CAI e MTB: il mio pensiero !

  • Siete di quelli che, quando comincia a fare freddo, mettono la bici in garage e vanno in letargo, sdivanandosi fino alla primavera? Quest’anno avrete un motivo in più per tenervi in forma, e cioè la nostra prima Winter Cup, che prende il via il 15 novembre 2024 e si conclude il 15 marzo 2025.
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climbiker

Biker superioris
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Giant Reign
hai ragione Monorotula ma volevo portare il mio pensiero nellla discussione in corso tra CAI e MTB, tra montanari tradizionali e le nuove tendenze che si avvicinano alla montagna con metodologie che forse sfuggono a me, vecchie ossa, rimasto probabilmente indietro nell'evoluzione delle realtà e delle esigenze locali.
Che dici, ritieni utile riproporlo in qualche altra discussione già in corso ?

Comunque sia,grazie di aver riaperto questa discussione che tace ormai da diversi giorni.
Approfitto per fare un annuncio: ragazzi preparatevi, il raduno nazionale si avvicina.
http://nuke.slowbikeap.it/RadunoNazionale/tabid/65/Default.aspx
 

maxgastone

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hai ragione Monorotula ma volevo portare il mio pensiero nellla discussione in corso tra CAI e MTB, tra montanari tradizionali e le nuove tendenze che si avvicinano alla montagna con metodologie che forse sfuggono a me, vecchie ossa, rimasto probabilmente indietro nell'evoluzione delle realtà e delle esigenze locali.
Che dici, ritieni utile riproporlo in qualche altra discussione già in corso ?
Io non penso che sia cosi' scandaloso portarsi la mtb in salita o discesa a spalle, se non imposto e non danneggia nessuno che male c'e'?

Qua non si tratta tra montanari tradizionali e nuovi... Ma di far capire che la mtb come le altre discipline posso e devono frequentare la montagna a patto che si rispetti tutto il rispettabile... E poi come dice il buon Robobo "... A volte il portage permette di scoprire discese ed ambienti fantastici che in giornata sarebbe difficile percorrere... "

Comunque e' giusto esporre le proprie idee ;-)
 

capataz

Biker superioris
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Rocky Mountain Altitude Rally
Ho appena finito di leggere e guardare le foto di uno degli splendidi servizi realizzati da bikers impegnati in imprese bici-montane.
Essendo amante da lungo tempo delle due discipline, montagna e MTB, ho provato ad esaminare una di queste prove, quella del giro del Monte Bianco realizzata recentemente dai ragazzi del BdB (Bikers di Brescia).
Splendida impresa, molto tosta, ma la domanda che mi sono posto è: come hanno potuto questi ragazzi godere delle emozioni che ti trasmette la montagna se:
-in salita devi spingere 10 Kg. di zaino + ca.13/14Kg. di bicicletta, fare attenzione al fondo, molto spesso infido anche per chi va a piedi, non solo su passaggi esposti ma anche semplicemente percorrendo pendii a mezza costa con pendenze trasversali abbastanza accentuate.
-in discesa, a maggior ragione, devi prestare la massima attenzione esclusivamente al tracciato
Non metto in discussione il “manico” dei bikers ma il tutto con un rischio ben maggiore di quello dell’andare a piedi sullo stesso percorso.
Mi chiedo appunto, quando hanno potuto godere delle splendide panoramiche, delle vette, dei ghiacciai, della flora e della fauna, dell’ambiente montano nel suo insieme, compresa l’esperienza di sostare in un rifugio classico, costruito in legno e sasso con l’atmosfera di complicità e di simpatia che vi regna.
Penso che quei ragazzi abbiano potuto emozionarsi solo nelle brevi soste utili per qualche fotografia quindi, avendo letto nel testo, se non sbaglio, che nessuno di loro era mai stato prima a quelle quote, vorrei suggerire loro di percorrere lo stesso itinerario ma questa volta a piedi e notare la differenza.
Attenzione, questi miei pensieri non solo assolutamente a sfavore della MTB, anzi, essendone amante ritengo che la stessa possa e debba essere praticata in montagna ma su percorsi attrezzati, su carrarecce panoramiche, ma che diano la possibilità di potersi guardare attorno e non dover fissare lo sguardo solo sul terreno, altrimenti il tutto diventa solo una splendida impresa tecnico-atletica realizzata con la montagna semplicemente come palestra.
Scusate l'intrusione.
Non è una intrusione e l'argomento è sempre d'attualità.
Dunque, sono reduce da una settimana camminata in dolomiti tra Pelmo e Civetta, ho goduto le sensazioni che citavi tu e ne sentivo il bisogno dopo un anno intero in mtb. E proprio questo camminare mi ha fatto esplodere una voglia pazza di prendere in groppa la mia mtb per un giro epico nel mio Parco Nazionale dell'Appennino ToscoEmiliano. Ho detto in groppa, proprio così, perchè in realtà non ho voglia di pedalare ma di fare un "giro in montagna", che si pedali o cammini è la stessa cosa. Però adesso, dopo 8 giorni a piedi (ho rotto persino gli scarponi !), lo voglio fare con la mia mtb per provare in modo diverso quelle sensazioni che solo la montagna mi da. Voglio arrivare su cime che normalmente si fanno a piedi e scendere lunghissimi sentieri che portano dai crinali al fondovalle, vedere fiori che nascono solo li e sentire quella sensazione di isolamento che provavano i pastori durante le loro interminabili estati in alpeggio, vedere le Apuane e il mare del golfo di La Spezia e spaziare con lo sguardo fino al Cimone o, se sono fortunato, al Monviso. Se mi limitassi a girare nei percorsi predisposti per MTB o in normali forestali non potrei mai calarmi in queste atmosfere e non c'è ragione per non farlo con la mia fida compagna.
Alla fine tutto questo non è altro che amore per la montagna e credo che il mezzo con cui ci si va possa essere assimilabile ad un abito che scegli in base all'umore del mattino. Oggi voglio vestirmi da biker e ti assicuro che non resterò deluso.
ciao

