E' la mia seconda dsb, ma l'esperienza dell'anno scorso mi ha fatto notare che ci sono un sacco di ristori ben forniti, e quindi mi viene da alleggerire il peso del cibo da portare.
Ovviamente ai ristori non trovi gli eventuali gel o barrette che sei abituato ad usare ( se li usi), ma troverai panini, frutta, merendine e quant'altro si possa considerare da ristoro in gara.
Il meteo condizionerà il tipo di abbigliamento da indossare e da portare con se: deciderai il giorno della gara cosa mettere e cosa portare.
Se non vuoi sbagliare, porta con te tutte le variabili di abbigliamento per poi scegliere la domenica a seconda del meteo, tenendo presente che non è una gara da 2/3 ore ( a meno che tu non faccia il corto e che tu vada forte) e che il tempo in montagna cambia molto in fretta.
Per quanto mi riguarda io farò come ti ho scritto, portando in albergo tutto e scegliendo la domenica, mettendo qualche gel e qualche barretta, ma niente di più.
sono d'accordo con te che ai ristori trovi di tutto e anche di più... ribadisco invece (quello che hai detto anche tu) che in montagna il tempo cambia velocemente quindi non bisogna farsi ingannare dal sole mattutino che potrebbe nascondere l'acquazzone nel pomeriggio... Dolomiti Super Bike 2008 dalla Croda Rossa in poi PIOGGIA PIOGGIA PIOGGIA! o addirittura l'epica edizione SOSPESA per NEVE!!! avete letto bene NEVE a metà luglio... ma l'alta montagna è così il post di the.mtb.biker di un'edizione passata della DSB rende ampiamente l'idea...
Originalmente inviato da the.mtb.biker
tanto per capirci... quest'anno mi sono mancate queste sensazioni e queste emozioni, dettagli e particolari che ti restano dentro per molto tempo:
DOLOMITI SUPERBIKE 2005
Dopo l'edizione da tregenda del 2004 sono ancora qui, in griglia di partenza, non contento della traumatica esperienza vissuta lo scorso anno con pioggia freddo e neve(magra consolazione, almeno posso dire "IO C'ERO").
Obiettivo dichiarato: i 111km. e 3000m. di dislivello del percorso lungo, soprannominato "The hardest mountain bike in the Dolomites". La condizione, testata più volte su lunghe distanze, c'è; unica incognita, la resistenza oltre le 6 ore e mezza di corsa: la salita finale di Prato Piazza è lo "spauracchio" di giornata.
Però, c'è un però... viste le brutte esperienze avute con il mix
freni v-brake / pioggia, se il tempo dovesse essere inclemente, devierò mestamente sul corto di 60km., buttando al vento mesi e mesi di preparazione finalizzati a questa corsa.
E infatti la sfiga sembra perseguitarmi: al mattino il tempo incerto mi fa piombare nell'incertezza... lungo o corto? E impazzisco: LUNGO! Meglio ritirarsi provandoci, che rinunciare in partenza! Carico lo zainetto con tutto quello che ho di pesante: mantellina, giacca invernale, guanti e copriscarpe, gambali. Può fare tutto il freddo e la pioggia che vuole, ma quest'anno non mi frega!
In griglia scruto il cielo attorno: verso San Candido è un po' più brutto, ma non sembra piovere, almeno a breve termine. Intanto si parte, verso la prima salita di giornata: come sempre è il solito sorpassarsi continuo pur di guadagnare quei pochi secondi che all'arrivo significano.....BOH???? Per fortuna arriva presto il bivio 59km. - 111km., e vedo quello che mi aspettavo: quelli del lungo sono quasi tutti stranieri, mentre la gran parte degli italiani gira per la strada più facile. Riconosco molti che affollano i circuiti crosscountrystici Veneti, della serie "testa bassa e pedalare", che fanno di tutto pur di guadagnare il 231° posto....andate, andate, XCisti scansafatiche che non siete altro!
Una vera e propria liberazione: adesso finalmente non c'è più traffico, e dopo una breve discesa tecnica inizia la salita più "facile" di giornata, nella Valle San Silvestro, a mio avviso la più spettacolare, paesaggisticamente parlando. Il torrente scorre a pochi metri dalla strada, accompagnando gli affanni dei biker con il suo scrosciare nei pressi del ristoro: prima abbuffata di dolci, barrette, frutta e bevande (eh, la strada è ancora lunga...).
Arrivo in cima senza particolari problemi, a parte due brevi soste per controllare la
catena che per un momento non voleva saperne di salire sulle corone. Al Passo San Silvestro mi fermo per indossare la mantellina (lo scagotto è sempre in agguato...), e il "baffo" dei Vigili del Fuoco, sigaretta in bocca, mi aiuta gentilmente a indossarla e a rimettermi lo
zaino. E giù in picchiata!Si fa per dire... ordine imperativo: prudenza e salvaguardia del mezzo; non si può lasciare nulla al caso, in 7-8 ore può succedere di tutto: infatti la prima goccia di pioggia che cade ("TIC!") sul mio casco viene accolta con una sonora imprecazione. La pioggia deve avermi sentito, difatti smette qualche minuto dopo.
