News Cabina della funivia del Mottarone precipita

marco

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Trentacinque anni fa alla funivia del Boè la traente si ruppe per questo motivo:
https://www.funivie.org/documenti/qn_archivio/boe.pdf

caspita la funivia del Boé! Lì dicono chiaramente che il meccanismo automatico di frenatura è stato l'unico modo per evitatare che si schiantassero le cabine, perché i due operatori non avrebbero fatto in tempo a bloccarle prima che avessero preso troppa velocità (ho ben presente quanto sia ripida).

Un altro aspetto della funivia del mottarone, che al momento non vedo citato sui media nazionali che hanno già cominciato ad andare sul personale contro il gestore, è il fatto che non ci fossero più gli operatori in cabina, cosa che più di un utente di questo forum ha detto aver visto fino all'anno scorso. Con le pezze al culo, insomma.
 

kitkat

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caspita la funivia del Boé! Lì dicono chiaramente che il meccanismo automatico di frenatura è stato l'unico modo per evitatare che si schiantassero le cabine, perché i due operatori non avrebbero fatto in tempo a bloccarle prima che avessero preso troppa velocità (ho ben presente quanto sia ripida).

Un altro aspetto della funivia del mottarone, che al momento non vedo citato sui media nazionali che hanno già cominciato ad andare sul personale contro il gestore, è il fatto che non ci fossero più gli operatori in cabina, cosa che più di un utente di questo forum ha detto aver visto fino all'anno scorso. Con le pezze al culo, insomma.
non credo comunque avrebbe fatto la differenza visto che i freni erano disabilitati, a meno che non esista un secondo freno di emergenza azionabile solo manualmente dalla cabina, e questo può dircelo solo chi è esperto della cosa...
 

marco

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non credo comunque avrebbe fatto la differenza visto che i freni erano disabilitati, a meno che non esista un secondo freno di emergenza azionabile solo manualmente dalla cabina, e questo può dircelo solo chi è esperto della cosa...

si chiaro, il mio commento era solo inteso a dire che mancavano i soldi, visto che si è deciso di rinunciare agli operatori. La mancanza di soldi è anche stata la causa della tragedia, perché il blocco dei freni era stato messo per ovviare ad un difetto che bloccava la funivia.
 

kitkat

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si chiaro, il mio commento era solo inteso a dire che mancavano i soldi, visto che si è deciso di rinunciare agli operatori. La mancanza di soldi è anche stata la causa della tragedia, perché il blocco dei freni era stato messo per ovviare ad un difetto che bloccava la funivia.
Sì esatto, su questo niente da dire...
 

ymarti

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Capisco i concetti che esprimi, e la tua visione è condivisibile nell'idea di fondo. Tuttavia pone un rischio non indifferente: quello di far pensare a chi ti legge che alla fine anche un progetto ben fatto e manutenuto abbia una probabilità di fallire catastroficamente anche in condizioni di utilizzo nominale. Che fosse o meno questa la tua idea, mi permetto di dissentire e correggere il tiro. La scienza delle costruzioni è una materia "chiusa" nelle sue branche utilizzate per il progetto di qualsiasi struttura o meccanismo vitale. Vale a dire che un manufatto progettato a regola d'arte per vivere in un determinato ambiente, sottoposto alla manutenzione prescritta, non cederà. Le statistiche contano purtroppo cedimenti, che sono tutti riconducibili a fallacia progettuale, costruttiva, manutentiva, o ad eventi esterni imprevedibili (ed estranei ad uno scenario di utilizzo nominale).

Quando dici che l'assale del vagone del disastro di Viareggio era progettato per non rompersi dici il giusto, e aggiungo che lo era nell'ambito di utilizzo previsto e con la manutenzione prescritta. Nella fattispecie, il cedimento per fatica dell'assale in questione è il risultato di una manutenzione insufficiente o errata, come è stato stabilito dalle indagini (Wikipedia riporta questo estratto, per chi non vuole leggersi tutta la relazione sull'incidente). Quando dici che "eppure, molto sporadicamente, ciò avviene" lasci intendere che pur facendo tutto come si deve possa accadere il disastro. E su questo non sono d'accordo: rispettando le normative quell'assale non avrebbe mai ceduto e il disastro di Viareggio non sarebbe avvenuto, perché l'assale sarebbe stato sostituito prima, come previsto. Vorrei far notare che Wöhler aveva studiato e compreso il fenomeno del cedimento per fatica degli assali ferroviari alla fine del XIX secolo.

