doping!!!!!!!!!

xtrncpb

Biker imperialis
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No guarda... tra il mondo dello sport e quello lavorativo c'è un abisso...
Non sono universi confrontabili tra loro.
Al limite posso farti questo paragone: Atleta dopato = lavoratore che ruba negli uffici dell'azienda.
Poi vedi se non ti licenziano in tronco.
 

teora

Biker poeticus
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rimini
siralexteora.blogspot.com
EMANUELE NEGRINI: Non erano sostanze vietate ma un cortisonico ad uso terapeutico, IL REGOLAMENTO ANTIDOPING PARLA CHIARO A TAL PROPOSITO. SE UN ATLETA E' MALATO SI DEVE FERMARE E CURARSI CON FARMACI IDONEI.
 

xtrncpb

Biker imperialis
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sta gente va troppo forte.....nelle gran fondo mtb e road fanno medie da prof. io sono per "partenze alla francese" e vedrai che sta gente NON viene piú!!
Anch'io sono un sostenitore delle partenze "alla francese", ove possibile.
Però non rappresenta certo un deterrente per i dopati. :hahaha:
Aumento di controlli e sanzioni definitive, come la squalifica a vita, potrebbero invece sortire effetti ben diversi... :arrabbiat:
 

Aitor

Biker superis
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La squalifica a vita si può inserire ma controlli ben mirati non credo, già costano tanto e non vedo perchè bisogna spendere soldi per controllare gli amatori, alla fine sono sempre amatori e dovrebbero prenderlo amatorialmente lo sport! Quindi la minima cosa che bisogna fare è che se un amatore viene pizzicato non può più tesserarsi per nessun ente.
 

diego@mtb

Biker tremendus
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20 anni direi che gli hanno stroncato la carriera,poi c'è da vedere se li fa tutti ho ha un abbuono:smile:magari come succede tuttora senza far nomi di certi elementi,ed io ne ho presente ben UNO che poi viene nelle nostre gf e lo mettono in primo piano sui giornali perchè tra l'altro le vince anche.. come un superuomo.a qualcuno che ha fatto delle gf quest'anno di sicuro gli verrà in mente se conosce la storia.ma come si fa,ma come si fa...:arrabbiat:
 

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Biker perfektus
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anguillara sabazia
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20 anni direi che gli hanno stroncato la carriera,poi c'è da vedere se li fa tutti ho ha un abbuono:smile:magari come succede tuttora senza far nomi di certi elementi,ed io ne ho presente ben UNO che poi viene nelle nostre gf e lo mettono in primo piano sui giornali perchè tra l'altro le vince anche.. come un superuomo.a qualcuno che ha fatto delle gf quest'anno di sicuro gli verrà in mente se conosce la storia.ma come si fa,ma come si fa...:arrabbiat:

uno toscano???
 

zeromeno

Biker paradisiacus
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No guarda... tra il mondo dello sport e quello lavorativo c'è un abisso...
Non sono universi confrontabili tra loro.
Al limite posso farti questo paragone: Atleta dopato = lavoratore che ruba negli uffici dell'azienda.
Poi vedi se non ti licenziano in tronco.

i professionisti (sportivi) sono lavoratori a tutti gli effetti
se fosse vero che chi ruba sta' a casa vivremmo in un mondo migliore:cucù:
 

sembola

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una nera e l'altra pure
i professionisti (sportivi) sono lavoratori a tutti gli effetti

Il che non significa nulla.

Anche un medico è un lavoratore a tutti gli effetti, ma se commette un reato doloso nell' esercizio della professione può essere radiato dall' Ordine, e il medico non lo può più fare.

Di radiazioni ce ne sono state e non mi risulta che siano state contestate in tribunale al di là di eventuali vizi di forma.
 
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Biker imperialis
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Questa storia deve far riflettere... e il ciclismo non è certo l'unico sport dove accadono certe cose...

Il sogno infranto dal doping "Abbandona, senza non fai nulla"

Riportiamo l'articolo apparso ieri 2 dicembre sul quotidiano "La Repubblica" con firma Eugenio Capodacqua. Davvero una brutta pagina per il ciclismo. Non possiamo e non dobbiamo nasconderci. Sono articoli che non fanno piacere, che ci fanno male. Ci indigniamo, non perchè viene attaccato il ciclismo, ma perchè esistono persone nel ciclismo che lo infangano.

Il drammatico racconto di un giovane ciclista veneto arrivato all'esordio in una competizione importante. Il ds lo esorta a doparsi come i compagni: lui lascia il ciclismo dopo anni di allenamenti e sacrifici.

