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bricke

Biker perfektus
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Se vendi a 100, per quale motivo vendere a 70?
Esattamente, se in italia paghiamo comodamente i 100€ per un tale prodotto, non vedo perchè Shimano dovrebbe abbassare il prezzo.
Qui in italia funziona tutto così, dalla Fiat in giù....

Arriverà un giorno in cui piangeranno, ma evidentemente non ora.

Vi ripropongo un discorso che mi ha fatto un amico, parlando della FIAT, ma che si applica a tutti i mondi:
Quanto costa la 500 alla fiat? A quanto la vende al pubblico? Ora ragioniamo sul fatto che la 500 non gli costa 10'000€, ma molto meno, meno della metà, probabilmente meno di 1/4, allora perchè mi quadruplichi il prezzo finale? Non ti basta guadagnarci il "giusto"? Se la 500 venisse venduta al prezzo giusto non ci sarebbe scampo per le case rivali cinesi, perché effettivamente non riuscirebbero a produrre un auto di qualità ad un prezzo minore, semplicemente perchè la FIAT avrebbe un rapporto qualità/prezzo già più che ottimo, non so se mi sono spiegato.

Questa è una politica che guarda al futuro, è anche vero che ogni casa fa i prezzi che vuole in base alle regole di mercato, però IO non posso farle in quanto artigiano, perché?
Se sono bravo perché non posso chiedere 70€/h ?

Mi telefonano la mattina di Natale per una automazione che non si apre, -possono benissimo farne a meno per 2 gg- ma nel caso dovessi fare un intervento in emergenza non posso chiedergli una tariffa che desidero, contando che ho lasciato i miei bambini la mattina di Natale da soli, perchè se gli chiedo 70€/h mi denunciano: "Abuso di situazione dominante", allora perché cavolo ci sono case che vendono i loro prodotti con un ricarico del 400%, io quei 70€/h li valgo!

Ora apparte questo mio sfogo, la situazione Shimano non credo sia diversa, semplicemente il mercato compra shimano a quel prezzo e lei non lo abbassa, pagherà solo lei quando si accorgerà che la gente non comprerà più SH in favore di neocase che sfornano prodotti di qualità al "giusto prezzo"
 

sembola

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una nera e l'altra pure
Arriverà un giorno in cui piangeranno, ma evidentemente non ora.
Non ne sono convinto, come ho scritto varie volte.

sul fatto che la 500 non gli costa 10'000€, ma molto meno, meno della metà, probabilmente meno di 1/4, allora perchè mi quadruplichi il prezzo finale?
Siamo un tantino offtopic, ma il "costo" è un argomento scivoloso. Perchè noi abbiamo una concezione del "costo" casereccia, la materia prima e la manodopera: e l'ammortamento dei beni strumentali? e le spese di ricerca e sviluppo?

Non ti basta guadagnarci il "giusto"?
L'unico prezzo giusto è quello al quale l' oggetto si vende. Altri non ne esistono ;-)
 

bricke

Biker perfektus
24/8/07
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L'unico prezzo giusto è quello al quale l' oggetto si vende. Altri non ne esistono ;-)
Qui si potrebbe discutere, spesso è così, ma in alcuni settori proprio no, esempio:
Alcuni miei neoconcorrenti arrivano sul mercato con prezzi che sono metà dei miei (inteso come costo manodopera) rimangono 2 anni sul mercato, fanno abbassare a tutti il prezzo di vendita (altrimenti non vendi) e poi dopo 2 anni si rendono conto che non c'è la fanno a stare in piedi con l'azienda e chiudono, ma il prezzo è rimasto fissato alla metà di prima...

