Foto dei vostri giri in gravel

Teo 81

"Per me si va tra la perduta gente"
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@Teo 81 Hey man.... prima di tutto, sei un grande.
Hai fatto qualcosa che ho sempre immaginato di fare, che vorrei ancora fare ma mi sentirei una merda a lasciare la famiglia a casa...e poi ricordi Into the wild? "Happiness is real only when shared" Si perche' la tua avventura ha molto da condividere con quel libro/film, la ricerca della felicita' attraverso la scoperta di se stessi.
Conosco le terre baltiche da tempo, ho lavorato per tanti anni da quelle parti e ci ho lasciato un pezzo di me. La prima cosa che mi viene in mente? Il silenzio, la seconda ? il sole che non tramonta mai in estate. Ho navigato tra le rocce dell'Archipelago (Turku) con solo i Sigur ros in sottofondo (ok sono islandesi ma il mood e' perfetto) sono passati 18 anni ma mi sembra ieri...
Fare quello che hai fatto richiede una grande dose di follia e di coraggio, sopratutto per affrontare i momenti in cui sei solo davvero magari di notte ("vero buio di campagna fratellini" cit: Alex Delarge)
Ecco, ho sentito l necessita' di sparare queste due fesserie solo per farti i complimenti e per confessarti che provo invidia , ma di quella invidia buona che provi verso chi si merita cio'' che ha ottenuto.
Ciao
Fra
Grazie mille Joloh, diciamo che al giorno d'oggi, se analizziamo bene la cosa, ci vogliono molte meno palle nell'allenarsi e partire verso una sfida con se stessi che mettere al mondo un figlio o fare scelte più importanti.
Fai conto che dopo nemmeno un anno dal mio ritorno, a fine Luglio 2019, prendevo il mio ultimo elicottero dal park,
quello definitivo che avrebbe dovuto sancire per sempre la fine della mia passione e forse del mio lavoro.
Ho fatto 1 anno e mezzo di riabilitazione e due interventi, a detta dei medici non sarei riuscito ad alzare più il braccio destro.
Mi limitavo a lavorare sulla mia "Bullitt" (che era già qualcosa) e a "divertirmi" facendo ritmo e pieghette con quella.. ma poi,
palestra e accettazione hanno migliorato la mia condizione psicofisica, fino a farmi comprare una nuova MTB (Canyon Neuron CF 2023).
"Con una trail tanto andrai piano" .. mi dicevo.
Tre uscite e venduta.. sono uscito con i miei vecchi amici del park, per i miei boschi dietro casa, con discese DH sterminate e infinite.
Alcuni di loro si son fatti 300km per venire a trovarmi.. e ovviamente, siamo scesi a cannone.
Mi è sembrato di rivivere.. avevo di nuovo uno scopo e una passione, passione che in 30 anni non si è mai spenta.
Ho venduto la Neuron (carina come bici) per Prendermi un Patrol carbon frame set e rossa fluo!
con tanto di Forca Fox 38 grip2 da 170mm.. bella arrogante.
Riuscendo con i miei vecchi compagni di ventura sono rinato.
A volte mi possono uscire le spalle, quando le ruoto ampiamente sento un "crak crak" sonoro, ho il polso sinistro "wireless" ma chissene. Sono stato fortunato e lo sono ancora. Molti ragazzi ora stanno crepando di cancro in qualche ospedale e di certo non se lo sono andati a cercare., noi stiamo qui a parlare di bici, loro sono dei veri eroi. Noi abbiamo solo un compito ,
"vivere" perché per fortuna ci è ancora concesso.
Quindi ritorno in sella con tutti gli handicapp del caso, ma ci ritorno, pur sapendo di dover "baciare" ancora il terreno. Lo sappiamo tutti.
D'altronde non siamo mica ballerine, no?
Non sono nessuno per dar consigli ma se posso dartene uno è "fai quello che devi fare ora, domani forse non potrai più farlo".
La tua famiglia (che ti ama) lo capirà. Un padre felice è un padre migliore. Tempo e due soldini extra, se vogliamo, se ci mettiamo d'impegno in qualche modo riusciamo a reperirli, chi con più fatica, chi con meno ma si riesce.
Anzi ti dirò, se mi girano le balle (e due soldi) , il prossimo anno facile che mi riscrivo ad un'altra NC o qualche altra gara assurda.
Ora finita la Patrol, con quella mi gira in testa un'idea mal sana di accamparmi due settimane in montagna in estate e riuscire a fare un giro allucinante ed estremo. 14 giorni in quota, avrei già con me delle persone giuste. Vedremo.. ora ne approfitto dell'inverno per mettermi sotto alla sbarra e al trx, qualche pesetto isolato e via verso una nuova avventura.
Fallo anche tu! Fallo fin che sei giovane! Abbiamo una sola vita.
Grazie per le tue belle parole, i sogni non muoiono mai.
 

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Grazie a te!

Non sapevo bene che fare, necessitavo di rimettermi in gioco.
Mi succede ciclicamente, ogni 4-5 anni.