Il dramma doping nel ciclismo ha radici profonde, che arrivano addirittura ai giovani diciottenni. La storia è da brivido e rappresenta la cartina di tornasole di un mondo che fatica a scomparire: quello in cui un giovane è messo bruscamente di fronte ad una tragica "necessità", quella di aiutarsi farmacologicamente in qualche modo, attraverso la solita deprecabile farmacopea al primo apppuntamento importante. Un giovane veneto (una delle regioni "patria" del ciclismo nostrano) dopo mesi di preparazione, sacrifici e sudore, alla vigilia della prima gara importante si trova davanti il compagno di stanza che si sta facendo una iniezione, chiede lumi al direttore sportivo e da questi, invece di essere ascoltato e apprezzato, viene addirittura redarguito malamente. "Ma tu non lo hai mai fatto da junior?".

Evidentemente no se lo shock per il giovane è tale da spingerlo ad abbandonare i pedali. Anche se sente di avere le qualità per fare bene. Abbandonerà per sempre. Una storia che chissà quante volte si è ripetuta (e chissà quanti talenti sono andati perduti...) e che rappresenta meglio di altre la tragedia del ciclismo nostrano, perché rivela il marcio alla base; un ciclismo abbandonato a se stesso nelle categorie giovanili, pressoché prive di controlli o, peggio, in mano a praticoni che fanno delle sbandierate "esigenze di visibilità dello sponsor" un credo disastroso.

Ecco il drammatico racconto di un sogno infranto per colpa del doping.
"Finalmente è arrivato. Mesi di preparazione, a sputare sangue, uscite di ore a diversi gradi sottozero e adesso finalmente l'epilogo del mio sogno la mia prima corsa da under 23. Finalmente. Grande squadra, grandi aspettative, ottime sensazioni, ottimo lavoro svolto. Ed eccomi al raduno pre gara: mancano due giorni all'evento. Soprazocco (il trofeo di Soprazocco, importante gare Under 23 n. d. r.) mi sta aspettando. Parto da casa alla mattina presto, così sarò con gli altri in tempo per l'ultima uscita con i compagni. Ottime sensazioni: malgrado la nebbia, ci sono. Mi alleno, mangio, cerco di entrare nell'ambiente. Il tempo scorre. E' sera: il mio sogno continua. E si avvicina. Entro in stanza: vedo un compagno seduto con una siringa in vena. Boom boom boom..... il cervello mi scoppia. Ma cosa sta facendo? Ma... il mio sogno e gli insegnamenti dei miei tecnici, "non hai bisogna di nulla: preparazione, serietà e cuore bastano per fare un campione", mi dicevano. Tutto finito. Forse. Corro dal ds. Sono sgomento. Mi tratta come una merda. Mi calpesta, non mi ascolta. E poi mi dice: 'Ma come? Tu non lo hai mai fatto? Neanche da junior ? Impossibile correre senza. Non si recupera'. Ma senza cosa ??? Ma cosa si deve prendere??? Ma come? Sono seguito da due anni da un centro ricerche che mi ha insegnato ad usare l'SRM (lo strumento di allenamento che registra la potenza sui pedali), che mi ha insegnato ad alimentarmi, a capire anche cosa sono i macronutrienti, la massa grassa, il muscolo; un centro dove monitorizzano il mio metabolismo, mi preparano i piani alimentari, gli allenamenti. Mi dicono tutto sulla mia composizione corporea, e adesso mi dicono che la mia performance deve passare per la farmacia. Mi hanno insegnato che in natura trovo tutto ciò che mi serve; ho imparato a demonizzare gli integratori, gli aminoacidi, mi hanno insegnato a vivere da atleta e adesso tu... mi parli di farmacia... mi dici di andare a fare la bmx ... E allora? Ho abbandonato tutto. Sono scappato. Scappato dalle tue parole dai tuoi discorsi di sponsor, di aspettative degli stessi. Sono passato come un rullo compressore sopra me stesso. Il mio lavoro. Il mio credo. Il mio sogno. (...) Sai così tanto di farmacologia e l'unica cosa che hai saputo dire è che sono grasso, e sai perché? Perché forse non riconosci il muscolo dalla "ciccia". Il giorno dopo mi scrivi che mi ammiri, mi dici che troverò una squadra con meno pressioni e aspettative. Bèh, io non ti ammiro, anzi. Ti odio. Ti odio. Ti odio. Era il mio sogno e la tua "merda" l'ha cancellato. Parli di vittorie. Sappilo: ogni volta che un tuo atleta vince il ciclismo ha perso".


fonte: La Repubblica
 

achille

Biker grossissimus
Questa storia deve far riflettere... e il ciclismo non è certo l'unico sport dove accadono certe cose...

Il sogno infranto dal doping "Abbandona, senza non fai nulla"

Riportiamo l'articolo apparso ieri 2 dicembre sul quotidiano "La Repubblica" con firma Eugenio Capodacqua. Davvero una brutta pagina per il ciclismo. Non possiamo e non dobbiamo nasconderci. Sono articoli che non fanno piacere, che ci fanno male. Ci indigniamo, non perchè viene attaccato il ciclismo, ma perchè esistono persone nel ciclismo che lo infangano.

