Cari amici,
vorrei proporre alcune riflessioni in generale e su quanto è accaduto ieri.
Innanzitutto sono felice che la caduta di Massimo non abbia avuto conseguenze più gravi e gli faccio i migliori auguri di pronta guarigione.
Ciò non toglie che io mi senta, in parte, responsabile di quanto accaduto: già alla partenza avevo manifestato a Crossandr le mie perplessità a gestire bene un gruppo così numeroso.
Botolandia non è Gratena o Lignano. I sentieri sono brevi ma difficili, anche tenendo presente che quello scelto ieri, l'Incognito, è il più facile e scorrevole. Eppure la gestione del gruppo è stata difficile. La presenza del fotografo ha poi portato un pò tutti a strafare, invece il freeride, anche se leggero come questo, necessita di concentrazione e di provare e riprovare con calma i passaggi. In presenza di un gruppo così numeroso questo non è stato possibile, e infatti molti non hanno preso i bivi giusti, o sono rimasti troppo indietro e si sono persi in quel dedalo di sentieri.
L'ultima discesa della giornata, il Michelino, è stata effettuata in soli cinque biker e questo ne ha permesso una migliore fruizione e un maggiore divertimento (vero Carra?).
A questo si aggiunge un dato di fatto di cui a volte tendo a non rendermi conto: la cultura ciclistica nelle nostre zone è stata mutuata da sempre da quella stradale, la mtb è vista come una specie di bici da corsa per pedalare anche sugli sterrati, e si tende a replicare anche su questa un assetto tipico della bici da strada, che sembra essere (e sottolineo "sembra") più efficiente in pedalata, ma che compromette grandemente il controllo del mezzo nei passaggi più impegnativi. La bici "normale" da noi è la mtb da gara XC, le full da all mountain o peggio ancora da freeride, sono viste, anche dagli stessi negozianti, come pericolose deviazioni di pochi esaltati.
Non è così: in tutto il mondo, ma soprattutto negli USA che in questo, dispiace dirlo, sono avanti anni luce rispetto a noi, la bici da usare sempre è la full dalle generose escursioni e la front in carbonio è usata solo in gara, e a volte anche nel XC si preferisce la full.
Un esempio di quanto un tipo di bici sia radicato nell'uso comune l'ha dato Danyrder che, passato a una full con un assetto corretto, ha trovato come molti difficoltà di adattamento.
In questi anni ho seguito alcuni giovani che hanno iniziato ad andare il bici da subito con full da enduro o trail e non solo non hanno avuto problemi di adattamento, ma hanno manifestato dei velocissimi progressi nei ripidi, nelle curve, nei salti.
I salti, appunto: quello dove è caduto Massimo è alto meno di mezzo metro (!) eppure la sua caduta è stata rovinosa. La combinazione tra un manubrio basso e stretto, una forcella corta e una sella altissima ha reso la sua mtb un proiettile impazzito e ingestibile.
A questo punto penso che sconsiglierò i sentieri di Botolandia, che sono per la maggior parte ben più impegnativi dell'Incognito, a chi si presenterà nel mio gruppo con mezzi inadatti. Poi ognuno, per conto suo può fare come gli pare.
Spero di aver stimolato una proficua discussione, e aspetto i vostri interventi.
Alé alé