Il caso del de Havilland Comet è un po' diverso. Per quanto le conoscenze in fatto di fatica dei materiali fossero piuttosto consolidate all'epoca dei fatti, vennero commessi errori progettuali e di valutazione, a cui si sommarono dei limiti oggettivi nelle tecnologie di produzione e assemblaggio dell'epoca. Limiti che vennero enfatizzati da un progetto avvenieristico (è pur sempre stato il primo jet di linea della storia...), che poteva tuttavia prestare più attenzione ad alcuni particolari che erano già noti nelle tecniche progettuali dell'epoca. Il caso del Comet è stato originato da un misto di conoscenze che non c'erano e di altre che c'erano e si sarebbero dovute applicare, e chi doveva vigilare avrebbe dovuto accorgersi perlomeno delle seconde. Catastrofi come quelle del de Havilland Comet hanno da un lato ribadito come fare determinate cose, dall'altro hanno consentito l'aggiornamento di norme e normative specifiche. Farne un parallelo con l'ingegneria civile consolidata, che progetta, costruisce e manutiene opere come la funivia "incriminata", è un'estrapolazione che non solo non rende giustizia alle conoscenze attuali e alle normative vigenti, ma pone pure il dubbio che progetti di questo genere possano lasciare spazio - come sopra - a cedimenti catastrofici non prevedibili. Ribadisco che magari non era tua intenzione fare un parallelo tra i due casi, ma mi sembrava giusto riportare che tra le due cose non è corretto tracciare troppe analogie.

Catastrofi come quella del Mottarone ribadiscono solo che non seguendo alla lettera ciò che già si conosce da tempo e ciò che è imposto dalle normative ci si espone a rischi irreparabili, che nulla hanno a che vedere con l'integrità del progetto e delle normative, che sono sufficienti a garantire sicurezza assoluta (in un ambito di utilizzo nominale) con ampio margine. Ciò non significa chiudere gli occhi di fronte ad eventi nuovi, inattesi, inspiegabili, che possano ulteriormente far progredire - si spera senza costare vite umane - le conoscenze attuali; verosimilmente questa vicenda non produrrà progressi fondamentali né tecnici né normativi.
In queste ore sono emersi particolari preliminari che confermano queste considerazioni almeno in parte. Ciò non deve far perdere di vista l'altra faccia della medaglia, ovvero che c'è stato prima di tutto un cedimento grave che sarà molto più difficile da analizzare rispetto al mancato funzionamento del freno di emergenza. L'inchiesta andrà avanti e sperabilmente spiegherà anche il perché di quel cedimento, che ha innescato tutta la catena di eventi.

Interessante quello che avete argomentato. Non sono un esperto ma mi occupo di analisi del rischio nel lavoro che faccio. Il rischio zero non esiste in nessun caso presentato. Lo scopo ultimo di ogni risk analysis è sicuramente quello di quantizzare l'entità del rischio presente nella situazione e, riuscire a quantizzare il rischio significa, in alcuni casi, evitare disastri (nel mio ambito evitare prodotti non conformi con richiami di lotti di prodotto dal mercato).
Io cito il disastro dello Space Shuttle Challenger (1986). Evento che ha fatto scuola nel discorso analisi del rischio.
La causa dell'incidente fu praticamente un problema ad un cazzo di O-ring da qualche dollaro.
Le indagini conclusero che questi furono progettati male. Ma si concluse che non avrebbero probabilmente causato un problema così grave se lo shuttle fosse decollato alle normali temperature della Florida (superiori a 10 °C). La sfiga volle che quel giorno la temperatura fosse più bassa di 10 °C (nella mattina del lancio, il termometro scese sotto lo zero). A quelle temperature l'O-ring perde elasticità! Quindi lo scoppio venne causato dalla pessima progettazione e delle basse temperature di quel giorno.
Gli ingegneri dell'azienda produttrice dei propulsori del razzo erano a conoscenza del problema legato alle guarnizioni e avevano avvertito la NASA di non effettuare il lancio, ma non furono ascoltati.

Cosa vuoi che succeda? Vi dice nulla ciò?

Il lancio aveva già subito numerosi ritardi e doveva trasportare in orbita due sonde...analogie con quanto successo qui dietro a casa nostra?

Ciò ha portato ad una valutazione dei rischi TOTALMENTE ERRATA!
Se solo i responsabili del lancio avessero rispettato tutte le condizioni necessarie per un decollo in sicurezza, con temperature ambientali più miti e minori venti d'alta quota, probabilmente il ben noto difetto delle guarnizioni non avrebbe causato la tragedia accaduta.

