Penso non ci siano problemi ad acquistare componenti strutturali di brand cinesi, a patto che siano naturalmente di buona qualità. In cina si può trovare qualità di tutti i tipi , il cycling lo reputo un prodotto a bassa tecnologia se parliamo di materiali, o al massimo si può parlare di tecnologia collaudata e ampiamente sicura , utilizzata da milioni di cinesi e orientali che anche loro fanno MTB e di certo non pervasi da quella sorta di pseudo razzismo che vorrebbe i prodotti europei e occidentali migliori a prescindere , o al massimo prodotti cinesi ma supervisionati dalla superiore capacita tecnica europea.
Ovviamente un terzista va supervisionato , ma una azienda cinese può avere altrettanto know-how di una italiana o tedesca.
In cina sfornano ingegneri ad un ritmo 100 volte superiore a quello italiano , in ambito tecnologico hanno uno know how e esperienza manufatturiera ineguagliabile . Prima ce ne rendiamo conto meglio sarà, soprattutto per noi , perchè il mito della ns superiore capacità tecnologica finirà per infrangersi di fronte alla realtà appena non solo nel resto del mondo , ma anche in europa , sempre + persone se ne accorgeranno e di conseguenza sempre meno gente acquisterà made in europe spinta dalla certezza di acquistare un prodotto di qualità superiore.
E' vero che disturba profondamente sia il dumping commerciale che altre tematiche come spionaggio industrale , brevetti e altri collaterali : se esiste un motivo per comprare italiano o eurpeo è soprattutto questo. Ma non è il basarsi su una politica protezionistica che ci renderà + competitivi , bisogna accogliere la sfida e sfruttare a tutto campo l'occasione del recovery per migliorare i nostri processi produttivi e aziendali senza ricorrere alla scusa della manodopera cinese a basso costo che gli permette di praticare prezzi bassi, in quanto quando prodotto arriva sullo scaffale, la manodopera ha una incidenza assai limitata rispetto al prezzo di vendita. Ci sono eccezioni naturalmente , parti in carbonio etc , ma in generale sono macchinari che sfornano il prodotto , non certo i cinesini chini sui loro loculini.
Ovviamente un terzista va supervisionato , ma una azienda cinese può avere altrettanto know-how di una italiana o tedesca.
In cina sfornano ingegneri ad un ritmo 100 volte superiore a quello italiano , in ambito tecnologico hanno uno know how e esperienza manufatturiera ineguagliabile . Prima ce ne rendiamo conto meglio sarà, soprattutto per noi , perchè il mito della ns superiore capacità tecnologica finirà per infrangersi di fronte alla realtà appena non solo nel resto del mondo , ma anche in europa , sempre + persone se ne accorgeranno e di conseguenza sempre meno gente acquisterà made in europe spinta dalla certezza di acquistare un prodotto di qualità superiore.
E' vero che disturba profondamente sia il dumping commerciale che altre tematiche come spionaggio industrale , brevetti e altri collaterali : se esiste un motivo per comprare italiano o eurpeo è soprattutto questo. Ma non è il basarsi su una politica protezionistica che ci renderà + competitivi , bisogna accogliere la sfida e sfruttare a tutto campo l'occasione del recovery per migliorare i nostri processi produttivi e aziendali senza ricorrere alla scusa della manodopera cinese a basso costo che gli permette di praticare prezzi bassi, in quanto quando prodotto arriva sullo scaffale, la manodopera ha una incidenza assai limitata rispetto al prezzo di vendita. Ci sono eccezioni naturalmente , parti in carbonio etc , ma in generale sono macchinari che sfornano il prodotto , non certo i cinesini chini sui loro loculini.