P.S.
Comunque posso assicurare che camminare con mia figlia di 12 kg nello zaino mi mette nelle stesse condizioni di chi si porta la bici a spalla per svalicare un colle intorno al Bianco. :smile:
 

Little Eagle

Biker superis
1/11/08
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... questi miei pensieri non solo assolutamente a sfavore della MTB, anzi, essendone amante ritengo che la stessa possa e debba essere praticata in montagna ma su percorsi attrezzati, su carrarecce panoramiche, ma che diano la possibilità di potersi guardare attorno e non dover fissare lo sguardo solo sul terreno, altrimenti il tutto diventa solo una splendida impresa tecnico-atletica realizzata con la montagna semplicemente come palestra.
Scusate l'intrusione.

Capisco la tua perplessità. Ti rispondo con la mia esperienza: io non faccio "mtb", non l'ho mai fatta. Faccio escursionismo. Lo faccio cambiando attrezzature a seconda delle condizioni e del tipo di percorso. Se faccio escursionismo di alta quota metto i ramponi, se il sentiero è innevato metto le ciaspole o gli sci da fondo, se la via è ferrata metto casco e imbrago, se il percorso è percorribile con la bici prendo la mia mountain bike. Non per fare mtb, per fare escursionismo (in questo caso sarà "cicloescursionismo", ma è una sottigliezza semantica di scarso rilievo).
Fare escursionismo significa proprio andare in montagna, godere della natura e dei suoi panorami, amarla e tutelarla. Poi anche il camminatore deve guardare a terra dove mettere i piedi, stare attento a non inciampare, concentrarsi nel passaggio esposto o difficoltoso. Come il ciclista, sia che pedali sia che si sobbarchi la bici a spalle mollemente adagiata sullo zaino, anche il camminatore alterna momenti in cui gli occhi sono fissi sul sentiero a momenti in cui lo sguardo si perde nell'orizzonte.
Solo chi fa fatica sa apprezzare la montagna e la sa rispettare. La salita con una bici è più faticosa, per questo la meta di un colle, di un lago, di una vetta assume un sapore più delizioso. E la discesa è boccone ancor più succulento e raffinato. Domandalo ad uno scialpinista, ti darà pressapoco la stessa risposta.

"Anche il ciclista ha un suo perché, come l'alpinista: e nessuno dei due sa spiegarlo" (K. Diemberger)

La riserva indiana del percorso attrezzato ed esclusivo non fa per noi, non è montagna, quella sì che è palestra per il narcisismo tecnico e atletico. Il sentiero attrezzato lo lasciamo ad uso del turista, noi preferiamo esplorare la montagna, perchè senza esplorazione non c'è escursionismo e pertanto nemmeno cicloescursionismo.
 
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Biker serius
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Capisco la tua perplessità. Ti rispondo con la mia esperienza: io non faccio "mtb", non l'ho mai fatta. Faccio escursionismo. Lo faccio cambiando attrezzature a seconda delle condizioni e del tipo di percorso. Se faccio escursionismo di alta quota metto i ramponi, se il sentiero è innevato metto le ciaspole...
...
"Anche il ciclista ha un suo perché, come l'alpinista: e nessuno dei due sa spiegarlo" (K. Diemberger)
...
La riserva indiana del percorso attrezzato ed esclusivo non fa per noi, non è montagna, quella sì che è palestra per il narcisismo tecnico e atletico. Il sentiero attrezzato lo lasciamo ad uso del turista, noi preferiamo esplorare la montagna, perchè senza esplorazione non c'è escursionismo e pertanto nemmeno cicloescursionismo.