Questa ciclicità quasi "atavica" del "fatica-mangia-bevi e dormi- ti riporta all'essere umano di un tempo, quel cacciatore che doveva arrangiarsi, lontano da casa, procacciarsi cibo, faticare e poi trovarsi un giaciglio per dormire, non importa dove o come.
Allora ti ritrovi a fare cose che non avresti mai fatto, solo ed esclusivamente "perché devi andare avanti". E' un tornare alle origini di tutto.
Senza famiglia, lavoro, impegni, pensieri vari, se non solo quelli di sopravvivere alla tua avventura avvicinandoti il più possibile alla tua meta.
Parlai con amico, noto alpinista, mi disse -" e che ti lamenti? guarda che gli uomini han sempre fatto questo! un uomo è fatto per fare questo, non per star davanti ad una scrivania o in un officina 8-10 ore al giorno!".
E aveva ragione.

Farti la NC4000 in solitaria è un'esperienza continua, diretta, dura e stupenda.

Concludo dicendoti "non so' cosa sia stato effettivamente più bello, se valicare le montagne Austriache di notte, la Baviera e i suoi paesini,
le campagne Ceche all'alba, con i cerbiatti in mezzo alla strada, se le infinite campagne Polacche, con quelle balle di fieno e nuvole stile Pink Floyd, le capitali come Praga, Varsavia, Tallin, Helsinki, la Lapponia, i suoi laghi ponti e renne, le incredibili isole Norvegesi con dei fiordi alla Signore degli Anelli.. non so.. direi Finlandia-Lapponia e Norvegia, ma tutto, veramente tutto.
Rompo questi 3 giorni le balle a voi per aiutarmi a ricordare un qualcosa che comunque "rimane dentro" e ci rimane per sempre.
Che cosa mi ha insegnato? bah, testa di "legno" ci rimango, ma se qualcosa ho appreso è che realmente quella frase fatta che dice
"la vita inizia dove finisce la tua zona di confort" è vera.
Credo che tutto o quasi passi per la privazione, per la sofferenza.
Credo che noi tutti mountain bikers sappiamo bene che la discesa più bella, è quella che col sudore della salita, poi, ci guadagniamo.
Non pensavo di arrivare a dover filosofeggiare ma più o meno il concetto è questo:
- se ora prendi quella mela che hai di là in cucina e te l'addenti , avrà un sapore banale, scontato, da "mela".
Ma se ti spezzi le gambe cadendo, e di ritrovi a fare 2 mesi di trazioni in ospedale c*gando nelle padelle (mi è successo),
quel giorno che esci finalmente sulle tue gambe e riaddenti quella mela ti sembrerà favolosa, succosa, fantastica.
La domanda che è buono porsi è "ma alla fine, qual'é il vero sapore di una mela?"
Credo sia "quello che siamo in grado di darle".
La NC è bella perché la finisci solo se sei convinto, se hai affrontato i tuoi demoni, se li hai battuti, se hai sofferto (pur nella piacevolezza) per quello in cui credi. Tutto qui, lo so è banale ai più, ma credimi, per me non lo era affatto.

Questa era una gentile Signora Finlandese che mi concedeva di allestire la mia tenda per la notte sul prato del suo condominio.
Fece questo video perché se fosse arrivata la guardia notturna, avrei avuto il permesso di barboneggiare in quel punto.
Probabilmente ha detto "qui c'è un Italiano da menare" ma per fortuna, quella notte non venne nessuno.
La mattina seguente mentre sbaraccavo mi corse in contro un'anziana vicina, credevo mi volesse prendere a male parole,
con passo spedito mi arrivò di fronte e mi disse "thè o caffè"? abbiamo molto da imparare, anche noi Italiani..
Grazie per il commento in cui ho trovato diversi spunti interessanti e parallelismi con quello che ho imparato. Anch'io sento ciclicamente il bisogno di rimettermi in gioco e da diversi mesi guardo video e leggo racconti riguardanti il bikepacking. Non so esattamente dove mi porterà la vita ma ho questo fascino del viaggio in bicicletta, "di allungare i miei giri verso nuove mete". La mente razionale poi mi dice puntualmente: cosa risolvi con il viaggio? Cosa farai dopo? Però immagino che solo il viaggio stesso può darmi le risposte che cerco... Per continuare a crescere bisogna uscire dalla zona di comfort.
La tua frase finale mi fa tornare in mente le parole di Dino:

 
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Grazie per il commento in cui ho trovato diversi spunti interessanti e parallelismi con quello che ho imparato. Anch'io sento ciclicamente il bisogno di rimettermi in gioco e da diversi mesi guardo video e leggo racconti riguardanti il bikepacking. Non so esattamente dove mi porterà la vita ma ho questo fascino del viaggio in bicicletta, "di allungare i miei giri verso nuove mete". La mente razionale poi mi dice puntualmente: cosa risolvi con il viaggio? Cosa farai dopo? Però immagino che solo il viaggio stesso può darmi le risposte che cerco... Per continuare a crescere bisogna uscire dalla zona di comfort.
La tua frase finale mi fa tornare in mente le parole di Dino:

