Scusate il linguggio poco tecnico ma dopo essermi documentato provo a verificare se ho capito i vostri discorsi:
In pratica la corona anteriore più piccola meno denti ha e più “potenza”riesci a mettere giù e ti aiuta di più nelle salite impegnative?
È una questione meccanico/tecnologica (Mauuuu... dove sei?
) commista ad aspetti di “scienza del gesto atletico”.
In pratica, e molto superficialmente, una volta era difficile far funzionare bene, con le corone ed i pignoni a disposizione, differenze tra la corona più grande e quella più piccola superiori a 12 o 13 denti, come pure tra i pignoni posteriori. Senza contare tutti i possibili incroci.
Poi, pian piano, si è riusciti a far funzionare bene corone con differenze ora anche di 16 denti (il 50/34 delle attuali compact...), e ancor di più tra il pignone più piccolo e quello più grande, che ormai sono a distanza persino di 20/21 denti.
Accompagnata da questi progressi meccanici, si è progressivamente diffusa anche, abbastanza recentemente, l’idea piuttosto giusta che rapporti più leggeri siano di molto aiuto in aspetti non secondari in uno sforzo di “endurance”, di cui il ciclismo è probabilmente l’esempio più lampante.
In effetti è vero il contrario di quanto scrivi: le potenze più alte si raggiungono con rapporti più “duri”, ma la cosa nello sforzo prolungato non paga.
Personalmente, credo si andrà sempre più verso un unico cambio (quello posteriore), moltiplicando sempre più il numero dei rapporti disponibili alla ruota (i pignoni), magari attraverso soluzioni diverse dalla
catena.