Quoto in pieno Little Eagle: sono reduce proprio da una 5gg. in MTB intorno al Bianco auto-organizzata (post della relazione qui sul mio blog -> http://www.mtb-forum.it/community/forum/blog.php?b=2314, non mi hanno autorizzato a pubblicarlo nella sezione raid...), mentre p.esempio questo w.end sono stato in alpinistica alla Levanna Orientale ([url]http://www.gulliver.it/index.php?modulo=itinerari&template=dettaglio&id_gita=4004[/URL]), due modi diversi di vivere la montagna, entrambi caratterizzati da: esplorazione, emozioni, concentrazioni 'tecniche', momenti di riflessione sia sull' ambiente che sul modo di operare piuttosto che sul proprio -io-, svincolati da qualunque 'bendaggio' turistico-globalizzato se non quello del rispetto della natura. Similitudini ed analogie (alpinismo e escursionismo vs. cicloescursionismo) che possono tranquillamente viaggiare su compatibilissimi binari paralleli secondo me. L'esperienza del raid del Bianco è stata splendida secondo me, 2gg. in autonomia + 3 con amico taxi-trekker che ci portava i ns. bagagli di ricambio. Ce la siamo goduta e con 'snellezza' nella pedalata, se uno vuole prendersela con più calma, è sufficiente svegliarsi un'ora prima al mattino, te la godi ugualmente. Portage/spinta: nulla di tanto tanto più faticoso di una bella ed impegnativa in giornata tra i 1500 ed i 2000m. di dislivello, solo moltiplicata per 5 !! ;P)) Gli zaini, ovviamente vanno ridotti all'osso e bisogna organizzare molto bene il gruppo per non portare doppioni di materiale inutili. La scelta dei compagni di gita è *come sempre* fondamentale, così come dei mezzi (lasciatemelo dire), noi fortunatamente nessun problema, nè di guasto meccanico nè di incidenti. UST secondo me fondamentali o comunque pneumatici robusti, nessuna foratura. W la montagna libera !!

PS: e ora penso a Monorotula che ci legge e penserà, guarda queste teste dure, tutti Off-topic, io l'avevo detto di postare l'argomento da un'altra parte, e loro invece continuano... !!! ;-)
 

robobo

Biker tremendus
5/12/07
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Personalmente la montagna a me dà sensazioni bellissime indipendentemente dal fatto che io l'affronti in sella a una bici, su un paio di sci o appeso a una corda .... ovviamente sono sensazioni diverse e andrebbero provate tutte!
Mi sembra quantomai riduttivo, da parte tua, pensare che la montagna possa essere assaporata soltanto caminando a piedi....
Aggiungo che cambiando gli "attrezzi", come li chiama il Buon Little Eagle, avrò la possibilità di spingermi oltre la semplice camminata, e quindi apprezzare la montagna in tutti i suoi molteplici e svariati aspetti siano essi tecnici o stagionali.

Ho appena finito di leggere e guardare le foto di uno degli splendidi servizi realizzati da bikers impegnati in imprese bici-montane.
Essendo amante da lungo tempo delle due discipline, montagna e MTB, ho provato ad esaminare una di queste prove, quella del giro del Monte Bianco realizzata recentemente dai ragazzi del BdB (Bikers di Brescia).
Splendida impresa, molto tosta, ma la domanda che mi sono posto è: come hanno potuto questi ragazzi godere delle emozioni che ti trasmette la montagna se:
-in salita devi spingere 10 Kg. di zaino + ca.13/14Kg. di bicicletta, fare attenzione al fondo, molto spesso infido anche per chi va a piedi, non solo su passaggi esposti ma anche semplicemente percorrendo pendii a mezza costa con pendenze trasversali abbastanza accentuate.
-in discesa, a maggior ragione, devi prestare la massima attenzione esclusivamente al tracciato
Non metto in discussione il “manico” dei bikers ma il tutto con un rischio ben maggiore di quello dell’andare a piedi sullo stesso percorso.
Mi chiedo appunto, quando hanno potuto godere delle splendide panoramiche, delle vette, dei ghiacciai, della flora e della fauna, dell’ambiente montano nel suo insieme, compresa l’esperienza di sostare in un rifugio classico, costruito in legno e sasso con l’atmosfera di complicità e di simpatia che vi regna.
Penso che quei ragazzi abbiano potuto emozionarsi solo nelle brevi soste utili per qualche fotografia quindi, avendo letto nel testo, se non sbaglio, che nessuno di loro era mai stato prima a quelle quote, vorrei suggerire loro di percorrere lo stesso itinerario ma questa volta a piedi e notare la differenza.
Attenzione, questi miei pensieri non solo assolutamente a sfavore della MTB, anzi, essendone amante ritengo che la stessa possa e debba essere praticata in montagna ma su percorsi attrezzati, su carrarecce panoramiche, ma che diano la possibilità di potersi guardare attorno e non dover fissare lo sguardo solo sul terreno, altrimenti il tutto diventa solo una splendida impresa tecnico-atletica realizzata con la montagna semplicemente come palestra.
Scusate l'intrusione.
 

kikhit

Biker incredibilis
9/12/03
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Occam Lt, Alma
Ho appena finito di leggere e guardare le foto di uno degli splendidi servizi ..........................................................................................non dover fissare lo sguardo solo sul terreno, altrimenti il tutto diventa solo una splendida impresa tecnico-atletica realizzata con la montagna semplicemente come palestra.
Scusate l'intrusione.

intervento di interesse stimolo!

