Mmmmm... volendo si può fare il vecchio percorso, andando dritto, dove c’era stata la frana. Un po’ di tempo fa c’erano delle corde con cui avevano attrezzato un passaggio alto, sopra al buco che si era creato. Sempre che esista ancora, non era comunque molto divertente, e pure scomodo; anzi, meglio essere in due per passarsi le bici. Ma parlo di un paio di anni fa, l’ultima volta che ho provato, non ricordo con chi (
@emmellevu?)
Ultimamente faccio quasi sempre le radici, che però sono affiorate ancor di più, e rendono molto difficile aggirare il primo albero, oltre alla pendenza. Quando erano ragionevoli, un paio di volte ero riuscito ad arrivare al pezzo ora staccionato con assi sulla destra, senza poi riuscire ad affrontare le successive radici in curva a sinistra. Prima ancora, per chi lo ricorda, si passava sotto il primo albero, ma ora la salita, già difficile prima, è completamente scavata, già da qualche anno.
Quindi , negli ultimi due anni, spingo a piedi, da dove riesco ad arrivare, mettendoci un po’ prima di poter risalire in sella.
In pratica, l’unico modo per evitare quel tratto (frana o scarpata con radici), per quel che mi ricordo, è passare dalla strada asfaltata che sale da Gerno a Lesmo, prendere il primo bivio asfaltato a sinistra, e quando l‘asfalto finisce “cercare” il Pego, che comunque si vede, stando sulla sinistra dei campi. Si arriva alla prima radura leggermente in discesa che si lascia sulla destra quando il percorso diventa abbastanza lineare. Anche questa soluzione non è bellissima, perché ti fa tagliare forse quasi un km del Pego “classico”, oltre a farti fare un giro più lungo in salita su asfalto. E quindi, pure questa non l’ho più fatta da circa 3 anni.
Un altro percorso che ho provato recentemente è stare nel greto del torrente già dall’inizio. Molto faticoso, con sassi smossi, rocce e scalini da fare “controcorrente“, quindi tendenzialmente anche se leggermente in salita, e molta sabbia. Inoltre cambia ogni volta, anche dopo piccole piogge. Con fatica, e utilizzando brevi tratti di sentiero direi sempre sulla sinistra, si arriva ai piedi del piccolo baratro iniziale, quello su cui è stata messa un asse per scendere, in questo modo evitandolo. Tutto sommato quella del greto è una soluzione forse da preferire in discesa (piccoli drop a favore), quando si fa il Pego ”al contrario”, che poi sarebbe la direzione dell’acqua. Cosa che faccio raramente, ma anche qui una volta ho provato lo stesso tratto dal baratro all’ingresso; pure in questo caso non ricordo con chi...
PS: all’inizio (la sbarra mi pare ci sia ancora, ma forse è sempre aperta), non c’è niente da fare, bisogna stare prima a sinistra ed alla prima occasione portarsi a destra, a differenza di quel che si faceva una volta. Oppure stare nel greto, come spiegato.
Bel casino, ma poi, come avrai visto, superate queste difficoltà iniziali, il percorso fino al ponticello prima di Brugora è sostanzialmente lo stesso di qualche anno fa, con piccole varianti...