Grazie a te.
Posso risponderti solo che "la mente razionale" è più che altro strutturata di mostri, convinzioni sul nulla, paure e insicurezze.
Almeno lo è la mia. Mi accorgo di sapere da subito cosa sia giusto o meno, cosa ho voglia o necessito di fare, ma poi, razionalmente,
subentra la mia "mentalità (castrante) razionale". Allora non salti più , perché ti puoi fare male.
Non farai una NorthCape, perché è lunga, difficile e costosa.. è sai, la famiglia, i figli..
Non prendi neanche più un cane, perché quella Labrador che avevi 10 anni fa "come lei nessuna mai", poi un cane è un impegno.
E così gli anni passano e la nostra vita, si fotte.
Credo sia un mix delle cose, l'avere la testa sulle spalle non dovrebbe escludere il "dedicarci profondamente a noi stessi".
Coltivare sogni equivale magari realizzandone qualcuno, equivale a vivere accettando il presente.
Son fortunate le persone che riescono ad essere pienamente appagate da tutto ciò che normalmente le circonda.
Io, a volte, ho un fuoco dentro che mi comanda. Il mio scombussolarmi ciclico non è voluto.. è proprio perché senza, non so' vivere.
Alcuni di noi, soprattutto chi "sente" questo, non deve reprimerlo, ne far di tutto per soffocarlo.
Deve solo trovare la forza e il coraggio di agire, ascoltandosi.
Solo così sarà felice, almeno, io son fatto così e lo sarò fino alla fine dei miei giorni.
Ben presto tornerò a saltare.. dopo 4 anni, non vedo l'ora!
 

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Teo 81

"Per me si va tra la perduta gente"
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scusate se lascio perdere la sentimentalità, per curiosità, carica così quanto pesa? avevi anche tenda/materassino/sacco a pelo?
Ma fai benissimo, ora basta o ci si cariano i denti.
Una 40ina.. calcola anche con gomma da 42t , per assurdo, la si spingeva bene. In discesa fino a 100kmh, borse e tutto rimaneva perfettamente in sede. Anche nei mille cantieri valicati con bestemmie, quei kili si portano anche in spalla. Gravel pure , nonostante giorni di sconnesso ai limiti del pedalabile. Fango ecc compreso.
Credo che sia merito "della distribuzione dei pesi", semplifico:" NO PORTA PACCHI POSTERIORE, NO BORSE POSTERIORI".
I pesi maggiori vanno senz'altro portati dalla forcella e dal sottotelaio.
Forcella avevo tende, materassini, sacco a pelo e luci e roba pesante.
Acqua stipata più in basso possibile nel telaio, così, il tool attrezzi e attrezzi vari pesanti nella borraccia porta attrezzi sotto al telaio.
L'unico peso a dare realmente fastidio alla guida è la sacca sottosella, che nonostante fosse anche un portaciabatte, cercavo di riempirla solo di indumenti leggeri e pronti all'uso, cappellino, guanti, copri scarpe, copri avambracci, gilet.. in più cercavo sempre di renderlo "più chiuso e più compatto possibile" e così, la geometria della bici "aperta" , mi permetteva anche una guida allegra in qualsiasi frangente.
Se uno pratica ciclo turismo, roba da 100kmn al giorno, stem alto, manubrio cornuto, sella morbida ecc allora avere quei sacconi tipo Ortlieb sul portapacchi posteriore van bene, ma in chiave gravel e a maggior ragione "gara", il portapacchi dietro non esiste.
La bici non è bilanciata, scarica troppo l'anteriore, insomma, si guida male.
Poi anche qui son gusti ma ho fatto mille tentativi in varie conformazioni e pesi dietro, solo il sottosella se proprio proprio.
Ameno, questa è la mia esperienza.

NB: Foto a caso di qualche accessorio usato in gara e allestimento telaio.
Notare la vernice iridescente se esposta alla luce.
Come cerchi, visto l'ipotetico stress in gara e il peso mio + la bici 140kg,
ho optato per cerchi da ciclocross con mozzi 350 a basso ingaggio "18".
Indistruttibili. Ci scendo le scale, ancora dritti come il primo giorno. Assurdo.
Ovviamente tubeless 100 ml di lattice "No tube Stan's" per gomma.
Reggisella carbonio S-Works, pedivelle carbonio FSA SLK da 172,5mm, forca carbon fact11.
Guarnitura 46-30 presa in fiera non ancora commercializzata (sono stato un pioniere, all'epoca giravano tutti con la 50-34 e mi prendevano per il culo) poi il tempo, per questa specialità mi diede ragione.
Accoppiata ad una cassetta 11-32 Ultegra. Provai una 11-34 ma sgranava troppo, troppo mtb, quando cercavi il watt più in meno, quando le gambe venivano a mancare, servono rapporti vicini, in modo da spingere sempre tutto quello che si ha in gamba.
la 11-34 fa' sentire troppo la sua derivazione MTB.
La 11-32 accoppiata ad una guarnitura 46-36 su una gravel acciaio con gomma generosa è semplicemente perfetta.
Certo, per salire ci vuole un peletto di gamba da carichi, ma si fa tutto e sul dritto si va che è una meraviglia.
Fate conto che per gare come la NC4000, la mia bici è già troppo "adventuring", per queste ultra marathon son più indicate le "endurance",
ovvero bici da corsa rese più "umane" e comode, vuoi perché concedono a copertoni 30-32t di girare vuoi per geo più comode (spiegazione fatta per gente che ci legge e vuole capire anche alle prime armi).
La mia era un limbo in casa Specialized tra una "Awol" una (MTB con manubrio corsa da viaggio) e una "Roubaix" endurance.
In futuro la gamma venne colmata con la Diverge e questa bici, la Sequoia fu relegata all'oblio.
Fecero due telaio ben distinti, quello normale (molto mollo e un peletto pesante) e il mio "Expert" che usciva più leggero, saldato meglio e di un acciaio più nobile, una specie di S-Works in acciaio.
Difatti il frameset da me comprato, aveva vernice iridescente (ottima per la NC quando viaggi di notte) , reggisella carbon S-Works (una manna) serie sterzo, stem e manubrio (alluminio gravel), meglio del carbonio, perché se cadi in Lapponia, l'alu si piega, il carbon si spezza e rimani fottuto.. oltre che a stracaricarlo, tra appendici aero, borraccia, 2 borse, navi, telefono e dopo anche 2 litri di acqua, il carbonio avrebbe collassato.
Come vedete, sembra una monata, ma ogni cosa, va fatta con perizia. Poi ci sono rider che fanno la NC con bici da strada , copertoncini che si bucano a guardarli, 2 micro borsellini ecc ecc quindi, prendete la cosa come un "come ho voluto io orientarmi, quali sono i miei gusti e i miei obbiettivi".
La Sequoia, bici molto sloop e aperta per questi canoni, è ottima come bici "fun" da sparo in discesa sul brutto.. ci scendevo anche con soci in mtb, le ho fatto fare di tutto anche uscite enduro (massacrandola) ma le niente.. e cerchi dritti. Assurdo. Asfalta, tutto.
La sfortuna di questa bici fu l'accoppiarla ad un set ruote "Cruzero" mi pare si chaimassero fatte a mano in Messico, che facevano molto "avventura", troppo avventura. Pesavano come l'ancora della Bismarck, rendendo ad ogni test prova, questa bici lenta nei rilanci e goffa nelle movenze.
Di per sé (a mio modo di vederla) presentava geometrie stupende a patto di prendere il telaio "Expert" e di lanciare le ruote di serie in discarica. Per questo sono partito da un frameset e l'ho montata a mia scelta.
E' l'unica bici che è e sarà sempre con me. Comodissima, precisa, stracarica viaggia come senza peso, insomma, un jeppone da Parigi Dakar.
Accoppiata al cambio Ultegra, non le cambierei una virgola. Semplicemente, perfetta.
Magari un giorno, la faccio verniciare con i colori della NortCape, così da portarle il rispetto che merita.
 