Il drammatico racconto di un giovane ciclista veneto arrivato all'esordio in una competizione importante. Il ds lo esorta a doparsi come i compagni: lui lascia il ciclismo dopo anni di allenamenti e sacrifici.

Il dramma doping nel ciclismo ha radici profonde, che arrivano addirittura ai giovani diciottenni. La storia è da brivido e rappresenta la cartina di tornasole di un mondo che fatica a scomparire: quello in cui un giovane è messo bruscamente di fronte ad una tragica "necessità", quella di aiutarsi farmacologicamente in qualche modo, attraverso la solita deprecabile farmacopea al primo apppuntamento importante. Un giovane veneto (una delle regioni "patria" del ciclismo nostrano) dopo mesi di preparazione, sacrifici e sudore, alla vigilia della prima gara importante si trova davanti il compagno di stanza che si sta facendo una iniezione, chiede lumi al direttore sportivo e da questi, invece di essere ascoltato e apprezzato, viene addirittura redarguito malamente. "Ma tu non lo hai mai fatto da junior?".

Evidentemente no se lo shock per il giovane è tale da spingerlo ad abbandonare i pedali. Anche se sente di avere le qualità per fare bene. Abbandonerà per sempre. Una storia che chissà quante volte si è ripetuta (e chissà quanti talenti sono andati perduti...) e che rappresenta meglio di altre la tragedia del ciclismo nostrano, perché rivela il marcio alla base; un ciclismo abbandonato a se stesso nelle categorie giovanili, pressoché prive di controlli o, peggio, in mano a praticoni che fanno delle sbandierate "esigenze di visibilità dello sponsor" un credo disastroso.

Ecco il drammatico racconto di un sogno infranto per colpa del doping.
"Finalmente è arrivato. Mesi di preparazione, a sputare sangue, uscite di ore a diversi gradi sottozero e adesso finalmente l'epilogo del mio sogno la mia prima corsa da under 23. Finalmente. Grande squadra, grandi aspettative, ottime sensazioni, ottimo lavoro svolto. Ed eccomi al raduno pre gara: mancano due giorni all'evento. Soprazocco (il trofeo di Soprazocco, importante gare Under 23 n. d. r.) mi sta aspettando. Parto da casa alla mattina presto, così sarò con gli altri in tempo per l'ultima uscita con i compagni. Ottime sensazioni: malgrado la nebbia, ci sono. Mi alleno, mangio, cerco di entrare nell'ambiente. Il tempo scorre. E' sera: il mio sogno continua. E si avvicina. Entro in stanza: vedo un compagno seduto con una siringa in vena. Boom boom boom..... il cervello mi scoppia. Ma cosa sta facendo? Ma... il mio sogno e gli insegnamenti dei miei tecnici, "non hai bisogna di nulla: preparazione, serietà e cuore bastano per fare un campione", mi dicevano. Tutto finito. Forse. Corro dal ds. Sono sgomento. Mi tratta come una merda. Mi calpesta, non mi ascolta. E poi mi dice: 'Ma come? Tu non lo hai mai fatto? Neanche da junior ? Impossibile correre senza. Non si recupera'. Ma senza cosa ??? Ma cosa si deve prendere??? Ma come? Sono seguito da due anni da un centro ricerche che mi ha insegnato ad usare l'SRM (lo strumento di allenamento che registra la potenza sui pedali), che mi ha insegnato ad alimentarmi, a capire anche cosa sono i macronutrienti, la massa grassa, il muscolo; un centro dove monitorizzano il mio metabolismo, mi preparano i piani alimentari, gli allenamenti. Mi dicono tutto sulla mia composizione corporea, e adesso mi dicono che la mia performance deve passare per la farmacia. Mi hanno insegnato che in natura trovo tutto ciò che mi serve; ho imparato a demonizzare gli integratori, gli aminoacidi, mi hanno insegnato a vivere da atleta e adesso tu... mi parli di farmacia... mi dici di andare a fare la bmx ... E allora? Ho abbandonato tutto. Sono scappato. Scappato dalle tue parole dai tuoi discorsi di sponsor, di aspettative degli stessi. Sono passato come un rullo compressore sopra me stesso. Il mio lavoro. Il mio credo. Il mio sogno. (...) Sai così tanto di farmacologia e l'unica cosa che hai saputo dire è che sono grasso, e sai perché? Perché forse non riconosci il muscolo dalla "ciccia". Il giorno dopo mi scrivi che mi ammiri, mi dici che troverò una squadra con meno pressioni e aspettative. Bèh, io non ti ammiro, anzi. Ti odio. Ti odio. Ti odio. Era il mio sogno e la tua "merda" l'ha cancellato. Parli di vittorie. Sappilo: ogni volta che un tuo atleta vince il ciclismo ha perso".


