ecco.. l'unico sfigato che questo weekend non si è divertito sono io.
Venerdì vado a recuperare la bici dal Darra... e non me l'avevano neanche guardata. Morale passo fino alle 2 di notte a cercare di sistemarla (aveva più danni di quanti me ne ricordassi), poi sono costretto a dire a Fabio che Oropa per me è fuori discussione.
Sabato mattina smanetto ancora, vado a cercare un raggio dei deetracks che mi manca (e non lo trovo). Non riesco a raddrizzare il disco post (è elasticissimo.. non so come ho fatto a piegarlo! merd!). Il deragliatore post è a contrattare con nigeriane in minigonna, il ché mi preclude l'uso di metà cassetta e un rapporto instabile con il resto delle corone...
Insomma.. con i cojoni girati, faccio la salita al mottarone, pedalando, tra i fumi del rally (viva l'aria pulita di montagna!), con i dischi che toccavano le pastiglie nuove ultra grippanti. Dimenticavo... avevo sù un paio di pantaloncini scomodissimi, con interno elasticizzato stretto... un tritanoci insomma.
Arrivo sù al limite dello svenimento, con un carico insensato sulla schiena... avevo portato di tutto (pettorina, paraschiena, parastinchi, 1litro e mezzo d'acqua, maglie di ricambio,
attrezzi vari, casco integrale)... ma, furbissimo, avevo dimenticato i guanti, con relativa sensazione di disagio incredibile. Tra tutte le cose che potevo dimenticare.. proprio i guanti!?!?!
La stanchezza per la salita mi annebbiava anche la vista e i riflessi e la discesa non aveva gusto. Poi i dischi così storti, non mi facevano nemmeno prendere velocità in discesa (pensa che fatica in salita!). Una schifezza insomma. Poi ho fatto un pezzo di exploration per un simpatico sentierino pianeggiante prima di risalire al monte falò, e mi son trovato a dover spingere per prati, bypassando tra l'altro anche un pezzo divertentissimo di curve in appoggio tra goduriosi dossetti. Uff. Aggiunta così nuova stanchezza, la discesa successiva è stata ancora più rincojonita. Il tempo era perfettamente grigio, con foschia, e i panorami splendidi del monte falò sui laghi erano invisibili.
Da Coiromonte, esploro un sentiero che doveva portarmi ad Armeno, invece a breve diventa una sterrata che mi porta (neanche tanto in discesa e con tante abbaiate qua e là angosciavano abbastanza) a Sovazza. Da lì triste asfalto di nuovo verso Armeno, dove per una cazzata picchio una legnata assurda sul pomellino rosso della 66rc2x.
Uh che figata di giro!
poi.. pacchi a rotazione da vari amici e il weekend fortunatamente si è concluso. Che bello tra poche ore suona la sveglia, 100km di traffico e nebbia (a Pavia il Comune ha comprato delle macchine apposta per produrre nebbia anche nei rarissimo giorni in cui potrebbe essercene meno. Pavia senza nebbia è come Venezia senza mare) e si va a lavorare! Come godo!
Prox weekend niente bici.
Ci si vede il 28 in sella!