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Ma fai benissimo, ora basta o ci si cariano i denti.
Una 40ina.. calcola anche con gomma da 42t , per assurdo, la si spingeva bene. In discesa fino a 100kmh, borse e tutto rimaneva perfettamente in sede. Anche nei mille cantieri valicati con bestemmie, quei kili si portano anche in spalla. Gravel pure , nonostante giorni di sconnesso ai limiti del pedalabile. Fango ecc compreso.
Credo che sia merito "della distribuzione dei pesi", semplifico:" NO PORTA PACCHI POSTERIORE, NO BORSE POSTERIORI".
I pesi maggiori vanno senz'altro portati dalla forcella e dal sottotelaio.
Forcella avevo tende, materassini, sacco a pelo e luci e roba pesante.
Acqua stipata più in basso possibile nel telaio, così, il tool attrezzi e attrezzi vari pesanti nella borraccia porta attrezzi sotto al telaio.
L'unico peso a dare realmente fastidio alla guida è la sacca sottosella, che nonostante fosse anche un portaciabatte, cercavo di riempirla solo di indumenti leggeri e pronti all'uso, cappellino, guanti, copri scarpe, copri avambracci, gilet.. in più cercavo sempre di renderlo "più chiuso e più compatto possibile" e così, la geometria della bici "aperta" , mi permetteva anche una guida allegra in qualsiasi frangente.
Se uno pratica ciclo turismo, roba da 100kmn al giorno, stem alto, manubrio cornuto, sella morbida ecc allora avere quei sacconi tipo Ortlieb sul portapacchi posteriore van bene, ma in chiave gravel e a maggior ragione "gara", il portapacchi dietro non esiste.
La bici non è bilanciata, scarica troppo l'anteriore, insomma, si guida male.
Poi anche qui son gusti ma ho fatto mille tentativi in varie conformazioni e pesi dietro, solo il sottosella se proprio proprio.
Ameno, questa è la mia esperienza.

NB: Foto a caso di qualche accessorio usato in gara e allestimento telaio.
Notare la vernice iridescente se esposta alla luce.
Come cerchi, visto l'ipotetico stress in gara e il peso mio + la bici 140kg, ho optato per cerchi da ciclocross con mozzi 350 a basso ingaggio "18".
Indistruttibili. Ci scendo le scale, ancora dritti come il primo giorno. Assurdo.
grazie per le risposte, ma la forcella è in carbonio? perchè se no erro ho letto che non si potevano caricare troppo, se mi dici così meglio

ho ordinato da poco quei cerchi su rcz, considerando che peso 10kg più di te dopo le tue affermazioni mi sento più tranquillo ;-)
 
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Teo 81

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grazie per le risposte, ma la forcella è in carbonio? perchè se no erro ho letto che non si potevano caricare troppo, se mi dici così meglio

ho ordinato da poco quei cerchi su rcz, considerando che peso 10kg più di te dopo le tue affermazioni mi sento più tranquillo ;-)
Vai tranquillo, quei cerchi sono un cannone. Puoi modificargli l'ingaggio più avanti se per te il 18 è troppo poco, ma non ho mai sentito quest'esigenza.. e poco ingaggio equivale a dimenticarti di ingrassarli. Se andassi in Islanda, al Polo Nord o in Siberia, quei cerchi mi porterei, così quei mozzi. Ho avuto industry9 , Hope e quant'altro ma Dt swiss 350 e 240, son leggenda.. per non parlare dei loro rims.
Per me esiste solo Dt.. sopprattutto per quanto pesiamo noi.
La forca in carbonio mia è bella potente, l'ho accoppiata con porta pacchi blackburn uno per lato, grandi il giusto per poratre una tenda "light" del deca, e l'altro materassino e sacco a pelo arrotolati insieme. Una borsa stagna per parte e il gioco è fatto.
Eviterei qualsiasi cosa non fosse completamente stagno, dalle borse alle cover.
Se si va verso nord, pedalare sotto la pioggia è una costante.
 