Allora...partendo dal presupposto che non si possano ridurre tutte le attività escursionistiche in montagna al 'semplice escursionismo' a prescindere dal mezzo, che non è elemento secondario ma molto importante (è escursionismo molto diverso quello in mtb da quello a piedi, sebbene le finalità possano coincidere; infatti il raggiungimento de fine arriva tramite percorsi molto diversi, esigenze diverse, emozioni diverse, tecniche diverse, strumenti diversi...e da viaggiatore dico che 'non è la meta, quanto la strada che si percorre, e come la si percorre, che fa la differenza), non ritengo che i panorami, gli odori, le emozioni, ecc. si poassano cogliere solo (o maggiormente) a piedi.

Io in montgna ci vado fin da piccino, a piedi, in bici, con gli sci da fondo, con le ciaspole, e nell'ultimo inverno con ciaspole+snowboard, e il mio rapporto con essa è, nella diversità delle singole attività, nella diversità dei modi con cui la si coglie e la si vive (la montagna), sempre lo stesso: fatto di rispetto, emozione, timore, stupore, soddisfazione, ecc..
Anche in bici, e anche in un lungo tratto di portage, proprio come mi è capitato di recente per raggiungere una colle a quasi 3200m di quota, riesco a godere dei panorami che mi si aprono davanti...
...anzi...è proprio la montagna con i suoi panorami, con le sue forme ed i suoi colori a motivare la fatica che sto facendo...riesco a tenere duro ed arrivare in vetta proprio perché ciò che mi circonda mi procura delle emozioni particolari, che mi dano sostegno e mi motivano.
Sono sempre a guardarmi attorno, in salita come in discesa, che spezzo volentieri con tante brevi pause proprio per guardarmi intorno, a differenzamagari dei giri invernali a quote più basse, magari per i sentieri della collina citadina...dove la discesa è più un qualcosa di ludico che di 'spettacolare'.
E queste emozioni che si provano, in bici, come con altri mezzi (quest'inverno è stata cosa stupenda la prima discesa in tavola dopo essere salito a piedi, con davanti ad ogni curva il Monviso), non le proveranno mai coloro che si limitano in ogi loro uscita ad un bikepark attrezzato o all'allenamento per una granfondo pedalando a testa bassa e vedendo come unico panorama la piega manubrio con il cardio e il ciclocomputer..
 

Romo

Biker serius
18/1/09
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No no, ragazzi, non fraintendiamo.
Io non parlo di mancanza di emozioni nella pratica della MTB, anzi, io stesso ne godo appieno (sono appena tornato da un tour di 7ore sui percorsi dell'appennino nell'oltrepò pavese).
Mi interrogo solamente sulle condizioni in cui qualche biker si può trovare forse solo per sottovalutazione dei rischi che si corrono in montagna.
Leggendo quei servizi cui facevo cenno e, sopratutto guardando le foto, notavo le condizioni in cui quei forti bikers si trovavano.
Al di là delle difficoltà intrinseche del percorso ci sono delle varianti da prendere in considerazioni e mi chiedevo:
-se un qualsiasi incidente tecnico li costringeva ad un ritorno a piedi, come potevano camminare a quelle quote e in quelle condizioni con scarpe da bici, pur se da MTB ?
-se incontravano un improvviso abbassamento delle temperature, e sappiamo tutti che una escursione di 15/20° a quelle quote è facile che accada, su che tipo di abbigliamento potevano contare ?
-alcuni, a loro dire, non erano mai stati a quelle quote, OK c'è sempre una prima volta per tutti, ma se scoppiava un temporale tosto, e chi l'ha sperimentato sà di cosa parlo, conosevano le tecniche di riparo e di sicurezza ?
Spero che tutto questo fosse loro ben presente.
Ora non sono qui a disquisire sulle ragioni del CAI per consentire o meno l'uso di certi itinerari alle MTB.
Oltre alla diversa sensibilità emotiva di ciascuno di noi, che ovviamente rispetto in toto, vorrei porre l'accento sull'aspetto sicurezza che deve essere sempre messa in primo piano nella pratica di qualsiasi sport e il CAI, nello specifico, dovrebbe porre l'accento esclusivamente su questo punto.
Molte, troppe volte l'entusiasmo fà gettare il cuore oltre l'ostacolo e si osa l'inosabile ma è determinante essere coscienti dei rischi ed è doveroso verso noi stessi e verso gli altri assumere tutte le precauzioni possibili.
Ovviamente questo vale per tutti, bikers, montanari e montanari bikers.
Ho visto escusrionisti salire la Grigna settentrionale con i mocassini (sì quelli senza stringhe e con la suola liscia), ho visto escursionisti singoli, salire la vedretta del Cevedale non in cordata e senza ramponi, ho visto persone di oltre settant'anni salire al rifugio Mezzalama con scarpette da tennis, ho visto i servizi di quei bikers impegnati in quelle avventure... ecc. ecc
Va bè, basta, lo sò sono palloso.
Scusa moderatur.
 

