STOCAZZO!... se po' di'?!Dicesi: SALVATO IN CORNER!!!
STOCAZZO!... se po' di'?!Dicesi: SALVATO IN CORNER!!!
assolutamente no, e ci mancherebbe anche, però insomma una accusa diretta di questa portata non credo si possa fare con leggerezza, ci vorrebbe almeno uno sputo di peer review, così sembra veramente un attacco diretto a secondo scopo (opinione mia si intende)e quindi l'intera comunità scientifica deve per forza far parte del complotto... non so se ti rendi conto di dove porta un discorso del genere... omini verdi compresi....
mi sa che confondi (parecchio) la tipologia di laboratorio... i laboratori che dici tu infatti sono sottoposti a moratoria se non proprio chiusi del tutto (nei paesi occidentali e almeno ufficialmente, USA compresi), il "famoso" laboratorio di Wuhan è tutta un altra categoria e tipologia...
per passare dalla peer review devi fare scienza... e quella roba non passerebbe mai (se non sulle rivistucole a pagamento sorte come funghi in questi ultimi anni che infatti non valgono una cippa e non passano nemmeno da quelle pensa te...) al vaglio di una peer review...assolutamente no, e ci mancherebbe anche, però insomma una accusa diretta di questa portata non credo si possa fare con leggerezza, ci vorrebbe almeno uno sputo di peer review, così sembra veramente un attacco diretto a secondo scopo (opinione mia si intende)
ti ho già risposto prima...non conosco la precisa tipologia del laboratorio, ho soltanto l'idea generica e magari sbagliata di un luogo per studio (ed esperimenti?) su agenti infettanti.
il concetto dell'articolo era questo: gli scienziati citati (da vedere poi se le citazioni erano vere...) erano contrari all'apertura di tale laboratorio perché ritenevano che le comunicazioni sulle attività sarebbero potuta essere non trasparenti, e comunque non sufficienti, in ragione della natura di regime totalitario della cina. allo stesso tempo, criticavano l'eccessivo numero di siffatti laboratori già esistenti nei paesi occidentali.
sono abbastanza sicuro del fatto che l'articolo fosse contemporaneo o di poco anteriore all'apertura del laboratorio di wuhan, quindi 2014 o 2015. dal tenore dell'articolo si poteva capire che gli analoghi laboratori nei paesi occidentali fossero attivi: gli scienziati parlavano al presente, lamentavano che ce ne fossero già troppi, di sicuro non erano riportate affermazioni tipo "ora che stanno chiudendo i laboratori nei paesi occidentali, aprono quest'altro in cina..."
ovviamente potrei ricordare male e/o l'articolo poteva essere incompleto, falso, fazioso o chissà cos'altro.
A quelli ci siamo abituati, ed esistono farmaci che possono contrastare la cosa, o quanto meno diluirla. E' il motivo per cui tantissima gente, anche a rischio, non si scolla dal divano. Ma ormai morire di infarto o ictus, cosa vuoi che sia? Niente di nuovo!Credo che da allora io uscirò in bicicletta, l'allenamento in casa se lo faranno quei 4 ciccioni che dettano regole dimentichi forse che 20.000 (ventimila) persone muoiono ogni mese solo per ictus/infarto anche dovuti a sedentarietà e cattive abitudini.
Qui, il problema, secondo me, è la totale assenza di confronto, in barba al diritto d'informazione di noi comuni mortali.
Col principio che sostieni temo che non servirebbe più alcun confronto.poi scusa ma il "confronto" c'è già... indiretto, su canali di diffusione diversi, ovviamente
e per scelta dei complottari, che non avendo tesi e argomentazioni da sottoporre al vaglio scientifico preferiscono usare media generalisti per spargere ai "quattro venti" le loro fantasie...
senza voler tirare in ballo il fatto che se dai credito a quella roba cosa te ne faresti di un confronto "all'americana"?
come dovresti-potresti fare a capire chi ti dice il vero ed è onesto e sincero da chi ti prende per il culo senza possedere gli indispensabili strumenti per poterlo fare??? cosi, chiedo per capire...
non è un principio che sostengo "io"... il confronto in ambito scientifico è quotidiano e serratissimo (a volte persino "violento" e duro) ma è e resta dentro precisi ambiti di serietà... e si svolge nelle opportune sedi deputate proprio a questo (le pubblicazioni scientifiche in primis)... è la scienza bellezza (cit)... ha delle regole (e per fortuna) chiarissime, condivise e messe li proprio a tutela nostra e del "benessere", crescita e diffusione del pensiero scientifico nel suo complesso, ovunque si trovi e chiunque lo pratichi... come è stato detto parecchie volte "la scienza non è democratica" (per fortuna).Col principio che sostieni temo che non servirebbe più alcun confronto.