Ora cito delle lezioni (Rinaldo Tartari Root Cause Analysis Editore: FrancoAngeli - 1° edizione 2014)

...i meccanismi che portano ad un disastro di grandi proporzioni o ad un “banale” incidente o infortunio sul lavoro (contrariamente a quanto potremmo pensare) non sono per diversi.

Cosa e perchè si sbaglia la valutazione? Ci sono corsi che insegnano ciò e credo che ad un certo livello tutti debbano sostenerli.

Cito da presentazione a cui ho assistito tempo fa

1) CULTURA DELLA PRODUZIONE: si pensa ai risultati e al ritorno economico (in alcuni casi politico!!!!) di una attività
2) COMUNICAZIONE: difficoltà di comunicare all’interno di una organizzazione le informazioni, per far si che tutti (dal management ai reparti produttivi) possano prendere le opportune decisioni.
3) NORMALIZZAZIONE DELLA DEVIANZA: tendenza che nel tempo porta le organizzazioni ad assumere comportamenti e pratiche sempre più devianti verso una deriva catastrofica, senza che nessuno all’interno, anche se consapevole si opponga realmente agli standard insufficienti....IN PRATICA CI SI ABITUA ALLA MERDA. Ciò diventa abitudine il cattivo comportamento.

Potrei continuare ma penso abbiate capito. Manca la cultura ed il rispetto per gli altri. Quanti si stanno lamentando perchè devono andare in ferie ma hanno da fare il vaccino nello stesso periodo? Manca il rispetto! Si pensa solo ai cazzi propri.
 
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non credo comunque avrebbe fatto la differenza visto che i freni erano disabilitati, a meno che non esista un secondo freno di emergenza azionabile solo manualmente dalla cabina, e questo può dircelo solo chi è esperto della cosa...

si chiaro, il mio commento era solo inteso a dire che mancavano i soldi, visto che si è deciso di rinunciare agli operatori. La mancanza di soldi è anche stata la causa della tragedia, perché il blocco dei freni era stato messo per ovviare ad un difetto che bloccava la funivia.
I freni erano disabilitati perchè non c'era un operatore a bordo che li avrebbe fatti "riarmare" in tempi brevi in caso di loro intervento, l'operatore a bordo non c'era forse perché hanno fatto tagli e la sua presenza in quel caso non è obbligatoria (!), i ceppi (o forchette) erano stati messi per evitare di spendere troppo per la manutenzione.
La classica zappa sui piedi, vorrei vedere se c'erano loro sopra se avrebbero avuto il coraggio di disabilitare l'unico dispositivo di sicurezza veramente efficace.
Il freno di emergenza è azionabile ANCHE dall'operatore in cabina ma è praticamente inutile in quanto l'intervento dell'automatismo prevede circa 0,2 secondi dalla causa (il mero tempo meccanico). Per mille motivi un operatore non sarebbe così efficace (primi tra tutti accelerazione e urti).
 
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Interessante quello che avete argomentato. Non sono un esperto ma mi occupo di analisi del rischio nel lavoro che faccio. Il rischio zero non esiste in nessun caso presentato. Lo scopo ultimo di ogni risk analysis è sicuramente quello di quantizzare l'entità del rischio presente nella situazione e, riuscire a quantizzare il rischio significa, in alcuni casi, evitare disastri (nel mio ambito evitare prodotti non conformi con richiami di lotti di prodotto dal mercato).
Io cito il disastro dello Space Shuttle Challenger (1986). Evento che ha fatto scuola nel discorso analisi del rischio.
La causa dell'incidente fu praticamente un problema ad un cazzo di O-ring da qualche dollaro.
Le indagini conclusero che questi furono progettati male. Ma si concluse che non avrebbero probabilmente causato un problema così grave se lo shuttle fosse decollato alle normali temperature della Florida (superiori a 10 °C). La sfiga volle che quel giorno la temperatura fosse più bassa di 10 °C (nella mattina del lancio, il termometro scese sotto lo zero). A quelle temperature l'O-ring perde elasticità! Quindi lo scoppio venne causato dalla pessima progettazione e delle basse temperature di quel giorno.
Gli ingegneri dell'azienda produttrice dei propulsori del razzo erano a conoscenza del problema legato alle guarnizioni e avevano avvertito la NASA di non effettuare il lancio, ma non furono ascoltati.

Cosa vuoi che succeda? Vi dice nulla ciò?

