Sono perfettamente d'accordo. Il guaio è che già ora dove queste zone più meritevoli di tutela esistono (dove i comuni hanno tabellato rendendo effettivamente applicabile la legge regionale) vengono sistematicamente ignorate da gruppi di motard.Io continuo a pensare che divieto indiscriminato è una soluzione poco felice e poco intelligente.
Molto meglio sarebbe, a mio parere, regolamentare l'accesso. Bisognerebbe individuare zone in cui è consentito il transito ed altre dove deve essere bandito. Sarebbe pratico per chi deve controllare e sarebbe utile per chi ci transita. Sapere che sul quel tracciato si possono incontrare moto (o freerider in discesa) è un aiuto alla sicurezza.
L'ambiente montano non è composto solo da aree da proteggere, parchi e seconde case. Esistono anche zone (la maggior parte, a mio parere) dove il transito non arrecherebbe disturbo a nessuno.
Esistono strumenti in grado di valutare l'impatto ambientale per ogni tipo di attività. perchè non usarli per valutare l’effetto delle moto sull’ambiente? Chi deve decidere per tutti (e non solo per alcuni) pensarci. Almeno si parlerà di fronte a dati concreti ed eviteremo di intestardirci a fare guerre di religione.
Permettimi di dire che il paragone non è corretto. Tu esci di casa ed inforchi la moto, ma la quasi totalità degli enduristi carica la moto sul carrello o nel furgone e guida per i suoi bravi 50-100 km, quindi il livello di inquinamento sale e di parecchio. Per quanto riguarda il trattore, occorre riconoscere che non si muove per divertimento, ma per lavorare (e duramente, a volte).Ecco quanto inquino con la mia moto: uscendo tre volte a settimana brucio poco più di 2 litri di benzina (un pieno di serbatoio), producendo circa 1 kg di CO2.
Per paragone: chi viene dalle mie parti a cercare funghi partendo da milano, consuma in un solo giorno 4 volte di più, producendo attorno ai 14 kg di CO2, mentre un trattore che parte dal paese è attorno al chilo di co2 per viaggio (sono 2 conti stupidi fatte con tabelle EU..).
Lato rumore, presumo di essere a posto. La moto è standard e omologata.
Massimo rispetto Purtoppo pochi fanno come te.
Io sto prendendo come riferimento i miei luoghi, dove necessariamente è possibile girare solo in una fascia non molto ampia tra l’alta montagna ed il lago. Sentire però che in maremma non si può circolare neanche sulle linee tagliafuoco e che in umbria hanno chiuso ogni tracciato fuoristrada (entrambe zone dove l’ambiente boschivo predomina largamente sul resto) mi fa pensare che si stia calcando eccessivamente la mano per nulla.
Ti consiglio di controllare le fonti normative ed i divieti effettivi. In Toscana (di cui la Maremma fa parte) sono vietate solo le mulattiere ed i sentieri, così come definite dal Codice della Strada ("strada a fondo naturale formatasi per effetto del passaggio di pedoni o di animali"). Una cessa tagliafuoco, realizzata con i caterpillar, chiaramente non rientra in questa definizione. Ovviamente sono vietate le tagliafuoco all' interno di riserve e simili, non in quanto tagliafuoco ma per precisi motivi di tutela ambientale.
Dai, quanti ce ne saranno mai di vecchi parroci o di pensionati con l'Husqvarna? E comunque chi deve controllare sul posto è in grado di distinguere...Ci sono molti “soliti furbi” tra i motociclisti. Che non hanno rispetto per niente e per nessuno e che non si curano dei danni che provocano. È ovvio che questi “soliti furbi” devono essere puniti.
Questo però è un discorso diverso. Potrei ribattere con un altro esempio. Un parroco del mio paese ha avuto moto da trial per decenni. E per anni si è divertito a passeggiare –in moto- tra i boschi. Non posso proprio immaginarmelo a derapare su un prato appena tagliato o a sgasare sotto ad una casa.
ricordo anche di un pensionato che con la stessa moto che usava per andare a fare la spesa, la domenica pomeriggio si faceva il giretto. andava a trovare gli amici per fare quattro chiacchere.
che vogliamo dirgli a questi?