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marco

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Diverse
Non credo nel Concept Store. E' un servizio all'azienda ma NON al cliente.
Credo nei negozianti liberi di comprare il meglio per i loro clienti e di manternere più marchi in seria concorrenza. Gente che analizza il mercato e poi fa una scelta di servizio su quel marchio, ma sempre pronta a rivedere i propri accordi se il marchio non riesce più ad essere davvero competitivo.

I marchi veri non hanno paura della concorrenza. Sanno difendersi benissimo da soli con la qualità, l'innovazione e le idee sempre all'avanguardia. Chi si serve in un concept store sa che il suo destino è dare soldi ad una azienda ben definita senza avere la scelta e la pluralità di vedute che aiutano il prodotto a progredire. O compri una Brand X o se vuoi compri una Brand X, ma se proprio insisti allora puoi anche scegliere una Brand X, magari nera invece che rossa.

Andrei da un Concept Store solo se avessi deciso a priori che quello che voglio è ESATTAMENTE quello che mi offrono, ma allora a quel punto la compro su internet dove inevitabilemente mi costerà meno e mi scelgo il mio meccanico di fiducia che mi conosce e che magari è sotto casa.

Se accociare la catena commerciale vuol dire andare contro gli interessi del cliente allora vuol dire che la catena commerciale è troppo corta.

basta vedere in questo forum quanto fanatismo c'è per certi marchi per capire che l'idea del negozio monomarca può funzionare. Soprattutto se poi nel negozio trovi competenza e servizio. I produttori si lamentano spesso del know-how che va perduto nella catena di vendita e i concept store sono un modo per ovviare al problema.
Notare che si torna alla discussione di partenza: "sono disposto a pagare di più che in internet se il servizio è buono". ;-)
 

Fede1969

Biker superis
Già me la vedo la massaia con l'Olanda col Rolhoff fatta fare su misura da Seven. :-D

In effetti non sarebbe male.

Certo che AICMA dovrebbe fare la voce grossa chiedendo GROSSI incentivi per il settore bici, come quello che c'è stato in Gran Bretagna per chi si impegnava ad andare al lavoro in bici (facendolo certificare dal datore di lavoro) che offriva il 40% di valore della bici (SENZA LIMITE DI PREZZO) COME INCENTIVO AL MOMENTO DELL'ACQUISTO
Hanno messo Londra in bicicletta, e un tutto il Regno Unito hanno avuto una significativa diminuzione degli spostamenti in macchina per andare al lavoro.
Non dico che a Milano funzionerebbe, ma forse già a Torino sì, e nelle città di provincia forse.
Darebbe una boccata d'ossigeno ai rivenditori, perchè comunque incentiverebbe ad acquistare bici più belle. Un Bonus di 40 euro su una bici da 100 non invoglia a comprarla, di 400 su una bici da 1000 magari sì.

Però ringrazio monterosabike per l'informazioni perché ora capisco cosa è successo a Londra. Proprio questa primavera mi chiedevo come mai in quella città così grande e così trafficata ci fossero così tante belle bici (cosa che invece assolutamente non accade in una città come Amsterdam che ha pur una cultura della bicicletta enorme...).

Quindi l'ipotesi di monterosabike non è propriamente un'ipotesi: è quel che realmente accade con una politica del ciclo come quella inglese!
 

Ispettore Zenigata

Biker forumensus
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Certo che AICMA dovrebbe fare la voce grossa chiedendo GROSSI incentivi per il settore bici, come quello che c'è stato in Gran Bretagna per chi si impegnava ad andare al lavoro in bici (facendolo certificare dal datore di lavoro) che offriva il 40% di valore della bici (SENZA LIMITE DI PREZZO) COME INCENTIVO AL MOMENTO DELL'ACQUISTO
Hanno messo Londra in bicicletta, e un tutto il Regno Unito hanno avuto una significativa diminuzione degli spostamenti in macchina per andare al lavoro.
Non dico che a Milano funzionerebbe, ma forse già a Torino sì, e nelle città di provincia forse.
Darebbe una boccata d'ossigeno ai rivenditori, perchè comunque incentiverebbe ad acquistare bici più belle. Un Bonus di 40 euro su una bici da 100 non invoglia a comprarla, di 400 su una bici da 1000 magari sì.[/quote]