robobo

Biker tremendus
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www.cicloalpinismo.com
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Sei tu che hai parlato di emozioni dicendo:
"....come hanno potuto questi ragazzi godere delle emozioni che ti trasmette la montagna...."
Comunque se ci addentriamo a giudicare casi specifici di persone che possono affrontare la montagna senza un'adeguata preparazione e/o attrezzatura potremmo stare a discutere per anni e sai quanti casi verrebbero fuori....
in conclusione però penso si arriverebbe a dire che, con qualsiasi attrezzatura con cui decidi di affrontarla, la montagna non và sottovalutata e tantomeno affrontata con superficialità, ma questo vale sia per la mtb, per lo sci, per l'alpinismo, e per l'escursionismo ....
Se decido di attraversare un nevaio in bici prenderò le dovute contromisure, scarpe adeguate, ramponi ecc... allo stesso modo se devo fare un lungo avvicinamento con gli sci in spalla in assenza di neve non partirò con gli scarponi ai piedi ma opterò per delle comode scarpe da trekking ....


No no, ragazzi, non fraintendiamo.
Io non parlo di mancanza di emozioni nella pratica della MTB, anzi, io stesso ne godo appieno (sono appena tornato da un tour di 7ore sui percorsi dell'appennino nell'oltrepò pavese).
Mi interrogo solamente sulle condizioni in cui qualche biker si può trovare forse solo per sottovalutazione dei rischi che si corrono in montagna.
Leggendo quei servizi cui facevo cenno e, sopratutto guardando le foto, notavo le condizioni in cui quei forti bikers si trovavano.
Al di là delle difficoltà intrinseche del percorso ci sono delle varianti da prendere in considerazioni e mi chiedevo:
-se un qualsiasi incidente tecnico li costringeva ad un ritorno a piedi, come potevano camminare a quelle quote e in quelle condizioni con scarpe da bici, pur se da MTB ?
-se incontravano un improvviso abbassamento delle temperature, e sappiamo tutti che una escursione di 15/20° a quelle quote è facile che accada, su che tipo di abbigliamento potevano contare ?
-alcuni, a loro dire, non erano mai stati a quelle quote, OK c'è sempre una prima volta per tutti, ma se scoppiava un temporale tosto, e chi l'ha sperimentato sà di cosa parlo, conosevano le tecniche di riparo e di sicurezza ?
Spero che tutto questo fosse loro ben presente.
Ora non sono qui a disquisire sulle ragioni del CAI per consentire o meno l'uso di certi itinerari alle MTB.
Oltre alla diversa sensibilità emotiva di ciascuno di noi, che ovviamente rispetto in toto, vorrei porre l'accento sull'aspetto sicurezza che deve essere sempre messa in primo piano nella pratica di qualsiasi sport e il CAI, nello specifico, dovrebbe porre l'accento esclusivamente su questo punto.
Molte, troppe volte l'entusiasmo fà gettare il cuore oltre l'ostacolo e si osa l'inosabile ma è determinante essere coscienti dei rischi ed è doveroso verso noi stessi e verso gli altri assumere tutte le precauzioni possibili.
Ovviamente questo vale per tutti, bikers, montanari e montanari bikers.
Ho visto escusrionisti salire la Grigna settentrionale con i mocassini (sì quelli senza stringhe e con la suola liscia), ho visto escursionisti singoli, salire la vedretta del Cevedale non in cordata e senza ramponi, ho visto persone di oltre settant'anni salire al rifugio Mezzalama con scarpette da tennis, ho visto i servizi di quei bikers impegnati in quelle avventure... ecc. ecc
Va bè, basta, lo sò sono palloso.
Scusa moderatur.
 

robobo

Biker tremendus
5/12/07
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Sei tu che hai parlato diemozioni dicendo:
"....come hanno potuto questi ragazzi godere delle emozioni che ti trasmette la montagna...."
Comunque se ci addentriamo a giudicare casi specifici di persone che possono affrontare la montagna senza un'adeguata preparazione e/o attrezzatura potremmo stare a discutere per anni e sai quanti casi verrebbero fuori....
in conclusione però penso si arriverebbe a dire che, con qualsiasi attrezzatura con cui decidi di affrontarla, la montagna non và sottovalutata e tantomeno affrontata con superficialità, ma questo vale sia per la mtb, per lo sci, per l'alpinismo, e per l'escursionismo ....
Se decido di attraversare un nevaio in bici prenderò le dovute contromisure, scarpe adeguate, ramponi ecc... allo stesso modo se devo fare un lungo avvicinamento con gli sci in spalla in assenza di neve non partirò con gli scarponi ai piedi ma opterò per delle comode scarpe da trekking ....


