Boh... ammetto che le gare
gravel non mi trovano assai favorevole alla loro esistenza: si cerca, magari, di dare un senso a tutte quelle bici, gravel, più agonistiche rispetto all'idea originaria del gravel, che pure quella comunque è cambiata abbastanza nel corso degli ultimi anni.
Adesso come adesso dire "gravel" significa parlare di un grande insieme composto da 2 sottoinsiemi abbastanza ben distinti: gravel veloci, tipo 3T Exploro, Wilier Rave e gravel più "rilassate", che permettono copertoni da 700x45/50, geometrie più da bici endurance, attacchi praticamente ovunque per borse e borsette che non fa radical chic, ma fa esigenza: prova a girare con tutto quell'armamentario stipato nello zainetto che ti porti sulla schiena, poi mi dirai che cosa significa "radical chic" (e parlo da persona che gira con lo
zaino, ma sta seriamente considerando l'acquisto di un set di radical chic borse). E non occorre partire per chissà che viaggio: basta prendere la bici, uscire in ottobre e passare agevolmente da 100 metri sul livello del mare per ritrovarsi poi attorno ai 2000, per poi ridiscendere. A quel punto lo zaino sarà anche troppo poco capiente per contenere il minimo di abbigliamento necessario.
Vero che per certi versi puoi fare altrettanto con una front da 29, magari come nel mio caso dotata di forca rigida. Però rimangono 2 cose diverse, 2 impostazioni diverse. Con la front non ti spari 100 km di asfalto solo per l'avvicinamento (anche se sono arrivato vicino a farlo), per farne poi altrettanti di salita e rientro a casa. Con la gravel si. E se usi una gravel con le gomme giuste, non ti importerà nulla se lungo il percorso troverai strade bianche o un po' scassate. Con la bdc invece starai lì, attento a non bucare il copertoncino, a non tagliarlo su un sasso.
Insomma: la gravel, correttamente scelta e attrezzata è una bici che non farà bene come una bdc su asfalto o una mtb su sterrato, ma che si difenderà molto bene su entrambi i campi, permettendoti grande libertà di scelta.
Ma per capirlo bisogna avere l'esigenza di questa libertà, bisogna cercarla. Bisogna sentirla... E' quando sbatti su un limite che senti l'esigenza di superarlo. Nel mio caso il limite erano le bdc con copertoni a 8 bar, che sulle strade locali rischi di forare praticamente ogni 2x3.
Come per altri anche per il sottoscritto la prima gravel, che rispetto ai canoni attuali è praticamente una bici da endurance, è stata il portone che mi ha fatto accedere al mondo dei giri relativamente lunghi in bici. Certo non ultracycling, ma 220/250 con dislivelli importanti si. Passare da 5000 km/anno con la MTB a 10000 con un misto tra MTB e gravel fa una discreta differenza.
Ah, ritengo, ma qua andiamo sul personale, che la stragran maggioranza di chi usa una BDC lo faccia perchè non conosce o non è stato avvisato dell'esistenza delle gravel, magari perchè il meccanico/rivenditore ha posizioni simili a quanto letto su questo thread. Il punto è che per apprezzare una bdc devi avere fiato, gamba e preparazione. Ho perso il conto delle volte che ho incrociato ciclisti stradisti che pedalavano, arrancando, su salite qui in zona con rapporti assassini, lamentandosi della cosa e chiedendomi che bici fosse la mia che permette una pedalata così agile, stando seduto, senza tirare il calzino.