Comunque ritornando in topic, probabilmente in un foturo il meccanico farà solamente il meccanico e non più il venditore-meccanico, magari compreremo solo online e ce lo faremo montare dal "biciclettaro", pagando quindi solo la manodopera...
Ma forse sono troppo proiettato in un futuro lontano, anche se io faccio così ad oggi...
 

gas29

Aziende
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Si, però cosa sta succedendo?
Che alcuni grossisti tedeschi si stanno facendo manate di clienti in Italia, tra i negozianti, perchè offrono :
Prezzi decisamente più bassi di quelli dei distributori Italiani
Catalogo ben fornito di prodotti
Celerità delle spedizioni (circa 48 ore dopo si ha in casa il materiale).

detti grossisti hanno però prezzi che non permettono di offrire al cliente lo stesso prezzo di un bike discount, comunque permettono di lavorare decentemente.
la mia impressione è che molti commercianti comprino dai grossisti all'estero e vendano ai listiini Italiani, facendo i furbi.
Comunque da uno di quei grossisti, ad esempio, una guarnitura XT costa 89 euro , sui quali poi bisogna aggiungere un minimo di ricarico e l'Iva italiana.
C'è il vantaggio di averla dopo 2 giorni, ma non si potrà mai vendere a 90 euro come ho visto scritto più sopra.
La colpa Non è comunque tutta dei distributori; ad esempio AMG ha przzi allineati a quelli dei distributori esteri, per quanto riguarda il gruppo SRAM, altri hanno perfettamente capito il problema, ma la soluzuione non è così rapida , anche perchè l'80% della rete di vendita ha ancora allergia al computer, e se non passasse periodicamente un agente, difficilmente venderebbero qualcosa.
Pensate che un grosso distributore mi manda periodicamente la newsletter con tutti gli indirizzi visibili (imparasso cosa sono gli undsclosed recipients...) e ci sono non più di 25 indirizzi!!!. Ovvero solo 25 loro clienti (ne avranno forse 1000) gli ha passato la email!!
Mi sembra emblematico
 

bricke

Biker perfektus
24/8/07
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Pensate che un grosso distributore mi manda periodicamente la newsletter con tutti gli indirizzi visibili (imparasso cosa sono gli undsclosed recipients...) e ci sono non più di 25 indirizzi!!!. Ovvero solo 25 loro clienti (ne avranno forse 1000) gli ha passato la email!!
Mi sembra emblematico

Ecco un altro problema, siamo allergici al pc, e lo dico da programmatore....
 

Crested B

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Anche secondo me questo è il vero nocciolo del problema.

Qui ti sbagli Marco.

Il pesce puzza sempre dalla testa.
In ogni azienda che si rispetti la colpa è sempre di chi sta sopra. Quindi direi che se proprio vogliamo a creare questa situazione (attenzione, che non è necessariamente sbagliata nè necessariamente evitabile) sono i produttori.

D'altro lato i distributori così come intesi dalla scuola tradizionale sono assolutamente obsoleti.

Se un prodotto si trova su internet alla metà della metà credo che la colpa non sia nè dei distributori nè dei negozianti.

Quei prezzi li possono fare SOLO i produttori. Se quindi si creano dei cortocircuiti all'interno della distribuzione commerciale la colpa può essere solo della testa del pesce che è l'unica che può autorizzare e tutelare strutture che sono competitive perchè grazie alle nuove tecnologie fanno da sole quello che richiedeva 3 strutture concatenate (distributore, agenti di commercio, negozianti).

Stiamo vivendo questo cambiamento come una svolta 'epocale' ma al mondo della crisi di internet del mercato di gamma alta del mountain bike importa abbastanza poco. Il mondo cambierà come sta cambiando nel mondo dell'automobile, dell'elettronica di consumo, della distribuzione alimentare.

Ci vogliono nuovi strumenti e solo nuove idee possono generarli e tutti devono riconsiderare il proprio ruolo. I negozi sono disorientati, gli agenti sono terrorizzati, i distributori sono preoccupati, i produttori stanno cercando disperatamente di non andare a fondo.

Alla fine della tempesta, quando il mare si calmerà, sono sicuro che ci troveremo davanti un panorama diverso ma non per questo peggiore.
Di certo esistono troppi marchi, troppi distributori e troppi negozianti senza un perchè. Strutture che vogliono vendere gamma alta senza avere nè i clienti nè l'attitudine.

Checcifà uno di loro qui a parlare con qualche utente finale che tanto compra su internet? Dovrei starmene dietro al telefono a cercare ancora una volta di pungolare gli agenti in modo che piazzino ai rivenditori un prodotto carico di passaggi che non fanno altro che far crescere i tempi e il prezzo.
Mi sbaglierò ma credo di poter capire e imparare tanto davanti a questo monitor, senza aggiungere che dall'altra parte trovo anche un sacco di persone fantastiche, collegate ai problemi del mondo e coscienti di quello che stà avvenendo, non una banda di teenager brufolosi come alcuni dei miei colleghi pensano.