lascia perdere, solo a Londra da qui al 2011 hanno in previsione di costruire NOVECENTO chilometri di NUOVE piste ciclabili (e si trovano il clima che hanno) in più c'è molto più rispetto per le biciclette, e in molti uffici, ci sono docce dove puoi sistemarti prima di iniziare a lavorare.
qui da noi, innanzi tutto dovresti farti il Segno della Croce sperando di arrivare indenne, poi magari ti romperebbero le scatole perchè l'abbigliamento non è consono.
mi dispiace ammetterlo ma siamo molto molto indietro.
 

sembola

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Non è con gli sgravi fiscali alle bici che si invogliano i cittadini ad usarle, ma con le piste ciclabili. Per girare in città basta un cancello da poche decine di euro... non credo proprio che il problema sia lì, quanto nel rischio che si corre a girare nel traffico.
 

MR. TWO

Biker serius
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ancona
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Sono contentissimo che la discussione si sia evoluta cosi' tanto che oltre ai moderatori di sezione sia intervenuto il nostro "direttur".
Su gli store, vorrei portarvi un esempio motociclistico:
qualche anno fa a Milano fu creato il primo store di una famosa marca motociclistica inglese la Triunth, non ricordo il nome dell' importatore, grazie alla sua conoscenza delle moto ma soprattutto della gente, nacquero modelli per il mercato italiano che fecero vendere moltissimo alla casa madre.
Qualche tempo fa ,se non ricordo male, questo importatore è morto in un incidente motociclistico, e la Triunth, in italia non ha raggiunto piu' i livelli di vendita precedenti.
Ho riportato questo esempio , anche se incompleto, perche' per me le aziende sono fatte di persone piu' o meno illuminate, che oltre al prodotto, determinano il successo dello stessa.
In un tred scritto da Crested B di qualche tempo fa, si portava l'esempio di Microsoft e di Apple, la scelta tra i due non fu fatta dal mercato ma dalle introduzioni di Bill Gates in ibm.
E' vero, nel commercio globale, è anacronistico parlare di mantenere il meccanico sotto casa, ma è anche vero che il tempo che si dedica alla bicicletta è sempre minore, ed avere un consiglio da una persona preparata su un problema ciclistico , oltre che tempo puo' far risparmiare anche denaro.
Saluti leo
 

gas29

Aziende
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Monghidoro
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Scusate se siamo profondamente off topic, ma siamo sempre qui a dirci che non si usano le bici in città percheè non ci sono le piste ciclabili, ma non sarà forse più vero che non ci sono le piste ciclabili perchè nessuno le usa?
nel Regno Unito PRIMA hanno messo la gente in bici POI avviato i progetti per le piste ciclabili.
In città medio piccole, se solo il 20% degli utenti che si spostano all'interno della città si muovesse in bici, ci sarebbe comunque un 20% della riduzione del traffico, e con tante bici in giro, anche le auto sarebbero più rispettose.
Chissà perchè anche i SUVVARI più incalliti quando arrivano a Milano Marittima d'estate (ma anche in altre località) posano la macchina e circolano SOLO in bici?
E poi, 2-3 km in città li puoi fare anche in giacca e cravatta senza temere di arrivare al lavoro sporco o sudato.
Non facciamo sempre come gli itagliani che accampano sempre tutte le scuse del mondo.

PS. io vado a lavorare TUTTI i giorni in bici. Sono 3,5 km 4 volte al giorno. Piova ,nevichi (come oggi) o ci sia il sole. Con l'abbigliamento adatto si arriva in ufficio asciutti e puliti, basta organizzarsi, e d'estate, non prendere lo spostamento come una ripetuta in salita, per non sudare.
Non ci vuole molto
 

sembola

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Sembola quel che dici è vero, ma se ti capita di andare a Londra capisci che quella politica di sgravi HA FUNZIONATO e vedi le Specialized girare nel traffico a centinaia... e ti assicuro che non esagero.

La cosa che ha funzionato è stata la congestion tax. Molti di quelli che in Italia prendono l'auto anzichè altri mezzi ci penserebbero due volte se gli costasse 15 euro entrare in città. E poi, passatemi la piccola cattiveria, a Londra non ci sono gli italiani, nel senso che pure nel traffico di una metropoli, non esiste la maleducazione per non dire la sopraffazione degli automobilisti verso pedoni, ciclisti e scooteristi.

