Stava per succedere ma stavolta hanno capito che sbagliare per la seconda volta sarebbe stato folle... dopo che ci fu l'aventino nella FASI cercarono di riparare al danno fatto creando la figura dell'istruttore di Arrampicata libera ma non so con che risultati
Beh qua la vedo dura siamo più di 350.000 sicuramente praticanti non più di un terzo e trovare un'assicurazione che sia disposta a fare una polizza per attività extra la vedo dura soprattutto con la mentalità italiana... già sono andati a bagno nel primo anno di rivoluzione dove si assistette alla "fuga" della società assicuratrice...
Vero... ma rimane sempre il dubbio che non ci sia un filtro
Già che siamo in discussione . . . . discutiamone:
Riguardo il discorso delle iscrizioni e delle assicurazioni, bisogna considerare che se solo il 10% degli iscritti alle federazioni sportive che accolgono iscritti non agonisti per soli motivi assicurativi (sport invernali, arrampicata, ciclismo, equitazione, parapendio, nordik walking, canyoning . . . .) probabilmente il numero degli iscritti potrebbe facilmente raddoppiare ma, sopratutto, se uno si deve fare, oltre alla tessera CAI altre due o tre tessere appoggiate ad altri enti, non vedo perché non possa essere il CAI stesso a contrattare una polizza assicurativa extra per le pratiche al di fuori di quelle definite in calendario?
Io personalmente sono sciatore, climber, biker ed in passato andavo anche in kayak ed ho fatto un po' di escursionismo a cavallo.
Attualmente sono socio CAI e FCI e rinuncio a tesserarmi alla FASI ed alla FISI per contenere le spese ma, comunque tiro fuori già 100 euro all'anno. Complessivamente, per un istituto assicurativo, conviene la polizza multidisciplina, poiché se sono a sciare non posso essere contemporaneamente a pedalare. Inoltre chi si allena corre meno rischi di farsi male di chi saltuariamente partecipa alla gitarella della domenica con annessa mangiata ed abbondante bevuta.
Riguardo le lettere alla rivista, non credo che servano filtri, tutti possono esprimere la propria opinione, ma sarebbe opportuno da parte della rivista rispondere, senza innescare inutili polemiche. Gli organi del CAI si sono già espressi in merito e la posizione del Club è chiara ed esplicita: "La montagna è libera e libera ne è la sua frequentazione" salvo fatte le dovute eccezioni per motivi di salvaguardia di specie protette ed altri motivi per i quali esistono specifici divieti, di solito di competenza degli enti locali.
CHIUNQUE PUO' ANDARE IN MONTAGNA A PIEDI, IN BICICLETTA, CON IL CAVALLO, CON IL CALESSE, CON IL MONOCICLO, CON LE CIASPOLE, CON LA MOTO, CON IL QUAD, CON LE PINNE, CON I TRAMPOLI E CON QUALSIASI ALTRO MEZZO PURCHE' RISPETTI L'AMBIENTE E LE ALTRE PERSONE CHE LO FREQUENTANO!!!!!