No no, ragazzi, non fraintendiamo.
Io non parlo di mancanza di emozioni nella pratica della MTB, anzi, io stesso ne godo appieno (sono appena tornato da un tour di 7ore sui percorsi dell'appennino nell'oltrepò pavese).
Mi interrogo solamente sulle condizioni in cui qualche biker si può trovare forse solo per sottovalutazione dei rischi che si corrono in montagna.
Leggendo quei servizi cui facevo cenno e, sopratutto guardando le foto, notavo le condizioni in cui quei forti bikers si trovavano.
Al di là delle difficoltà intrinseche del percorso ci sono delle varianti da prendere in considerazioni e mi chiedevo:
-se un qualsiasi incidente tecnico li costringeva ad un ritorno a piedi, come potevano camminare a quelle quote e in quelle condizioni con scarpe da bici, pur se da MTB ?
-se incontravano un improvviso abbassamento delle temperature, e sappiamo tutti che una escursione di 15/20° a quelle quote è facile che accada, su che tipo di abbigliamento potevano contare ?
-alcuni, a loro dire, non erano mai stati a quelle quote, OK c'è sempre una prima volta per tutti, ma se scoppiava un temporale tosto, e chi l'ha sperimentato sà di cosa parlo, conosevano le tecniche di riparo e di sicurezza ?
Spero che tutto questo fosse loro ben presente.
Ora non sono qui a disquisire sulle ragioni del CAI per consentire o meno l'uso di certi itinerari alle MTB.
Oltre alla diversa sensibilità emotiva di ciascuno di noi, che ovviamente rispetto in toto, vorrei porre l'accento sull'aspetto sicurezza che deve essere sempre messa in primo piano nella pratica di qualsiasi sport e il CAI, nello specifico, dovrebbe porre l'accento esclusivamente su questo punto.
Molte, troppe volte l'entusiasmo fà gettare il cuore oltre l'ostacolo e si osa l'inosabile ma è determinante essere coscienti dei rischi ed è doveroso verso noi stessi e verso gli altri assumere tutte le precauzioni possibili.
Ovviamente questo vale per tutti, bikers, montanari e montanari bikers.
Ho visto escusrionisti salire la Grigna settentrionale con i mocassini (sì quelli senza stringhe e con la suola liscia), ho visto escursionisti singoli, salire la vedretta del Cevedale non in cordata e senza ramponi, ho visto persone di oltre settant'anni salire al rifugio Mezzalama con scarpette da tennis, ho visto i servizi di quei bikers impegnati in quelle avventure... ecc. ecc
Va bè, basta, lo sò sono palloso.
Scusa moderatur.
 

Little Eagle

Biker superis
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Ora non sono qui a disquisire sulle ragioni del CAI per consentire o meno l'uso di certi itinerari alle MTB.
Oltre alla diversa sensibilità emotiva di ciascuno di noi, che ovviamente rispetto in toto, vorrei porre l'accento sull'aspetto sicurezza che deve essere sempre messa in primo piano nella pratica di qualsiasi sport e il CAI, nello specifico, dovrebbe porre l'accento esclusivamente su questo punto.

Ma è esattamente quello che fa!!! è proprio per questo che il CAI ha accolto il cicloescursionismo quale attività istituzionale!
Nei corsi offerti dal CAI si insegnano le tecniche di guida più adeguate all'impiego escursionistico della mtb, le abilità e le conoscenze necessarie per affrontare le escursioni, soprattutto in ambiente montano, in condizioni di sicurezza e nel massimo rispetto dell'ambiente.
Le uscite sociali CAI sono guidate da capigita che conoscono la montagna e sanno dare i consigli più adeguati ai neofiti.

Come giustamente osservi anche tu, la montagna è piena di irresponsabili e ignoranti (nel senso che non conoscono l'ambiente).

Il CAI, in ogni sua attività, pone l'accento sulla frequentazione consapevole e la consapevolezza deriva dalla conoscenza. Per questo va ben oltre il consiglio che gentilmente hai avanzato: non solo sicurezza ma anche rispetto ambientale.
 