Velocissima discesa prima facile, poi più tecnica fino a Versciaco, dove sbagliando una curva rischio di beccare l'ennesimo fotografo di una lunga serie(è già la quarta volta quest'anno...). In un batter d'occhio si è a San Candido, non prima di aver evitato un topino suicida, piombato all'improvviso in mezzo a cinque bikers, e uscito miracolosamente illeso. Giro della piazza, secondo ristoro e seconda abbuffata.
Terza salita, la più temuta, la più bastarda e infida, verso Monte Elmo: provata la settimana prima sono andato in crisi. Il cartello dice "UPHILL 6KM", solo che poi la discesa arriva dopo altri 9 km di continui strappi e saliscendi... La prendo con calma, pian pianino e dopo poco (si fa per dire...) sono in cima al "Bergpreis", Premio della Montagna (ormai ho imparato il tedesco a forza di sentir parlare 'sti crucchi italianizzati...).Terzo ristoro e terza abbuffata.
Breve tratto spettacolare ma un po' pericoloso in single track e poi....LA STALLA!!!! Ho sempre sognato di passarci dentro, vedendo le foto con i biker a pochi centimetri dalle mucche, un passaggio inimitabile. Ci passo dentro, gettando lo sguardo alle mucche che ci indifferenti ci osservano passare; è questione di un attimo, poi sono fuori. Bellissimo e caratteristico (letamaio e odore compresi solo nel secondo); il saluto alla padrona di casa (la donna, non la mucca...) che controlla sulla soglia della porta è d'obbligo. Viene ora la seconda parte di salita, ma questa volta non mi frega: la affronto con calma risparmiando le forze per l'ultimo ripidissimo tratto. In cima mi preparo per la discesa, distante solo qualche chilometro di saliscendi.
E inizia a piovere... mi butto in discesa mollando i freni (così non si consumano) tentando di arrivare giù il prima possibile. Esco dal bosco a Bagni di Moso e la pioggerellina si fa più fitta. Sono quasi a Sesto, solo che quel genio di Kurt Ploner (l'organizzatore) ha cambiato all'ultimo il percorso, facendoci passare per dei saliscendi inaspettati nel bosco. Qui mi sorpassa un tandem.........rimango a bocca aperta: davanti un rastaman con i capelli lunghi un metro e mezzo intento a "pilotare", dietro un tizio senza le mani sul manubrio (tanto non guida lui...) che cantano e quello dietro fa persino la ola... mitico!!! Li perdo di vista, li rivedrò solo all'inizio dell'ultima salita, ad animare il ristoro con la loro allegria (chissà cosa si son fumati... ma glielo fanno l'antidoping?)
Arrivo a Sesto dove al ristoro (vi risparmio l'abbuffata) inizia a piovere sul serio. Adesso spero che nessuno dell'organizzazione legga... l'anno scorso dissi testuali parole: "Spero che piova così ho la scusa per non fare il lungo", e si sa bene come andò a finire; quest'anno, invece, ho detto: "Se proprio deve piovere, che piova da Sesto in poi". Oh....porto proprio sfiga!
Insomma, la discesa da Sesto è facilissima, un lungo falsopiano dove a malapena vedi il cartello traumatizzante dei "50KM" all'arrivo. Poi iniziano i Baranci, il cartello recita "UPHILL 2,7KM", ma in realtà sono 2 + 0,7: la prima parte ripida ma percorribile, passando a fianco delle freschissime (anzi, gelate) sorgenti di San Candido (la Kaiserwasser, l'Acqua dell'Imperatore... ammazza come so bene il tedesco!), la seconda, dopo 200m. di pianura, praticamente impossibile, se non per brevi tratti. Tra la pendenza elevata e il fondo sconnesso, ci si deve rassegnare a farla tutta a piedi. In cima altro "Bergpreis" con ristoro annesso. Mi piazzo sotto il gazebo e mi rendo conto che sta piovendo parecchio; per fortuna ho solo 3km. di discesa e poi 30km. di pianura e salita. Intanto mi metto il giubbino (così il sudore esce ma l'acqua non entra, e posso tenerlo anche in salita), solo la prima delle mie offensive contro il freddo.
Nei 3km. di discesa mi congelo, arrivo giù con le mani ibernate: tornano i fantasmi di un anno fa. E lo spauracchio ormai non è più la salita finale, bensì la discesa: 20km. di picchiata con freni inutilizzabili potrebbero essere un problema... Il morale scende ulteriormente al ristoro a Dobbiaco, dove le voci che arrivano sono sconfortanti: "Fate presto! A Prato Piazza ci sono 3° e fra poco nevica!". Fanculo crucco di merda, non portare sfiga, ci sono già io che basto! Comunque nello zaino ho pronti guanti invernali e copriscarpe, oltre alla coperta termica di emergenza trovata nel pacco gara (eh eh... l'esperienza dell'anno scorso è servita a qualcosa...).
