[FONT="]è comunque interessante capire cosa ne pensano alcuni degli altri "utilizzatori" della montagna. [/FONT]
[FONT="]Io abito vicino a lecco. da 27 anni pratico ciclismo fuoristrada, da 23 pratico motociclismo fuoristrada -trial, per essere precisi. Entrambi, nel passato, ad ottimi livelli agonistici. Ho avuto esperienze professionali in entrambi i campi. Nel ciclismo per passione, nel motociclismo per portare a casa la pagnotta. Sono cresciuto con un manubrio tra le mani e una sella sotto il sedere. considerando sempre il motore come un elemento accessorio. La vera passione è sempre stata "l'andare in fuoristrada". [/FONT]
[FONT="]Casa mia confina con il bosco, è l'ultima abitazione del paese. In montagna ci sono cresciuto, ci sto vivendo, voglio farci crescere i miei figli e conto di poterci morire. Io, la mia famiglia e i miei amici abbiamo sempre vissuto con la cultura della montagna. I prati e i sentieri sono, e saranno sempre, il nostro parco giochi, il nostro sfogo quotidiano e l'ambiente dove le cose accadono. [/FONT]
[FONT="]come è probabilmente comune a molti di voi, questo "amore" è nato con me ed è stato coltivato negli anni. E' cresciuto grazie alla bicicletta. E' cresciuto anche grazie alla moto. perché il motociclismo fuoristrada, se praticato con coscienza e con passione, permette di vivere l'ambiente. in modo diverso rispetto a quanto puoi fare facendo trekking o pedalando, ovviamente. [/FONT]
[FONT="]però vivi comunque le stagioni, incontri comunque gente, sudi comunque su ogni sasso, godi per ogni curva che incontri e per ogni scorcio di panorama che intravedi. Credo che ogni appassionato di mountain biking possa capire di quello che sto cercando di scrivere. Ogni passione, se condotta con dedizione, costanza e impegno fa crescere. il trial mi ha fatto crescere, a dispetto di quanto possa apparire "unpolically correct". se un giorno mio figlio mi chiederà di poter provare, l'accompagnerò sugli stessi sentieri sui quali ho iniziato io, su questo non ho dubbi. spero anche che riesca ad appassionarsi almento quanto mi sono appassionato io. andando contro a tutti quelli che stanno imponendo, o imporranno, il divieto assoluto della pratica del fuoristrada. potrà essere poco istruttivo, sarà facile dire che ai figli si deve insegnare il rispetto delle regole. Però sarà sempre meglio pensarlo a divertirsi tra i boschi che seduto a bighellonare su un muretto a bordo strada. [/FONT]
[FONT="]a mia esperienza, gran parte delle discussioni nascono da un aspetto di fondo: l'intolleranza di un gruppo di persone rispetto alle altre. gruppi che, in un modo o nell'altro, fruiscono dell'ambiente montano per sport o per divertimento. Che quindi dovrebbero avere tutti uguali diritti e uguali doveri (primo tra tutti quello di sottostare alle regole base del buon vivere comune). [/FONT]
[FONT="]Il tutto condito dalle scontate, ovvie e poco lungimiranti decisioni prese dalle amministrazioni (comunali in primis). [/FONT]
[FONT="]Estremizzando (ma non troppo): [/FONT]
[FONT="]i pedoni (trekkers, ma anche chi si fa la passeggiata la domenica pomeriggio) non riescono a concepire la presenza dei ciclisti e dei moticiclisti, considerati come delle carogne insensibili della loro necessità di dover trastullarsi all'aria aperta senza fastidi.[/FONT]
[FONT="]Sentono di avere il diritto morale di poter usufruire di ogni cosa e si sentono derogati ad assumere qualsiasi tipo di comportamento (ad esempio, nel periodo delle castagne. Non c'è proprietà recintata, pianta o sentiero che non debba essere controllato, frugato e ribaltato. Oppure l'ascesa occasionale in alta montagna, quando perdono la capacità di riuscire a mettere nello
zaino la carta del cioccolato, il flacone vuoto della crema solare o il contenitore vuoto del tonno). [/FONT]