Il lancio aveva già subito numerosi ritardi e doveva trasportare in orbita due sonde...analogie con quanto successo qui dietro a casa nostra?

Ciò ha portato ad una valutazione dei rischi TOTALMENTE ERRATA!
Se solo i responsabili del lancio avessero rispettato tutte le condizioni necessarie per un decollo in sicurezza, con temperature ambientali più miti e minori venti d'alta quota, probabilmente il ben noto difetto delle guarnizioni non avrebbe causato la tragedia accaduta.

Ora cito delle lezioni (Rinaldo Tartari Root Cause Analysis Editore: FrancoAngeli - 1° edizione 2014)

...i meccanismi che portano ad un disastro di grandi proporzioni o ad un “banale” incidente o infortunio sul lavoro (contrariamente a quanto potremmo pensare) non sono per diversi.

Cosa e perchè si sbaglia la valutazione? Ci sono corsi che insegnano ciò e credo che ad un certo livello tutti debbano sostenerli.

Cito da presentazione a cui ho assistito tempo fa

1) CULTURA DELLA PRODUZIONE: si pensa ai risultati e al ritorno economico (in alcuni casi politico!!!!) di una attività
2) COMUNICAZIONE: difficoltà di comunicare all’interno di una organizzazione le informazioni, per far si che tutti (dal management ai reparti produttivi) possano prendere le opportune decisioni.
3) NORMALIZZAZIONE DELLA DEVIANZA: tendenza che nel tempo porta le organizzazioni ad assumere comportamenti e pratiche sempre più devianti verso una deriva catastrofica, senza che nessuno all’interno, anche se consapevole si opponga realmente agli standard insufficienti....IN PRATICA CI SI ABITUA ALLA MERDA. Ciò diventa abitudine il cattivo comportamento.

Potrei continuare ma penso abbiate capito. Manca la cultura ed il rispetto per gli altri. Quanti si stanno lamentando perchè devono andare in ferie ma hanno da fare il vaccino nello stesso periodo? Manca il rispetto! Si pensa solo ai cazzi propri.
Conosco bene l'incidente del Challenger (lavoro nel settore), e posso dire che sì: è stata un'errata valutazione del rischio. Tuttavia, visto che il "problema" era noto fin dal '77 e che l'incidente occorse nel 1986, direi che non si trattava di un problema bensì di un vincolo operativo per limiti progettuali. Ho avuto modo di avere a che fare con o-ring e guarnizioni varie a basse temperature e a contatto con propellenti o liquidi di raffreddamento usati in ambito aerospaziale. Grazie a programmi come lo Shuttle si è molto imparato in questo ambito, ma non è "grazie" all'incidente in questione, che poteva essere evitato se solo chi doveva decidere avesse ascoltato i tecnici. I programmi spaziali sono pieni di limitazioni operative che vengono poste durante il processo di progettazione, a fronte di test a livello di componente o di sistema che pongono paletti più stringenti di quelli stabiliti dalle specifiche progettuali. Questo è tipico di progetti che hanno margini ridotti rispetto a quanto siamo abituati a vedere in ambito civile o edile, o meccanico terrestre; il motivo è semplice: sono cose "tirate", spesso d'avanguardia, costruite in pochi pezzi sottoposti ad ambienti di lavoro estremi. Ciò giustifica costi "stellari" e un processo di tracciatura delle anomalie e dei limiti operativi che a un profano può apparire prolisso e ipertrofico. Quando però non si segue questo processo c'è la possibilità - molto alta, visti i bassi margini di cui sopra - che la catastrofe si concretizzi.
Di nuovo, l'incidente che ha dato il via a questa discussione non riguarda in nessun modo una macchina/struttura operante al di fuori di riscontrate condizioni ambientali nominali. Sono certo che pure la funivia ha limiti operativi, ad esempio legati alla velocità del vento o alla temperatura esterna, ma non sono certo quelli ad aver causato la rottura del cavo né il mancato funzionamento del freno. Sappiamo che il secondo evento è legato ad un atto delinquenziale (per analogia: nessuno aveva manomesso gli o-ring che hai citato, mentre i freni della funivia sono stati manomessi), non sappiamo ancora a cosa è legato il primo evento (qui sarà interessante vedere perché ha ceduto il cavo, che scommetto non era impiegato al fuori dal suo ambito operativo nominale, o se ne sarebbe rotto uno a settimana...).
 

ymarti

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beh certo, condivido tutto; quello che voglio sostenere è che c'è stato un problema di cultura prima di tutto e, inoltre, di comunicazione. Questo, per il fatto che non era la prima volta che lo facevano ha portato alla ricorrenza del fatto con le tragiche conseguenze.

