Bhe.. ce l'ho fatta a convincere Kikko a fare il giro epico.. e tale si è dimostrato.
H 8.40 di sabato, session meccanica sulla sua Slayer: sostituzione forca, pulizia serie sterzo, riposizionamento pinza freno e controllo generale. Io faccio quello che posso con le mie ampie conoscienze teoriche..
Dopo un paio di ore di meccanica e un'ora di trasferimento, finalmente alle 11.40 a Trivero mettiamo le chiappe in sella: giornata davvero bella, peccato per la bisa di fondo che romperà/allieterà (nei pezzi in salita al sole) tutta la giornata.
Primo pezzo in falsopiano/discesa verso una chiusa dell'enel.. una strada con strapiombi altissimi che ci regala emozioni forti a ogni curva per circa 3 km. Poi incominciamo la salita, dapprima dolce, poi via via con pendenze un pochino più sostenute e sempre umane anche per noi non più abituati a rapporti così leggeri. Meno male che le nostre bici non hanno i pesi dei cancelli da discesa.. la mia sia attesta sui 17,5 circa, quella di Kikko sui 15, ma mi accorgo con stupore che non usa i pedali SPD..."mai usati", la sua candida confessione.
Durante la salita ci concediamo brevi pause per ammirare il panorama, selvaggio ai limiti della fantasia, con un torrente dall'acqua verde smeraldo che ha creato delle "marmitte" bellissime nel corso del tempo.
Girata una curva, la strada spiana e ci concede un po' di riposo dopo uno strappetto.. continuiamo quando d'improvviso troviamo un cancellone verde a sbarrarci la strada; man mano che ci avviciniamo in leggera pendenza un po' di pensieri si affacciano: "e ora, se è chiuso? torniamo indietro? nooo ma ci sarà un passaggio pedonale.. dov'è? a destra o a sinistra? non lo vedo..".. Ma incredibilmente, a ogni metro guadagnato il cancello si apre delicatamente fino alla sua completa apertura, manco ci fosse stata una fotocellula.. quando in realtà avevo il telecomando Faac in tasca... ehheheheh NOOOOOOOOOO..ERA IL VENTO!!! ahahah
Finalmente il lago, dopo neanche 2 ore dalla partenza: la prima impressione è che sul pelo dell'acqua (non era passato Lukino di lì, altrimenti non ci sarebbero stati peli) ci fosse della schiuma bianca, ma... a guardar bene.. ERA GHIACCIO!! delle belle lastre di ghiaccio galleggianti in pieno sole... bhe, l'aria non era delle più calde, ma non ci aspettavamo di certo una cosa del genere.
Dopo la pappa e 10 minuti di relax al sole, iniziamo la parte più dura del giro: 1 ora d'orologio con la bici a spinta, con pochissimi pezzi da fare in sella e con tanto "stress" dovuto alle gomme lasciate durissime per avere il massimo della scorrevolezza... Poi il telaio taglia 19", la marza Jr.T del 1999 che non è propriamente la 888R del '04.. insomma... un po' di cose assieme mi ha fatto trovare lungo anche quei pochi pezzi "ciclabili". Basta dire che a metà giro mi ero scolato 2 litri d'aqua, prosciugando il Camelback... e meno male che avevamo temperature favorevoli!
Alle 15 riprendiamo la marcia.. questa volta su una gippabile che ci riporterà in quota, verso i 1380 del bocchetto Sessera. Come al solito una cazzata tira l'altra e nonostante qualche piccolo cedimento fisico, alle 16.50 raggiungiamo l'asfalto dopo l'ultimo tratto di quasi 3 km di salita costante con qualche centinaio di metri su fondo misto neve/ghiaccio e palta, tanto per dare il colpo finale alle nostre energie.
A conferma di ciò, appena mollata la bici mi sono fatto fare ben 2 cioccolate calde dal baretto in prossimità del bocchetto.. raggiungendo così la mia media annuale di cacao in pochi minuti.
Ma non è finita qui.. altri 2 km di salita su asfalto ci aspettano prima di raggiungere Bielmonte, e mentre gli ultimi raggi di sole lambiscono le montagne sopra Oropa noi ci godiamo l'incredibile panorama che si può vedere da lassù.
Il freddo oramai ristagna nelle mie ossa, sono vestito troppo poco e sto davvero rischiando di beccarmi un malanno; finalmente sgonfio un zic le
ruote e si parte in discesa verso Luvera.. a 60km/h all'ombra patisco e non poco... ma stringo i denti.
Alleluja! finalmente sterrato.. guardo Kikko e gli dico: "Okkio.. siamo stanchi, è buio (h 18 ca), non abbiamo le nostre solite bici.. non facciamo caxxate". Via, mollo i
freni.. e le raccomandazioni di 10 secondi prima rimangono lì sul posto, mentre noi guadagnamo terreno.. Mamma che pena il telaio così luuuungo!! non sono più abituato! Ma chissenefrega, basta mollare i freni e si scavalca qualsiasi gradino..
Piccola radura.. ci guardiamo in faccia e un ghigno di soddisfazione ci illumina il volto... ehehehe anche con 130mm, Luvera è sempre spettacolare.
Prendiamo una trattorabile che taglia a mezzacosta tutta la montagnae che gradatamente ci riporta verso Trivero.. Riusciamo pure a scambiare qualche battuta, nonostante il buio ci costringa a moderare la velocità per non avere brutte sorprese.. che però puntuali arrivano.. con pizzicatura da parte di Kikko. Vabbè, piccolo pit stop.. altre cazzate.. e finalmente, alle 18,45 (ed era davvero quasi notte) arriviamo alla macchina.
Che dire.. in generale il giro era duro quanto mi ricordassi, e per fortuna le gambe ci hanno retto più di quanto non mi aspettassi. Un giro "à la moda vecia", lungo ca. 50 km che mette a dura prova sia il fisico nella parte a spinta e la mente sui lunghi rettilinei finali. Occorre essere ben motivati per decidere di affrontare questo anello in puro stile epico di qualche anno fà, dove spesso si optava per giri assurdi, in cui c'erano tratti da fare con la bici a spalla e dislivelli impegnativi...ed era la norma. Non ho più la cognizione di quanta gente possa fare ancora giri del genere: penso che sia un giro anomalo, in quanto la fase "pedalata" sia tutta su gippabile o cmq double track molto scorrevole, e 60 minuti d'orologio a bici a spinta..
Penso che dopo un giro del genere, quelli che sono in bilico tra scegliere se fare FR o XC, dopo una faticata del genere optino per la prima..
La bici ideale può essere una trail bike, con geometria equilibrata tra scorrevolezza in salita e facilità in discesa. Grossi pezzi accidentati non ce ne sono, ma ovviamente ci vanno coperture non troppo leggere per evitare pizzicature nella parte finale.