Un abbraccio.
 

sembola

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Il pesce puzza sempre dalla testa.
In ogni azienda che si rispetti la colpa è sempre di chi sta sopra. Quindi direi che se proprio vogliamo a creare questa situazione (attenzione, che non è necessariamente sbagliata nè necessariamente evitabile) sono i produttori.

D'altro lato i distributori così come intesi dalla scuola tradizionale sono assolutamente obsoleti.

Se un prodotto si trova su internet alla metà della metà credo che la colpa non sia nè dei distributori nè dei negozianti.

Quei prezzi li possono fare SOLO i produttori. Se quindi si creano dei cortocircuiti all'interno della distribuzione commerciale la colpa può essere solo della testa del pesce che è l'unica che può autorizzare e tutelare strutture che sono competitive perchè grazie alle nuove tecnologie fanno da sole quello che richiedeva 3 strutture concatenate (distributore, agenti di commercio, negozianti).
E qui torniamo al post originale. Un produttore che da una parte stipula un contratto di distribuzione esclusiva con un importatore, e poi non dispone che questo debba essere l'unico canale distributivo autorizzato per quel paese a mio parere fa un'azione scorretta.
 

Fede1969

Biker superis
E qui torniamo al post originale. Un produttore che da una parte stipula un contratto di distribuzione esclusiva con un importatore, e poi non dispone che questo debba essere l'unico canale distributivo autorizzato per quel paese a mio parere fa un'azione scorretta.

Ma non credi che parlare di importatore nazionale, all'interno dell'UE (per non parlare di un mercato globalizzato), sia anacronistico?
 

Crested B

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Comunque ritornando in topic, probabilmente in un foturo il meccanico farà solamente il meccanico e non più il venditore-meccanico, magari compreremo solo online e ce lo faremo montare dal "biciclettaro", pagando quindi solo la manodopera...
Ma forse sono troppo proiettato in un futuro lontano, anche se io faccio così ad oggi...

Non è la mia visione. Una parte dei ciclisti torneranno a fare tante riparazioni e si venderanno tante bici SERIE da commuting, quelle che ci salvano dal traffico e dall'inquinamento. Onestamente non ce la vedo la 'sdora' romagnola che si fà l'ordine della bici con paragonna in carbonio e portapacchi in titanio da Chain Reaction.

Un'altra parte saranno consulenti, evangelisti, distributori di giocattoli per bambini fuori scala (un po' come sono le Porsche), ricchi di idee e di entusiamo perchè alla fine la bici è solo uno strumento per divertirsi e quello che dovrebbe fare un negoziante è pensare non allo strumento ma all'ESPERIENZA che questo dà all'utente. Io che questo lavoro l'ho iniziato per passione verso questo sport non avrei problemi a pagare il prodotto un pò di più pur di averlo assemblato da un vero professionista capace di dirmi sempre cosa è meglio per me.

Si, lo so che sto sognando... non fate rumore che sennò mi sveglio, però solo quelli così pazzi da pensare di poter cambiare le regole sono quelli che poi ce la fanno a cambiarle.

Non serve essere pazzi, basta non spaventarsi davanti ai cambiamenti e usare la testa per rivedere le regole che erroneamente si considerano intoccabili ma che in realtà sono lì proprio per essere 'aggiornate'.
 

Crested B

<b>Importatore Niner</b>
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Ma non credi che parlare di importatore nazionale, all'interno dell'UE (per non parlare di un mercato globalizzato), sia anacronistico?

Rispondo io che sono un importatore. Sì, assolutamente. Una roba da Flintstones. I distributori sono fondamentali, ma dovranno cambiare lavoro. Muovere logistica a livello nazionale è spaventosamente antieconomico.
 

sembola

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Ma non credi che parlare di importatore nazionale, all'interno dell'UE (per non parlare di un mercato globalizzato), sia anacronistico?
Il discorso da cui è nato questo topic non verte sugli importatori, ma sui contratti di esclusiva, che è alquanto diverso, e non specificatamente intraUE.
Il mio parere è che "vendere" un contratto di distribuzione in esclusiva e poi non onorarlo nei fatti è poco serio. Ad onor del vero, va detto che spesso non è che ci sia una convenienza pazzesca a saltare l'importatore... tante volte son stati fatti i conti in tasca agli importatori dagli USA/Canada, e nonostante il dollaro basso venivano fuori cifre con un differenziale abbastanza ridotto rispetto al canale distributivo ufficiale.
 