Insomma, fantascienza. ;-)
 

Fede1969

Biker superis
Non facciamo sempre come gli itagliani che accampano sempre tutte le scuse del mondo.

PS. io vado a lavorare TUTTI i giorni in bici. Sono 3,5 km 4 volte al giorno. Piova ,nevichi (come oggi) o ci sia il sole. Con l'abbigliamento adatto si arriva in ufficio asciutti e puliti, basta organizzarsi, e d'estate, non prendere lo spostamento come una ripetuta in salita, per non sudare.
Non ci vuole molto

Concordo in pieno e faccio la stessa cosa per di più in una città trafficata come Milano (anche se è vero che a Londra negli uffici ci sono gli spogliatoi e talvolta una doccia e che per strada la gente sulle bici di cui più sopra è vestita tecnica e ha uno zaino con dentro i vestiti del lavoro...)
 

Fede1969

Biker superis
La cosa che ha funzionato è stata la congestion tax. Molti di quelli che in Italia prendono l'auto anzichè altri mezzi ci penserebbero due volte se gli costasse 15 euro entrare in città. E poi, passatemi la piccola cattiveria, a Londra non ci sono gli italiani, nel senso che pure nel traffico di una metropoli, non esiste la maleducazione per non dire la sopraffazione degli automobilisti verso pedoni, ciclisti e scooteristi.

Insomma, fantascienza. ;-)

E' vero anche quella è servita, ma a Londra quelli che ora usano la bici non sono quelli che prima usavano la macchina. A Londra ci sono decine di linee metropolitane e migliaia di autobus. Qualcosa ha incrementato l'uso di bici di marca: e questo, ora che monterosa l'ha spiegato, è inevitabilmente dovuto agli sgravi fiscali.

A Milano, però, c'è l'ecopass ma il numero di biciclette non è mica aumentato di molto (anche se un po' sì) e, soprattutto, più che cancelli in giro non si vedono: una ragione ci sarà... e qui torniamo al punto di partenza del trhead.

Infine, non sarei così d'accordo che a Londra non esiste maleducazione stradale: questa è una mitologia italiana!!!
 

Ser pecora

Diretur Heiliger Geist
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La cosa che ha funzionato è stata la congestion tax.

E credo che in futuro, in città, sarà vincente la scelta del bike-sharing, non della corsa al "comprare in continuazione" (tra l'altro si inquina pure a fare le bici...).

Tornando in topic, come dice Mr.Two, il successo di certi marchi è legato sicuramente alla capacità degli importatori/distributori (come Carlo Talamo con Triumph, rip), ma questo già succede. Ci sono marchi che hanno successo in Italia, ma non in altri paesi, e contrario. E questo dipende proprio dalle capacità degli importatori-distributori.
Il problema mi pare si ponga sulla componentistica ed accessori.

In sostanza credo che quelli svegli e capaci continueranno ad avere clientela. Quelli che credono di sguazzare sempre nel loro orticello come prima, credendosi dei "riferimenti", dovranno fare autocritica ed adeguarsi al mercato globale-internettiano. Altrimenti chiuderanno.

Così a naso, credo cmq che si assisterà sempre più ad una centralizzazione delle vendite in base alle fasce di mercato:

-grande distribuzione (massa)
-vendita diretta online (mid-range)
-concept-store (nicchia)

perlomeno in prossimità aree urbane.
Nelle piccole province magari il negozio "tuttofare" resisterà...
 

Ispettore Zenigata

Biker forumensus
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In città medio piccole, se solo il 20% degli utenti che si spostano all'interno della città si muovesse in bici, ci sarebbe comunque un 20% della riduzione del traffico, e con tante bici in giro, anche le auto sarebbero più rispettose.
Chissà perchè anche i SUVVARI più incalliti quando arrivano a Milano Marittima d'estate (ma anche in altre località) posano la macchina e circolano SOLO in bici?