Ho un solo pensiero in testa: arrivare in cima il prima possibile. Nella Val di Landro (altro cartello traumatico: "30KM" all'arrivo) mi metto a spingere, pur senza mai forzare eccessivamente, passandone molti che non riescono neanche a starmi a ruota. Poi la ruota dietro sbanda più volte... CAZZO HO BUCATO!!! Mi fermo sotto un albero e ne approfitto per una pisciatina. Poi controllo la gomma, ma è gonfia! Boh, speriamo bene, comunque di qui all'arrivo avrò la stessa sensazione anche altre volte... secondo me si è rotto qualcosa...
E intanto piove, la sterrata ormai è un torrente in piena; nei pressi Carbonin il tracciato va per campi resi un pantano da migliaia di
ruote passateci sopra. Mentre cerco di districarmi nella melma mi accorgo che ha smesso di piovere, e mi si para davanti un fotografo, proprio alla fine di una rampa in discesa. Visti i precedenti, mi fermo un attimo e scendo con calma.
Poi un guado; non mi fido e faccio passare chi mi segue: passa il primo, ok; passa il secondo, ok; passa il terzo....SPLASH!!!!! Una scena degna di Paperissima, con il biker per metà sott'acqua. Gli chiedo se si è fatto male e lo consolo dicendogli che tanto, con tutta questa pioggia, più bagnato di così... Arrivo al ristoro (dev'essere il settimo, ormai ho perso il conto...), dove ritrovo rastaman&socio, e la signorina mi fa una doccia di Coca Cola; anche qui, come prima, "Più bagnato di così...".
Inizio la salita faticando a prendere il ritmo e con in testa due numeri: 7 ( i tornanti) + 2 (i tornantoni) che mancano alla cima. Salgo con un passo basso ma regolare... e 1 tornante ......2......3......4......5.......6... Ristoro!!! Finalmente hanno qualcosa di caldo; qualche colpo di tosse ma fa dolere i reni, dev'essere il freddo. Però intanto esce il sole! La temperatura sale, da 9° fino a 14°. Riprendo a salire, manca poco: ....7° tornante. Ora il rettilineo e poi i tornantoni. Si esce dal bosco, faccio il primo, poi il secondo, infine il cartello "BERGPREIS". Ormai è fatta! Mi fermo al ristoro, riscaldato da un tiepido sole che fa capolino tra le nuvole, riflettendosi sui prati umidi di pioggia. ORMAI E' FATTA! ORMAI E' FATTA!
Un pensiero mi fa tornare con i piedi per terra: la discesa. Però il grande Mr.Ploner ci fa scendere per l'asfalto e non per lo sterrato, rilegato solo all'ultimo tratto di picchiata. All'albergo Ponticello la convinzione di avercela fatta si fa sempre più viva. Affronto il bellissimo single track con calma, ormai non c'ho più le forze e la concentrazione per spingere. Poi ancora discesa, bella e veloce, la bici regge.
Cartello "4,5KM" all'arrivo, perfino i Carabinieri mi incitano, poi ultimo strappo: lo faccio di slancio, con la testa più che con le gambe; degli spettatori mi incitano, "E' FATTA! E' FATTA!" gli dico. A un chilometro dall'arrivo mi raggiunge e sorpassa un biker: lascio che vada, oggi la mia corsa l'ho vinta... 500M....250M.... ultima curva.
Il rettilineo finale è stracolmo di gente, mai vista una cosa simile a 3ore dall'arrivo dei primi. Sono stordito dalla confusione, tutti che applaudono e incitano, mi vengono i brividi. Farei lo sborone tagliando il traguardo a braccia alzate, ma non voglio fare la figura dell' "ebete" come Checco e RobyC. L'arrivo è in discesa, forse troppo veloce per goderselo dopo quasi 8 ore di corsa. Leggo il tempo: 7h4......... non faccio in tempo a leggere che ho tagliato il traguardo sbucando dall'angusta stradina nella grande piazza di Villabassa, piena di gente, musica e festa.
Mi fermo qualche secondo appoggiato al manubrio a pensare, commosso....... L'HO FINITA!!!!!!!!!!!
Quasi otto ore in giro per i monti, tre ore di pioggia, flash nella mente come immagini a ricordo di una giornata eccezionale: paesaggi magnifici, pubblico numerosissimo, e poi il topino suicida, la stalla, il tandem del rastaman, il tuffo nel guado, i Carabinieri che mi incitano....
Poco conta essere arrivato quarto di categoria: quella di oggi non è stata una gara, è stata una avventura, una lotta contro se stessi, un andare oltre i propri limiti; una vera e propria pazzia insomma, una meravigliosa pazzia.