cicciopasticcio74

Biker superis
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Ma fai benissimo, ora basta o ci si cariano i denti.
Una 40ina.. calcola anche con gomma da 42t , per assurdo, la si spingeva bene. In discesa fino a 100kmh, borse e tutto rimaneva perfettamente in sede. Anche nei mille cantieri valicati con bestemmie, quei kili si portano anche in spalla. Gravel pure , nonostante giorni di sconnesso ai limiti del pedalabile. Fango ecc compreso.
Credo che sia merito "della distribuzione dei pesi", semplifico:" NO PORTA PACCHI POSTERIORE, NO BORSE POSTERIORI".
I pesi maggiori vanno senz'altro portati dalla forcella e dal sottotelaio.
Forcella avevo tende, materassini, sacco a pelo e luci e roba pesante.
Acqua stipata più in basso possibile nel telaio, così, il tool attrezzi e attrezzi vari pesanti nella borraccia porta attrezzi sotto al telaio.
L'unico peso a dare realmente fastidio alla guida è la sacca sottosella, che nonostante fosse anche un portaciabatte, cercavo di riempirla solo di indumenti leggeri e pronti all'uso, cappellino, guanti, copri scarpe, copri avambracci, gilet.. in più cercavo sempre di renderlo "più chiuso e più compatto possibile" e così, la geometria della bici "aperta" , mi permetteva anche una guida allegra in qualsiasi frangente.
Se uno pratica ciclo turismo, roba da 100kmn al giorno, stem alto, manubrio cornuto, sella morbida ecc allora avere quei sacconi tipo Ortlieb sul portapacchi posteriore van bene, ma in chiave gravel e a maggior ragione "gara", il portapacchi dietro non esiste.
La bici non è bilanciata, scarica troppo l'anteriore, insomma, si guida male.
Poi anche qui son gusti ma ho fatto mille tentativi in varie conformazioni e pesi dietro, solo il sottosella se proprio proprio.
Ameno, questa è la mia esperienza.

NB: Foto a caso di qualche accessorio usato in gara e allestimento telaio.
Notare la vernice iridescente se esposta alla luce.
Come cerchi, visto l'ipotetico stress in gara e il peso mio + la bici 140kg,
ho optato per cerchi da ciclocross con mozzi 350 a basso ingaggio "18".
Indistruttibili. Ci scendo le scale, ancora dritti come il primo giorno. Assurdo.
Ovviamente tubeless 100 ml di lattice "No tube Stan's" per gomma.
Reggisella carbonio S-Works, pedivelle carbonio FSA SLK da 172,5mm, forca carbon fact11.
Guarnitura 46-30 presa in fiera non ancora commercializzata (sono stato un pioniere, all'epoca giravano tutti con la 50-34 e mi prendevano per il culo) poi il tempo, per questa specialità mi diede ragione.
Accoppiata ad una cassetta 11-32 Ultegra. Provai una 11-34 ma sgranava troppo, troppo mtb, quando cercavi il watt più in meno, quando le gambe venivano a mancare, servono rapporti vicini, in modo da spingere sempre tutto quello che si ha in gamba.
la 11-34 fa' sentire troppo la sua derivazione MTB.
La 11-32 accoppiata ad una guarnitura 46-36 su una gravel acciaio con gomma generosa è semplicemente perfetta.
Certo, per salire ci vuole un peletto di gamba da carichi, ma si fa tutto e sul dritto si va che è una meraviglia.
Fate conto che per gare come la NC4000, la mia bici è già troppo "adventuring", per queste ultra marathon son più indicate le "endurance",
ovvero bici da corsa rese più "umane" e comode, vuoi perché concedono a copertoni 30-32t di girare vuoi per geo più comode (spiegazione fatta per gente che ci legge e vuole capire anche alle prime armi).
La mia era un limbo in casa Specialized tra una "Awol" una (MTB con manubrio corsa da viaggio) e una "Roubaix" endurance.
In futuro la gamma venne colmata con la Diverge e questa bici, la Sequoia fu relegata all'oblio.
Fecero due telaio ben distinti, quello normale (molto mollo e un peletto pesante) e il mio "Expert" che usciva più leggero, saldato meglio e di un acciaio più nobile, una specie di S-Works in acciaio.
Difatti il frameset da me comprato, aveva vernice iridescente (ottima per la NC quando viaggi di notte) , reggisella carbon S-Works (una manna) serie sterzo, stem e manubrio (alluminio gravel), meglio del carbonio, perché se cadi in Lapponia, l'alu si piega, il carbon si spezza e rimani fottuto.. oltre che a stracaricarlo, tra appendici aero, borraccia, 2 borse, navi, telefono e dopo anche 2 litri di acqua, il carbonio avrebbe collassato.
Come vedete, sembra una monata, ma ogni cosa, va fatta con perizia. Poi ci sono rider che fanno la NC con bici da strada , copertoncini che si bucano a guardarli, 2 micro borsellini ecc ecc quindi, prendete la cosa come un "come ho voluto io orientarmi, quali sono i miei gusti e i miei obbiettivi".
La Sequoia, bici molto sloop e aperta per questi canoni, è ottima come bici "fun" da sparo in discesa sul brutto.. ci scendevo anche con soci in mtb, le ho fatto fare di tutto anche uscite enduro (massacrandola) ma le niente.. e cerchi dritti. Assurdo. Asfalta, tutto.
La sfortuna di questa bici fu l'accoppiarla ad un set ruote "Cruzero" mi pare si chaimassero fatte a mano in Messico, che facevano molto "avventura", troppo avventura. Pesavano come l'ancora della Bismarck, rendendo ad ogni test prova, questa bici lenta nei rilanci e goffa nelle movenze.
Di per sé (a mio modo di vederla) presentava geometrie stupende a patto di prendere il telaio "Expert" e di lanciare le ruote di serie in discarica. Per questo sono partito da un frameset e l'ho montata a mia scelta.
E' l'unica bici che è e sarà sempre con me. Comodissima, precisa, stracarica viaggia come senza peso, insomma, un jeppone da Parigi Dakar.
Accoppiata al cambio Ultegra, non le cambierei una virgola. Semplicemente, perfetta.
Magari un giorno, la faccio verniciare con i colori della NortCape, così da portarle il rispetto che merita.
Ma la vernice l'haidata tu o il telaio già la prevede?
 