Romo

Biker serius
18/1/09
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Oltrepò pavese
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E' vero, sono io che ho iniziato parlando di emozioni.
Premesso che ciascuno di noi porta nella discussione le sue convinzioni personali che pertanto rimangono tali, forse ho sbagliato dividendo il mio intervento in due argomenti.
E' pacifico che ciascuno di noi ha, per fortuna, un modo personale di praticare quello che gli pare, come gli pare, nel rispetto per gli altri, e di ricavarne emozioni.
Quanto ho voluto esprimere, peraltro senza alcuna vis polemica, riguarda esclusivamente il mio modo di pensare e di praticare MTB e montagna.
Io sò che se facessi MTB in alta montagna, l'impegno conseguente mi distoglierebbe dall'ammirare continuamente quel paesaggio che sono venuto a cercare per potermi emozionare di conseguenza e il sapere di aver fatto tutto quanto era in mio possesso per prevenire eventuali rischi mi mette nelle condizioni migliori per poter godere del mio impegno.
E' chiaro che altri possono emozionarsi e godere del fatto di pedalare in quelle condizioni.
E' anche (quasi) sicuro che gli "sky bikers" citati hanno previsto e messo in atto tutte le precauzioni necessarie per una avventura del genere.
Pacifico.
Nessuna intenzione da parte mia di discriminare un modo o l'altro.
Semplicemente batterei il tasto sulla sicurezza, argomento verso il quale non mi sembra ci sia sufficiente sensibilizzazione e, purtroppo, i sempre troppi morti in montagna sono lì a testimoniarlo e le cause, il più delle volte, non sono naturali.
 

ApoBike

Biker serius
14/9/06
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Venaria
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Ma è esattamente quello che fa!!! è proprio per questo che il CAI ha accolto il cicloescursionismo quale attività istituzionale!
........................ Le uscite sociali CAI sono guidate da capigita che conoscono la montagna e sanno dare i consigli più adeguati ai neofiti.
..................
Il CAI, in ogni sua attività, pone l'accento sulla frequentazione consapevole e la consapevolezza deriva dalla conoscenza. Per questo va ben oltre il consiglio che gentilmente hai avanzato: non solo sicurezza ma anche rispetto ambientale.

Aggiungo che: la 'selezione' dei partecipanti la gita o i raid fa è, e deve far parte delle buone pratiche di un buon capogita. Io al Bianco avevo a fianco 3 persone di cui 2 molto toste fisicamente e di "testa" (ex ago), forse con un po' meno di esperienza di montagna a 360^ in generale, ed il terzo più tendente al puro biker che non al mountain-biker. Beh, sono stato contento che essi abbiano ascoltato e condiviso saggiamente e con prudenza e ponderazione con me i consigli e le scelte effettuate durante il raid, e alla fine dello stesso, ebbri di emozioni quanto me, abbiano ringraziato con fin esagerata gratitudine per la meravigliosa esperienza di fatica e di montagna vissuta insieme. Sono sicuro che rimarrà loro prima di tutto una grande ed intensa esperienza -di montagna- a seguire si ricorderanno e racconteranno di averla vissuta in bike... ;P)
 
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Biker grossissimus
18/5/06
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imperia
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E' vero, sono io che ho iniziato parlando di emozioni.
Premesso che ciascuno di noi porta nella discussione le sue convinzioni personali che pertanto rimangono tali, forse ho sbagliato dividendo il mio intervento in due argomenti.
E' pacifico che ciascuno di noi ha, per fortuna, un modo personale di praticare quello che gli pare, come gli pare, nel rispetto per gli altri, e di ricavarne emozioni.
Quanto ho voluto esprimere, peraltro senza alcuna vis polemica, riguarda esclusivamente il mio modo di pensare e di praticare MTB e montagna.
Io sò che se facessi MTB in alta montagna, l'impegno conseguente mi distoglierebbe dall'ammirare continuamente quel paesaggio che sono venuto a cercare per potermi emozionare di conseguenza e il sapere di aver fatto tutto quanto era in mio possesso per prevenire eventuali rischi mi mette nelle condizioni migliori per poter godere del mio impegno.
E' chiaro che altri possono emozionarsi e godere del fatto di pedalare in quelle condizioni.
E' anche (quasi) sicuro che gli "sky bikers" citati hanno previsto e messo in atto tutte le precauzioni necessarie per una avventura del genere.
Pacifico.
Nessuna intenzione da parte mia di discriminare un modo o l'altro.
Semplicemente batterei il tasto sulla sicurezza, argomento verso il quale non mi sembra ci sia sufficiente sensibilizzazione e, purtroppo, i sempre troppi morti in montagna sono lì a testimoniarlo e le cause, il più delle volte, non sono naturali.