Ciao io sono di Ravenna e qualche volta ci vado a Milano Marittima, è pieno di SUV/Porsche ecc ecc l'unico momento in cui non le vedi è quando il centro è fermo, appena riapre vedi la processione di carrozzoni incolonnati.

E poi, 2-3 km in città li puoi fare anche in giacca e cravatta senza temere di arrivare al lavoro sporco o sudato.
Non facciamo sempre come gli itagliani che accampano sempre tutte le scuse del mondo.
Dipende dal lavoro che fai, e da come devi arrivare.
inoltre il grosso dei trasporti e del traffico non dipende da chi deve fare 3 km ma chi dalle città dell'interland si sposta in centro per il lavoro. Es uno di Nova o di Cusiago che lavora in centro a Milano.

PS. io vado a lavorare TUTTI i giorni in bici. Sono 3,5 km 4 volte al giorno. Piova ,nevichi (come oggi) o ci sia il sole.
ti invidio, potessi farlo, purtoppo faccio un lavoro diverso e non me lo posso permettere.

un'altra cosa, fare una pista ciclabile, in bici, soprattutto all'orario in cui la gente va a lavorare e soprattutto se ci sono entrate a raso su cortili, cancelli proprietà private, è un suicidio, perchè chi deve uscire deve mettere almeno il muso dell'auto nella pista (i fenomeni non guardano neanche) e rischi di trovarti sdraiato su un cofano; negli altri paesi non è così, perchè 1 le piste sono progettate da persone che vanno in bici 2 c'è più rispetto per i ciclisti.

Ultimo appunto, se a Milano,Torino,Bologna,Padova o Roma iniziano a vedersi le Specy o le Scott da 1.000 €, sai quante ne trovi quando esci dal lavoro alle 6 di sera?

o-o
 

sembola

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E' vero anche quella è servita, ma a Londra quelli che ora usano la bici non sono quelli che prima usavano la macchina. A Londra ci sono decine di linee metropolitane e migliaia di autobus. Qualcosa ha incrementato l'uso di bici di marca: e questo, ora che monterosa l'ha spiegato, è inevitabilmente dovuto agli sgravi fiscali.
Ho forti dubbi. Sicuramente gli sgravi hanno aiutato, ma la molla principale è un'altra, quella banalmente economica: 15 euro al giorno per 240 giorni lavorativi sono 3600 euro in un anno, con questi ordini di grandezza se hai uno stipendio normale (anche se commisurato al livello londinese) l'auto la lasci a casa.

A Milano, però, c'è l'ecopass ma il numero di biciclette non è mica aumentato di molto (anche se un po' sì) e, soprattutto, più che cancelli in giro non si vedono: una ragione ci sarà... e qui torniamo al punto di partenza del trhead.
Per forza: rischi la vita e sei visto come un rompicoglioni dalla stragrande maggioranza della cittadinanza, sindaco compreso. Non sai neppure dove lasciare la bici e rischi di non ritrovarla non grazie a qualche anonimo ladro ma alla Municipale che te la sgombera ...

Infine, non sarei così d'accordo che a Londra non esiste maleducazione stradale: questa è una mitologia italiana!!!
Il livello di maleducazione stradale in qualsiasi metropoli europea non è paragonabile a quello di una media città italiana, su questo sono disposto a scommettere. Già la differenza si nota varcando il confine tra Trentino e AltoAdige... ;-)
 

Fede1969

Biker superis
Ultimo appunto, se a Milano,Torino,Bologna,Padova o Roma iniziano a vedersi le Specy o le Scott da 1.000 €, sai quante ne trovi quando esci dal lavoro alle 6 di sera?

In fondo, siamo tutti d'accordo. Sarebbe bene ci fossero le piste ciclabili, il bike-sharing, l'ecopass, gli incentivi all'acquisto, l'educazione stradale, il meccanico bravo e onesto, i distributori illuminati e lungimiranti, i diversi canali di distribuzione... e soprattutto un senso di civiltà diffuso.

Continuiamo a crederci... e forse, magari almeno per i nostri figli,sarà realtà.