Christian76

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Chiavenna (SO)
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Qui ti sbagli Marco.

Il pesce puzza sempre dalla testa.
In ogni azienda che si rispetti la colpa è sempre di chi sta sopra. Quindi direi che se proprio vogliamo a creare questa situazione (attenzione, che non è necessariamente sbagliata nè necessariamente evitabile) sono i produttori.

D'altro lato i distributori così come intesi dalla scuola tradizionale sono assolutamente obsoleti.

Se un prodotto si trova su internet alla metà della metà credo che la colpa non sia nè dei distributori nè dei negozianti.

Quei prezzi li possono fare SOLO i produttori. Se quindi si creano dei cortocircuiti all'interno della distribuzione commerciale la colpa può essere solo della testa del pesce che è l'unica che può autorizzare e tutelare strutture che sono competitive perchè grazie alle nuove tecnologie fanno da sole quello che richiedeva 3 strutture concatenate (distributore, agenti di commercio, negozianti).

Stiamo vivendo questo cambiamento come una svolta 'epocale' ma al mondo della crisi di internet del mercato di gamma alta del mountain bike importa abbastanza poco. Il mondo cambierà come sta cambiando nel mondo dell'automobile, dell'elettronica di consumo, della distribuzione alimentare.

Ci vogliono nuovi strumenti e solo nuove idee possono generarli e tutti devono riconsiderare il proprio ruolo. I negozi sono disorientati, gli agenti sono terrorizzati, i distributori sono preoccupati, i produttori stanno cercando disperatamente di non andare a fondo.

Alla fine della tempesta, quando il mare si calmerà, sono sicuro che ci troveremo davanti un panorama diverso ma non per questo peggiore.
Di certo esistono troppi marchi, troppi distributori e troppi negozianti senza un perchè. Strutture che vogliono vendere gamma alta senza avere nè i clienti nè l'attitudine.

Checcifà uno di loro qui a parlare con qualche utente finale che tanto compra su internet? Dovrei starmene dietro al telefono a cercare ancora una volta di pungolare gli agenti in modo che piazzino ai rivenditori un prodotto carico di passaggi che non fanno altro che far crescere i tempi e il prezzo.
Mi sbaglierò ma credo di poter capire e imparare tanto davanti a questo monitor, senza aggiungere che dall'altra parte trovo anche un sacco di persone fantastiche, collegate ai problemi del mondo e coscienti di quello che stà avvenendo, non una banda di teenager brufolosi come alcuni dei miei colleghi pensano.

Un abbraccio.

Verissimo!

Il produttore infatti molte volte sostiene entrambi i canali di vendita: Quello ufficiale con dei ricarichi enormi tanto che riescono a pagare fior di manager e responsabili vari, e quello non ufficiale dove lo stesso pezzo (per qualità e caratteristiche) viene imballato diversamente e con un altro marchio appartenente, è ovvio, ad una società controllata.
Un utente finale esperto, che conosce i canali distributivi ed è in grado di montarsi da solo i pezzi, troverà in internet un'autostrada decisamente conveniente. Gli altri impareranno con calma.
 

Ispettore Zenigata

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paese dei balocchi
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Non credo che siano i negozianti che ci prendono per il collo.
Secondo me è sbagliato il sistema. Non è questione di persone che vogliono più o meno arricchirsi, è il sistema che fa acqua.
Io vengo da una zona agricola, com’è possibile che il contadino riceva 0,20 per un kg di pesche e se io vado al supermercato a 5 km di distanza le pago 2€?