fonte: La Repubblica

Dovrebbe essere affisso in ogni palestra e dato come promemoria a tutti i tesserati
 

Bed

Biker poeticus
4/6/03
3.502
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Dovrebbe essere affisso in ogni palestra e dato come promemoria a tutti i tesserati


Invece è disgustoso. Faccio notare che:

- L'articolo è un pezzo copia-incollato di un paio d'anni fa: http://www.dopingfree.org/journal-container/il-manager
- Peggio, il pezzo è omertoso, non un nome, non una considerazione.
- E' fuori tempo: la stagione ciclistica è finita ma un po' di mer*a ai pedalatori non si risparmia. Mai.
- Quindi si continua a "sparare sulla crocerossa", come se il resto del mondo sportivo fosse lindo e limpido.

E' un pezzo di stupidità gratuita che va bene forse in un mondo di idioti.


ma anche quelli di Solobike, manco google... :ueh:
011.gif
 

achille

Biker grossissimus
Invece è disgustoso. Faccio notare che:

- L'articolo è un pezzo copia-incollato di un paio d'anni fa: http://www.dopingfree.org/journal-container/il-manager
- Peggio, il pezzo è omertoso, non un nome, non una considerazione.
- E' fuori tempo: la stagione ciclistica è finita ma un po' di mer*a ai pedalatori non si risparmia. Mai.
- Quindi si continua a "sparare sulla crocerossa", come se il resto del mondo sportivo fosse lindo e limpido.

E' un pezzo di stupidità gratuita che va bene forse in un mondo di idioti.


ma anche quelli di Solobike, manco google... :ueh:
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Carissimo ci puoi mettere un nome qualsiasi..ne vuoi uno? Mettici Pinco Pallino che va benissimo! Vuoi dei nomi chiamami al cellulare che non ho problema a farti parlari con chi ha vissuto una storia simile...
 

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Biker perfektus
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Ragazzi la lettera può essere vera o falsa ma sappiamo benissimo come vano le cose!


sono d''accordo sul fatto che sia un discorso di mentalità più che di nomi, però sostengo che se pinco pallino, colto positivo, fosse radiato a vita si inizierebbe un lento ma costante lavoro ai fianchi.
Finiranno prima o poi.....ne radieranno tanti ma i nuovi potrebbero imparare qualcosa di buono.
Credo che manchi la volontà delle federazioni, che sanno tutto ma coprono anche tutto.
 

achille

Biker grossissimus
sono d''accordo sul fatto che sia un discorso di mentalità più che di nomi, però sostengo che se pinco pallino, colto positivo, fosse radiato a vita si inizierebbe un lento ma costante lavoro ai fianchi.
Finiranno prima o poi.....ne radieranno tanti ma i nuovi potrebbero imparare qualcosa di buono.
Credo che manchi la volontà delle federazioni, che sanno tutto ma coprono anche tutto.
Si OK ma basta a dire sempre che il ciclismo non è l'unico sport e bla bla bla ...si lo sappiamo... e se anche è <<E' un pezzo di stupidità gratuita che va bene forse in un mondo di idioti.>> va sempre bene ricordarle queste cose, perchè c'è tanta merda anche fra di noi, e questo non è forse un mondo di idioti?
 
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sono d''accordo sul fatto che sia un discorso di mentalità più che di nomi, però sostengo che se pinco pallino, colto positivo, fosse radiato a vita si inizierebbe un lento ma costante lavoro ai fianchi.
Finiranno prima o poi.....ne radieranno tanti ma i nuovi potrebbero imparare qualcosa di buono.
Credo che manchi la volontà delle federazioni, che sanno tutto ma coprono anche tutto.
Verissimo. Il clima di omertà :omertà: è quantomai esteso a ogni livello.
Atleti, DS, Dirigenti delle varie Federazioni... :arrabbiat:
E' una situazione di comodo nella quale tutti hanno di che guadagnare.

La radiazione a vita non la introdurranno mai come prima e unica sanzione nei confronti di chi venisse colto positivo al doping.

I motivi sono analoghi a quelli del mondo del calcio, dove sono anni che si invocano dispositivi elettronici e moviole in campo per rendere obiettive le decisioni arbitrali (sport come il football americano, il rugby, il tennis hanno già da tempo l'aiuto della tecnica).

Il cambiamento deve avvenire dalla base, cioè da noi atleti. :medita:
Finchè ci saranno ciclisti che si doperanno o calciatori che segneranno di mano senza dirlo all'arbitro (che può anche perdersi qualche dettaglio, il campo di calcio ha una superficie di 7 km quadrati), questo Mondo di M.... non cambierà mai.
 
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