Molte di queste calorie però, è giusto ricordare che non sono commestibili per l'uomo, come la paglia: sono solo scarti di lavorazione dei cereali (dei quali fruiamo noi umani), oppure l'erba medica (da la possibilità di almeno 3 sfalci annui: si usa per questo motivo, anche se non è commestibile per noi e nemmeno per i maiali, che sono onnivori) ma adatta per i Bovi e anche per il futuro concime indispensabile per le semine. Lo stesso per la soia, viene utilizzato prevalentemente lo scarto al netto di latte, burger, olii e derivati.
L'esempio più eclatante è la capra, che brucando in zone aride ed impervie, trasforma "calorie" non commestibili in calorie "commestibili" per l'uomo.
C'è discrepanza enorme tra calorie "impiegate" e calorie "ricavate", è assolutamente vero,però va analizzato.
Soprattutto dal punto di vista qualitativo.
Galline ruspanti non necessitano di alcuna (o quasi) integrazione calorica, come un bove d'alpeggio se la cava con gli incolti che si trovano in natura.
Tralasciando la scelte etica, possiamo dire che gli enormi allevamenti intensivi siano assolutamente insostenibili e basati solo su una logica di mercato e profitto.
Di contro, ne esistono assolutamente di sostenibili, se non indispensabili, per zone dove vengono trasformate calorie non immagazzinabili dall'uomo in calorie fruibili.
L'esempio di Bovi in campi incolti, di pecore e soprattutto capre negli entroterra impervi del mediterraneo, delle sue grandi e piccolo isole ma non solo.
Allevamenti che hanno garantito sopravvivenza e sviluppo. E lo fanno tutt'ora, evitando importazioni dispendiose e altamente inquinanti.