Avete parlato finora di componenti, ma non di accessori; io ho comprato delle NW Celsius su internet in UK a 85€ spedizione inclusa. Le stesse scarpe di listino vengono 159€ e me le avevano proposte in saldo a 128 (-20%).
Analizziamo la cosa; delle scarpe ITALIANE (prodotte in cina vabbè), con il controllo qualità in ITALIA (c’era il bollino), vengono spedite in UK, e da qui rispedite in ITALIA e mi costano ancora un 35-40% in meno? C’è qualcosa che non va…….
E non solo, non guardate i costi di tutti quegli accessori dove non viene neppure richiesto un minimo di lavoro da parte del negoziante (fanali, manopole, occhiali, caschi ecc) si arriva a delle differenze inconcepibili.

La MIC dice che non risponde per la garanzia per prodotti di provenienza non MIC?

  • non so se a livello legislativo sia possibile, ma non sono un esperto
  • Shimano fa sicuramente una figura di m…, tuttavia vista la sua posizione se lo può permettere
  • normalmente i web store sono molto attrezzati (spesso più dei negozianti), e riescono a gestire con rapidità i problemi.

Come diceva Crested ci sarà un evoluzione del sistema, come non lo so, ma di sicuro le cose cambieranno.
 

Fede1969

Biker superis
Giusto per comprendere dove va il mondo. Home page de "Il sole24ore" di oggi, in piena crisi mondiale:

"Impiantistica, ingegneria e grande distribuzione: ecco i settori produttivi che nei prossimi due o tre anni creeranno nuove opportunità di lavoro."

Ovviamente, poiché posti di lavoro in aumento, soprattutto in periodo di crisi, implicano diminuzione in altri settori: secondo voi che aria tira per il venditore di quartiere di bici?
 

marco

Not
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Diretur
29/10/02
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Monte Bar
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TC
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Diverse
Qui ti sbagli Marco.

Il pesce puzza sempre dalla testa.
In ogni azienda che si rispetti la colpa è sempre di chi sta sopra. Quindi direi che se proprio vogliamo a creare questa situazione (attenzione, che non è necessariamente sbagliata nè necessariamente evitabile) sono i produttori.

D'altro lato i distributori così come intesi dalla scuola tradizionale sono assolutamente obsoleti.

Se un prodotto si trova su internet alla metà della metà credo che la colpa non sia nè dei distributori nè dei negozianti.

Quei prezzi li possono fare SOLO i produttori. Se quindi si creano dei cortocircuiti all'interno della distribuzione commerciale la colpa può essere solo della testa del pesce che è l'unica che può autorizzare e tutelare strutture che sono competitive perchè grazie alle nuove tecnologie fanno da sole quello che richiedeva 3 strutture concatenate (distributore, agenti di commercio, negozianti).

Stiamo vivendo questo cambiamento come una svolta 'epocale' ma al mondo della crisi di internet del mercato di gamma alta del mountain bike importa abbastanza poco. Il mondo cambierà come sta cambiando nel mondo dell'automobile, dell'elettronica di consumo, della distribuzione alimentare.

Ci vogliono nuovi strumenti e solo nuove idee possono generarli e tutti devono riconsiderare il proprio ruolo. I negozi sono disorientati, gli agenti sono terrorizzati, i distributori sono preoccupati, i produttori stanno cercando disperatamente di non andare a fondo.

Alla fine della tempesta, quando il mare si calmerà, sono sicuro che ci troveremo davanti un panorama diverso ma non per questo peggiore.
Di certo esistono troppi marchi, troppi distributori e troppi negozianti senza un perchè. Strutture che vogliono vendere gamma alta senza avere nè i clienti nè l'attitudine.

Checcifà uno di loro qui a parlare con qualche utente finale che tanto compra su internet? Dovrei starmene dietro al telefono a cercare ancora una volta di pungolare gli agenti in modo che piazzino ai rivenditori un prodotto carico di passaggi che non fanno altro che far crescere i tempi e il prezzo.
Mi sbaglierò ma credo di poter capire e imparare tanto davanti a questo monitor, senza aggiungere che dall'altra parte trovo anche un sacco di persone fantastiche, collegate ai problemi del mondo e coscienti di quello che stà avvenendo, non una banda di teenager brufolosi come alcuni dei miei colleghi pensano.

Un abbraccio.