Teo 81

"Per me si va tra la perduta gente"
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Mi lasciai alla spalle Helsinki quella mattina, viaggiai verso "boh" per delle colline-montagnette che mi portavano in un paesaggio stile nord americano, quasi Canada.. iniziavano a sorpassarmi macchine tipo Camaro, Mustang e ferri anni 60'-70'-80' americani.. fuori dalle casette, due per famiglia perché una é la big sauna (i Finlandesi sono in fissa per le saune) , compariva spesso una bandiera sudista, stile serie tv "Hazard" con tanti simili Gen. Lee che sfrecciavano per le strade. Si vede che ce l'hanno a morte col vicino Russo e dato che gliene hanno suonate 4 in guerra, scimmiottano un' America che se anche oggi vai in America, non c'è più. Mi pareva d'esser tornato ai miei 10 anni, quando non andavi a scuola fingendo una qualche tosse, e rimanevi davanti la Tele a guardarti Mc Guyver, A-Team, Chips, Hazard e Michael Knight..
Se di là della cortina erano "rossi", qui son "neri neri" me sà.. Ma non tediamoci dietro alla stupida politica.
Continuo a pedalare e pranzo in una specie di Fast Food Tarantiniano. Solo che invece di Mia Wallace pippata, c'era una bonaria Signorina ed altri veci che ci davano dentro di birrette. Confronto alla Lettonia, qui stavo in paradiso.
Erano dei finti Texani, ma senza quell'inospitalità redneck da "che vuoi straniero?!", per poi sputazzare tabacco. Qui si stava bene. Ero felice.
Parlano tutti un Inglese invidiabile , molto lontano del mio "Renziano"(quando Renzi provava ad esprimersi in inglese) "Shishhh Whissshh" compreso di gesti..
Di questo ho poco niente sulle foto, amo il "Brutalismo" , mi ero inflippato dei loro immensi Ponti e strade (una) ,
dritta e pulita come un biliardo. Ho 277 foto di ponti, strutture, CEMENTO, GRIGIO E CEMENTO che quasi quasi ve le risparmio.
Faceva anche un po' Twin Peaks e qualche volta sentivo dei brividi lungo la schiena di "mistero" che mi facevano sprofondare la testa tra le spalle, ero a Nord, tanto a nord.. era la prima volta che me ne rendevo veramente conto. Che figata..
Ma arrivati al tardo pomeriggio, arriva l'immancabile acquazzone che (mortacci sua) non finì più e calò la sera tra le mie bestemmie.
Iniziavo a stancarmi e vedevo a "soli" 100-120 ulteriori km una "grande" (in chiave finnica) città: -"Jyväskylä -.
Senza saper né leggere , né scrivere, prenotai al volo su Booking (pedalando sotto l'acquazzone) una stanza.
Check-in notturno, anche qui un ostello tutto automatizzato
(che preferivo, perché nessuno mai obbiettava il mio "bagaglio amano" , una bici fradicia).
Pioveva a dirotto e a fatica Jyväskylä si mostrò come un faro nella notte..
la strada precedente non era illuminata, guidavo da ore grazie ai 300 lumen della mia torcia in modalità media.
https://it.wikipedia.org/wiki/Jyväskylä questa città è circa come Bolzano, città universitaria ma molto caratteristica.
Univa ponti e tratti high tech con chiesette e casette vecchie. Moderna, giovane, illuminata ma under ground, piena di ponti, sopraelevate, scali merci, laghi e fiumi, insomma, mi piaceva moltissimo!
E guarda caso, un anno dopo, il destino mi portò a comprare una MTB "POLE" e indovinate dove la producono? Si, a Jyväskylä!
(allego foto della mia vecchia Pole, quella dell'incidente).
La strada da dove provenivo, una ciclabile , mi porta sul sopra passaggio che scavalcava i loro scambio ferroviario.
Era foderata di sticker , manifesti e graffiti. La percorro lentamente, mi godo tutto, compreso il riparo che questo tunnel mi offriva.. dopo ore sotto l'acqua (fredda) era moooolto felice di essere lì.
Arrivo in "piazza", al nord concetto molto astratto.
Non hanno cultura "greca", non hanno la classica "Agorà"/Piazza , dove sollazzarsi al sole, magari facendo politica o quant'altro.
Loro chiamano "piazza", "centro", due incroci grandi di strade.
Dimenticatevi monumentoni, basamenti di ghisa, bronzo, marmi e graniti vari. Loro hanno sì piccole piazzette ricavate tra grandi edifici,
ma nulla più. Hanno molte cose fatte col legno, dalle pensiline di autobus, statue, panchine (ne hanno di enormi) dove studiare, leggere e prendere il sole (quando c'è).
Arrivo sotto il mio "alberghetto" che alla fine pare un carcere psichiatrico, ma molto pulito e tutto preciso e in ordine.
Una voce metallica mi dice delle cose che manco comprendo, e col codice datomi per cellulare entro.
Salgo al 2 piano, ma prima svaligio letteralmente le macchinette automatiche di schifezze varie ed eventuali.
Apro la porta e "Taaacc" alla Pozzetto.. una specie di stanza-Cubo che ancora un po' manco la bici di taglio ci entrava ,ma benissimo così.
Mi fiondo fuori , accappatoio e asciugamani gentilmente offerti, e via di sauna e poi doccia a 79.000°..
Ripresa la temperatura corporea, mi metto in stanza, nudo, a mangiare di tutto. La figata è che la stanza aveva un finestrone a tutto campo dove si vedeva l'intero incrocio principale della città, con tanto di piumone e cuscini in piuma d'oca.. fuori il temporale continuava a battere, tuoni, lampi e io che me la godevo come un bambino.. credo di esser stato poche volte così felice in vita mia. Mi sentivo appagato, stanchissimo, ma sapevo di essere vicino.
"Ancora circa un Italia" (distanza da nord a sud) e ce l'hai fatta".. mi dicevo.. "intanto goditi questo comodo riparo" e così feci.
Ero così tranquillo "che le pecore contarono me" per addormentarmi quella notte e non il contrario.
Sentivo tutto, sentivo nascere un nuovo "io".
Questa città mi rimase nel cuore, vorrei tanto tornare a rivederla quando è sotto un manto di neve.
Magari un giorno, se riesco ad alzare due lire ci torno. Magari, un giorno..
 