P.S. A Milano il bike-sharing è stato inaugurato, appena prima di Natale: un periodo geniale per incentivare l'uso della bicicletta, ma non lamentiamoci, almeno adesso esiste.
 

martuzch

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un'altra cosa, fare una pista ciclabile, in bici, soprattutto all'orario in cui la gente va a lavorare e soprattutto se ci sono entrate a raso su cortili, cancelli proprietà private, è un suicidio, perchè chi deve uscire deve mettere almeno il muso dell'auto nella pista (i fenomeni non guardano neanche) e rischi di trovarti sdraiato su un cofano; negli altri paesi non è così, perchè 1 le piste sono progettate da persone che vanno in bici 2 c'è più rispetto per i ciclisti.

o-o

O.T. Infatti io sono stato stirato su una ciclabile da un automobilista che è uscito senza nemmeno guardare, gli ho lasciato una spalla e mezza bici sul cofano e lui m'ha detto che non mi aveva visto! Dimenticavo il tutto sotto al cartello comunale che riportava: "Ferrara, la città delle biciclette", mi sono sentito un po' preso per il c...

Per tornare al Topic originale, la mia provocazione di ieri era: voi ritenete che il lavoro e la conoscenza di una bravo meccanico ciclista, che è anche venditore, debba essere strettamente correlata ad una sua imprecisata capacità manageriale per scovare i migliori prezzi all'estero piuttosto che dal suo solito fornitore/importatore ufficiale per stare sul mercato o si debba invece preoccupare di fidelizzare i clienti con le sue capacità di bravo artigiano? Io da lui vorrei solo che mi dicesse, questo è il costo del prodotto e questo è il costo della mia manodopera (che è il suo vero valore aggiunto), in modo da farmi valutare il costo della sua professionalità. Credo che si salveranno praticamente tutti i negozianti con stratagemmi più o meno leciti ma, chi saprà fare della sua professionalità il suo punto di forza vivrà meglio di chi punta solo sul prezzo e continuerà a trattare i propri clienti come dei polli da spennare alla prima occasione.

Invece per il discorso prezzi assurdamente bassi su certi mercati, non sarà che la magagna la crea il produttore che vende a prezzi anche molto diversi a seconda che il suo distributore sia in UK o in USA o in Italia? Non sarebbe più corretto che chi produce una volta stabilito il prezzo all'ingrosso poi si debba anche preoccupare di far funzionare tutta la catena e non di far sconti strabilianti ad un rivenditore piuttosto che ad un altro? Se shimano vende bene in Uk e in germania e in italia non vuole consegnare più di 4 gruppi ad un negoziante X che potrebbe invece venderne 30, allora c'è parecchio che non va, il mercato e i compratori possono SEMPRE essere influenzati dal produttore e dalla politica che questi sceglie di usare...
 

sembola

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Invece per il discorso prezzi assurdamente bassi su certi mercati, non sarà che la magagna la crea il produttore che vende a prezzi anche molto diversi a seconda che il suo distributore sia in UK o in USA o in Italia?
Certo che è così. Il mercato italiano è circa 6 volte più piccolo di quello italiano.
Vai da un qualunque concessionario di auto e compragliene 6 tutte insieme e poi fammi sapere se te le fa pagare come chi ne compera una sola...;-)
 

marco

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Certo che è così. Il mercato italiano è circa 6 volte più piccolo di quello italiano.
Vai da un qualunque concessionario di auto e compragliene 6 tutte insieme e poi fammi sapere se te le fa pagare come chi ne compera una sola...;-)
Non penso che il mercato italiano di shimano sia più piccolo di quello uk. Ci scordiamo le bdc?
Leggetevi questa tratta da DSB:
Questa mattima nella posta mi sono trovato un nuovo regalo: Shimano dal 1° Febbraio 2009 aumenta i listini del 15%.
 

gas29

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Monghidoro
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Non penso che il mercato italiano di shimano sia più piccolo di quello uk. Ci scordiamo le bdc?
Leggetevi questa tratta da DSB:
Questa mattima nella posta mi sono trovato un nuovo regalo: Shimano dal 1° Febbraio 2009 aumenta i listini del 15%.

E poi si lamentano se SRAM gli erode il mercato.

Me lo vedo il ragionamento del distributore; dunque, vendo meno, quindi per mantenere il margine assoluto aumento i listini:rosik:

mi sembra il comportamento ottimale in periodo di crisi.

Le due ragazze di Absolut bike si fregheranno le mani:smile:
 

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