Con la frase "qui sta il nocciolo del problema" intendo la catena produttore-distributore-negoziante-consumatore finale. È semplicemente troppo lunga in un mercato che si sta globalizzando molto velocemente. Le aziende (produttori) tenderanno a togliere qualche anello della catena. Vedere i concept store: tutto interno all'azienda, la figura del distributore/negoziante viene messa nell'angolo. E sto parlando di Specialized, non di un'azienduncola qualsiasi.
 

gas29

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Io non credo che si possa fare una valutazione su quanto incida la crisi e quanto l'inverno molto nevoso sulle vendite delle biciclette neigli ultimi 2 mesi.
Al Nord (ma direi anche al centro) le condizioni eccezionali di innevamento hanno fatto registrare presenze agli impianti che non si vedevano dai tempi di tombalabomba, quando sciavano cani e porci.
Ovvio che lo sciatore-biker, abbia risparmiato su una bici nuova per spebndere in sci e giornalieri, rimandando l'acquisto o magari cancellandolo comunque.
Tanto in bici qui non si va, le giornate da 10-12 gradi dell'anno scorso io non le ho ancora viste, nei boschi sopra 500 metri la neve non è ancora andata via, e sotto oggi sta tornando.
Certo che AICMA dovrebbe fare la voce grossa chiedendo GROSSI incentivi per il settore bici, come quello che c'è stato in Gran Bretagna per chi si impegnava ad andare al lavoro in bici (facendolo certificare dal datore di lavoro) che offriva il 40% di valore della bici (SENZA LIMITE DI PREZZO) COME INCENTIVO AL MOMENTO DELL'ACQUISTO
Hanno messo Londra in bicicletta, e un tutto il Regno Unito hanno avuto una significativa diminuzione degli spostamenti in macchina per andare al lavoro.
Non dico che a Milano funzionerebbe, ma forse già a Torino sì, e nelle città di provincia forse.
Darebbe una boccata d'ossigeno ai rivenditori, perchè comunque incentiverebbe ad acquistare bici più belle. Un Bonus di 40 euro su una bici da 100 non invoglia a comprarla, di 400 su una bici da 1000 magari sì.
 

Crested B

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Con la frase "qui sta il nocciolo del problema" intendo la catena produttore-distributore-negoziante-consumatore finale. È semplicemente troppo lunga in un mercato che si sta globalizzando molto velocemente. Le aziende (produttori) tenderanno a togliere qualche anello della catena. Vedere i concept store: tutto interno all'azienda, la figura del distributore/negoziante viene messa nell'angolo. E sto parlando di Specialized, non di un'azienduncola qualsiasi.

Non credo nel Concept Store. E' un servizio all'azienda ma NON al cliente.
Credo nei negozianti liberi di comprare il meglio per i loro clienti e di manternere più marchi in seria concorrenza. Gente che analizza il mercato e poi fa una scelta di servizio su quel marchio, ma sempre pronta a rivedere i propri accordi se il marchio non riesce più ad essere davvero competitivo.

I marchi veri non hanno paura della concorrenza. Sanno difendersi benissimo da soli con la qualità, l'innovazione e le idee sempre all'avanguardia. Chi si serve in un concept store sa che il suo destino è dare soldi ad una azienda ben definita senza avere la scelta e la pluralità di vedute che aiutano il prodotto a progredire. O compri una Brand X o se vuoi compri una Brand X, ma se proprio insisti allora puoi anche scegliere una Brand X, magari nera invece che rossa.

Andrei da un Concept Store solo se avessi deciso a priori che quello che voglio è ESATTAMENTE quello che mi offrono, ma allora a quel punto la compro su internet dove inevitabilemente mi costerà meno e mi scelgo il mio meccanico di fiducia che mi conosce e che magari è sotto casa.

Se accociare la catena commerciale vuol dire andare contro gli interessi del cliente allora vuol dire che la catena commerciale è troppo corta.
 

sembola

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La MIC dice che non risponde per la garanzia per prodotti di provenienza non MIC? non so se a livello legislativo sia possibile, ma non sono un esperto
:offtopic: La legge europea dice che il responsabile della garanzia è il venditore e nessun altro. Per cui se un negoziante mi vende un comando cambio che mi si rompe me lo deve riparare/cambiare, i rapporti con MIC o Shimano son problemi che a me consumatore non interessano minimamente; se il comando me l'ha venduto Bike-Discount lo devo mandare a loro.
 

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