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ChristianR

Biker tremendus
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Mottarone
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Ma fai benissimo, ora basta o ci si cariano i denti.
Una 40ina.. calcola anche con gomma da 42t , per assurdo, la si spingeva bene. In discesa fino a 100kmh, borse e tutto rimaneva perfettamente in sede. Anche nei mille cantieri valicati con bestemmie, quei kili si portano anche in spalla. Gravel pure , nonostante giorni di sconnesso ai limiti del pedalabile. Fango ecc compreso.
Credo che sia merito "della distribuzione dei pesi", semplifico:" NO PORTA PACCHI POSTERIORE, NO BORSE POSTERIORI".
I pesi maggiori vanno senz'altro portati dalla forcella e dal sottotelaio.
Forcella avevo tende, materassini, sacco a pelo e luci e roba pesante.
Acqua stipata più in basso possibile nel telaio, così, il tool attrezzi e attrezzi vari pesanti nella borraccia porta attrezzi sotto al telaio.
L'unico peso a dare realmente fastidio alla guida è la sacca sottosella, che nonostante fosse anche un portaciabatte, cercavo di riempirla solo di indumenti leggeri e pronti all'uso, cappellino, guanti, copri scarpe, copri avambracci, gilet.. in più cercavo sempre di renderlo "più chiuso e più compatto possibile" e così, la geometria della bici "aperta" , mi permetteva anche una guida allegra in qualsiasi frangente.
Se uno pratica ciclo turismo, roba da 100kmn al giorno, stem alto, manubrio cornuto, sella morbida ecc allora avere quei sacconi tipo Ortlieb sul portapacchi posteriore van bene, ma in chiave gravel e a maggior ragione "gara", il portapacchi dietro non esiste.
La bici non è bilanciata, scarica troppo l'anteriore, insomma, si guida male.
Poi anche qui son gusti ma ho fatto mille tentativi in varie conformazioni e pesi dietro, solo il sottosella se proprio proprio.
Ameno, questa è la mia esperienza.