Solo questo. Purtroppo.
 

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beh certo, condivido tutto; quello che voglio sostenere è che c'è stato un problema di cultura prima di tutto e, inoltre, di comunicazione. Questo, per il fatto che non era la prima volta che lo facevano ha portato alla ricorrenza del fatto con le tragiche conseguenze.

Solo questo. Purtroppo.
Quando si fa i furbi e tutto va bene si ha la tendenza a pensare che andrà sempre così; purtroppo se ci sono apparati di emergenza vuol dire che prima o poi se ne può aver bisogno e non averli o non mantenerli efficienti fa la differenza, la vita non ti dà tutti i jolly che vorresti.

Ho visto un intero ospedale spegnersi perchè il generatore di emergenza non era mai stato rabboccato, in quel caso fu incuria ma i grattacapi furono infiniti.
Ora, son sempre là a controllare il livello ad ogni test settimanale.
 
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caspita la funivia del Boé! Lì dicono chiaramente che il meccanismo automatico di frenatura è stato l'unico modo per evitatare che si schiantassero le cabine, perché i due operatori non avrebbero fatto in tempo a bloccarle prima che avessero preso troppa velocità (ho ben presente quanto sia ripida).

Un altro aspetto della funivia del mottarone, che al momento non vedo citato sui media nazionali che hanno già cominciato ad andare sul personale contro il gestore, è il fatto che non ci fossero più gli operatori in cabina, cosa che più di un utente di questo forum ha detto aver visto fino all'anno scorso. Con le pezze al culo, insomma.
l'operatore c'è sempre stato, son salito l'ultima volta a fine ottobre e c'era, ma gia' a dicembre non c'era piu'...
in effetti è una delle cose che mi ha piu' stupito fin dall'inizio,quando non parlavano dell'addetto tra le vittime.
comunque usandola la sensazione che fosse un impianto problematico , vecchio e non molto ben gestito c'era eccome.
ma è un problema nazionale, infrastrutture costruite ai tempi del boom economico ed ormai vecchie se non obsolete....
 
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...quotidianamente è costretto a lottare con i suoi superiori e clienti per far rispettare alla lettera tutti i protocolli di sicurezza: propro per questa sua "intransigenza" e per essere rappresentante sindacale è stato spesso emarginato e discriminato ...

Nel mio caso dovetti andarmene da un'azienda dove lavoravo, per essermi rifiutato di "certificare" la conformità di pezzi, la cui integrità era fondamentale per la sicurezza di una struttura, risultati "non conformi".
Dopo il mio rifiuto iniziarono tutta una serie di azioni e pressioni nei miei confronti per farmi capire che quello che avevo fatto "non andava bene".
Scelsi di andarmene, e feci bene.
ecco.
sono appunto le situazioni che citavo io in merito a chi proponeva ergastoli, forche e impalamento per l'operaio che ha messo i forchettoni...
Che non è scusato ma sicuramente ha subìto forti pressioni di quel genere senza riuscire a opporsi...
 
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ecco.
sono appunto le situazioni che citavo io in merito a chi proponeva ergastoli, forche e impalamento per l'operaio che ha messo i forchettoni...
Che non è scusato ma sicuramente ha subìto forti pressioni di quel genere senza riuscire a opporsi...

proprietario a parte, ma pensate ai due dipendenti arrestati. Vita rovinata per non essersi opposti, chiaramente sapendo di rischiare di perdere il lavoro.
 
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lorenzom89

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proprietario a parte, ma pensate ai due dipendenti arrestati. Vita rovinata per non essersi opposti, chiaramente sapendo di rischiare di perdere il lavoro.
Mah io penso prima di tutto altro alle vite delle vittime che non ci sono più.. e alle vite rovinate dei familiari..

Comunque il giudice riconoscerà le varie percentuali di colpa .. può essere che i dipendenti se sotto minacce o alle strette abbiano una pena inferiore rispetto al "mandante" che è il loro superiore. Non sono un esperto di diritto penale ma so che più o meno funziona così.
 