Al che, mi viene in mente il detto:
"Puoi trombare la tua donna solo se sei ginecologo, perché altrimenti non hai le competenze." (Cit. anonimo)
Comunque, ripeto, anche se dovrebbe esser chiaro.
Io non sostengo i complottisti, ma ho solo la forte impressione che ci sia una gestione quantomeno anomala delle informazioni.
E, con questo, non intendo convincere nessuno.
tengono nascosti i rapporti con i quali i servizi avevano avvertito il governo nella prima decade di dicembre su fatti reali ma divulgano pubblicamente oggi quelli su ipotesi... chissà a chi fa gioco...
aggiungerei (all'aggiunta) come i media attuali (cartacei e non) abbiano format, tempistiche e modalità di conduzione ed esposizione che proprio mal si prestano (o non si prestano affatto) al dibattito scientifico propriamente detto... al massimo (e comunque con limiti enormi) possono andar bene per la divulgazione scientifica...Aggiungo che la narrazione sulla scienza ha fatto dimenticare una realtà ovvia, cioè che gli scienziati sono uomini e che si muovono all'interno di sistemi sociali, e quindi che è inevitabile che cose come l'ego o l'ambizione, o come la necessità di ottenere finanziamenti o di arrivare a risultati prima degli altri non siano prive di conseguenze.
Maggior ragione per diffidare del principio di autorità e della necessità di affidarsi a metodi consolidati. Che però richiedono tempo, mentre la società odierna vuole il risultato certo e lo vuole subito...
Concordo con te, ma in questo vedo delle responsabilità anche nel mondo scientifico. Credo si sia o cannata la strategia di comunicazione o si sia dato qualche passaggio per scontato. Il fatto che così tante persone siano impermeabili a ciò che chiamiamo "cultura scientifica" mi fa sospettare un problema strutturale in quest'ultima.Il problema di fondo è la mancanza di "cultura scientifica"... della scienza, di cosa sia, di come funzioni, di quali siano le sue regole, si ha spesso un'idea fumosa e distorta.
E' anche vero che un dibattito culturale/scientifico dovrebbe esser per forza di cose tutt'altro che banale e superficiale. Cosa che mal si presta ad un certo modo di far divulgazione scientifica, dove si cerca l'iperbolico, lo spettacolare, e si finisce col perdere il senso.aggiungerei (all'aggiunta) come i media attuali (cartacei e non) abbiano format, tempistiche e modalità di conduzione ed esposizione che proprio mal si prestano (o non si prestano affatto) al dibattito scientifico propriamente detto... al massimo (e comunque con limiti enormi) possono andar bene per la divulgazione scientifica...
I canali usuali di divulgazione e condivisione scientifica sono liberi, molto più liberi dei media generalisti, talmente liberi da andare in deroga (legalmente autorizzati a livello planetario) persino alle leggi sul copyright e proprietà intellettuale... così, per dire...
non è la scienza a decidere quale sia la "strategia di comunicazione" (fatta salva quella propriamente scientifica che passa per riviste e pubblicazioni) è la politica, sono i media...Concordo con te, ma in questo vedo delle responsabilità anche nel mondo scientifico. Credo si sia o cannata la strategia di comunicazione o si sia dato qualche passaggio per scontato. Il fatto che così tante persone siano impermeabili a ciò che chiamiamo "cultura scientifica" mi fa sospettare un problema strutturale in quest'ultima.
Un certo modo di fare del Burioni di turno (tanto per citare qualcuno di noto) può devastare il lavoro di 100 Margherite Hack, per quanto mi riguarda. Avrà 1000 ragioni, Burioni, ma certe sue uscite, anche giuste e sacrosante, a livello di comunicazione prendono vagoni di persone, che si sentono definire "ignoranti" e le spediscono direttamente tra le braccia dei novax. Il pubblico medio sembra godere quando qualcuno viene dileggiato e deriso dall'esperto di turno (vedi Sgarbi e le capre), ma è molto suscettibile quando l'infamia viene diretta direttamente su di lui.
O forse è la semplice conseguenza di uno squilibrio a livello sociale: lo scienziato viene stereotipato come persona sfigata il più delle volte, con problemi vari, possibilmente pazzo, potenzialmente pericoloso.
O peggio, ma qui rabbrividisco all'idea, è un certo modo di condurre la scuola pubblica ad allontanare, schifandola, la gente dalla cultura. Non saprei spiegarmi, proprio per questo motivo, per cui tanto di quello che viene insegnato a scuola venga poi rimosso dal cervello della gente in così breve tempo (a cominciare da grammatica, ortografia, punteggiatura).
Allora siamo senza speranze...non è la scienza a decidere quale sia la "strategia di comunicazione" (fatta salva quella propriamente scientifica che passa per riviste e pubblicazioni) è la politica, sono i media...