NB: Foto a caso di qualche accessorio usato in gara e allestimento telaio.
Notare la vernice iridescente se esposta alla luce.
Come cerchi, visto l'ipotetico stress in gara e il peso mio + la bici 140kg,
ho optato per cerchi da ciclocross con mozzi 350 a basso ingaggio "18".
Indistruttibili. Ci scendo le scale, ancora dritti come il primo giorno. Assurdo.
Ovviamente tubeless 100 ml di lattice "No tube Stan's" per gomma.
Reggisella carbonio S-Works, pedivelle carbonio FSA SLK da 172,5mm, forca carbon fact11.
Guarnitura 46-30 presa in fiera non ancora commercializzata (sono stato un pioniere, all'epoca giravano tutti con la 50-34 e mi prendevano per il culo) poi il tempo, per questa specialità mi diede ragione.
Accoppiata ad una cassetta 11-32 Ultegra. Provai una 11-34 ma sgranava troppo, troppo mtb, quando cercavi il watt più in meno, quando le gambe venivano a mancare, servono rapporti vicini, in modo da spingere sempre tutto quello che si ha in gamba.
la 11-34 fa' sentire troppo la sua derivazione MTB.
La 11-32 accoppiata ad una guarnitura 46-36 su una gravel acciaio con gomma generosa è semplicemente perfetta.
Certo, per salire ci vuole un peletto di gamba da carichi, ma si fa tutto e sul dritto si va che è una meraviglia.
Fate conto che per gare come la NC4000, la mia bici è già troppo "adventuring", per queste ultra marathon son più indicate le "endurance",
ovvero bici da corsa rese più "umane" e comode, vuoi perché concedono a copertoni 30-32t di girare vuoi per geo più comode (spiegazione fatta per gente che ci legge e vuole capire anche alle prime armi).
La mia era un limbo in casa Specialized tra una "Awol" una (MTB con manubrio corsa da viaggio) e una "Roubaix" endurance.
In futuro la gamma venne colmata con la Diverge e questa bici, la Sequoia fu relegata all'oblio.
Fecero due telaio ben distinti, quello normale (molto mollo e un peletto pesante) e il mio "Expert" che usciva più leggero, saldato meglio e di un acciaio più nobile, una specie di S-Works in acciaio.
Difatti il frameset da me comprato, aveva vernice iridescente (ottima per la NC quando viaggi di notte) , reggisella carbon S-Works (una manna) serie sterzo, stem e manubrio (alluminio gravel), meglio del carbonio, perché se cadi in Lapponia, l'alu si piega, il carbon si spezza e rimani fottuto.. oltre che a stracaricarlo, tra appendici aero, borraccia, 2 borse, navi, telefono e dopo anche 2 litri di acqua, il carbonio avrebbe collassato.
Come vedete, sembra una monata, ma ogni cosa, va fatta con perizia. Poi ci sono rider che fanno la NC con bici da strada , copertoncini che si bucano a guardarli, 2 micro borsellini ecc ecc quindi, prendete la cosa come un "come ho voluto io orientarmi, quali sono i miei gusti e i miei obbiettivi".
La Sequoia, bici molto sloop e aperta per questi canoni, è ottima come bici "fun" da sparo in discesa sul brutto.. ci scendevo anche con soci in mtb, le ho fatto fare di tutto anche uscite enduro (massacrandola) ma le niente.. e cerchi dritti. Assurdo. Asfalta, tutto.
La sfortuna di questa bici fu l'accoppiarla ad un set ruote "Cruzero" mi pare si chaimassero fatte a mano in Messico, che facevano molto "avventura", troppo avventura. Pesavano come l'ancora della Bismarck, rendendo ad ogni test prova, questa bici lenta nei rilanci e goffa nelle movenze.
Di per sé (a mio modo di vederla) presentava geometrie stupende a patto di prendere il telaio "Expert" e di lanciare le ruote di serie in discarica. Per questo sono partito da un frameset e l'ho montata a mia scelta.
E' l'unica bici che è e sarà sempre con me. Comodissima, precisa, stracarica viaggia come senza peso, insomma, un jeppone da Parigi Dakar.
Accoppiata al cambio Ultegra, non le cambierei una virgola. Semplicemente, perfetta.
Magari un giorno, la faccio verniciare con i colori della NortCape, così da portarle il rispetto che merita.
Mi sono letto i tuoi post e posso solo dire respect.
Grande avventura, di cui apprezzo veramente tanto l'impegno che hai messo nella preparazione di tutto in poco tempo, anche se poi da quello che leggo/sento anche da altri, non si è mai preparati veramente in questi eventi.
La bici già qualche anno fa mi aveva incuriosito perchè era il classico modello che spesso passa sotto traccia ma che invece è una piccola bomba, non l'avevo presa ma avevo copiato il manubrio sulla mia prima gravel.
Credo che indipendentemente dal fatto che si facciano o meno, nessuno può rimanere immune al fascino di queste gare, io per esempio sono andato via di testa per l'Atlas Mountain Race in Marocco, anche se al momento non so se e quando potrò partecipare.
:prost:
 
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Mi sono letto i tuoi post e posso solo dire respect.
Grande avventura, di cui apprezzo veramente tanto l'impegno che hai messo nella preparazione di tutto in poco tempo, anche se poi da quello che leggo/sento anche da altri, non si è mai preparati veramente in questi eventi.
La bici già qualche anno fa mi aveva incuriosito perchè era il classico modello che spesso passa sotto traccia ma che invece è una piccola bomba, non l'avevo presa ma avevo copiato il manubrio sulla mia prima gravel.
Credo che indipendentemente dal fatto che si facciano o meno, nessuno può rimanere immune al fascino di queste gare, io per esempio sono andato via di testa per l'Atlas Mountain Race in Marocco, anche se al momento non so se e quando potrò partecipare.
:prost:
Grazie mille per le belle parole, posso solo dirti "se è quello che vuoi fare, fai di tutto perché il tuo sogno si avveri."
Già solo iscriverti, ti farà vivere i mesi precedenti con enfasi assurda.
Fallo, fallo, avvera il tuo sogno. Ora.
 
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