Entrare nei botoli richiede un notevole prezzo da pagare, e non mi riferisco solamente al grosso esborso economico necessario per dotarsi di un'attrezzatura (bici, accessori e quant'altro) all'altezza, ma soprattutto al notevole tributo richiesto in termini di sudore, fatica, sofferenza e dedizione alla causa.
L'ho pensato proprio stamattina nel mentre si procedeva all'ascesa, chiedendomi se fosse normale provare piacere nello svegliarsi presto la domenica mattina per patire e sudare. Mi pare ci sia quasi un certo non so che di masochistico...
Poi, però, si viene ripagati ampiamente della fatica profusa nello sforzo. Quando dopo esserci ritrovati alle 8,30 in Via Colombo (gruppo più ristretto rispetto a domenica scorsa, visto che una parte del gruppo si dirigeva in quel di Gratena) ed essersi incamminati per la Pace aggregandosi a Civitex in attesa con una fiammante Santa Cruz verde militare, inerpicati su per Peneto strada nuova, ci siamo alzati rispetto alla nebbia che ci aveva accompagnato fino a quel momento e siamo sbucati in un punto nel quale il sole si faceva sentire in maniera consistente, beh la ricompensa non era così male guardandosi intorno. Una coltre nebbiosa sotto di noi, e il sole splendente sopra di noi.
Ma, soprattutto per me, la ricompensa sta nel raccogliere le grandissime soddisfazioni degli impercettibili progressi raggiunti. Una maggiore confidenza nel far scorrere la bici, una discesa fatta ad andatura e con traiettorie migliori rispetto alle altre volte, e una certa migliore confidenza con il mezzo e con le condizioni ambientali mi producono gioia e allegria.
Sono arrivato alla fine allo stremo.
Il contakm segnava 40 km totali di percorso, che potevano essere di più se alla risalita per lo Scopetone versante "Palazzo del Pero" non ci fosse stata la necessità di rientrare a casa velocemente che mi ha costretto a ridiscendere via asfalto, mentre si poteva fare una piccola deviazione verso il Torrino, Bagnoro (non è vero, in realtà gn'aaaaaa facevo più a fare qualche altra piccola rampa di salita).
Altro evento della mattinata è stato l'avvistamento della "Luana" che, è viva, vegeta, sta bene, è in splendida forma e ha pedalato in mezzo a noi!
E' stata un grandissimo onore avere un tale elegante e sinuosa signora accompagnarci per tutto il viaggio con incedere maestoso e sicuro. Devo dire che faceva un certo vedere con la coda dell'occhio di essere affiancati da quei "ruotoni" che ti intimorivano quasi che volessero passarti sopra. Ma soprattutto occorre segnalare come sia stata condotta con assoluta padronanza ed efficacia da un condottiero provetto, mai in affanno, mai impiccato sui pedali a tentare di tirare un rapporto impossibile. Sembravano correre verso l'infinito ed oltre senza limiti ed incertezze!
Infine una nota per spiegare ai non addetti ai lavori lo spirito di queste uscite. Mentre eravamo in attesa con Jaxxon e Massimo che venisse ultimata una bucatura con conseguente installazione di camera d'aria, ci siamo ritrovati ad utilizzare due fazzoletti di carta per pulire la gomma e quando siamo ripartiti, senza bisogno di dirsi niente, ci è sembrata la cosa più naturale raccoglierli e portarli dietro, in modo da gettarli negli appositi cestini. Perché ringhiosi sì, cinghiali pure, ma "l'aducanza" viene prima di tutto.
In risposta a quei non addetti ai lavori che magari pensano che MTBer significava piegare la natura alle proprie esigenze, e non viceversa.
God save the botols!