lo stesso, ma si ritrova senza lavoro. E c'è una bella differenza...
All'estero tutti i più importanti e grandi eventi, quelli di qualità, sono organizzati:
-da agenzie professionali (Plan-B, SOG Events, ASO, ecc...) che altro non sono che aziende di Sport & Event Management
-da comitati gestiti direttamente dagli enti pubblici (di promozione turistica, province, regioni, comuni, ecc...) mediante dipendenti stipendiati per occuparsi dell'organizzazione eventi (sportivi e non).
Quasi sempre a capo di questi C.O. ci sono persone adeguatamente formate e con esperienza, con laurea in economia, commercio, ingegneria gestionale, marketing, management, ecc...
E badate bene, talvolta quelli che sembrano "volontari" sono in realtà dipendenti regolarmente pagati, magari con contratti di una settimana o pochi mesi.
Quasi tutti gli altri eventi minori (e ce ne sono, come in Italia) sono creati da organizzatori amatoriali e società sportive. Ma lo spazio, fama e visibilità che hanno sono nettamente inferiori.
In italia tutto questo è impossibile perchè, come già detto, ci sono talmente tanti eventi "normali" che si porrebbero alla pari con quelli "professionali", per cui per questi ultimi sarebbe impossibile svettare e sopravvivere.
E la colpa è anche e soprattutto del biker medio, al quale spesso e volentieri non interessa dove, come e quando si corre, basta solo che si faccia la GARA, si completi il CIRCUITO, si ottenga il BREVETTO, si entri in CLASSIFICA. Sentendosi "costretto" a partecipare da cumulative e circuiti, talvolta veri e propri specchietti per le allodole, e incazzandosi poi se qualcosa non va... ma tornando regolarmente l'anno dopo ai nastri di partenza della medesima competizione subendo magari gli stessi disagi e gli stessi inconvenienti, e contribuendo alla sopravvivenza di quei C.O. - amatoriali o professionali - che non fanno bene il loro lavoro, e magari sono pure recidivi.
Insomma, per farla breve, bisogna cambiare mentalità. Da parte di tutti, nessuno escluso: biker, organizzatori, sponsor, media e riviste.
Oppure, facendo magari prima, cambiando direttamente tipologia di eventi, metodo di approccio e quindi il target di "clientela".