ottimo articolo come di consueto, caro Daniele. Non sono del tutto d'accordo, dal punto di vista tecnico, su quanto asserito circa i dischi areati e la loro ridotta potenza. Li uso da tempo (Ashima) con grande beneficio in termini di potenza, prontezza della frenata e dissipazione del calore. Ritengo che, a parità di impianto frenante, molto dipenda dal disegno, dalle pastiglie abbinate e qualità dell'acciaio utilizzato.
ciao.
Ti posso riportare quanto riscontrato sui
formula The One: i freni Ashima forati rendono l'impianto meno potente. D'altronde è abbastanza logico: minore superficie di contatto, minore attrito e quindi minore potenza frenante.
bell'articolo,
faccio una domanda ai saggi:
volevo sapere nel caso di pioggia se è vero che le organiche si usurano di più.
grazie.
Assolutamente vero. La "mescola" è più morbida e specialmente in condizioni di bagnato la durata è inferiore.
180 davanti e 160 dietro.
Freni e dischi originali
shimano.
Pastiglie organiche.
Per i miei quasi 90 kili e per il mio livello di AM sono perfetti.
Avrei letto volentieri una qualche considerazione sui sistemi center lock o 6 fori e relative differenze.
ciao
Non cambia praticamente nulla tra center lock e 6 fori. E' solo una questione di attacco e di standard differenti. Non c'è alcuna differenza in termini di prestazioni tra i due sistemi.
Salve,
nell'interessante articolo soprastante viene detto che i freni con meno fori sono più potenti perché offrono una maggiore superficie di contatto.
Per quanto invece ho avuto modo di capire attraverso la mia esperienza con le moto da enduro, dove i dischi freno pieni si usano al posteriore per aumentare la modulabilità (e quindi ridurre il rischio di bloccaggio) è vero il contrario.
Una più grande superficie di contatto permette una frenata più modulabile perché a parità di pressione sulla leva e quindi sulla pastiglia, il disco pieno subirà una pressione media inferiore sulla sua superficie rispetto ad uno asolato/forato.
In pratica è la differenza tra la stessa persona che ti pesta un piede con un tacco a spillo o con un paio di ciabatte, il peso è lo stesso ma la pressione esercitata dal tacco sul piede è molto maggiore perché la superficie di contatto è inferiore.
Quindi:
disco asolato= -modulabile +potente
disco pieno= +modulabile -potente
Che ne dite?
Dipende cosa si intende con modulabilità...
Un freno che morde subito, che appena si sfiora la leva arriva al bloccaggio per me è poco modulabile. Generalmente potenza e modulabilità non vanno d'accordo, ma alcuni impianti riescono a combinare le due cose.
Generalmente un freno meno potende è più modulabile, perchè dovendo esercitare più forza sulla leva freno, si riesce a gestire meglio la potenza frenante.
Per questo un disco forato che rende la frenata meno potente, per come la vedo io rende l'impianto più modulabile.
Non si è parlato di una cosa fondamentale: Pinza e pompa!! Sopratutto la distinzione fra pompe assiali e radiali!
Non era argomento di quest'articolo. Qui ci siamo voluti occupare di come intervenire per migliorare un impianto esistente. Se si va a sostituire il pompante, si va a cambiare il freno.
Terremo comunque presente l'argomento per un futuro articolo!
questo argomento mi interessa molto, visto i miei studi, ing. mecc. indirizzo veicoli, sono abbastanza nuovo nel mondo della MTB e assolutamente nuovo ai freni a disco, giro ancora con dei v-brake.
Mi domando però come mai nell'articolo non si fa riferimento agli olii che si utilizzano per la "trasmissione" della forza? generalmente la loro diversa formulazione incide in maniera importante sulla frenata!
Guarda, non essendo ing. dell'autoveicolo non conosco bene le differenze tra i vari fluidi utilizzati, ma penso che almeno per quanto riguarda gli oli dot (4.0 e 5.1) le differenze in termini prestazionali siano talmente poche da non essere quasi percepibili. E' più influente il modo in cui viene progettato l'impianto (tipo di leva, pompante, diametro pistoni, tecnologia di realizzazione dei vari pezzi, ecc). Forse differenze più sensibili ci possono essere tra oli DOT e minerali, ma non essendo intercambiabili tra loro, è difficile fare una prova comparativa diretta...
Il mio impianto monta dischi da 160 sia all'ant. che al post. su una mtb da XC e il mio peso è di circa 80 kg.
Ho notato in 2 anni di utilizzo di freni a disco (nella vecchia bici avevo i V-brakes) che le pastiglie organiche sono ottime in inverno e all'anteriore, mentre al posteriore sono da preferire quelle sinterizzate o addirittura metalliche per ridurre i casi di bloccaggio della ruota in situazioni di scarsa aderenza (neve, ghiaccio, ghiaino molto smosso etc..)
Voi cosa ne pensate di questa cosa?
Come sempre ottimo articolo!!
E' una scelta che diversi riders fanno. Anch'io per un certo periodo utilizzavo questa soluzione, più che altro però perchè le organiche al posteriore tendevano a vetrificarsi.
Ora mi trovo bene con semi metalliche davanti e dietro.
Ecco, questo è un tema sul quale mi piacerebbe che il grande Danybiker88 potesse illuminarci con un bell'articolo ingegneristico dedicato.
Faccio parte di un gruppo di sfortunati che si ritrovano in un altro topic dedicato alle vibrazioni e alle risonanze indotte dagli Avid Elixir al posteriore, ottimi freni sicuramente, ma con una spiccata propensione ad innescare fenomeni di vibrazione così importanti da far tremare il carro e quindi la bici.
E quando il complesso pinza/disco/carro entrano in risonanza la bici intanto "urla" o raglia da far spavento e poi frena molto ma molto meno...... tocca infatti mollare la pinzata, lasciarla calmare e poi riprendere a pinzare....ci immaginiamo i rischi?
Detta così fa anche ridere...ma è un problemaccio avente una molteplicità di cause a cui nessuno (...mi sarei aspettato la Avid...è un sogno?) per ora ha dato una risposta definitiva in termini tecnici.
Ci sono però molte soluzioni fai-da-te dettate dalla pratica che alleviano ma non risolvono del tutto il fastidiosissimo problema delle vibrazioni e delle risonanze.
Se è un problema di risonanza, basta cambiare il diametro dei dischi e si dovrebbe risolvere. Altrimenti non è una questione di risonanza ma legata al disegno dei dischi che innesca anomale vibrazioni all'impianto.
esistono anche le pastiglie ceramiche! quali caratteristiche hanno?
Le pastiglie ceramiche di solito presentano una placchetta in ceramica che ha il potere di isolare termicamente il pistoncino dalla pastiglia, riducendo il trasferimento di calore.
Per le sue ottime doti di resistenza al calore, la ceramica viene da alcuni utilizzata anche nelle mescole dei ferodi.