Fra i tanti problemi che interessano il territorio dei Castelli Romani e in particolare le zone sedi di ampi insediamenti boschivi, cè senza dubbio quello degli incendi che, nel periodo
estivo, si sviluppano con estrema frequenza, con grave pericolo per lincolumità degli abitanti e rilevanti danni per lambiente.
Oltre agli incendi estivi, è dato rilevare, particolarmente durante la stagione piovosa, il verificarsi di eventi franosi, dovuti agli insensati e selvaggi interventi di disboscamento e alla mancanza di interventi di regimentazione delle acque superficiali, nonché caduta di ami e di alberi sulle linee elettriche e telefoniche, con frequenti interruzioni dei relativi ervizi. Sembra logico ritenere che, al fine di eliminare o minimizzare gli inconvenienti che bbiamo ricordato, lunico intervento ipotizzabile è un serio piano di prevenzione. È evidente che un efficace piano per la regimentazione delle acque superficiali può essere realizzato olo facendo ricorso a rilevanti fonti di finanziamento che, prima o poi, dovranno essere rovate. Interventi di prevenzione, finanziariamente poco onerosi, devono essere invece ttivati e incrementati subito. Ci riferiamo alla carente sorveglianza tesa a impedire gli ncendi dolosi che, tutti gli anni, nel periodo estivo, vengono provocati nei terreni adibiti a pascolo e che, ogni anno, arrivano a interessare gli insediamenti boschivi e a minacciare le abitazioni. Ci riferiamo alla carente sorveglianza tesa a impedire il disboscamento selvaggio. Ci riferiamo alla totale assenza di manutenzione degli alberi e di pulizia del sottobosco. Molti, se non tutti, i compiti di effettuare la sorveglianza in proposito sono
di competenza del Corpo Forestale dello Stato. Esso effettua la sorveglianza della zona per mezzo di tre Comandi (Rocca di Papa, Monte Compatri, Palestrina) con scarso personale operativo (in totale cinque persone) e con notevole carenza di mezzi, in un territorio coperto da circa 4.000 ettari di boschi. Anche nel contesto Bisogna prevenire, anche perché, curare costa di più Un canadair, impiegato per spegnere gli incendi, costa circa 5 o 6 milioni di lire allora delle attuali strategie tendenti alla riduzione della spesa pubblica, si sta ipotizzando, a livello governativo, la riorganizzazione delle strutture locali
del Corpo Forestale, che non vorremmo si concretasse in una ulteriore riduzione del personale operativo e dei mezzi e nella soppressione di alcuni Comandi di zona. È opportuno, a titolo esemplificativo, richiamare lattenzione delle autorità competenti
anche sul costo che la comunità deve sostenere per gli interventi di emergenza. Si stima che il costo del volo di un aereo tipo «canadair» correntemente impiegato per spegnere gli incendi, soprattutto in zone boschive, si aggiri intorno a 5 o 6 milioni di lire allora.
A parte ogni altra considerazione sulle opportunità di evitare pericoli per la popolazione e danni al patrimonio ambientale, ci sembra che anche considerazioni di natura economica impongano di privilegiare il principio in base al quale «è meglio prevenire che curare».
Lorenzo Villa