ho letto i recenti post e in alcuni passaggi capisco le tue affermazioni e le tue idee; sulla sicurezza, credo siamo tutti concordi, nell'affermare che deve sempre essere in cima ai nostri pensieri e logicamente ci sono mountain-bikers che vanno preparati e altri no, come in tutte le discipline, ed infatti un pochino sono sorpreso di non aver ancora letto di incidenti seri di ciclisti in montagna (e qua tutti si toccano le ....).
Credo che negli ultimi anni la pratica della mtb si sia un po' estremizzata passando dal percorrere facili sterrate per arrivare a scendere su sentieri stretti ed esposti in alta quota; in effetti, quando programmo qualche giro o leggo relazioni, il dubbio che più spesso mi assale è: "ma non è più godibile farlo a piedi questo giro ??"
E a questa domanda che penso non riguardi solo me, ognuno dà la propria risposta che ovviamente è diversa e soggettiva
 

maxgastone

Biker spectacularis
17/10/05
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Quanto ho voluto esprimere, peraltro senza alcuna vis polemica, riguarda esclusivamente il mio modo di pensare e di praticare MTB e montagna.
Io sò che se facessi MTB in alta montagna, l'impegno conseguente mi distoglierebbe dall'ammirare continuamente quel paesaggio che sono venuto a cercare per potermi emozionare di conseguenza e il sapere di aver fatto tutto quanto era in mio possesso per prevenire eventuali rischi mi mette nelle condizioni migliori per poter godere del mio impegno.
E' chiaro che altri possono emozionarsi e godere del fatto di pedalare in quelle condizioni.
E' esattamente quello che succede praticando alpinismo... non è che se percorri la cresta del Liskamm orientale ti puoi godere più di tanto la camminata visto che sei sempre al limite... ma ci si va perchè "ci si deve andare" se si ama questo lato di vivere la montagna...

Io personalmente ritengo la mtb anche nei passaggi più tecnici "rilassante" rispetto ad altri modi di vivere la montagna (alpinismo, roccia, scialpinismo, ferrata e perchè no le ciaspole) solo per il semplice fatto che se sei in difficoltà scendi e vai a piedi o torni indietro... lussi che in certe discipline montane non ti sono concessi o passi o ti fermi in attesa dei soccorsi...

Ma forse queste considerazioni arrivano ad essere chiare solo dopo un percorso personale come è capitato a me

;-)
 
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DR_Balfa

Biker grossissimus
Io personalmente ritengo la mtb anche nei passaggi più tecnici "rilassante" rispetto ad altri modi di vivere la montagna (alpinismo, roccia, scialpinismo, ferrata e perchè no le ciaspole) solo per il semplice fatto che se sei in difficoltà scendi e vai a piedi o torni indietro... lussi che in certe discipline montane non ti sono concessi o passi o ti fermi in attesa dei soccorsi...
;-)

QUOTO............. giusto l'escursionismo mi rilassa ecco il fondo escursionismo,...

:-)
 

robobo

Biker tremendus
5/12/07
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Leggendo i vostri sempre utili commenti sulla sicurezza e le varie e soggettive opinioni personali sul modo di interfacciarsi con la montagna, mi viene da fare un appunto.
In questi ultimi tempi la montagna và di moda, i nostri decadenti mezzi di comunicazione ne parlano sempre, ovviamente si commentano unicamente fatti tragici perchè con quelli si fa presa sulla massa, mai che si esalti la bellezza dell'andare per monti ...
Da amante della montagna non ne posso più di sentire discorsi e accuse alla così detta "montagna assassina" a cui si aggiungono costantemente criminalizzazioni indiscriminate a chi pratica questa o quella attività, con la minaccia di future possibili limitazioni o divieti.... cosa ne pensate a riguardo?
 

kikhit

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Leggendo i vostri sempre utili commenti sulla sicurezza e le varie e soggettive opinioni personali sul modo di interfacciarsi con la montagna, mi viene da fare un appunto.
In questi ultimi tempi la montagna và di moda, i nostri decadenti mezzi di comunicazione ne parlano sempre, ovviamente si commentano unicamente fatti tragici perchè con quelli si fa presa sulla massa, mai che si esalti la bellezza dell'andare per monti ...
Da amante della montagna non ne posso più di sentire discorsi e accuse alla così detta "montagna assassina" a cui si aggiungono costantemente criminalizzazioni indiscriminate a chi pratica questa o quella attività, con la minaccia di future possibili limitazioni o divieti.... cosa ne pensate a riguardo?

Sono d'accordo con te...bastino ad esempio i dati riportati sul recente mauale cai 'Artva', da cui emerge che nonostante si stimi un raddoppio nelle ultime decadi dei praticanti lo scialpinismo, in realtà il numero di incidenti e morti da valanga è rimasto lo stesso, dimezzando così il numero percentuale dei morti stessi...e i media ogni inverno descrivono queste attività come se mietessero sempre più vittime, con ministri in autoreggenti che di montagna capiscono nulla che se ne escono con minacce i divieti e menate varie.
 

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