[FONT="]i ciclisti non amano i motociclisti. La loro puzza è insopportabile, il loro passaggio è un affronto al loro sforzo e il sorpasso è un'onta che offende la sacra dignità del mountain biker. [/FONT]
[FONT="]ai motociclisti piace passare da vittime del sistema, si sentono frustrati da decisioni che ledono la loro libertà e, facendo forza su questo, sono spesso i primi che attaccano briga al primo richiamo od osservazione. [/FONT]
[FONT="]dalle mie parti l'amministrazione comunale ha dato una stretta alla circolazione in fuoristrada. possono circolare solo i mezzi autorizzati muniti di permesso. permesso che è dato solo a fronte di indiscusse necessità e solo a chi soddisfa alcuni requisiti (dirette proprietà boschive: significa che, paradossalmente, addirittura un coniuge ha difficoltà ad ottenere il tesserino se non è comproprietario del terreno). [/FONT]
[FONT="]Decisione poco intelligente, pilotata anche da alcuni personaggi "forti" abbastanza da far sentire la loro voce, che non porterà a nulla di più che incancrenire la situazione attuale. ho il fortissimo dubbio che qualcuno abbia deciso di forzare la mano all'amministrazione perché non vuole essere disturbato dal rumore delle moto quando prende il caffè sotto la veranda del suo casello (raggiunta ovviamente con la jeep
)[/FONT]
[FONT="]a mio parere sarebbe stato molto più utile, intelligente e "moderno" spendere un po di tempo e voglia per risolvere la situazione una volta per tutte, individuando i percorsi effettivamente percorribili in moto (percorsi che sarebbe bene segnalare anche per le biciclette, che possono essere molto più pericolose delle moto, checchè se ne dica. qualcosa, in questo senso, da me ci si sta muovendo. vedremo gli sviluppi). [/FONT]
[FONT="]personalmente non ho alcun problema quando esco in moto. non mi sento, né mi sono mai sentito, un delinquente o un approfittatore. [/FONT]
[FONT="]non ho mai invaso le proprietà altrui, non ho mai devastato nessun prato o distrutto alcun sentiero. non mi sono mai azzardato ad andare in alta montagna. rimango sempre nelle zone che da sempre sono state percorribili dai mezzi. Mi fermo per fare passare le biciclette o le persone a piedi. Accosto quando incontro qualcuno a cavallo, spengo la moto quando incontro bambini. [/FONT]
[FONT="]Ultimamente, poi, ho deciso di fare trial solo nei letti dei fiumi per non dare alcun appiglio a qualsiasi discussione. insomma, ho raggiunto il mio compromesso. Vivo la mia passione con coscienza e con la consapevolezza di nn causare alcun danno. come detto al mio sindaco, proprio in occasione dell'entrata in vigore delle norme sopra, sfido chiunque a riconoscere i segni lasciati dalla mia moto. Oppure ad individuare qualsiasi porzione di bosco rovinati dal mio passaggio. si riconoscerrano le tracce lasciate dalle jeep della forestale, forse. oppure quelle dei trattori o i segni lasciati da una ignobile ruspa portata -trascinandola- sino a 500 metri di quota usata solo per accatastare meglio la legna. Ruspa che, ne sono sicuro, sarà lasciata sotto una pianta a marcire quando non sarà più utilizzabile. [/FONT]
[FONT="]In sostanza, credo che oltre alla coscienza ed all'educazione dei singoli individi (questo significa non accampare scuse quando si ha a che fare con gli incivili, da qualunque parte stiano, e punire tutti i comportamenti scorretti) l'amministrazione debba fare un passo in più. deve valutare una volta per tutte cosa può essere fatto, come e dove. deve mettere in piedi un minimo di regole accettabili da tutti, ricordandosi che i compromessi e le limitazioni non devono sempre essere limitate da una parte sola. [/FONT]
[FONT="]la salvaguardia dell'ambiente è una cosa seria. cancrenirsi solo un aspetto del problema senza avere la lungimiranza di capire le esigenze di tutti è uno sbaglio che, all'atto delle cose, può anche essere confuso con arroganza [/FONT]
[FONT="]scusate per la lunghezza dell'intervento. mi sono lasciato un po andare[/FONT]
[FONT="]Fabio[/FONT]