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lorenzom89

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aggiungo poi che nella vita la stupidità e certe leggerezze si pagano a caro prezzo..

per fare un esempio banale.. un ragazzo che conosco era dipendente per un officina autorizzata di una famosa casa automobilistica..
dopo diversi anni di lavoro sotto un capo officina molto "facilone" e sbrigativo.. aveva notato più volte che le auto a volte uscivano dall'officina non proprio a posto.. (freni? viti lente? ecc.. non so dire di preciso)
cosa ha fatto il dipendente? si è licenziato e ha cambiato lavoro.

c'è gente che è coscienziosa e su certe robe non ci dorme la notte e appena può si licenzia o cerca di cambiar le cose..
e poi invece c'è gente che prende le cose molto meno seriamente di come andrebbero prese.. e magari fa pure sonni tranquilli.. finchè non succedono le tragedie..
 

aria

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proprietario a parte, ma pensate ai due dipendenti arrestati. Vita rovinata per non essersi opposti, chiaramente sapendo di rischiare di perdere il lavoro.
Sono appunto le "sfumature" che dovrà accertare la magistratura, posto che ovviamente hanno tutti colpa.
Però sono robe difficili da dimostrare, visto che ovviamente di scritto non ci sarà un bel niente...
Mah io penso prima di tutto altro alle vite delle vittime che non ci sono più.. e alle vite rovinate dei familiari..
sicuramente.
...coscienziosa e su certe robe non ci dorme la notte e appena può si licenzia o cerca di cambiar le cose...
se il disastro capita prima che riesci a licenziarti... voglio dire, magari a 50-60anni non è che trovi un altro lavoro schioccando le dita...
cmq mi pare giusto verificare se qualcuno se la spassava con gli incassi e faceva vita di gran lusso lesinando sulle spese in sicurezza o arrivava giusto alla fine del mese.
 

l.j.silver

Biker delirius tremens
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proprietario a parte, ma pensate ai due dipendenti arrestati. Vita rovinata per non essersi opposti, chiaramente sapendo di rischiare di perdere il lavoro.
le ricadute economiche saranno enormi, credo la funivia chiudera', chi si accollera' mail carico di ristrutturare cpmletamente un impianto, oltretutto ormai noto per la sciagura?
anche le pressioni esercitate sui gestori della funivia non devono essere state da poco, con tantissime attivita' della zona legate al funzionamento della funivia e che ora li lincerebbero, ma li avrebbero sbranati se avessero fermato la funivia per i necessari controlli....
 

ottomilainsu

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caspita la funivia del Boé! Lì dicono chiaramente che il meccanismo automatico di frenatura è stato l'unico modo per evitatare che si schiantassero le cabine, perché i due operatori non avrebbero fatto in tempo a bloccarle prima che avessero preso troppa velocità (ho ben presente quanto sia ripida).

Un altro aspetto della funivia del mottarone, che al momento non vedo citato sui media nazionali che hanno già cominciato ad andare sul personale contro il gestore, è il fatto che non ci fossero più gli operatori in cabina, cosa che più di un utente di questo forum ha detto aver visto fino all'anno scorso. Con le pezze al culo, insomma.
L'assenza del vetturino era comunque approvata dall'ufficio ministeriale, variazione soggetta a ben determinate condizioni di gestione dell'impianto, relativamente alla manovra dell'impianto e ai sistemi di controllo dei viaggiatori, del loro accesso, chiusura porte, posizione vettura in linea, velocità e ai sistemi di soccorso in linea in caso di arresto dell'impianto senza la possibilità di riportare le cabine in stazione.
Diciamo che in questa situazione che ci fosse stato o meno non sarebbe cambiato nulla.
Su tutto il resto della gestione, beh, è evidente che non era certo "impeccabile".
 

ottomilainsu

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le ricadute economiche saranno enormi, credo la funivia chiudera', chi si accollera' mail carico di ristrutturare cpmletamente un impianto, oltretutto ormai noto per la sciagura?
anche le pressioni esercitate sui gestori della funivia non devono essere state da poco, con tantissime attivita' della zona legate al funzionamento della funivia e che ora li lincerebbero, ma li avrebbero sbranati se avessero fermato la funivia per i necessari controlli....
Sicuramente ci saranno ricadute.
Ma esempi di impianti che hanno avuto incidenti disastrosi e hanno riaperto ci sono eccome.
Basta andare a vedere quanti problemi hanno avuto sul Monte Bianco, compresa la caduta di una cabina per rottura della fune portante. Quella volta a rimetterci la vita fu solamente il vetturino.
Lo scorso anno, funivia dello Zugspitze (Garmisch, Germania), dalla stazione di monte scappò giù il carrello di soccorso che finì a valle fracassando completamente una cabina. Notare, impianto completamente nuovo, in servizio da un anno se non ricordo male, e detentore del record di campata più lunga senza sostegni, ben 3200 metri.
 
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